giovedì 8 ottobre 2009

ECCO A VOI IL MODELLO INGLESE...



MILLWALL-WEST HAM. E' deceduto tragicamente il tifoso del Millwall accoltellato lo scorso agosto ad "Upton Park" in occasione della sfida di "Carling Cup" contro il West Ham. Secondo le ricostruzioni, lo sfortunato supporter, insieme ad una decina di sostenitori londinesi, si sarebbe presentato, per errore, sotto la gradinata degli "Hammers", in cui una "mob" avrebbe assalito il gruppo di tifosi ospiti, accoltellando a morte il qurantaquattrenne.
La notizia non è freschissima, ma di una decina di giorni fa. Ci ho messo tanto a pubblicarla per motivi facilmente intuibili: avete sentito qualcuno che abbia messo in giro questa notizia? Qualche giornale o qualche tg che ne abbia anche solo accennato? Certo che no! Da anni in Italia ci propinano il "modello inglese", peraltro in una forma che di inglese non ha nulla ma che in quanto ad anticostituzionalità è molto italiana, come panacea di tutti i mali legati alla violenza negli stadi; e quando succede un mezzo disastro in uno stadio inglese (come quello successo per Millwall-West Ham) non ne parlano semplicemente per farvi credere che tutto vada bene. Se non altro gli inglesi, che sono infinitamente più furbi, non ne parlano all'estero per "vendere" lo spot migliore possibile per il loro prodotto calcio. Purtroppo i soliti italiani tortelloni si sono bevuti queste favole per anni. Speriamo adesso che stiano aprendo gli occhi. Speriamo ho detto.

AVVOCATO DIFENSORE. Le volanti del Commissariato fermano li hanno sorpresi mercoledì sera, nei pressi del casello autostradale di Porto San Giorgio. Stavano attendendo che i tifosi della Sambenedettese rientrassero dopo la partita con Montegranaro. Solo che li aspettavano armati di un robusto manganello di legno (con su scritto "avvocato difensore"), cutter, sassi, attrezzi di ferro e una grossa accetta ben affilata. Sembra che i 7 ultras, di età compresa tra i 17 e i 37 anni, avessero intenzione di "vendicare" una violenta aggressione perpetrata, a detta loro, da alcuni degli irriducibili della Sambendettese, ai danni di un giovane tifoso della Fermana. La Polizia ha denunciato i 7 per i reati di porto abusivo di armi improprie e di oggetti atti ad offendere.
Mi appello alla clemenza della corte...

MARONI A BOLOGNA. Due agenti sono rimasti feriti, in modo lieve, nel corso dei tafferugli scoppiati durante la manifestazione degli studenti dell'Onda che hanno sfilato lungo le vie del centro di Bologna per protestare contro il ministro Maroni, giunto a Bologna in mattinata per partecipare ad un convegno sulla sicurezza negli stadi. Il contatto e' avvenuto a un centinaio di metri dall'aula dove si stava svolgendo il corteo quando alcuni manifestanti, determinati a sfondare il cordone di protezione della polizia, hanno iniziato a lanciare petardi, uova, vernice rossa e bottiglie di vetro. Un poliziotto - informa la Questura del capoluogo emiliano - e' rimasto ustionato al viso e al collo, ed un altro ha riportato ustioni al braccio. I due agenti sono stati portati in ospedale per le cure mediche ed i giorni di guarigione saranno quantificati successivamente. A momento non risultano fermi di studenti-manifestanti. Intanto il ministro Maroni, terminato il convegno, ha espresso "piena solidarieta'" al questore di Bologna Luigi Merolla per i due agenti rimasti contusi in servizio e si e' congratulato per il buon esito delle operazioni di ordine pubblico. Il titolare del Viminale ha concluso il suo intervento, all'interno dell'aula absidale di Santa Lucia, senza essere oggetto di alcuna contestazione da parte dei partecipanti all'incontro.
Per una volta ho anchio la memoria corta (perchè mi fa comodo). Una domanda: Maroni espresse piena solidarietà anche al poliziotto a cui morse la caviglia nel 1996?

