mercoledì 15 settembre 2010

18 SETTEMBRE 2010: TRIESTE

La città. Trieste è una delle 15 aree metropolitane italiane. Ha una popolazione di 208.781 abitanti su una superficie abbastanza ristretta (poco più di 84 chilometri quadrati). Trieste ha una storia complessa e combattuta, avendo subito svariate dominazioni. I primi complessi abitativi risalgono al II millennio a.C, in epoca romana assunse il nome di Tergeste e venne colonizzata sotto Cesare (Regio X Venetia et Histria). Una volta caduto l'Impero Romano d'Occidente, la città passò prima sotto il controllo dei Bisantini, quindi venne occupata dai Franchi nel 788. Costituitasi come libero comune, nel 1382 dopo secoli di battaglie contro l'acerrima rivale Venezia, si pose sotto la protezione del Duca d'Austria riuscendo tuttavia a conservare una certa autonomia fino al XVI secolo. In questo periodo divenne porto franco ed ovviamente centro di primaria importanza commerciale e strategica, rappresentando di fatto l'unico sbocco sul Mar Mediterraneo per l'impero Austro-Ungarico. Agli inizi del 1900 fu culla dell'irredentismo, e fra il 1918 ed il 1920 venne annessa al Regno d'Italia. Tuttavia non cessarono mai le tensioni con le minoranze etniche presenti nel suo territorio, in particolare con quelle slovene. Nel settembre 1943 venne occupata dai tedeschi ed in quel periodo nacque l'unico campo di concentramento nazista in territorio italiano, la Risiera di San Sabba. Successivamente al termine della guerra la città venne occupata dalle truppe jugoslave del maresciallo Tito che cominciò un'opera di persecuzione nei confronti degli abitanti italiani della città. In seguito poi ad accordi raggiunti con gli alleati, gli Jugoslavi si ritirarono dietro la "Linea Morgan" e la città passò sotto controllo occidentale. Nel 1947 venne costituito il Territorio Libero di Trieste e la città divisa in zona A (amministrata dagli angloamericani) e zona B (amministrata dagli jugoslavi).
La squadra. Nata nel 1918 dalla fusione di due squadre locali, il Ponziana ed il Football Club Trieste, l'U.S.Triestina conquistò la serie A nella stagione 1927/28 e vi rimase fino al 1957; un periodo d'oro nel quale gli alabardati ottennero anche il miglior risultato della loro storia calcistica, il secondo posto nella stagione 1947/48 alle spalle del Grande Torino. La guida di quella Triestina era Nereo Rocco, autentico mito del calcio triestino, che da li a poco farà le fortune del Padova e successivamente del Milan. Retrocessi in B al termine della stagione 1956/57, tornarono su subito per poi venire immediatamente retrocessi dopo un solo anno. Da allora, la Triestina non ha mai più visto la serie A. Nel 1965 retrocesse addirittura in serie C e solo nel 1983 riuscì a tornare in B, dopo 18 anni nei quali conobbe addirittura l'umiliazione della serie D. L'ultimo, vero acuto fu nella stagione 1985/86, quando chiuse al quarto posto e non venne ammessa alla serie A per illecito sportivo... Nel 1987/88 il ritorno in C, per poi fare ritorno nella cadetteria due anni dopo. Appena altri due anni di B ed arrivò il crollo definitivo, nel 1990/91. A Trieste intanto si cominciava a pensare in grande e nella stagione 1992/93 venne inaugurato il nuovo stadio dedicato al Paròn Nereo Rocco. Tuttavia (mi ricorda un pò l'Euganeo, per alcune cose, non certo per le forme...) il nuovo stadio non portò fortuna: nell'estate 1994 l'U.S.Triestina conobbe addirittura il fallimento, e si trovò a dover ricominciare così dal Campionato Nazionale Dilettanti. Con sofferenza, riuscì a riconquistare la C1 solo nel 2001 e subito l'anno dopo arrivò la promozione in B dopo la vittoria nella finale dei playoff contro la Lucchese. I primi anni in cadetteria furono entusiasmanti, il pubblico si riavvicinò all'alabarda e per un periodo si parlò addirittura di serie A. Ma i sogni durarono poco: nel 2004/05 la Triestina si salvò solo dopo lo spareggio col Vicenza, successivamente seguirono campionati mediocri e dirigenze effimere che fecero svanire definitivamente tutto l'entusiasmo. Lo scorso anno, li rimandammo in C dopo i playout, successivamente vennero ripescati per rinuncia dell'Ancona, ma sarei veramente curioso di studiare approfonditamente i loro bilanci...
