Ritroviamo un vecchio amico de "La Padova Bene": Mr. Peter North che ci intrattiene parlandoci della sua squadra ideale...
La Padova Bene non è solo un blog dove si da voce a gente scomoda. La Padova Bene a titolo gratuito e per avvicinare i giovani al meraviglioso mondo del calcio, fornisce ai suoi lettori una guida agli idoli di un calcio che purtroppo oggi non c’è più o si è parecchio imborghesito, rinchiuso nel suo mondo dorato tra pseudo sindacalisti alla Lucarelli o mezze fighe alla Cristiano Ronaldo che fanno del tuffo e della simulazione un piacevole hobby.
Oggi parliamo di una squadra virtuale, un pugno di tizi tra il cagacazzi e il picchiatore seriale che hanno fatto il loro onesto lavoro di calciatore. Gente con i piedi non proprio raffinatissimi ma che dava anima, cuore e tacchetti. Gente che ha lasciato più ossari che gol sui campi da calcio. E come ogni squadra è giusto che ci sia un capitano, il tizio nella foto. Sua Eccellenza Stuart Pearce, non il più violento ma forse il più psicolabile.
1 - Portiere: Harald Schumacher - Germania 1982
Durante la semifinale del Mundial Spagnolo decise di anticipare il ben più famoso e ricco Michael di tre lustri abbattendo come una muretta il francese Battiston (vedere foto per credere) Schumacher ebbe uno scatto di umanità vedendo il francese esanime e gli sibilò di trovarsi un dentista. Gli amici si vedono nel momento del bisogno.
2 - Terzino: Vinnie Jones - Galles
Adesso fa l’attore. Una vita lineare e pacata, iniziata facendo il muratore, crescendo quindi con un fisichetto di 185 cm per un quintale e proseguita sui campi della Premier Inglese dove ricevette appena una dozzina di espulsioni (di cui una record dopo tre secondi di gara), troncò la carriera allo Spurs Gary Stevens e fracassò i coglioni a Paul Gascoigne, come vediamo nella tenera immagine di repertorio. La leggenda narra che Gascoigne fece recapitare alla fine del match dei fiori a Vinnie Jones ma che questo non la prese bene, affrontando Gazza con un manico di scopa. Come si suol dire, una botta e via.
3 - Terzino: Stuart Pearce detto PSYCHO (CAPT.) - Inghilterra
Ora CT dell’Under 21 inglese, a parte aver studiato da idraulico ed essere diventato elettricista, a parte il consueto incidente automobilistico nel Dna di ogni giocatore inglese, a parte gli interventi che macinarono tibie e peroni a quantità industriali e a parte l’hobby di abbattere a testate le ali avversarie, a parte le urla sovrumane con cui festeggiava i gol (memorabile il rigore alla Spagna ad Euro ’96) il buon Pearce fu nominato Membro dell’Impero Britannico da Sua Maestà per le tante iniziative di solidarietà e carità. Non mi è dato a sapere quali ma credo che nel campo della fisioterapia e della chirurgia abbia aiutato parecchi operatori del settore.
4 - Libero: Paolo Montero - Uruguay
"Avevo un mio codice, non certo etico. Un codice d’onore, chiamiamolo così. Per la mia squadra, tutto. Stava agli arbitri fissare il confine di quel “tutto”. Ne ho sempre rispettato le decisioni, così come gli avversari che menavo rispettavano la mia violenza per il semplice fatto che era grossolana ma, a suo modo, leale. Quante volte sentivo e sento allenatori ed esperti ripetere che nel calcio ci vogliono anche i Montero...". "...A Viareggio, ospite di “Attila”, un caro amico. Dovunque si andasse, erano tutti tifosi della Fiorentina. Si figuri. Io della Juve, loro della Fiorentina. La prima volta scappava un vaffa, la seconda una spinta, la terza un cazzotto."