LA FOLLIA POLIZIESCA DI TARANTO. C’era lo sciopero del tifo ieri allo Iacovone. L’intento era di protestare contro le nuove multe elevate nei confronti di alcuni ragazzi della curva nord. La loro colpa: aver esposto uno striscione con la scritta “Antonello vive”. Per chi non lo sapesse, Antonello era uno dei trascinatori della curva scomparso qualche anno fa. La legge è legge, e nessuno può obiettare che quei ragazzi l’ abbiano violata. Tuttavia esiste il buon senso. Esiste anche una gamma di violazioni minori, che le autorità di polizia spesso tollerano: dai parcheggiatori abusivi alla guida senza casco o cintura. E’ evidente come il mancato rispetto  di talune regole possa comportare un costo sociale ben più alto. Per quanto ci si possa sforzare, non riusciamo a capire quali conseguenze quello striscione avrebbe potuto  causare alla collettività. Lo comprenderemmo se lo stesso avesse inneggiato alla violenza, al razzismo o all’intolleranza. Ma “Antonello vive” è solo un modo per ricordare una persona che non c’è più. Eppure a qualche ragazzo, l’aver voluto perseverare quel ricordo è costato 166,00 euro.
Ieri è toccato anche ai pacifici ultras della Reggiana incappare nei rigori della legge. Improvvisamente, un fitto plotone di agenti del reparto mobile con in testa i caschi blu, ha fatto la sua apparizione nel settore ospiti per far rimuovere dei piccoli striscioni. Nessuno di questi recava frasi offensive o che inneggiassero all’odio. Per quasi tutta la gara è stato un continuo confronto tra le parti. Solerti funzionari hanno tallonato tutti coloro che reggessero una pezza per farli desistere dall’illegalità. Immaginiamo che molti di loro saranno in seguito mutati o diffidati. Venti minuti dopo l’inizio della ripresa, i tifosi reggiani hanno abbandonato il settore loro riservato. Il gesto è stato dapprima salutato, con applausi e slogan, e poi imitato anche dagli ultras del Taranto. Ma non è tutto. In tribuna, altri agenti si sono preoccupati di far spostare da un gradone un disabile su sedia a rotella. Meno male che più tardi il sindaco Stefano si è adoperato affinché tutti i disabili entrassero sul terreno di gioco.
Ci sfugge la logica di tutto ciò. Perché non tollerare gli striscioni, visto che non recavano frasi offensive e non c’era stata nessuna manifestazione di violenza? Persino il presidente D’Addario ha affermato di essere stanco di taluni divieti e di questa “guerra” che contrappone gli ultras alla polizia. Non è stato rischioso far entrare un plotone di celerini in tenuta antisommossa? Non si era detto che la stessa presenza della polizia in qualche modo, per i più esagitati, potrebbe rappresentare un incitamento alla violenza? Ma il problema non è generato dalle forze di polizia, che spesso non hanno nemmeno i fondi per alimentare i loro automezzi, ed il cui compito in fin dei conti è far rispettare la legge. Se poi al loro interno, c’è qualcuno  che ha deciso di dare sfogo al suo zelo, multando e diffidando chi issa innocui striscioni, per questi non possiamo che provare un sentimento di tristezza. Anche perché i reati gravi non sembrano diminuire. E se i furti e le rapine, secondo quanto rende noto il Viminale, calano è forse solo perché la gente è stanca di sporgere denunce che non avranno seguito. Non è contro la polizia, tra le cui fila c’è tanta gente seria e preparata, che vogliamo infierire. Il problema è la politica, di destra e di sinistra, che si ritrova unita nel promuovere una repressione a tutto campo il cui obiettivo sembra essere oltre la semplice eliminazione dei  teppisti. Combattere la violenza negli stadi è, infatti, cosa ben diversa dal voler eliminare ogni forma di colore ed allegria al loro interno. Il sospetto è che si voglia allontanare sempre più la gente dagli stadi per favorire la diffusione delle pay-tv. Non permettere l’esposizione di striscioni di qualsiasi natura comincia a diventare un problema serio di democrazia. Lo striscione è uno strumento di libera espressione e, se non contiene incitamenti all’odio, la sua esposizione non deve essere vietata o soggetta ad alcuna autorizzazione. Questa legge va cambiata e subito. Non è un problema degli ultras, ma di tutti i cittadini che ancora hanno a cuore la libertà di pensiero. La maggior parte dei quali non si accompagna ad “escort” o tira coca. (Autore: Antonello Napolitano)
Non sono completamente d'accordo con l'autore dell'articolo. Partiamo dal presupposto che comunque nell'applicazione delle leggi antiviolenza è lasciata ampia discrezionalità alle questure e che quindi se si parla di certe assurdità bisogna ringraziare di volta in volta il questurino di turno. Non mi stupisce il trattamento riservato ai reggiani, e nemmeno quello riservato ai tarantini. In un momento storico in cui svariati politicanti di destra e di sinistra si adoperano in richiami più o meno interessati alla Costituzione, è proprio la Costituzione stessa ad essere calpestata nel momento in cui si varcano i cancelli di uno stadio. Quell'articolo 21 che dice testualmente che "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione", diventa pura carta igienica sui gradoni di uno stadio. E bene hanno fatto i reggiani ad abbandonare lo stadio. E bene hanno fatto i tarantini a voler restituire gli abbonamenti. Certe leggi, certe decisioni, certe imposizioni sono sbagliate. Non accettarle e combatterle, è un dovere di tutti. 


