mercoledì 30 settembre 2009

MARONI, MARONI, FORA DAI COJONI!





Siamo ormai quasi ad ottobre e la tessera del tifoso sta spaccando in due il mondo del calcio. Colpa anche delle incertezze del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che prima spinge sull'acceleratore poi indugia e frena. Gli ultrà, si sa, sono contrari (tranne eccezioni).
Mai sono stati consultati i tifosi in questi anni. Vero che non è facile trovare chi li rappresenta ma Maroni ha sbagliato a non voler sentire (anche) la loro voce. E così adesso la situazione si è terribilmente ingarbugliata. In un forum tenuto alla Gazzetta, il ministro ha detto: ''Sono pronto a discutere l'ipotesi di un rinvio ma solo di fronte all'adesione unanime dei club di A e B al programma''. Insomma, la tessera non è più obbligatoria da gennaio 2010 per andare in trasferta? Slitta tutto alla prossima stagione? Non si sa. Il ministro è disponibile a fare una marcia indietro: ma ci sono club come il Torino, il Catania e il Palermo che sono contrari alla tessera. Che decideranno? E chi si è messo già in regola come Inter e Milan ? Che racconta ai suoi tifosi? E i club che si stanno mettendo in regola come Juventus, Fiorentina, Empoli, Figline? Che diranno ai loro tifosi? Diranno: fermi tutti, che il ministro si rimangia la parola e non ha la forza per imporre quanto deciso? La verità Maroni l'ha detta fra le righe del Forum: ''Le prime tre giornate di campionato hanno mostrato alcuni segnali di ripresa del fenomeno violenza''. E' quanto noi abbiamo scritto ieri: l'agguato di Bergamo (era da tanto che non succedeva), le bombe carta di Roma, il picchettaggio dell'Olimpico (ai tifosi è stato impedito di entrare allo stadio: sotto gli occhi della polizia...), le manifestazioni contro la tessera del tifoso, ormai ovunque. Forse Maroni ha capito che non ce l'avrebbe fatta per gennaio, ecco la sua disponibilità all'ennesima deroga (siamo in Italia, no?), ecco che ha capito come l'articolo 9 creava problemi e quindi va cambiato. Maroni ha parlato anche di metal detector negli stadi: non servono, in molti casi. Serve maggiore attenzione. Ha assicurato la tolleranza zero ma ha promesso anche un eventuale retromarcia. Insomma, siamo nel caos più totale. A gennaio niente tessera del tifoso: è stata presentata male, gestita peggio. Il mondo del calcio non ha mai dato un aiuto, salvo pochi casi. Solo parole, zero fatti. E così Maroni è rimasto solo: e sta per arrendersi.
(Repubblica.it)

