lunedì 17 agosto 2009

CHE GRAN ROTTURA DI MARONI!


PER FAVORE PIETA'! ROMA - A partire dal prossimo primo gennaio gli appassionati di calcio potranno seguire la loro squadra in trasferta solo se muniti della tessera del tifoso. Lo ha annunciato il ministro dell'interno, Roberto Maroni, nella conferenza stampa al Viminale con il premier Berlusconi, al termine della riunione del comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza. Proprio oggi il ministro ha firmato una direttiva indirizzata a prefetti e questori che contiene disposizioni per la stagione calcistica 2009/2010. A partire dal prossimo campionato, ha spiegato Maroni, "tutte le società dovranno garantire il rilascio della tessera del tifoso a chi la richiede. Entro il 31 dicembre, in ciascun settore dello stadio dovranno essere attivate corsie più veloci, una sorta di telepass, per chi ha la tessera. Per chi non la possiede i controlli saranno più rigorosi", ha detto il ministro sottolineando che dal primo gennaio i tifosi ospiti che non hanno la tessera non potranno entrare negli stadi a seguire la loro squadra. "Spero che queste misure coercitive - ha proseguito Maroni, servano a vincere la resistenza immotivata di alcune società calcistiche che non vogliono dotarsi della tessera del tifoso". La tessera del tifoso venne presentata il 27 maggio del 2008 dall'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive del Viminale. La tessera, secondo le parole del presidente dell'Osservatorio Felice Ferlizzi, avrebbe consentito "ai titolari, salvo diversa specifica determinazione", l'esenzione da quelle che sarebbero poi potute essere "le eventuali restrizioni alla vendita dei biglietti". Il possessore della "tessera", quindi, ormai dalla scorsa stagione calcistica, può seguire le trasferte della propria squadra anche se ciò dovesse essere vietato. "Una sorta di tesserino di buona condotta", lo definì all'epoca l'Osservatorio. Ma attenzione, la tessera non servirà a nulla, in caso il giudice sportivo decida la qualifica di una curva, o determini di far giocare una partita a porte chiuse". L'osservatorio stabilì sempre nel maggio del 2008, i tempi per l'entrata in vigore della tessera. Dopo una prima fase di sperimentazione legata ad alcuni club di serie A, tra i quali Fiorentina, Udinese, Lazio, Roma e Milan, dalla stagione 2009-10, che scatterà il prossimo weekend, ci sarà il via ufficiale che coinvolgerà tutte le società di A e B. Per ottenere questa tessera, ogni tifoso potrà presentare una richiesta al club di cui è sostenitore, che la potrà consegnare dopo aver avuto il nulla osta dalle relative questure. Il permesso arriverà solo se il possessore non ha precedenti per fatti violenti. In caso contrario, invece, la tessera non verrà rilasciata e, quindi, il tifoso non potrà usufruire dei vantaggi connessi all'uso della stessa. Nel caso, poi, che un tifoso venga coinvolto in incidenti, la tessera verrà bloccata automaticamente. A rischiare, però, sono soprattutto le società: chi non dovesse controllare adeguatamente, infatti, l'esistenza di precedenti e la distribuzione delle tessere, potrebbero addirittura essere escluse dal progetto. Presentata come una sorta di carta di identità, la tessera ha più l'aspetto di un bancomat e permetterà, tra le altre cose, di accedere allo stadio attraverso corsie preferenziali ai tornelli. Uno strumento di fidelizzazione che in poche parole permette alla questura di attuare verifiche attraverso una procedura standard diramata a livello nazionale con apposita direttiva ministeriale.