FATAL BELGRADO. (ANSA) -BELGRADO, 29 SET- E' morto Brice Taton, il 28enne tifoso francese del Tolosa gravemente ferito a Belgrado da hooligan del Partizan. Lo rende noto la clinica. Due giorni dopo l'aggressione, avvenuta lo scorso 17 settembre poco prima della partita di Europa League tra Partizan e Tolosa, la polizia serba aveva arrestato undici persone sospettate del grave ferimento del tifoso francese.
Chi combatte può morire... R.I.P.

DIFFIDATI PRESIDENTI. Il presidente della squadra di calcio di Agrigento, l'Akragas, non potrà assistere a manifestazioni sportive per cinque anni. Gioacchino Sferrazza paga così con una dura punizione il gesto di aver dedicato l'ultima vittoria della sua squadra ad un "amico", un presunto boss mafioso. Il provvedimento di Daspo è stato emesso dal questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio. Sul caso è intervenuto anche il Guardasigilli Angelino Alfano che ha telefonato al questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio, esprimendo soddisfazione per la scelta di revocare la licenza, a svolgere manifestazioni di pubblico spettacolo, al presidente dell'Akragas, Gioacchino Sferrazza. Il ministro Alfano ha stigmatizzato la vicenda perché "penalizza e mortifica una terra che, con impegno e sacrificio, segue un difficile percorso di emancipazione dalle efferate logiche criminali e che, nello sport, vuole trovare il suo riscatto civico e morale". La scelta del questore Di Fazio, in quest'ottica, è "un gesto di straordinaria importanza - conclude la nota - poiché afferma con forza quei principi di legalità e giustizia che si accompagnano sempre al rispetto verso coloro che ogni giorno lottano contro la criminalità organizzata e nei riguardi di chi, su questo terreno, si è spinto sino all'estremo sacrificio".
Fatta premessa che il Daspo andrebbe comminato solo in casi di violenza legati al mondo del calcio, quindi se io dedico la vittoria a un'amico, per quanto discutibile come amicizia, non è punibile col Daspo... Ma proprio Alfano deve fare la morale? Quello che vorrebbe una legge uguale per tutti tranne che per il suo padrone? Visti e considerati lo svolgimento ed i protagonisti della storia, il presidente dell'Akragas ha la mia piena solidarietà...

BITONTO-TURRIS.  Rischia grosso la Turris. E dopo i danni procurati dal direttore di gara nel match di Bitonto, in arrivo c’è anche la beffa. La sciagurata direzione di gara del signor Trasarti di Teramo ha fatto perdere la testa non solo ai calciatori corallini ma anche ai sostenitori giunti in Puglia per sostenere la squadra di Longo. Infatti, in arrivo ci sarebbero alcuni Daspo dopo che sono stati identificati alcuni tifosi torresi dal locale commissariato di Bitonto, in seguito ad alcuni disordini causati proprio dagli ultras torresi. La Polizia di Torre del Greco, infatti, è in attesa delle informative provenienti dalla cittadina pugliese per applicare il divieto di assistere alle manifestazioni sportive a coloro che sono stati identificati a Bitonto. La Turris, dunque, rischia una squalifica del Liguori, essendo lo stadio corallino già in diffida per i disordini di Pianura. Ora sembra inevitabile la decisione del giudice sportivo, che però potrebbe non limitarsi ad una sola giornata di squalifica.
Della serie: "La nostra turbolenza non conosce categoria"...