Vista così potrebbe sembrare una marcia indietro, ma ciò non è... Bobo l'azzannacaviglie ha proposto alle società un'ulteriore deroga "in cambio di un'impegno scritto da parte del 100% di esse ad adottare la tessera per la prossima stagione". Questo significa che un'ulteriore porcata verrà fatta passare e resa obbligatoria in luglio-agosto 2010, quando il popolo tifoso è per forza di cose distratto dall'estate (e dalle molte passere in deshabillè che girano per le città e le spiagge...). E sopratutto, non ci è dato sapere in cosa consiste questo "accordo scritto" che Maroni vuole imporre a tutte le società. Insomma, non c'è per niente da fidarsi, e bisogna tenere più che mai gli occhi aperti e le antenne dritte.
Ma cerchiamo di vedere la cosa da un'altro punto di vista, quello dell'opportunità. Si perchè è da un pò che i vertici dello stato, una volta accortisi della cappella fatta nell'imporre la tessera e per non sputtanare del tutto la loro idea, hanno cominciato a moderare i toni, ed a parlare di "opportunità". Bene, sappiate che la tessera del tifoso in molti paesi è veramente un'opportunità. O meglio, il corrispondente della nostrana "Tessera del tifoso". Prendiamo l'Inghilterra, che tanto viene presa ad esempio: partiamo dal presupposto che in UK (nazione con grossi problemi di disagio sociale e pure di terrorismo) non esiste nemmeno la Carta d'Identità, il che è già un primo passo per capire come il volere schedare a tutti i costi sia una prerogativa italiana, il paese più nordafricano d'Europa. Detto questo, risulterà semplice capire come non esista nemmeno nessuna forma di biglietto nominativo. Esiste però la "Membership Card", varata da alcuni club di Premier League. In cosa consiste? E' una tessera che viene rilasciata dalla società (capito??? Dalla società, non dalla questura!!!) e che il tifoso può richiedere facoltativamente (se non la richiede, non corre rischi particolari come quello di non andare più in trasferta come in Italia!). Da diritto alla prelazione, ovvero all'avere il biglietto prima degli altri per quelle partite in cui c'è maggior richiesta e meno disponibilità di posti (per esempio, finali di Coppa). E' molto usata da club come Arsenal, Chelsea, Manchester United, ed in generale da tutti quei club in cui esiste il problema di trovare posto allo stadio in occasione delle partite. Prendiamo l'esempio dell'Arsenal: il vecchio Highbury era esaurito in abbonamenti, e per accedervi bisognava superare una lista d'attesa lunga anni. Col nuovo Emirates Stadium, i problemi non si sono ancora risolti. Ecco quindi che molti tifosi usufruiscono della Membership Card, per ovvi motivi. In Italia una cosa del genere non ha proprio senso, visti gli stadi mezzi vuoti. Però la vogliono imporre...
Si dice che "Maroni si sia convinto che l'articolo 9 vada cambiato", e sarebbe il minimo, ma fino adesso si è rimasti alle parole da parte del governo. Ci vogliono i fatti, ed i fatti dicono che l'articolo può essere modificato solo con una legge apposta. Siamo tutti in attesa di conoscere gli sviluppi, ma una cosa va chiarita: le rassicurazioni "orali" non bastano! Ci sarebbe da fare un lungo discorso sul fatto che Maroni "sia stato lasciato solo". E' normale che sia stato lasciato solo: uno che non conosce il mondo del calcio e dello stadio, e di conseguenza le problematiche ad essi legate, non può arrivare dall'oggi al domani e pretendere di comandare, imponendo la sua cazzo di tessera che non piace a nessuno! Molti non l'hanno mandato in culo solo perchè è Ministro degli Interni, ma state pur sicuri che il pensiero ricorrente era quello... 
La verità è che i nostri politici se vanno allo stadio vanno in Tribuna d'Onore e ricevuti con tutti i crismi dai vari tirapiedi di turno. Non sanno assolutamente nulla di cosa significa REALMENTE andare allo stadio. E non parliamo poi del Mondo Ultras: quello non lo conoscono proprio, come il 90% degli italioti, impegnati a bersi le cazzate dei vari giornali! Altrimenti saprebbero che per sconfiggere la violenza negli stadi in Italia sono state fatte passare CINQUE LEGGI SPECIALI NEGLI ULTIMI VENT'ANNI, e che a nulla sono servite. Mi risparmio le illazioni sul fatto che si vuole tenere la gente a casa a guardare la TV (anche se illazioni non sono, ma credo sia un ritornello che conoscete tutti a memoria), ma mi limito a far notare come, per colpire quella che a detta di molti benpensanti è "una minoranza di falsi tifosi dedita alla violenza ed al teppismo" si è andati a colpire in massa tutti coloro che vanno allo stadio, e molto spesso senza farsi neppure troppi scrupoli nello scavalcare la costituzione. Si è partiti nel 1989, con le diffide che già di per conto loro erano e sono tutt'ora una condanna senza processo. E credo che in molti vi possano spiegare che