mercoledì 26 agosto 2009

LA TESSERA DELLA VERGOGNA

 
"Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita nè la libertà nè la sicurezza"

LA TESSERA DEL TIFOSO E' PERICOLOSA. Il ministro Maroni ha scelto la vigilia di ferragosto per firmare la direttiva che, di fatto, costringe i tifosi a scegliere “liberamente” la sottoscrizione della tessera del tifoso.Il movimento ultras italiano, nel frattempo, si era già dato appuntamento per il 5 settembre a Roma per contestare questo provvedimento ritenuto liberticida. Alla luce della sopra citata direttiva lo scenario è cambiato e presumibilmente i “contestatori” dovranno aggiustare il tiro. Uno dei punti più controversi, relativo al rilascio della tessera ai tifosi sottoposti in passato a Daspo, sembra essere risolto. Leggiamo infatti questa notizia Ansa:
Il rilascio della tessera del tifoso e’ precluso per chi negli ultimi 5 anni ha avuto una condanna anche non definitiva per reati da stadio. Per coloro che sono stati invece oggetto di provvedimento di Daspo, il rilascio e’ temporaneamente interdetto per il periodo corrispondente alla durata del Daspo stesso. Lo precisa l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive riunitosi oggi coi rappresentanti di Coni, Figc, Lega professionisti, Lega Pro, Dilettanti e della sicurezza.
Finalmente si sono resi conto che una volta scontata la diffida, non è giusto negare ad un ex diffidato la tessera per altri cinque anni! Ma quanto stabilito nel punto 6 della direttiva ha dell’inverosimile:
a decorrere dal 1 gennaio 2010 le società potranno vendere o cedere a qualsiasi titolo i tagliandi riservati ai settori ospiti esclusivamente ai possessori della “tessera del tifoso”, i quali saranno esenti dalle “prescrizioni per gli spettatori” eventualmente indicate dal Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive ed adottate dalle Autorità Provinciali di P.S. competenti. In tal caso, nei settori dello stadio diversi da quelli riservati agli ospiti, salvo specifiche prescrizioni delle Autorità di P.S., sarà consentitol’accesso con l’utilizzo di titoli diversi dalla “tessera del tifoso”, previa esibizione agli steward di un valido documento di identità.
TRADOTTO: SE NON HAI LA TESSERA TI DEVI MISCHIARE AI TIFOSI AVVERSARI!
Pazzesco! E’ cosi che si garantisce la sicurezza? Molto probabilmente a non avere la tessera saranno proprio quei tifosi occasionali che nulla hanno a che fare coi gruppi organizzati e magari anche meno “esperti”. La tessera del tifoso non solo è uno strumento inefficace per la prevenzione della violenza: è addirittura pericolosa. Oltre alla sua inadeguatezza pratica, la tessera resta uno strumento di schedatura collettiva e fanno riflettere le parole del presidente del Palermo Zamparini:“Tutte le iniziative che vanno contro la libertà personale sono da sistema poliziesco: schedare un milione di persone per punire cento facinorosi”...“Io sono un uomo libero e mi rifiuto di andare in uno stadio di una città diversa dalla mia con una tessera senza la quale non posso entrare. Questo è un problema che riguarda la libertà personale in Italia, se è vero che questo sistema ce l’abbiamo solo noi. Tutto ciò è paradossale, mi fa vergognare di essere italiano, tutto per colpa di una classe politica di incompetenti"...“In uno stato civile  sa colpire ugualmente i violenti senza per questo limitare la libertà degli altri.”
Ma se la tessera è uno strumento inadeguato e perfino liberticida, perchè la si vuole imporre a tutti i costi? Chi trarrà vantaggio dal fatto che saranno messe in  circolazione migliaia di carte di credito Visa? A conferma degli interessi economici che muovono questa enorme operazione commerciale, la notizia che Telecom Italia fornirà supporto tecnologico  alle novanta società di Lega Pro!
ARTICOLO DI GIANNI MURA SU "LA REPUBBLICA". Occuparsi di sport, di calcio in particolare, ha i suoi lati positivi. Per esempio, potrei rivolgermi al ministro Maroni a proposito della sua direttiva sulle trasferte dei tifosi ignorando altre e più drammatiche trasferte sul Canale di Sicilia. Potrei ma non posso. Solo due considerazioni. E’ ben strano l’ atteggiamento di molti leghisti. Si propongono come i più accaniti difensori dei valori dell’ Occidente cristiano e appena qualche vescovo o qualche prete dice qualcosa che non gli torna lo mandano brutalmente a scopare il mare (è un modo dire milanese, va inteso come ramazzare l’ oceano e, in greco, farebbe parte degli adùnata). Poi (prima regola: negare comunque, o almeno mettere in dubbio) è piuttosto atroce il loro far di conto. I 5 vivi dicono