L'ANTEFATTO. Questa discussione è tratta dal forum del Partito Nasional Veneto.
Leggo stupefatto sulla stampa locale di un fatto gravissimo accaduto allo Stadio Tombolato di Cittadella in occasione della partita di calcio Cittadella-Grosseto di sabato 12 settembre. Siamo nell'intervallo della partita. Come al solito si commenta il primo tempo, si scambiano opinioni, si va al bar. I supporters cittadellesi della tribuna est appendono lungo la recizione del campo di fianco al drappo storico dei Carraresi, anche la bandiera del Leone di San Marco. Nulla di male. E' il simbolo della nostra terra, è il simbolo dell'orgoglio, oggi ferito, Veneto. Quale miglior modo di unire fede calcistica all'amore per la propria patria Veneta. Ecco che accade l'imprevisto: il sig. Rebellato Francesco, consigliere comunale del Partito Democratico, ex diessino si avvicina ai carabinieri, infastidito della presenza della bandiera della Serenissima. Secondo questo signore il vessillo è riconducibile ad una forza politica e quindi non esponibile in un campo di calcio (per l'Osservatorio sono ammesse liberamente bandiere riportanti i colori sociali delle squadre in campo e quelle degli stati rappresentati in campo). Altre giustificazioni del signor Rebellato: " Ho chiesto solamente se quella bandiera avesse l'autorizzazione per stare nello stadio. Quelle istituzionali si possono portare per le altre ci vuole una specifica autorizzazione. Tra l'altro la bandiera esposta dai tifosi non è quella ufficiale della Regione Veneto, ma viene usata dalla lega nelle sue manifestazioni. La mia è una questione di principio." Quale sarebbe il suo principio signor consigliere a caccia di ignorante notorietà sulla stampa? " La tifoseria granata si dissocia da ogni connotazione politica ribadendo di aver portato quella bandiera in tutti gli stadi d'Italia. " Appendendola vogliamo manifestare la fierezza per le nostre origini" dicono e per il derby con il Vicenza la bandiera sarà lì al suo posto senza chiedere autorizzazione a nessuno. Non potevano mancare le parole confortanti del sindaco Bitonci, e ci mancherebbe. Quale migliore occasione per infilare le dita nella marmellata. In questa occasione non voglio entrare in polemica con la Lega anche perchè questa sera il premier italiano Berlusconi Silvio da Arcore ha definitivamente gettato la maschera e sbugerato il leader Bossi: " La Secessione ? Sono le carezze che Bossi fa al suo popolo. Lui parla al suo Popolo dicendo quello che il suo popolo vuole sentire. Bossi è una persona estremamente intelligente, di grande acume politico e ha ben chiare quelle che sono le priorità della patria". Ovvero : Lega sei al mio guinzaglio, e anche il tuo Leader fa quello che dico io. Lega= GAME OVER.
Tornando sull'argomento Cittadella. E' ora di dire basta con questa campagna antivenetista perpetrata da omuncoli politici di ogni livello e grado. Dobbiamo far sentire la nostra voce. Invito tutti a manifestare il proprio dissenso contro coloro i quali voglio ghetizzare i veneti e l'amore per la terra veneta. E ai veneti che tradiscono la patria veneta dico solo VERGOGNATEVI! In primis il sig. REBELLATO FRANCESCO che querelerò per vilipendio alla bandiera veneta!
IL PARERE. Faccio una premessa: non mi piace mischiare calcio e politica. Ne parlo spesso perchè le due cose finiscono, e sopratutto quando si fa calcio a certi livelli e per forza di cose ne finiscono coinvolte anche le istituzioni, e come sempre finiscono per far danni...
Un conto però è la politicizzazione, un conto è l'amore per la propria terra, che in troppi confondono con sciovinismo. In particolare una certa sinistra, troppo "colta" per essere ancora "dalla parte del popolo"... Sventoli il tricolore? Sei fascista! Esponi la bandiera di San Marco? Sei leghista! Ma che cazzo centra? La Lega (Un partito che per il Popolo Veneto non ha mai fatto assolutamente nulla, pur riconoscendo loro una certa bravura nell'amministrare a livello locale...) ha i suoi simboli, che col Leone di San Marco non centrano assolutamente nulla... E da Veneto, mi infastidisce non poco che quello che è un simbolo della mia terra (credo che chiunque abbia le sue radici in questa terra, anche il più "italianista", nel suo intimo prima ancora che italiano si senta Veneto...) venga trasformato in una bandiera leghista! Temo che il signor Rebellato abbia bisogno di un ripasso storico (e del resto non è colpa sua, ma della scuola italiana!)...