 
BULGARI A ROMA. Un tifoso bulgaro di 36 anni e' stato sorpreso con un coltello e arrestato dalla polizia nel corso di alcuni controlli per la partita di calcio Roma-Cska Sofia. L'uomo aveva anche altri oggetti atti ad offendere. L'uomo e' stato stato fermato mentre, stato di agitazione, si avvicinava ad alcuni tifosi romanisti, dopo uno scambio verbale di offese.
Mi sento di spezzare una lancia per il bulgaro: probabilmente le abitudini di molti romani hanno varcato la conoscenza dei confini nazionali, e lui ha ben pensato di non farsi trovare impreparato.
 
GLI ULTRA' IN GALERA, CHI LI AMMAZZA... FA CARRIERA! NESSUNO SCONTO per i due tifosi atalantini arrestati (poi finiti ai domiciliari) in seguito alla rissa che aveva visto contrapposti una quarantina di supporter nerazzurri e una sessantina di ultras catanesi prima della partita Atalanta-Catania del 23 settembre scorso. Il processo a loro carico si è chiuso ieri mattina con una pesante condanna emessa dal giudice Stefano Storto: 1 anno e 6 mesi di reclusione, il doppio degli 8 mesi che aveva chiesto il pubblico ministero. G. V., 30 anni, odontotecnico di Bergamo e A. M., 34 anni, barista residente a Seriate, sono stati condannati per tutti i reati contestati: rissa, danneggiamento di auto e lancio di oggetti. Non solo: il giudice ha anche stabilito che non potranno assistere per 3 anni alle partite dei campionati di serie A e B e delle Coppe Europee. Inoltre, vista la loro «pericolosità sociale» e il «rischio di reiterazione di reati simili», i due resteranno agli arresti domiciliari. Il giudice, nella motivazione della sentenza, ha censurato chi è «vittima di irrazionale e violenta passione per una squadra di calcio» (in sede di convalida, il 25 settembre, aveva sottolineato «la straordinaria gravità dei fatti»). Sia V. che M. sono stati giudicati in abbreviato, beneficiando in questo modo dello sconto di un terzo sulla pena finale . I loro difensori, gli avvocati Federico Riva, del Foro di Bergamo, e Giovanni Adami, di Udine, avevano invocato l’assoluzione e la revoca degli arresti domiciliari. Ieri in aula è stato ascoltato l’autista dell’autobus che trasportava i tifosi siciliani e che ha detto di non aver notato nessun lancio di sassi e di bottiglie. Ma i danni riportati dalla vettura della Digos, per il giudice dimostrano invece che il lancio c’è stato. 
I DUE ULTRAS erano stati fermati dalla polizia poco dopo le 19 di mercoledì 23 settembre, negli istanti immediatamente successivi a uno scontro con i rivali catanesi avvenuto all’incrocio tra via Pinetti e via Baioni, dove, stando all’accusa, si era verificato un vero e proprio agguato al bus della tifoseria siciliana. Oltre a V. e M., era stato arrestato anche L. R., imbianchino di 27 anni, di Almenno San Bartolomeo, già colpito da Daspo e obbligo di firma per fatti precedenti. Nell’udienza del 25 settembre il giudice Stefano Storto non aveva però convalidato l’arresto per difetto della flagranza: essendo stato riconosciuto dagli agenti sul posto degli incidenti, avrebbe dovuto essere arrestato subito o, almeno, seguito; invece l’ultrà era finito in manette solo tre ore più tardi quando si era presentato ai carabinieri per firmare. Il giudice lo aveva scarcerato e aveva restituito gli atti al pm. Il giovane resta indagato a piede libero.
Dopo il poliziotto eroe che spara da un capo all'altro dell'autostrada, ecco il giudice eroe che ha trovato due capri espiatori per una sentenza-modello! Credo abbia proprio ragione chi sostiene che è ora di limitare il potere di certe categorie di persone...
 