5 - Marcatore 1: Andoni Goicoetxea - Paesi Baschi
Basco, non spagnolo. Precisiamo, che magari vi rintraccia l’IP. Non ha vinto un cazzo di nulla, figurarsi il Pallone d’Oro. In compenso nella sua casa conserva gelosamente in una teca di cristallo la scarpa con cui fece fuori mallelolo e caviglia in sette punti diversi a Diego Armando Maradona. Per non farsi mancare nulla, qualche tempo prima sfasciò la gamba anche a Bernd Schuster, altra gloria del calcio mondiale.
6 - Marcatore 2: Pasquale Bruno - Italia
Quelli della mia generazione si ricorderanno benissimo di questo leccese dal carattere incazzoso che in un derby contro la Juve si prese appena 8 giornate di squalifica dopo una gomitata a Casiraghi (che si sarebbe sposato qualche giorno dopo!) e fece sospendere il gioco per più di tre minuti dopo la sua espulsione alla ricerca, infruttuosa, di un PACIFICO chiarimento con l’arbitro e lo stesso Casiraghi. Fu portato fuori di peso da mezza squadra granata e dalla panchina torinista. Successivamente il rumeno Raducioiu si trovò due mesi di gamba a polpette e venti punti di sutura a gratis. Pochi anni dopo a precisa domanda sulle amicizie nel mondo del calcio, il buon Pasquale ammise di non avere mai avuto un cazzo di amici ne tra avversari ne tra compagni eccetto Ian Rush a cui insegnava gli insulti in pugliese durante le loro sbronze. Per inciso e dovere di cronaca, quel formidabile Torino del derby contro la Juve tra Bruno, Policano, Annoni e Fusi era pura istigazione a delinquere. Cosa Nostra in quegli anni colpì Palermo, Milano, Firenze, Roma ma evidentemente a Torino non era il caso di cagare troppo il cazzo nemmeno per loro. Baciamo le mani a Pasquale Bruno.
7 - Centrocampista: Roy Keane - Irlanda
Questo sicuramente lo conoscete tutti, anche voi più giovani. Irlandese, carismatico, se non vado errato è il tizio con più cartellini rossi nella storia della Premier League, ben 13, superando Vinnie Jones. Ha timbrato diverse gambe, da Southgate nel 1995 alla notifica ad Alfie Haaland 4 anni dopo che il norvegese osò insultarlo mentre Keane era a terra con i legamenti fracassati. Nella sua biografia Keane ammise la vendetta. Ma il buon Roy ebbe buon tempo anche per incazzarsi con i tifosi modaioli dell’Old Trafford sostenendo che, mentre fuori casa l’incitamento dei Red Devils fosse fantastico, in casa esistessero troppi mangiatori di sandwich e di gamberi venuti nel Teatro dei Sogni più per moda che per passione. Finito qui? Nossignori. Negli anni duemila Il ragazzo non si fa mancare nulla, cerca di pestare il Gunners Vieira nel tunnel, fa a sportellate con McAteer, se la prende coi compagni infighettati dalla vittoria in Champions accusati di non aver più fame di vittorie ma, contemporaneamente, decide di compiere un grande passo: restare in campo 90 minuti senza farsi cacciare! Difatti sposta le sue litigate fuori mandando a fare in culo il Ct irlandese durante la preparazione del mondiale 2002 e lasciando lo United inveeendo contro Rio Ferdinand e soci, colpevoli di guadagnare troppo e non fare un cazzo. Vorrei incontrarlo, possibilmente mentre sta dormendo. E da solo, senza il suo compagno di squadra che schiereremo col n. 10.
8 - Centrocampista: Romeo Benetti - Italia
Tra Benetti e la poliomelite è battaglia dura su chi ha azzoppato più gambe. Medianaccio degli anni ‘70 della Nazionale italiana ma anche di Juve e Milan aveva una faccia che non prometteva niente di buono nemmeno mentre dormiva. Veronese di nascita, nel periodo milanista riuscì con un fallo sull’allora promessa Liguori, a farsi denunciare per lesioni dalla Pretura di Milano. Personalmente non l’ho mai visto giocare, ricordo solamente che mio padre mi descrisse Benetti come un piacevole incrocio tra uno psicopatico e un macellaio disoccupato quando mi spiegò per la prima volta cosa volesse dire la frase “Stai buono o ti mando Benetti”. Altra chicca sul buon Romeo: allevava canarini. Non oso pensare a che fine.