Secondo Wikipedia: Il leone di san Marco è secolare simbolo della città di Venezia, della sua antica Repubblica e attuale simbolo del Comune e della Provincia di Venezia, nonché della Regione Veneto e di numerosi altri enti ed amministrazioni civili e militari. Il leone marciano compare in bandiere, gonfaloni, stemmi, statue e monete. Compare inoltre nella bandiera navale sia mercantile che militare della Repubblica Italiana. La figura del leone di San Marco è anche il simbolo del premio del Festival del cinema di Venezia, ovvero il Leone d'Oro (...) La rappresentazione di san Marco in forma di leone alato è una tipica iconografia cristiana derivante dalle visioni profetiche contenute nel libro dell'Apocalisse di san Giovanni. Il leone è infatti uno dei quattro esseri viventi descritti nel libro come posto attorno al trono dell'Onnipotente ed intenti a cantarne le lodi, poi scelti come simboli dei quattro evangelisti. Il leone è associato a Marco in funzione delle parole con le quali inizia il suo Vangelo in riferimento a san Giovanni Battista: « Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: "ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri"». (Vangelo secondo Marco 1,1-3)
Il Battista vestiva nell'immaginario cristiano una pelle di leone e la frase evangelica della voce che grida nel deserto richiamava l'idea di un ruggito nel deserto. Il leone simboleggia anche la forza della parola dell'Evangelista, le ali l'elevazione spirituale, mentre l'aureola è il tradizionale simbolo cristiano della santità. Il libro, spesso erroneamente associato al Vangelo, nella maggior parte delle rappresentazioni veneziane si presenta aperto recando solitamente la scritta latina «PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEVS» la cui frase completa sarebbe «Pax tibi Marce, evangelista meus. Hic requiescet corpus tuum.»[1] (Pace a te, Marco, mio evangelista. Qui riposerà il tuo corpo.) che, secondo un'antichissima tradizione delle Venezie, un angelo in forma di leone alato, avrebbe rivolto al Santo, naufrago nelle lagune, preannunciandogli che in quelle terre avrebbe trovato un giorno riposo e venerazione il suo corpo.
Tuttavia il simbolo leonino esprimeva anche il significato araldico di maestà e potenza (tratto quest'ultimo sottolineato soprattutto dalla coda felina alzata), mentre il libro ben esprimeva i concetti di sapienza e di pace e l'aureola conferiva un'immagine di pietà religiosa. La spada, oltre all'ovvio significato guerresco, è invece anche simbolo di giustizia e difatti è ricorrente nelle rappresentazioni, antropomorfe e non, della Giustizia. Erano dunque simbolicamente presenti tutti i caratteri con cui Venezia ama pensare e descrivere sé stessa: maestà, potenza, saggezza, giustizia, pace, forza militare e pietà religiosa.
Numerose le interpretazioni simboliche possibili riguardo la combinazione tra spada e libro: il solo libro aperto è ritenuto simbolo della sovranità dello Stato (numerose le raffigurazioni dei dogi inginocchiati davanti a tale rappresentazione); il solo libro chiuso è invece ritenuto simbolo della sovranità delegata e quindi delle pubbliche magistrature; il libro aperto (e la spada a terra non visibile) è ritenuto popolarmente simbolo della condizione di pace per la Serenissima, ma ciò non è suffragato da alcuna fonte storica; il libro chiuso e la spada impugnata è invece popolarmente, ma erroneamente, ritenuto simbolo della condizione di guerra; il libro aperto e la spada impugnata sarebbe infine simbolo della pubblica giustizia. Tuttavia tali interpretazioni non sono universalmente accettate in quanto la Serenissima non codificò mai i propri simboli rappresentati in modo assai vario. Rare, ma presenti, sono anche raffigurazioni del leone privo sia del libro, che della spada, che talvolta dell'aureola (soprattutto nella rappresentazione statuaria).
Non rare le raffigurazioni in cui il leone poggia le zampe anteriori su una terra in cui spesso compare anche una città turrita e quelle posteriori sull'acqua: tale particolare rappresentazione intendeva indicare il saldo potere di Venezia sulla terra e sul mare.
Insomma, Il Signor Rebellato direi che è servito, come mi auguro siano serviti tutti coloro che continuano a confondere la Bandiera Veneta con un qualsiasi simbolo leghista!
Credo che un consigliere comunale dovrebbe avere problemi più seri delle bandiere che i tifosi espongono allo stadio. Ma questi sono spesso i problemi che si pone una certa sinistra. E purtroppo non solo loro, come dimostra il caso del Friuli di Udine: la dentro, solo le bandiere con i colori sociali potranno entrare allo stadio. Quindi niente più tricolore e niente più bandiera friulana a cui la tifoseria era per ovvi motivi legata. In un 'epoca in cui si stanno facendo forti battaglie localiste per la salvaguardia dei dialetti e delle bandiere locali, nello stadio tutto ciò non è consentito. In particolare a Udine poi non è consentito l'ingresso della bandiera del Friuli... nello Stadio Friuli! Una barzeletta. Come sembra una barzeletta la limitazione sull'esposizione della bandiera nazionale, ma in ItaGlia tutto ciò è possibilissimo, anzi consentitemi di dire che un provvedimento del genere fa capire quanto questa scarpa possa realmente essere considerata una nazione!
1 commento:
A volte mi ritengo Apolide.......ma sarò sempre Veneto doc. Vergogna... rinnegare le proprie origine è come rinnegare la madre che ci ha partoriti. Massimo Pd
Posta un commento