ZAMPARINI.
Che la tessera del tifoso del ministro Maroni, oltre che ai tifosi, fosse invisa anche ai club era un sospetto. Ma ora è quasi una certezza. Il primo presidente ad uscire allo scoperto è Maurizio Zamparini e le sue idee sono condivise da altri club che per ora non prendono posizione. Gli ultrà hanno annunciato una manifestazione, Zamparini non li biasima. Anzi. «Tutte le iniziative che vanno contro la libertà personale sono da sistema poliziesco. Togliere la libertà a un milione di persone per controllarne cento non va bene. Solo in tempo di guerra - ha detto il presidente del Palermo - si fa il coprifuoco. Parlo a livello di libertà personale. Non è possibile limitarla schedando milioni di persone per andare a colpire cento facinorosi. Uno stato civile li colpisce lo stesso, senza bisogno di questi provvedimenti che sono chiaramente liberticidi. Io sono un uomo libero - ha spiegato il presidente del Palermo - e mi rifiuto di dover andare in uno stadio fuori dalla mia città con una tessera che mi scheda perché senza di quella non posso entrare. Il problema è la libertà personale in Italia allora, visto che questa regola ce l'abbiamo solo noi. È paradossale ed è una vergogna: mi vergogno di essere italiano. Non è una questione del non si può o non si vuole. Abbiamo una categoria politica e delle istituzioni di incapaci. La nostra nazione è in queste condizioni perché il suo male è la categoria politica - ha concluso Zamparini - e bisogna che le tifoserie si responsabilizzino. Al di là di mille delinquenti, che ci sono dentro e sono già schedati, le tifoserie come la mia del Palermo e altre in giro per l'Italia sono buone».
IL FRONTE DEI CONTRARI. L'Inter di Massimo Moratti è, finora, l'unico esempio virtuoso tra le società di calcio di serie A e B: 15 mila «tessere del tifoso» già rilasciate a chi ne ha fatto richiesta sottoscrivendo un'autocertificazione, con tanto di fotografia sulla card e doppia chiave di lettura (codice a barre e frequenze Rfid) che consentono l'identificazione certa ai tornelli degli stadi. Il Milan di Silvio Berlusconi, invece, si è dimenticato di inserire la foto (e il codice barre) sulle 158.320 carte «cuore rossonero» inviate a casa e sottoscritte dai supporter rossoneri. La Juventus del presidente Giovanni Cobolli Gigli «si sta mettendo in regola con il progetto». Infine, le 90 società della Lega Pro, ex serie C, hanno firmato un accordo con Telecom Italia per la fornitura del tesserino e dei lettori mobili (Rfid, quelli degli ski pass) per i varchi degli impianti.
Tutto qui. Il progetto «tessera del tifoso» lanciato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni — contestato dagli ultrà, che il 5 settembre scenderanno in piazza a Roma, e mal digerito dalla maggioranza delle società — ha subito uno stop. Tant'è che lo stesso Maroni ha dovuto diramare una circolare in cui si comunica implicitamente ai prefetti che il battesimo della card del tifoso è rinviato: dall'inizio del campionato, 22 agosto, si va al 1˚ gennaio del 2010, data oltre la quale, stando al testo firmato da Maroni il 14 agosto, tutti gli stadi con capienza superiore a 7.500 posti dovranno prevedere «corsie dedicate per i possessori della 'tessera del tifoso'». Così, a partire dal prossimo anno, le società ospitanti potranno vendere i biglietti ai soli tifosi in trasferta che posseggono la carta.
Dunque, scrive Maroni ai prefetti, «solo poche società hanno varato il progetto o si accingono farlo a causa, da un lato, dei rilevanti oneri organizzativi necessari per sostenerlo e, dall'altro, della nota avversione del mondo ultrà». Il fronte del no è guidato dal Catania — mentre altre grandi società come Napoli, Roma, Lazio e Udinese rimangono nell'ombra e non si adeguano — che ha lanciato una vera sfida all’articolo 9 del provvedimento: quello che nega la tessera del tifoso a chiunque sia stato diffidato negli ultimi 5 anni. Secondo Pietro Lo Monaco, amministratore delegato della società etnea, la norma è incostituzionale perché nega l’ingresso allo stadio anche a chi, colpito nel quinquennio dal Daspo, ha già pagato il suo debito con la giustizia sportiva e penale. E la data limite del 1˚ gennaio per le trasferte? «È un provvedimento da regime totalitario», replica l'ad del Catania: «E poi chi la paga questa carta? Il Catania ha già speso 2 milioni per adeguarsi alle nuove direttive sulla sicurezza».
Cosa succederà, dunque, all' inizio del campionato? Niente, se si esclude il virtuosismo dell’Inter. E Paolo Cento, esponente di Sinistra e libertà interprete di molte proteste degli ultrà, auspica che il termine del 1˚ gennaio sia prorogato: «Con la tessera del tifoso si vuole definitivamente normalizzare la passione per le squadre». Contro la registrazione elettronica dei supporter è già partita la mobilitazione degli ultrà che — nel corso di una riunione organizzata a Latina dalle tifoserie di Roma, Lazio, Juventus, Udinese, Milan, Fiorentina, Siena e Reggina — hanno lanciato la mobilitazione per settembre, minacciando anche lo sciopero delle curve: «La tessera del tifoso è un reale incombente pericolo, ci batteremo per i nostri diritti, per la nostra libertà, per la nostra passione». La Digos sta monitorando il tam-tam che viaggia sui siti e attraverso le radio. Appuntamento sabato 5 settembre a Roma, dalle parti dello stadio Olimpico.