9 - Attaccante: Edmundo detto O’ Animal
Brasiliano che ha mandato a fare in culo chiunque in diretta mondiale (Trap compreso) e non, lasciando la Fiorentina per il Carnevale quando questa era prima in classifica e con il trascinatore Batistuta in ospedale. O’Animal comincia ben presto a farsi cazzi suoi, come quando da ragazzino fu espulso durante una partita di calcetto per aver camminato nudo. Poi il ragazzo cresce, raggiunge la maggiore età e mette la testa a posto dimenticando queste cagate. Picchia il giocatore Andrè finendo denunciato, picchia un fotoreporter, in Libertadores scatena una rissa tra il suo Vasco da Gama e gli argentini del Velez Sarsfield (allora capitanati da Chilavert…altro bel personaggino), stira tre disgraziati in macchina finendo in gabbia, conquista il prestigioso premio di giocatore più odiato del Brasile e al compleanno del figlioletto noleggia uno scimpanzé facendolo ubriacare e collassare di whisky e birra. Alcolismo e Banane.
10 - Seconda Punta: Eric Cantona - Francia.
Gloria dello United, a 23 anni viene sospeso per un mese dall’amato Olympique Marsiglia (squadra di cui era tifoso da bambino) e successivamente sospeso dalla nazionale per aver insultato l’allora CT francese Henri Michel durante una trasmissione televisiva. Ripresosi dalla tempesta mediatica, il ragazzo ritrova la retta via. Arriva a Montpellier e stende con un calcio in faccia un compagno durante un allenamento. Buttato fuori rosa, torna all’Olympique e poi al Nimes. Nel dicembre 1991 a 25 anni sbrocca tirando addosso la palla all’arbitro. Viene espulso e la commissione disciplinare lo sospese un mese. Cantona, pentito del gesto e influenzato dal clima natalizio, definì la commissione un branco di idioti e si ritrovò squalificato per altri tre mesi. In quel lasso di tempo una mattina si alzò male e annunciò il ritiro per potersi dedicare alla pittura. Sbarca in Inghilterra al Leeds e trionfa in campionato. Nemmeno il tempo di festeggiare che scappa all’odiato United. Col Crystal Palace mentre raggiunge gli spogliatoi dopo aver preso a calci in culo un avversario, decide di regalarsi il celebre colpo di kung fu a un tifoso che lo irrideva in tribuna. Divampano le polemiche, il francese perde la Nazionale e lo United perde il suo faro, permettendo cosi al Blackburn di aggiudicarsi un clamoroso scudetto. Torna in campo, fa da chioccia agli allora giovanissimi Beckham, Giggs e Neville, conquista un altro campionato poi una mattina, alzandosi dopo aver dormito piuttosto male, decide di averne i coglioni pieni e abbandona il calcio giocato tra lo sconcerto e lo stupore di stampa e tifosi. Il resto è roba recente, come gli spot e le provocazioni piuttosto tacchenti come quando definì un branco di pecore i giocatori dello United nel 2006, facendo notare la totale assenza di personaggi carismatici nei Red Devils. Cagacazzi d’autore!
11 - Centrocampista : Ramon Aguirre Suarez - Argentina.
A Buenos Aires, nell’allora ritorno della finale di Coppa Intercontinentale, ridusse la bianca maglia di trasferta del milanista Combin a una via di mezzo tra il lenzuolo di una vergine dopo la deflorazione e la bandiera sovietica. Arrestato su ordine dell’allora presidente Argentino, venne squalificato trenta giornate e denunciato per lesioni gravi. Qualche anno dopo, trasferitosi in Spagna e resosi conto dell’enorme puttanata commessa, cercò di rimediare aprendo il cranio al madridista Santillana
Mr. Peter North
1 commento:
Montero N° 1, anche Fernando COuto ci sarebbe stato bene..
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