ECCO UN'ALTRO ESEMPIO DI MODELLO INGLESE... A dieci minuti dalla fine della partita invade il campo e prende a calci il massaggiatore intervenuto in soccorso di un calciatore infortunato: è stato portato nella caserma dei Carabinieri di Agnone un tifoso del Chieti autore dell'aggressione, avvenuta nello stadio molisano Civitelle. Inaugurato quattro anni fa, fu uno dei primi «campi senza barriere» promossi dalla Lega nazionale dilettanti anche per combattere la violenza negli stadi. Ora i militari dell'Arma stanno visionando le immagini delle telecamere a circuito chiuso, perché a sostenere l'intemperanza del tifoso abruzzese è intervenuto anche un altro ultrà, tirando una bottiglia di plastica contro il medico dell'Agnonese arrivato in campo a soccorrere giocatore e massaggiatore. L'incontro di calcio Agnonese-Chieti, finito 2-0, si disputava nella serie D girone F. Carlo Siciliano dell'Agnonese è caduto a pochi metri dal bordo campo. All'arrivo del massaggiatore, il tifoso ha scavalcato la simbolica protezione, alta un metro e mezzo, e lo ha aggredito sferrandogli un calcio all'addome. Poi il lancio della bottiglia, l'arrivo dei Carabinieri che hanno bloccato il tifoso e lo hanno portato via.
L'Agnonese non era stata la prima società a togliere le barriere fa campo e spalti? Ecco il risultato... In linea di massima non sono contrario all'abolizione delle barriere fra spalti e campo, ma molti che parlano di "modello inglese" debbono una volta per tutte capire che l'Inghilterra è un paese, l'ItaGlia è tutto un'altro paio di maniche....

CREMONESE-LECCO. UN ULTRÀ bluceleste è finito nei guai dopo la trasferta di Cremona. Era il 13 settembre scorso e il Lecco di Oscar Magoni era impegnato, allo stadio «Zini» di Cremona, per la quarta giornata del campionato di Prima divisione. Secondo quanto si è appreso dalla questura cittadina, i colleghi della città del torrone avevano segnalato il comportamento contro la legge del supporter bluceleste. SI È MESSA IN MOTO così la macchina delle indagini che si sono concentrate soprattutto sulle immagini registrate allo stadio di Cremona e che la Digos di Cremona ha provveduto ad inviare ai colleghi di Lecco per passare all’individuazione del soggetto. Il risultato di queste indagini sarà reso noto nella mattinata di oggi in una conferenza-stampa indetta nella sede della questura cittadina di corso Promessi Sposi.
La cosa bella di quest'articolo? Che non è dato sapere cosa ha combinato il tifoso in questione! Vista la rapidità con cui i giornalai snocciolano in prima pagina nomi cognomi e foto, mi viene a questo punto da pensare che il ragazzo non abbia combinato proprio nulla....

DALLA SARDEGNA. L'intervento delle forze dell'ordine ha evitato il peggio, ma sono volate botte e manganellate. E alcuni tifosi hanno potuto parlare con i giocatori torresini. La vittoria del Fertilia sulla Torres, nel campionato di calcio di Eccellenza, ha fatto perdere la calma a centinaia di tifosi ultras, arrivati ad Alghero per sostenere i propri beniamini. Erano circa trecento e quasi leggendo la sfera di cristallo, erano stati destinati in gradinata, settore del campo occupato tutto da supporter sassaresi. Alla fine della gara, dapprima hanno contestato dalla gradinata i giocatori della Torres, rimando tutti fermi ai loro posti nonostante la gara fosse conclusa, indirizzando ai giocatori in casacca rosso blu frasi ingiuriose. Quando tutto sembrava finito, una decina di minuti dopo, hanno cercato di sfondare il cancello di servizio, che dà l'accesso agli spogliatoi di giocatori e arbitri. Raffiche di colpi sul cancello, cinghiate indirizzate alle forze dell'ordine, impegnate a non far entrare i tifosi davvero inferociti. Si è dovuto far ricorso alla forza, la polizia ha dovuto indossare i caschetti protettivi, impugnare i manganelli sfollagente per impedire l'accesso dei tifosi all'interno del terreno che conduce negli spogliatoi. Solo il gran tempismo e l'intuito delle forze dell'ordine, coordinate dall'ispettore Pais non ha fatto degenerare il tutto in scontri dall'esito affatto scontato. Il tentativo d'ingresso è stato scongiurato a colpi di sfollagente sulle mani di coloro che cercavano di introdursi all'interno del campo. La polizia ha fatto scudo con grande determinazione, mentre sono stati chiamati rinforzi da Sassari. Si è arrivati a un compromesso quando alcuni ultras hanno chiesto di poter parlare con i giocatori della Torres, tutti nel frattempo costretti a stare asserragliati all'interno dello spogliatoio. I giocatori sono stati fatti uscire dallo spogliatoio e costretti a un faccia a faccia con i tifosi, con il benestare della dirigenza torresina che ha capito la drammaticità del momento. Surreale incontro ravvicinato fra giocatori e ultras e si è deciso per un chiarimento. Una rappresentanza di tifosi è entrata all'interno dello spogliatoio del campo Mariotti, insieme a dirigenti e giocatori. Non si hanno notizie di quanto si siano detto all'interno dello stanzone destinato alla Torres, ma è stato il modo per stemperare gli animi accesi e far scemare una tensione che ha raggiunto livelli preoccupanti.Il presidente Leonardo Marras nel frattempo ha commentato con amarezza la prova della sua squadra, preferendo soffermarsi sull'aspetto tecnico della giornata di ieri. «Non è il caso di prendere decisioni immediate. Ma una cosa è certa: così non si può continuare. Non ci sono più scuse, la cosa che più mi delude è la prova deludente sul piano del carattere, dell'impegno dei miei giocatori». Ogni decisione è rinviata.


IMPRENDITORIA VENETA. Un manganello telescopico,ecco cos'è stato trovato addosso ad un tifoso del Portogruaro. Per la partita di Lega Pro, Rimini-Portogruaro, il tifoso della squadra pordenonese è stato individuato e denunciato a piede libero dai carabinieri e militari del V Battaglione Emilia Romagna in servizio allo stadio. Secondo le indagini delle forze dell'ordine, si tratta di un imprenditore di Pordenone di 35 anni. La denuncia è per porto abusivo di oggetti atti ad offendere.
Più manganelli per tutti...

BOSNIA. Follia in Bosnia: prima della partita di campionato Siroki Brijeg-Sarajevo si sono verificati diversi incidenti nella cittadina bosniaca, che hanno portato ad un morto e a ventidue feriti, tra i quali dodici poliziotti. A poche ore dalla gara, in seguito annullata, molte centinaia di sostenitori della squadra ospite, il Sarajevo, hanno assaltato il centro cittadino di Siroki Brijeg, scagliando pietre ed altri oggetti contro le vetrine dei negozi e verso bar e ristoranti e scatenando una guerriglia con la polizia. Gli scontri sono originati dalla crescente tensione sociale che da tempo contrappone l'etnia bosniaco-croata con quella musulmana. L'unica vittima si chiamava Vedran Puljic, ed era un tifoso ventiquattrenne del Sarajevo.
Le tensioni etniche nei balcani sono qualcosa di infinito...

BENEVENTO. E' un 44enne di Benevento, F.D.P., già noto alle forze dell'ordine, l'autore dei danneggiamenti alle autovetture dei calciatori del Benevento Calcio, parcheggiate all'interno dello stadio Santa Colomba, avvenuto ieri sera. I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Benevento, dopo aver visionato le telecamere a circuito chiuso ed i relativi riscontri investigativi, hanno proceduto all'identificazione ed alla denuncia in stato in stato di libertà alla locale Procura dell'uomo per danneggiamento aggravato. L'autore - secondo la ricostruzione fatta dai militari - ieri sera, evidentemente deluso dalla sconfitta riportata dalla squadra di calcio del Benevento, dopo aver forzato il cancello d'ingresso riservato agli atleti dello stadio comunale 'Santa Colomba', ha prima danneggiato le porte degli spogliatoi e, subito dopo, con una sedia trovata all'interno dello stesso parcheggio, ha mandato in frantumi i parabrezza anteriori ed i lunotti posteriori di cinque autovetture, appartenenti ai giocatori del Benevento. Lo stesso è stato poi denunciato per guida senza patente e gli è stata sequestrata anche l'autovettura, poichè era priva di copertura assicurativa. L'uomo è stato segnalato anche per l'applicazione del Daspo.
Divertente il fatto che uno che ti ha appena sfasciato l'auto venga poi denunciato per guida senza patente. Molto italiana come storia.

DIFFIDATO PER UNA MAGLIA. Daspo di cinque anni per un tifoso biancoceleste che al termine di Fiorentina-Lazio ha scavalcato la rete di recinzione del settore ospiti dello stadio, si è avvicinato al difensore laziale Luciani per avere la maglia, e che poi, mentre cercava di rientrare sugli spalti, è stato bloccato. Il tifoso, 34 anni di Latina, è stato portato in questura e nei suoi confronti è stato emesso un Daspo (Divieto di accesso a manifestazioni sportive) valido per cinque anni durante cui dovrà presentarsi agli uffici di polizia tre volte nei giorni in cui si disputeranno incontri della Lazio. E' stato anche denunciato per scavalcamento delle recinzioni e invasione del terreno di gioco.
Premesso che scavalcare i cancelli per avere la maglia, di questi tempi, non è una cosa molto furba... Perchè trattare sempre le persone da criminali applicando la stessa pena che si applicherebbe a un delinquente comune quando ha solo chiesto una maglietta? Come al solito, forti coi deboli...

