UN PO' DI STORIA. Mantova è una di quelle piazze medio-piccole, ma con una grande tradizione di tifo. Come ce ne sono molte altre in Italia. Come anche la nostra Padova. Sono quelle piazze che hanno contribuito a costruire il "mito" del movimento ultras italiano sin dagli anni '70, dove c'è il tifo organizzato anche in piazze piccole e pure se la squadra si trova in categorie infime. Nella città di Virgilio il primo nucleo di tifosi organizzati si formò intorno al 1968, sotto il nome di Arditi. Più che di ultras, si trattava di un tifo dalle forme ruspanti, a livello di club. Gli ultras veri e propri nacquero intorno alla metà del decennio successivo, quando vennero alla luce gli Ultras ed i Commandos. Questi due gruppi inizialmente si mettevano in gradinata, poi presero posto nella Curva Te, tutt'oggi settore storico del tifo virgiliano. Verso la fine del decennio, nacquero anche le Brigate Biancorosse. I quattro gruppi continuarono a portare i rispettivi vessilli fino al 1982 circa, quando si decise un'unificazione del tifo dietro le insegne del Commando Ultrà Curva Te (CUCT). Esperienza che durò fino al 1986 quando in seguito alla retrocessione in C2 dei biancorossi il CUCT si sciolse. Toccò ai "giovani" Virgilian's Kaos prendere in mano le redini della tifoseria, coadiuvati dalla Vecchia Guardia, club nato un anno prima dalle ceneri dei tre gruppi fondatori (Ultras, Commandos e Arditi).
Solo nel 1992/93 il Mantova tornò in C1 e l'anno successivo sfiorò una storica promozione in serie B. La tifoseria a questo punto dopo tutta la merda mangiata negli anni precedenti, tornò a lievitare. Nel 1993 nacquero gli Skonvolts, la cui base proveniva dal popolare quartiere di Lunetta, gruppo molto sbandato il cui nome (ci tengono a sottolinearlo) rappresenta la precisa mentalità degli aderenti ("Tutti allo sbando siam fatti a modo nostro... senza rispetto e senza disciplina, ci sconvolgiamo dalla sera alla mattina...", 'na banda de fanechi insomma!). Nello stesso anno nacquero anche i Viking Asola, che oggi rappresentano il gruppo più numeroso proveniente dalla provincia. Provincia che, va detto, contribuisce e non poco a sollevare le sorti della curva biancorossa: basta pensare a quanti gruppi in quegli anni e nel periodo successivo fino ad arrivare ai nostri giorni, portano il nome di qualche paese del mantovano, dalle Skegge di Gonzaga alle Alcooliche di Bagnolo e Bozzolo, dal Tranquil Group di Romanore ai VK Sezione (che non so di preciso di dove siano ma non mi pare di Mantova città), fino ai Nord Kapp di Casaloldo.
Il 1993/94 è l'anno degli esodi virgiliani, con la squadra che lotta per la B ed il popolo mantovano che spesso e volentieri invade gli stadi del girone A della C1. 5000 a Bologna, 2500 a Ferrara. Per buona parte del campionato i biancorossi occupando la prima piazza della classifica, ma la beffa arriva sul finale. Sconfitto dal Como, il Mantova si fa superare dal Chievo (che poi diventerà il Chievo dei miracoli) ed ai playoff lo stesso Como sbatte fuori i biancorossi in semifinale. Un'inculata mica da ridere: in quella stessa estate del 1994 il Mantova Calcio fallisce ed è costretto a ripartire dall'Eccellenza. I tifosi non mollano, ma cominciano anni bui e trasferte in campi da patronato. Solo dieci anni dopo i virgiliani ritroveranno la C1 perduta e, grazie all'impegno di un presidente giovane ed ambizioso come Lori, arriva subito anche la B. Nel frattempo anche in curva le cose cambiano, i Virgilian's Kaos lasciano pian piano il comando ai più giovani e volitivi Skonvolts, ma non sempre saranno rose e fiori. E così si decide per l'unificazione dietro Ultras Mantova, che portano tutt'oggi (Autorizzato?). Nella prima stagione di cadetteria il Mantova sfiora anche la serie A, persa contro il Toro ai playoff. L'entusiasmo è a mille con la squadra che viene seguita ovunque da un gran numero di tifosi. Negli anni successivi questo entusiasmo è un pò calato, ma i virgiliani rimangono comunque dotati di una buona base di tifosi, e dall'età media anche piuttosto elevata. Pertanto domenica è facile preventivare che, nonostante l'andamento pessimo in campionato, arrivino in parecchi all'Euganeo, complice la giornata festiva, complice la reciproca antipatia. Facciamo in modo di non mancare noi.
