venerdì 17 settembre 2010

IL CANE CHE SI MORDE LA CODA...

A Ferragosto cinque tifosi riminesi finirono in carcere dopo gli incidenti nell'amichevole contro il Riccione in cui un tifoso ospite era rimasto ferito ad un occhio... Ieri la Digos di Rimini ne ha arrestati altri due portando così a sette il conto totale...
I primi cinque arrestati si trovano in galera da più di un mese, ma nessun processo si è ancora svolto nei loro confronti: a loro carico c'è un filmato di una telecamera di sorveglianza che ha ripreso il gruppo mentre stava camminando. Un pò poco per giustificare una carcerazione preventiva così lunga... Sono situazioni che a Padova ho già visto, e pur non volendo certo piangere il morto (ormai certe cose si pagano salate) mi fa sempre strano vedere la differenza di trattamento con altri criminali (veri però questi!) che vengono arrestati per reati ben più gravi, e che spesso se la cavano con qualche giorno di reclusione ed un foglio di via (se stranieri) che non rispetteranno mai. Ed allora se l'Italia va male, domandatevi perchè: fare i "forti coi deboli" come usa fare la polizia di stato nei confronti dei ragazzi di stadio non risolverà certo i problemi nelle nostre strade. Forse può essere una buona propaganda, quello si, per far passare provvedimenti iniqui come la tessera del tifoso facendo credere a chi le cose le apprende solo dai giornali o dalla televisione, che ci sia un'esercito di spietati assassini da eliminare negli stadi... Peccato che la propaganda mediatica non sia altrettanto obiettiva nel giudicare i loro fallimenti...


I 21enni A. S. e D. M. sono stati identificati come responsabili delle aggressioni ai tifosi del Riccione e riconosciuti dalla parte lesa. I due si aggiungono ad altri 5 riminesi arrestati il 18 agosto.
RIMINI - Il puzzle dell'indagine sugli scontri avvenuti il 14 agosto tra tifosi del Rimini e del Riccione si sta via via componendo. Sono stati arrestati ieri A. S. e D. M., entrambi 21enni riminesi, ritenuti dagli inquirenti tra gli aggressori dei tifosi del Riccione. L'episodio risale alla partita amichevole tra AC Rimini 1912 e Riccione 1929 del 14 agosto. Entrambi sono stati indagati per lesioni.
Dall'indagine congiunta di Digos e carabinieri, è emerso un quadro probatorio che ha spinto il pubblico ministero Davide Ercolani ad emettere un provvedimento di custodia cautelare in carcere, accolto dal gip Casadei. Gli arresti si sono svolti giovedì e i due riminesi sono stati portati al carcere dei "Casetti", dove si trovano anche gli altri cinque ultrà arrestati in precedenza.
Inizialmente M. non era stato riconosciuto dai tifosi riccionesi assaliti, ma successivamente è arrivata un'integrazione di denuncia da parte della parte lesa che lo ha inserito tra i partecipanti dell'aggressione. Dalle indagini è anche emerso che M. e T.A., il 21enne riccione rimasto gravemente ferito a un occhio durante gli scontri, si conoscevano già da prima dell'aggressione.

S. invece era stato fermato il 18 agosto assieme agli altri 5 che già si trovano già in carcere, ma era stato rilasciato poco dopo. Il 21enne infatti indossava un cappello che gli copriva il volto rendendolo non riconoscibile. Il copricapo si è rivelato poi un'arma a doppio taglio: il ragazzo appariva in numerosi filmati, sia ripresi dalle telecamere a circuito chiuso, che da quelle della polizia presente allo stadio in occasione della partita del 14 agosto, ed è stato proprio quel particolare ad incastrarlo. Assieme a S., nelle riprese, appariva anche M.
Gli inquirenti sono convinti che attualmente l'esecutore materiale delle lesioni che hanno causato la perdita della vista all'occhio sinistro del 21enne tifoso riccionese sia tra i 7 arrestati. Le indagini però proseguono: sempre secondo gli inquirenti infatti gli aggressori sarebbero almano 14, ma si dicono convinti di poterli individuare tutti. Attualmente però gli interrogatori dipingono un quadro omertoso: gli arrestati infatti si incolpano a vicenda, senza ammette le proprie responsabilità.
Sia M. che S. sono vecchie conoscenze delle forze dell'ordine. M. infatti, quando era ancora minorenne, era stato indagato per reati contro il patrimonio; mentre S. era stato indagato per reati da stadio. Proprio per questi era stato colpito da Daspo, ed essendo ancora in vigore, al giovane è stata contestata anche la violazione del provvedimento dal momento che si trovava nei pressi dello stadio.

Nessun commento: