giovedì 23 dicembre 2010

PER IL DASPO NON E' NECESSARIA LA VIOLENZA

Fonte: Ultrasblog
 
Contro la violenza negli stadi tolleranza zero “Per il Daspo non è necessaria la violenza”.
Lo ha stabilito il Consiglio di Stato che, con la sentenza n. 9074 del 16 dicembre 2010, ha confermato il provvedimento di allontanamento dagli stadi per due anni nei confronti di un tifoso che si era tirato giù i pantaloni mostrando le parti intime e provocando così gli avversari.
Secondo i giudici di Palazzo Spada  “il divieto di accesso negli stadi non richiede un oggettivo ed accertato fatto specifico di violenza, essendo sufficiente che il soggetto sulla base dei suoi precedenti non dia affidamento di tenere una condotta scevra da ulteriori episodi di violenza, accertamento che resta incensurabile nel momento in cui risulta congruamente motivato avuto riguardo a circostanze di fatto specifiche”.
Da ora in poi anche i soli gesti provocatori e volgari contro i tifosi avversari possono giustificare l’allontanamento prolungato dagli stadi. Non è infatti necessario, per il provvedimento del Questore, che la condotta sia stata violenta.
Per Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di IDV e fondatore dello “Sportello Dei Diritti” la decisione in esame è importante perché rappresenta un nuovo giro di vite contro la violenza fuori e dentro gli stadi;  oggi sono 4.000 in Italia le persone che non possono andare allo stadio perché colpite da daspo. Solo nell’ultimo campionato i daspo sono 1.500, sui 4.000 degli ultimi 5 anni: «Questo vuol dire che c’è stato un ritorno della violenza tra le tifoserie».

No, per il Daspo non è necessaria la violenza. Basta che siate antipatici ai questurini di turno, qualcosa trovano per tenervi a casa dallo stadio. Ovviamente la legge non vale al contrario, un tutore dell’ordine che vi manda in ospedale con le ossa rotte riceverà una promozione nella migliore delle ipotesi… E poi adesso è il momento di promuovere il Daspo per le manifestazioni: vi pare che qualcuno possa ammettere (non si tratta di capire ma di ammettere, cosa ben diversa) l’incostituzionalità del provvedimento?
Ah, mi piace la contraddizione di Giovanni D’Agata: parla di ritorno alla violenza fra tifoserie, quando Maroni ed i vertici della Polizia di Stato dicono da mesi il contrario… non sarà il caso che vi decidiate?

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