RAPPORTI. I virgiliani sono gemellati con bresciani, cesenati (che è preventivabile che ci siano domenica, visto che giocano alle 12,30 a Vicenza) e pratesi. Rivalità molto accese con modenesi, cremonesi, ferraresi e bolognesi. Tuttavia l'odio maggiore è con Verona, in parte dovuto al fatto che negli anni d'oro dell'Hellas molti loro concittadini preferivano seguire i gialloblù, in parte dovuto al fatto che in un'amichevole di metà anni '80 le Brigate Gialloblù fecero le loro belle scorribande nella città di Virgilio. Tuttavia, loro ci tengono molto a sottolineare non solo la rivalità con Verona, ma l'antipatia che provano per l'intero Popolo Veneto (domenica li sentirete gridare distintamente "Odio il Veneto!"), quindi anche noi siamo parte in causa.
Come ho già accennato sopra, esiste una certa antipatia reciproca fra noi e loro, pur se non ci siamo incontrati molto spesso. Nel 1987 in piena lotta per la serie B i biancoscudati raggiunsero Mantova in buon numero e ci fu più di qualche scaramuccia a margine della partita. Nel 2001 in C2 a rimetterci il naso fu un furbissimo tifoso biancoscudato che girava per la città virgiliana in pieno maggio con una splendida sciarpa di lana al collo. Naturalmente la sciarpa cambiò padrone ed io molto spesso vorrei conoscere qualcuno di questi fenomeni che saltuariamente compaiono sulla scena per dargli il resto. Almeno se decidesse di continuare a venire allo stadio è consapevole dei rischi. Nell'estate del 2005 poi ci fu la famosa amichevole di Piovene Rocchette dove pochi ragazzi biancoscudati si trovarono ad affrontare la "furia", il "coraggio" e l'"ardimento" di centinaia di virgiliani. Nel febbraio del 2004 invece andando a Lumezzane, avevamo trovato alcune macchinate di tifosotti loro con tanto di sciarpe e da autentici signori li avevamo risparmiati. Sempre detto che siamo troppo buoni, e sempre con tifoserie che non lo meritano. Insomma, ci potrebbero quasi essere tutti i presupposti per una sana domenica di divertimento...
GIUDIZIO PERSONALE. Parto da un'episodio: nel maggio del 2001 eravamo già promossi in C1 e affrontammo l'ultima partita a Mantova (di sabato fra l'altro) in pochi. Tipico atteggiamento supponente di molti padovani. Atteggiamento che ebbe delle conseguenze per uno che ci rimise la sciarpa ed il naso. Noi che eravamo un pò più dritti, arrivammo con delle macchinate e privi di scorta nei pressi dello stadio, proprio quando una vespa con a bordo due dei loro si avvicinò al cordone per sfottere i nostri. Nacque un pò di tensione sotto controllo, mentre noi in una decina stavamo arrivando di corsa alle spalle dei due malcapitati. Uno dei due appena si girò e ci vide arrivare ci rimase talmente di merda che ho ancora di fronte agli occhi l'immagine della sua faccia, con la bocca semiaperta come un'imprecazione trattenuta.... Purtroppo sul più bello arrivò la Digos di Padova a chiamare tutti noi per nome, e come credo sappiano in molti, non è una situazione facile dal punto di vista psicologico. Perdemmo così l'attimo buono per saltare addosso ai due malcapitati, il cordone ci spinse verso la nostra curva e i mantovani graziati tornarono così a offenderci ed a mostrarci le sciarpette appena rubate tirando un grosso sospiro di sollievo...
Quell'episodio mi rimase sullo stomaco, come ti rimangono sullo stomaco tutte le cose incompiute. Anche Piovene Rocchette mi rimase sullo stomaco, ma come ho già avuto modo di dire, certe cose le prendiamo troppo sottogamba come tifoseria, e così fu quel giorno....
In linea di massima ho una buona opinione dei mantovani, li reputo una buona tifoseria. Niente di eccelso, perchè hanno il loro bel seguito di tifosotti e sbandieratori, però qualche bel faccione e qualche personaggio c'è, come in tutte le tifoserie che hanno un minimo di serietà. Credo che abbiano il difetto di essere un pò troppo boccaloni, quello si. Inoltre credo che gli abbiamo regalato negli ultimi anni un pò troppa gloria, più per demeriti nostri che per meriti loro. Insomma, non sto dicendo che non sono nessuno, sto solo dicendo che non abbiamo niente in meno di loro. Ed allora mi aspetto che domenica lo dimostriamo...
Un'ultima cosa: spesso critico il gusto estetico della tifoseria biancoscudata, per le troppe bandierine da bancarella, per i troppi stendardi fatti a bomboletta. Bene, loro credo siano una delle poche tifoserie in Italia ad avere un gusto estetico peggiore del nostro quando a stendardi, pezze, striscioni e materiale. Giusto per la cronaca.
QUESTA E' UNA CURVA! Una cosa che mi preme sottolineare è il fatto che loro abbiano una vera curva! Ovviamente non intendo curva come composizione di persone, ma come settore dello stadio. Con la promozione in serie B infatti il Comune di Mantova decise di ricostruire la Curva Te in tubi innocenti a ridosso del campo. Ecco un'articolo apparso sul Mattino di quest'estate:
Trecento firme sul sito www.lapadovabene.it per chiedere la costruzione di una curva dietro la porta all’Euganeo. Il sindaco ha detto che non la farà, l’assessore Sinigaglia ha detto che si faranno altri interventi per la capienza, i tifosi insistono con il dire che la capienza è sufficiente, ci vuole una curva come quella del vecchio Appiani. A Mantova (giunta di centrosinistra) l’hanno fatta. Fabio Aldini, lei è assessore allo sport del comune di Mantova. Nel 2005, in occasione della promozione in serie B del Mantova calcio, avete deciso di costruire una nuova curva di metallo a ridosso della porta. Sì, l’abbiamo fatto sull’onda dell’entusiasmo della città. Abbiamo deciso in fretta, e nel giro di un mese e mezzo la curva in tubi portanti di metallo era pronta. Soddisfatti della scelta? Sì, l’abbiamo costruita sopra la pista-velodromo che c’era intorno al campo di calcio e non era usata quasi mai. Abbiamo fatto una curva a dieci metri dal campo e di quattordici metri di altezza, può ospitare 4.500 tifosi. La squadra li sente, eccome. I costi? Circa due milioni di euro, qualche privato ci ha dato una piccola mano. Il nostro stadio aveva bisogno di essere adeguato. Pentiti? Assolutamente no, la città ci è grata, i tifosi sono entusiasti, la squadra sa di avere il famoso dodicesimo uomo. Il comune di Padova dice di non avere soldi per costruirne una simile. Posso capirli, questo non è il momento economicamente migliore per le amministrazioni comunali. (Leandro Barsotti)
Insomma nel giro di un'estate a Mantova gli hanno costruito una curva a bordo campo fatta come si deve. E qui ci dicono che non ci sono soldi, però hanno costruito un palazzetto nuovo di pallino sul parcheggio. E, se avete letto qualche giorno fa, i soldi inizialmente stanziati per costruirlo non bastano, quindi voi STUPIDI cittadini padovani che l'avete votato tirerete fuori altri soldi per la costruzione di quel palazzetto, alla faccia della crisi. Ben vi sta. Succede quando si ha una giunta composta da pupazzi come abbiamo qui a Padova, e la cosa brutta è vedere che c'è gente che continua a votarli e che si arrampica sugli specchi per difenderli. Vedi il presidente Cestaro. Ora io non vorrei dire, ma questa settimana abbiamo letto l'ennesimo appello strappalacrime al pubblico, e sinceramente questa sta diventando una cosa stucchevole: caro presidente, se vuole un pubblico caldo ed affezionato, cominci a guardare più in la del proprio naso, ed a tutelare maggiormente i suoi tifosi, cosa che lei non ha mai fatto... Oppure la pianti di lamentarsi che c'è poco pubblico, perchè vuol dire che questo è il pubblico che si merita... Senza offesa ne rancore.
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