ROMA, 5 SETTEMBRE 2009. Incontro Ufficiale "NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO - SI alla modifica dell'Art.9", sabato 5 Settembre ore 10:00 Roma - Viale di Tor di Quinto ( Spazio Roma ):
"A seguito dell'incontro avvenuto nela città di Latina dove, con nostro grande stupore ci fù un affluenza di tifoserie da tutta Italia che hanno dimostrato voglia di combattere e di non arrendersi alle nuove forme di repressioni dello Stato Italiano ,si è deciso come già la maggior parte di voi sanno , di portare avanti questa battaglia tutti insieme mettendo sottocoperta rivalità , campanilismo e colori politici. L'incontro di Latina grazie alla grande risposta degli Ultras Italiani accorsi da tutta la penisola con idee da proporre e voglia di combattere per la tutela del nosto " ESSERE" ;e sopratutto grazie alla partecipazione del pool di avvocati che alla grande maggioranza di noi ha finalemnte delucidato le idee su cosa è la "Tessera del Tifoso " e su quali potrebbero essere le forme per contrastare il suo avvento ; ci ha dato la voglia e la forza di ritrovarci per un altro grande incontro nella capitale. Sono bastati pochi mesi per rimetterci tutti in moto verso l'unico obiettivo comune. Questo prossimo punto di ritrovo dovrà servire a tutti noi a prendere una definitiva, posizione, da tenere per far sentire il nostro dissendo e per bloccare o limare le forme che caratterizzano la " Tessera del Tifoso ". Con la convinzione e la cerezza che ogni gruppo organizzato e/o tioseria porterà con se un progetto reale e fattibile da poter valutare e attuare tutti insieme vi invitiamo a partecipare senza indulgi e dubbi esistenziali che troppe volte hanno frenato la corsa dell' "Essere Ultras ". (Comunicato a firma Curva Nord Lazio - Curva Sud Roma - Latina - Tivoli - Viterbo).
Che fare? Io personalmente sarò a Roma sabato 5 settembre. Andrò a titolo personale, senza voler rappresentare  nessun altro che me stesso. Se poi chiunque altro di Padova vorrà unirsi mi farà piacere, al limite ci si mette d'accordo per il viaggio. Sono incuriosito ed interessato a saperne qualcosa di più sul progetto ed a sentire quali proposte escono da questo raduno. Intendiamoci, non mi metto certo a fare gli slogan da "Assedio Spartano" che ho già sentito fare: "Chi si ritiene ultras non deve farsi la tessera!". Lo slogheggiare è un'esercizio che lascio volentieri ad altri. Se una cosa fosse vantaggiosa non avrei problemi a farmela. Il problema è che di vantaggioso non c'è nulla: è solo uno strumento che svuoterà ulteriormente gli stadi. Che deciderà chi è il buono che può vedersi la partita e chi è il cattivo che deve stare in castigo. Che stabilirà se io cittadino potrò andare allo stadio o meno, se sono abbastanza simpatico  o troppo rompicoglioni per poter andare anche in trasferta. Un'assurdità legislativa incredibile. Immaginate un ragazzino che nel 1991 stava fermo alla fermata dell'autobus di fronte Santa Giustina che osservava una carica della polizia, fermato da un carabiniere, identificato magari per l'abbigliamento troppo "sciarpa-bomber-anfibi" e poi magari diffidato perchè servivano dei nomi e lui era uno di quelli finiti sull'elenco di quel pomeriggio. In tutti questi anni non ha mai sostenuto un processo, per il semplice motivo che non esisteva alcuna prova contro di lui per aprire un processo. E magari ha anche cambiato vita, ha messo la testa a posto. Magari oggi è un semplice tifoso innamorato della propria squadra ed ha pure famiglia. Bene, per quell'episodio del 1991 non potrà più accedere alle trasferte. Non ci credete? Se non ci credete vuol dire che non sapete un cazzo o che non avete mai messo piede in uno stadio, molto semplice...
Io la testa non l'ho mai messa a posto del tutto, e penso e continuo a pensare che lo stadio sia stata una parte troppo importante della mia vita perchè possa essere una tessera ad impedirmi di andare. Non c'è riuscita nemmeno una ragazza ad impedirmelo, figurarsi.
Altri ancora penseranno che "la tessera del tifoso non è da ultras" o che "la tessera del tifoso non ha mentalità!". Ognuno insomma penserà ciò che vuole o come meglio crede. Ma tutti possono trovare le loro risposte a Roma, sabato 5 settembre. Per questo ho deciso di andare e di pubblicizzare l'evento su questo blog. Chi vivrà vedrà. 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Vegno anca mì

Anonimo ha detto...

A proposito dei casi allucinanti. Ho 30 anni, lavoro manageriale in azienda di alto profilo, laureato, mai dato un cazzotto in vita mia, nemmeno al campetto o al liceo. Non farei male a una mosca.
11 anni fa una discussione su internet venne estrapolata dal contesto, messa su un giornale e finii diffidato. Il poliziotto mi disse "che ti importa, noi dopo che il giornale ha pubblicato siamo dovuti intervenire di ufficio. Ti fai 3 mesi senza stadio, senza obbligo di firma, e poi torni bello tranquillo".
Diffida naturalmente tolta non appena i tempi tecnici lo permettessero.
Ebbene io, secondo la prima stesura della tessera, dovrei scordarmi lo stadio per sempre.
Chissà se sa anche questo la casalinga di voghera, quando sobillata dai media appoggia il dagli all'ultras...