PICCOLI HOOLIGANS CRESCONO. Sono stati sorpresi mentre pochi minuti prima del calcio di inizio di Roma-Napoli, stavano scavalcando la recinzione interna dello stadio Olimpico all'altezza di piazzale Pietro Dodi. I 3 giovani, di età compresa tra i 15 e i 17 anni, tutti di fede "giallorosa", sono stati bloccati e perquisiti: all'interno delle loro borse sono sbucati fuori 2 fumogeni, 23 petardi ed un bastone metallico della lunghezza di circa 120 cm. I tre minori sono stati denunciati con l'accusa di scavalcamento in occasione di competizioni agonistiche e possesso di artifizi pirotecnici in occasione di manifestazioni sportive. L'operazione è stata condotta dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia Roma Trionfale in collaborazione con quelli del VI battaglione "Toscana".
Ragazzini di 13 anni, se dovete portare allo stadio fumogeni e petardi, scavalcate senza farvi sgamare!

VERSILIA D'ASSALTO. Che la giornata fosse a rischio si sapeva da tempo. Troppo pericoloso quell'incrocio fra tifosi del Viareggio e della Lucchese, al seguito delle proprie squadre impegnate entrambe in Umbria (rispettivamente, Perugia e Gubbio). E le cassandre hanno avuto ragione: un gruppo di tifosi bianconeri, sulla statale 73 che congiunge Arezzo e Sansepolcro, ha preso a sprangate un'auto con tre tifosi lucchesi. Ingenti i danni al mezzo (tutti i vetri sono andati in frantumi), ma solo qualche escoriazione per gli occupanti. È riuscito invece a "fuggire" l'autobus che portava il grosso dei supporter rossoneri. Un episodio che ancora è da chiarire nella dinamica (sta indagando la polizia di Arezzo che ha già identificato alcuni ultrà viareggini), ma che comunque arriva al culmine di una rivalità che - già storica - si è accesa nel derby di Coppa Italia di metà agosto. Quando, a un mese e mezzo di distanza dalla strage del 29 giugno, dalla curva Ovest del Porta Elisa si levarono grida e cori del tipo «Viareggio in fiamme» e «29 sono pochi» (in riferimento al numero delle vittime).  Sarà da stabilire la premeditazione del fatto di ieri. Certo è che la strada sulla quale è avvenuta non è quella più breve per raggiungere Perugia (dove giocavano le Zebre) da Viareggio. Il tafferuglio ha avuto come palcoscenico una piazzola di sosta fra le località di Torrino e Palazzo Pero. I viareggini, a bordo di tre minivan sono entrati nell'area proprio mentre la "comitiva" rossonera (un bus e alcune auto) stava per ripartire. Secondo le prime ricostruzioni, a iniziare l'offensiva sarebbero stati i bianconeri, tirando sassi verso il pullman. Quest'ultimo, comunque, è riuscito a ripartire, per fermarsi poi solo qualche chilometro dopo. Non è andata meglio a una delle auto private, che è stata bloccata e presa a sprangate. Il guidatore è riuscito poi a ripartire e a dirigersi alla questura di Arezzo. La polizia, prima e durante la partita, ha identificato alcuni tifosi, per cercare di individuare i responsabili. L notizia si è rapidamente sparsa sugli spalti del "Curi" dove è stata appresa anche dal presidente del Viareggio Stefano Dinelli: «Questi fatti certamente non aiutano il calcio, anzi fanno solo male, perché rischiano di allontanare la gente dagli stadi - ha detto a caldo il numero uno bianconero -. La nostra concezione e l'esempio che dobbiamo seguire sono gli stadi all'inglese dove si viene per fare festa».
Un tempo si sarebbe parlato di "fuga rossonera". Il presidente del Viareggio, che parla di "stadi all'inglese", è la più degna chiusura di quest'articolo. Mi ricorda molto Marcello Cestaro...

Nessun commento: