giovedì 2 luglio 2009

RIFIUTI DI LONDRA

Quando i ragazzi si trovano nelle gradinate per sostenere i propri colori, è un momento di aggregazione fra i più completi del nostro tempo. Uno dei pochi momenti in cui spariscono le varie differenze economiche, culturali e politiche ed in cui si può dire "siamo tutti uguali". Ma quando si ritrovano fuori dalle gradinate e cominciano a sostenere il proprio essere (quindi non solo i propri colori) in altri ambiti, come ad esempio quello musicale, allora non possiamo più parlare di aggregazione, ma di un vero e proprio "stile di vita".
E' il momento in cui i ragazzi delle curve fanno la conoscenza diretta del mondo delle sottoculture (Mods, Punk, Skinheads, ecc), di un certo tipo di musica e degli stili metropolitani, molto più propensi a dare voce al disagio giovanile rispetto a ciò che è la musica tradizionale. Ed anche un concerto diventa occasione per gridare al mondo la propria rabbia, la propria fede o il proprio modo di essere. In Italia esistono molti gruppi musicali con un passato (e molto spesso anche un presente) in gradinata, e tutti questi hanno dedicato svariati pezzi al mondo dello stadio o al calcio in generale (Statuto, Gangland, Civico 88, Atarassia, Erode, Sumbu Brothers, e molti altri... Ne ho nominati alcuni in ordine sparso, senza far distinzioni di ideologie politiche come è giusto che sia in un pezzo che parla di musica!). Io la chiamo "Football Music". Ma come quasi tutto ciò che riguarda l'universo giovanile, anche la football music è nata ben prima e Oltremanica. Fra i capostipiti di questo nuovo modo di intendere la musica sono stati senza dubbio i londinesi Cockney Rejects, ancora oggi un simbolo. Ecco la loro storia, a grandi linee.

GLI ANNI SETTANTA. In quel periodo i tifosi di football - spesso esponenti di punta di nuove mode e nuovi trend - cominciarono a seguire alcune band ed a provocare disordini in occasione di numerosi concerti in tutta la Gran Bretagna. Dopo l'esplosione del punk nel 1977 - scatenatasi grazie ai Sex Pistols - il movimento skinhead tornò ad emergere. Gruppi come gli Specials dell'etichetta Two Tone, gli UB40 ed i Bad Manners, che suonavano per un pubblico di skinhead, dominarono le classifiche di vendita. Questi gruppi vennero presto seguiti dal sound metal punk degli Sham 69 con il grandissimo Jimmy Pursey come leader. Gli Sham 69 erano in perfetta sintonia con le gradinate. Indossavano gli stessi giubbotti MA1 alla moda che portavano tutti ed avevano azzeccato un clamoroso hit con la canzone Hurry Up Harry - un brano che parlava di quando si va al pub. Gli Sham erano i leader della football music ed i giovani tifosi Hammers cominciarono presto ad andare ai loro concerti in tutto il paese. Alcuni tifosi divennero molto intimi degli Sham e degli altri gruppi che stavano sbocciando attorno a loro e finirono per lavorare per loro come roadies non retribuiti. I guai non tardarono ad arrivare. Cominciarono a scoppiare risse ai concerti, diversi palchi vennero abbandonati e alcune sale da concerto vennero devastate. La stampa si attaccò immediatamente a quella storia ed alcune case discografiche presero perfino in considerazione l'idea di abbandonare diverse band, che cominciavano ora a far fatica ad organizzare delle date. I gruppi apprezzavano il seguito dei tifosi, ma non ne condividevano alcune idee politiche di estrema destra. Alcuni dichiararono di essere contro il razzismo e la violenza e presero parte a una serie di concerti rock contro il razzismo in tutto il paese. Infastiditi dalle nuove prese di posizione politiche dei loro eroi, i tifosi formarono delle proprie band. I primi e più famosi furono i Cockney Rejects, ricordati con piacere ad Upton Park perchè erano del West Ham. Andare ai loro concerti era meglio che comprare i loro dischi.

Oi! Oi! Oi! I componenti iniziali erano Jefferson "Stinky" Turner (voce), Mick Geggus (chitarra), Vince Riordan (basso) e Andy Scott (batteria). Il primo disco pubblicato dal gruppo fu il singolo Flares and Slippers su Small Wonder Records(che conteneva anche i pezzi Police Car e I Wanna Be a Star). Il singolo ebbe un discreto riscontro di critica e di vendita, raggiungendo le 5.000 copie vendute e la posizione numero 24 delle classifiche indipendenti del periodo. Il gruppo ebbe come spinta le trasmissioni di John Peel e le buone recensioni ricevute dalla rivista Sounds. Uno dei giornalisti che scrivevano per Sounds, Garry Bushell, diventò manager del gruppo. Ecco come li ricorda Bushell: “Non fui io a scoprire i Cockney Rejects – furono loro a trovare me, ed io mi ritrovai ad essere il loro primo mandager. Mick Geggus e suo fratello Jeff mi seguirono fino al White Lion Pub al Covent Garden di Londra. Entyrarono di corsa, sembravano profughi di una banda di teppisti, coperti dalla testa ai piedi di stemmi del West Ham e mi misero in mano un demo da quattro soldi della loro canzone Police Car. Fu una rivelazione. “Libertà?” gridava Stinky. “Non c’è nessuna fottuta libertà”. E la band picchiava duro – ruvidi, selvaggi, brutali, eccitanti… e da lungo tempo attesi come l’orario di apertura dei pub. Era il maggio 1979 e la prima ondata punk se n ‘era andata col botto. La New Wave aveva inaugurato un nuovo establishment. Avevamo una Top Ten piena di Tubeway Army (…) Perfino John Lyndon giocava a fare il culattone in “Juke Box Jury”. E tutte le “stelle”, “i nostri eroi”, i “ragazzi venuti dalla strada”, si rivelarono tutti dei gran fasulli. Billy Idol andava a raccontare al “Daily Mirror” la sua infanzia nel ceto medio. La classe operaia può baciarmi il culo, finalmente sono diventato una popstar. Non c’è da meravigliarsi che Mickey Geggus si sentisse tradito. Ma i Rejects erano qualcosa di diverso, un nuovo tipo di punk. Nell’East End, così come accadeva nel South Shields con gli Angelic Upstarts, il vecchio spirito stava ritornando… I Cockney erano nettamente i migliori, figli di portuali le cui canzoni parlavano della vita nell’East End, pub, battaglie, abusi della polizia e football. Li misi in contatto con Jimmy Pursey che produsse il loro EP d’esordio “Flares and Slippers”. Vendette sorprendentemente bene (…) I Rejects emersero come un vero gruppo solo dopo che Mickey reclutò il ventunenne Vince Riordan come bassista nel 1979. Vince sembrava uno che avesse passato gli anni dell’adolescenza ad Alcatraz, mangiando gorilla a colazione. Era anche piuttosto sveglio e beveva tanto rapidamente quanto Mickey parlava. (…) Il seguito iniziale dei Rejects non comprendeva molti skinheads; per dire la verità all’inizio agli skin non piaevano affatto. Il pubblico dei Rejects proveniva dal calcio e consisteva largamente di membri del West Ham attratti dalla passione di Vince, oltre a fan delusi degli Sham e dei Menace (…) Sin dal novembre 1979 il loro pubblico di Hammers era talmente forte che durante le partite trasmesse in televisione si sentivano nettamente intonare cori come Cockney Rejects Oi!, Oi!...”. E proprio da quest’urlo, lanciato dal batterista Stix all’inizio di ogni concerto, prese nome il genere: Oi! Appunto. Lo stesso Pursey si offrì come produttore per il primo singolo pubblicato per la EMI, che fu I'm Not a Fool, pubblicato nel dicembre del 1979. Il singolo raggiunse la posizione 65 delle classifiche inglesi, e venne successivamente utilizzato in uno spot della Levis. Nel febbraio del 1980 venne pubblicato il singolo Bad Man, che si posizionò anche esso alla posizione 65 delle classifiche inglesi. Sempre dalle parole di Bushell: “Poco tempo dopo arrivarono parecchi dei Glory Boys dell’East End a ingrossare il seguito dei Rejects, quando si resero conto che si trattava di una band di gente esattamente uguale a loro. La prima tradizione di cori Oi! Svincolata dal football si sviluppò prorpio attorno a loro, in occasione delle