che erano in 73, morti recuperati 14 (vadoa memoria).E fanno 19, dove sono gli altri 54? Come se il mare fosse un bancomat, una cassetta di sicurezza, ancora un po’ e gli si chiede la ricevuta. Ma si sa che i conti devono tornare (a casa loro anche loro, così imparano). Ma qui si parla di calcio, di altre trasferte. Mi ha stupito il favore con cui le decisioni di Maroni sono state accolte, a parte il mondo degli ultrà (già avvelenato dalla sentenza-Spaccarotella) e Zamparini, che al solito è andato giù piatto parlando di fascismo e Maroni ovviamente ha avuto buon gioco nel rispondergli di leggere qualche libro. Secondo me anche a Maroni non farebbe male leggere qualche libro, non fosse che poi bisognerebbe trovare chi gli spiega quello che ha letto (vedi ‘ 94, decreto Biondi) e si farebbe tardi. In parole povere, per andare allo stadio in trasferta dall’ inizio del 2010 sarà indispensabile la “carta del tifoso”. Indispensabile in Italia, perché all’ estero non sanno cosa sia e già questo potrebbe far sorgere qualche dubbio. Non ci aveva pensato nemmeno la Thatcher, tanto per dire. Il ministro, e gli si può credere, ha sbandierato dati interessanti sulla violenza in calo: meno feriti tra i tifosi, tra le forze dell’ ordine, meno incidenti. Ma è normale, visti i limiti che già ci sono alle trasferte. Vietandole del tutto, le cifre calerebbero ancora, ma questo paradosso evoca Tacito (”hanno fatto un deserto e l’ hanno chiamato pace”) e non va bene. Ancora, al ministro (e a chi l’ ha preceduto) va riconosciuta l’ attenuante di società calcistiche piuttosto inerti (poche le eccezioni) davanti al problema del tifo violento, oppure poco collaborative, spesso propense a scaricare tutto sulle spalle dello Stato. A volte mi succede di sognare un messaggio congiunt o a l l a N a z i o n e (Maroni-Galliani) il cui succo è: statevene a casa, abbonatevi alla pay-tv che vi pare e amen. Starsene a casa può essere una scelta o un obbligo.
Qualche caso spicciolo:
A: sono un turista cinese ( o messicano) in visita a Roma. Posso acquistare un biglietto per il derby? No.
B: sono un sardo residente a Milano. Posso acquistare un biglietto per Juve-Cagliari? No, molto spesso la vendita è riservata a chi vive nella provincia in cui si gioca.
C: sono un onesto padre di famiglia, parlo il milanese meglio di Bossi e di suo figlio, io di figli ne ho due, posso portarli al derby? No, perché spesso non si può acquistare più di un biglietto a persona.
E poi continuano a dire che bisogna riportare le famiglie allo stadio.
Ecco, nei tre casi mi sembra di vedere una limitazione alla libertà individuale. Detto in altri termini, e per puro comodo, immaginiamo di dividere i tifosi in bravi e cattivi. I cattivi identificati, in teoria, sono già soggetti a Daspo, quindi schedati e controllati. Ma che bisogno c’ è di schedare quelli bravi? Questo è il punto. Mentre i bagarini continuano a fare buoni affari e se ne fanno un baffo del biglietto individuale, mentre i non cattivi, fino a prova contraria, ma un po’ agitati si muovono comunque, poi si vedrà, vorrei che qualcuno mi spiegasse perché un cittadino incensurato, senza precedenti specifici, non è libero di muoversi nel suo paese e di andare allo stadio pagando un biglietto e basta, come si fa nel resto del mondo. Se poi delinque, ci pensi la polizia. Trattare i bravi da cattivi, tanto sappiamo che sono bravi, non è fascismo, è piuttosto una gestione abbastanza ottusa del potere. Si seppellisce così, senza un fiore, la domenica della brava gente che i coltelli li usa solo in trattoria, prima o dopo la partita. Si colpiscono i diritti di una stragrande maggioranza per limitare gli eventuali danni di un’ esigua minoranza. Se questo è normale, ditelo voi. A me non pare. Se la libertà di movimento passa per una schedatura (questo è, né più né meno), a me pare condizionamento di libertà. C’ è per caso un costituzionalista che ha qualcosa da dire? – GIANNI MURA
(Tutta questa parte è tratta dal blog "FREEDOM FOR FANS")
NO A QUESTA TESSERA DEL TIFOSO. Sabato 5 settembre ore 10 a Roma presso lo Spazio Roma, in Viale Tor di Quinto. Previsto un intervento del pool di avvocati che ha seguito lo sviluppo della vicenda, valutazione delle proposte per la lotta alla tessera del tifoso da parte di ogni gruppo e/o tifoseria organizzata, e una scelta comune delle misure di contrasto da attuare. L'incontro è aperto a tutti i tifosi d'Italia che volessero comunque informarsi sulla questione. Come già detto, personalmente il 5 settembre a Roma non mancherò.

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