quando si prende la diffida, non è detto per forza di cose che "si sia pur combinato qualcosa" come dicono molti sapientoni. Si è poi proseguito portando le diffide da uno a tre anni, mettendo l'obbligo di firma, inserendo l'arresto in flagranza differita (casi previsti solo per i reati da stadio!); e si è arrivati al punto di oggi, dove negli stadi sono vietati striscioni, tamburi, fumogeni, altoparlanti, bandieroni, e dove molto spesso sono vietate anche le trasferte... Vorrei tanto capire PERCHE'! Conosco già la risposta di molti fenomeni: "Qualcosa andava pur fatto!", ed allora vi porgo la controdomanda: spiegatemi cosa centra combattere la violenza con il VIETARE IL TIFO! La risposta, l'avete ottenuta nelle ultime settimane, vedendo gli episodi di Bergamo, di Frosinone, di Roma... Si vieta il tifo, ma la violenza rimane! 
Vero che bisogna saper fare anche autocritica, ed io autocritica la faccio: il mondo ultras un pò se l'è voluta di arrivare a questi livelli. Un pò ci è stato spinto, un pò se l'è voluta. Le diffide andavano a colpire spesso e volentieri i leader storici e quelli che ci mettevano la faccia, finendo così con il disgregare le curve. Perchè come molti di noi sanno, un buon leader sa tenere unita una tifoseria, e quando lui viene a mancare è molto facile che la tifoseria si frammenti e si divida. E la divisione dà campo libero a quelli che in Italia chiamiamo "cani sciolti" sbagliando completamente il termine: parliamo di quei ragazzi per cui la trasferta è un ottimo motivo per devastare i treni o le stazioni, rubare negli autogrill, sfasciare le auto in sosta o i cessi dello stadio... Insomma, tutti quei gesti da eroi che non hanno certo reso onore ai ragazzi delle curve ma che hanno fatto si che per più di qualche decennio molti di questi personaggi facessero le loro bravate in casa ed in trasferta nascondendosi poi dietro il gruppo e chi ci metteva la faccia. E l'errore molto spesso è stato quello di tollerarli, senza che nessuno facesse un pò di sana "giustizia sommaria", rompendo qualche faccia e facendo passare per sempre a potenziali "imitatori" la voglia di seguire una certa via... Ma ovviamente si è preferito continuare con la strada delle leggi speciali, l'italianissimo "colpirne cento per non educarne nemmeno uno". E naturalmente aumentare giorno dopo giorno, passo dopo passo, diffida dopo diffida, l'odio nei confronti delle istituzioni, che dai ragazzi di stadio sono viste non come degli esterni, ma come "degli esterni che non capiscono e che vogliono strumentalizzarci". 
Ma io che parlo tanto, come affronterei il problema? Io toglierei semplicemente le scorte alle tifoserie! Assistiamo sempre più spesso a scene da paese sudamericano, con una polizia in vena di mostrare muscoli che chiude intere strade per far passare cento tifosi ospiti. Andiamo in trasferta e troviamo servizi d'ordine composti da duecento celerini, per un contingente di 150 tifosi ospiti. Perchè continuare a militarizzare le città, quando il calcio stesso per primo ha capito che non è la strada giusta per gli stadi ed ha cominciato ad affidare la sicurezza interna agli stewart? Si crea solo tensione, allo scopo di far passare gli ultras come un problema che giustifica tanto impegno e di distogliere l'attenzione della gente da quelli che in realtà sono problemi ancora più grossi.... Togliendo le scorte invece, si risolverebbero molti più problemi che non varando improbabili rimedi draconiani come la tessera del tifoso. Perchè si andrebbe via via ad eliminare quella categoria di "tifosi" di cui parlavo sopra, quelli che si nascondono dentro la tifoseria per fare le proprie bravate... Senza più una scorta in trasferta, non ci sarebbe più spazio nemmeno per molti fenomeni (che se volete hanno il coraggio di spaccare un cesso o tirare un sasso da cinquanta metri ma non ce l'avrebbero nell'affrontare un tifoso avversario...), ed anche il contingente ospite si ridurrebbe molto: trasferte prima affrontate in mille, vedrebbero al seguito poco più di 200 tifosi ospiti, ma tutti di qualità e sopratutto ben consci dei rischi e poco propensi a fare coglionate quanto piuttosto a difendersi seriamente in caso di problemi. Un ritorno agli anni '70. Una provocazione? Io ci penserei Ministro Maroni, con le leggi fino ad oggi non ha risolto proprio nulla...
Mi piacerebbe molto conoscere la posizione del Calcio Padova su questa vicenda imminente della tessera del tifoso. Molte società la loro l'hanno detta. Io capisco non avere interesse a difendere i propri tifosi, io capisco essere supini di fronte alle pressioni della questura e del comune, ma un pò di informazione e di interessamento sul tema proprio no? E vale anche per i giornalisti locali? Dai su, un pò di coraggio... 

  

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