loro classiche esibizioni periodiche presso la Bridge House di Canning Town. Questo divenne il punto di incontro per un’intera subcultura. Nessuno di questi fans poteva essere definito “nazi”. La maggior parte non erano assolutamente schierati politicamente, ben lontani dall’idea di votare laburista per tradizione, sempre ammesso che a qualcuno di loro fregasse minimamente di votare. Una piccola percentuale simpatizzava per l’estrema destra o l’estrema sinistra. Presi in branco erano conservatori per natura. Credevano nell’importanza di stare in piedi sulle proprie gambe. Erano patriottici e orgogliosi della propria classe di appartenenza e del proprio retaggio culturale. Avevano un bell’aspetto e si vestivano con accuratezza. Era importante non smebrare uno straccione o uno studentello. I loro eroi erano pugili o giocatori di calcio, non sindacalisti. La ICF era pienamente rappresentata alla maggior parte dei concerti locali dei Rejects. Quando si esibivano fuori Londra provocavano spesso casini legati al football. Addobbavano il palco con una grande bandiera rossa con dipinti sopra la Union Jack, i martelli incrociati del West Ham e la scritta West Side…”.
Fu il terzo singolo, The Greatest Cockney Rip-Off, a far entrare il gruppo nella top 30, arrivando alla posizione 21, mentre il singolo successivo, I'm Forever Blowing Bubbles si piazzò nella top 40. Durante lo stesso anno il gruppo pubblicò We Can Do Anything in luglio e We Are the Firm in ottobre, singoli che ebbero però minor successo dei precedenti. “Bubbles, versione Oi! del famoso inno degli Hammers, scalò le classifiche durante la stagione che portò il West Ham alla conquista della Coppa d’Inghilterra nel 1980. Sul lato B c’era West Side Boys, una delle preferite dalla ICF. Fu come una cappa rossa sventolata davanti a tori imbottiti di testosterone. All’Electric Ballroom, zona Londra Nord, 200 dei più tosti tifosi del West Ham caricarono meno di una cinquantina di Arsenal e li sbatterono fuori dal concerto. Tuttavia la violenza che si scatenò al termine di un loro concerto a Birmingham segnò veramente la loro fine. In mezzo al pubblico del Cedar Club c’era una banda di Skinheads del Birmingham City che intonarono cori da stadio per tutta l’esibizione del gruppo spalla, i Kidz Next Door. Grant Fleming, un veterano di molte celebri risse a concerti degli Sham, definì la violenza di quella sera come la peggiore che avesse mai visto….”. Birmingham fu la fine dei Cockney Rejects come band da tournèe. Con la pubblicazione dei primi due album, Greatest Hits Vol. 1 e Greatest Hits Vol. 2, il gruppo guadagnò un discreto seguito tra i punk e gli skinhead inglesi ed europei. Dopo il cambio di due batteristi, viene pubblicato il terzo album intitolato Greatest Hits Vol. 3, registrato dal vivo in studio davanti ad un gruppo di fan. I successivi due album The Power and the Glory e The Wild Ones) vedranno un cambio di direzione nel suono, passando dal punk dei primi lavori ad un suono più influenzato dal rock.

TEMPI RECENTI. I Cockney si sciolgono la prima volta nel 1985, per riformarsi poi cinque anni più tardi. Il tempo di incidere un nuovo album (Lethal) e poi sparire di nuovo.Nel 1999 i fratelli Geggus rimettono insieme la band con l'arrivo alla chitarra di Tony Van Frater ed alla batteria Les "Nobby" Cob (entrambi di provenienza Red Alert). Cominceranno così a fare da headliner in diversi festival Oi! in Germania, Spagna, Italia, Svezia, ed addirittura fuori dall'Europa (Brasile, Argentina, USA e Giappone). Nel 2002 esce l'album Out of the Gutter che ottiene buoni riscontri dalla critica e dal pubblico mentre nel 2006 in occasione della finale di FA Cup del West Ham incidono una nuova versione di I'm forever blowing bubble, che nonostante sia uscita solo a un paio di giorni dall'evento raggiunge la ventiduesima posizione nella classifica di iTunes e la quarta in quella rock. Nel 2007 l'ultimo lavoro: l'album Unforgiven.

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