Lo stadio. Il "Nereo Rocco" è un'autentico gioiellino. Dirò di più: un lusso per una città come Trieste, che non ha ambizioni di serie A o Coppe Europee! L'impianto dispone di oltre 32.000 posti per il 90% coperti, ridotti a 28.000 a seguito del Decreto Pisanu per disposizione dell'Osservatorio. Nasce nella stessa area del vecchio stadio, il mitico Grezar, un pò anche in risposta a chi sostiene che "per motivi di sicurezza (quale?) gli stadi andrebbero costruiti fuori dai centri cittadini" (Evidentemente chi sostiene questo non ha mai visto uno stadio inglese). Altra curiosità è che il Rocco, esattamente come l'Euganeo, è stato costruito con i fondi stanziati per i mondiali di Italia '90. Come ricorderà qualcuno dei miei lettori, all'epoca il Coni aveva messo come requisito per ottenere i fondi il fatto che gli stadi dovevano essere "polifunzionali", ovvero utilizzabili per più eventi. Bene, a Padova ci hanno costruito uno stadio osceno e vomitevole, con una pista d'atletica che lo rende qualsiasi cosa, tranne uno stadio per il calcio. A Trieste hanno "aggirato" la cosa andando a costruire sotto le tribune una palestra, una piscina ed una pista d'atletica per le gare al coperto lunga 100 metri. E chi è stato a Trieste si sarà reso conto di che cosa è uno stadio. Pertanto cari padovani, quando sentite qualche personaggio squallido come il vostro (non mio, per fortuna) sindaco o qualche finto prete tipo Sinigaglia che vi vengono a dire che "la pista d'atletica era necessaria per ottenere i finanziamenti del Coni", E' BENE CHE SAPPIATE CHE VI STANNO RACCONTANDO UNA BALLA, VE L'HANNO RACCONTATA ALL'EPOCA E CONTINUANO A RACCONTARVELA TUTTOGGI! L'unico motivo per cui hanno costruito uno stadio del genere a Padova è per e per intascarsi i soldi delle tangenti, con l'avvallo di Assindustria.
La tifoseria. Gli Ultras Trieste sono nati nel 1976, ed hanno chiuso il proprio ciclo qualche anno fa, con l'entrata in vigore del Decreto Amato ed il forte giro di vite che ne seguì e che andò a colpire anche la curva alabardata. Si trattava di un gruppo ruvido, senza fronzoli, poco numeroso ma sempre pronto allo scontro. Prerogativa che gli ha permesso di ritagliarsi una certa fama in campo nazionale, unitamente all'ideologia politica che li ha sempre contraddistinti fin dagli anni '70: agli albori del movimento infatti gli U.TS. erano uno dei pochi gruppi decisamente di destra in un'epoca in cui le curve erano decisamente sul "rosso". Ideologia che non hanno mai abbandonato, attirandosi l'antipatia di tifoserie politicamente opposte e le attenzioni della Digos che non ha mai risparmiato loro diffide e repressione. Sulle loro ceneri, i ragazzi più giovani si sono riuniti dietro la sigla CURVA STEFANO FURLAN, in memoria di un ragazzo morto in seguito al pestaggio subito dalla polizia nel 1984 dopo il derby di Coppa Italia con l'Udinese. Con l'inizio dell'attuale stagione calcistica, la Curva Furlan si è autosospesa in seguito all'entrata in vigore della Tessera del Tifoso, ed anche sabato rimarranno fuori dallo stadio.
Stefano Furlan. Un paragrafo a parte merita la vicenda di Stefano Furlan, uno dei primi morti da stadio. Una morte scomoda, visto che a causarla fu una carica di polizia. Dopo il derby di Coppa con l'Udinese l'8 febbraio 1984, Stefano rimase coinvolto nei tafferugli. Venne fermato e picchiato diverse volte in testa col manganello, quindi portato in Questura e successivamente rilasciato. Cominciò la sera stessa ad avvertire dei forti dolori ed il giorno dopo venne trasportato d'urgenza in ospedale, dove entrò in coma. Morì dopo 21 giorni di agonia il 1 marzo 1984. Nel novembre 1985 la Corte d'Assise condannò a un anno di reclusione con i benefici di legge l'agente che colpì Stefano; che venne anche sospeso dalla polizia salvo poi essere reintegrato dopo poco. In seguito, la Curva del nuovo stadio venne a lui intitolata. Ed ogni anno in occasione dell'anniversario della sua morte, gli ultras triestini lo ricordano con un presidio in suo onore.
Rapporti. Con la Triestina è una rivalità storica. Negli anni '80 erano i nostri nemici preferiti, alla pari dei vicentini. Poi piano piano l'odio è andato sfumando, complice il cambio generazionale ed anche l'orientamento ideologico della nostra curva. Oggi la rivalità c'è ancora, ma nulla di minimamente paragonabile all'odio degli anni '80.
Trasferta. La Fattori organizza la trasferta in pullman. Le prenotazioni verranno raccolte questa sera in Via Carducci dalle 21 in poi. Prezzo 10 €
 

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