Avrete notato dei manifesti come questi in giro per la città... Prima di dire la mia però voglio fare una premessa: non ho nulla contro quei tifosi biancoscudati con idee di sinistra. Per me, quando uno ha il Calcio Padova nel cuore ed allo stadio ci va per il Padova, può avere le idee politiche che vuole. Quello che mi da fastidio, che mi ha sempre dato fastidio e che sempre me ne darà sono il qualunquismo e l'opportunismo che da queste parti la fanno spesso e volentieri da padroni; e che sono le bandiere di determinati personaggi molto poco ribelli e molto politicanti...
Come ho detto più volte in passato, quando il Calcio Padova gira, tutti si riscoprono tifosi un pò a comodo, ed è il caso degli amici del Pedro... Ma come ben sapete io ho la memoria parecchio lunga e non mi ingannano le belle parole e le operazioni di marketing studiate a tavolino con tanto di foto di Willy Jiday in primo piano... Per esempio, una delle tante "dicerie" da smentire è che l'antipatia dei disobbedienti padovani (che poi anche li avrei da dire: il centro sociale ha sede a Padova ma mi sembra che di padovani ce ne siano molti pochi li in mezzo...) sia nata negli anni in cui la curva biancoscudata ha preso (giusto o sbagliato che fosse) una determinata piega politica, ovvero nella seconda metà degli anni '90: in realtà il primo pesante scazzo risale al 1987, quando la curva patavina non aveva certo un'immagine schierata e quando ancora c'erano i vecchi ultras del Ghetto (che tutto erano, tranne che di destra!) e stava emergendo "l'ala giovane" di Piazza Cavour. L'occasione si presentò a Padova-Reggiana, quando un gruppo di autonomi (allora si facevano chiamare così...) si presentò in curva e nell'intervallo non trovò di meglio da fare che tentare di aggredire un esponente "storico" legato ai tempi al Fronte della Gioventù. Non ho la certezza matematica di cosa ci facessero degli autonomi in curva, pare che negli ambienti di sinistra si parlasse di costituire un gruppo organizzato allo stadio per contrastare "l'avanzata" di Piazza Cavour. Ma, ripeto, sono voci. Di sicuro è che quei signori (tranne forse qualche caso più isolato che raro) non erano frequentatori abituali dello stadio, che il loro gesto gli si ritorse contro scatenando le reazioni della curva di allora, e che la reazione non fu dettata certo da convinzioni politiche ma diciamo così dall'aver "pisciato fuori dal vaso". Poi venne avanti un nuovo decennio, la curva biancoscudata si spostò sempre più verso destra con il ricambio generazionale e nelle menti di questi ragazzotti cominciò a farsi largo l'associazione "sciarpa del Padova al collo=naziskin". Un vero peccato che in mezzo a questa associazione di idee tutta loro ci sia finita spesso e volentieri anche gente che con la politica non centrava assolutamente nulla. Ma loro erano i duri e puri, i paladini della giustizia sociale e dell'antirazzismo. Quelli che facevano la manifestazione antirazzista all'Euganeo in occasione di Padova-Cosenza, promettendo cinquemila presenze che poi misteriosamente erano meno di quattrocento. Quelli che per il centro giravano con le sciarpe del Cittadella. Quelli che il loro leader si faceva riprendere (dopo aver subito un'arresto in Danimarca) in conferenza stampa con la sciarpetta del Venezia al collo. Talmente antirazzisti da diventare loro stessi i primi razzisti verso chi non seguiva il loro punto di vista in termini di look e di abbigliamento... Insomma, il Padova ed i suoi tifosi li hanno sempre visti con il fumo negli occhi; e pure chi come il sottoscritto in fondo pensa che sarebbe bello che tutta la città tifasse Padova, è giunto alla conclusione che di certa gente si poteva benissimo fare a meno e questo a prescindere dalle idee politiche (anche perchè proprio non vedo l'utilità sociale di certe persone...).
Ma i tempi cambiano, e pure gli ex-autonomi cambiano pelle diventando "disobbedienti": cominciano ad accorgersi per esempio che i soldi non gli fanno così tanto schifo. E così Radio Sherwood, da festa "antagonista" padovana diventa l'evento mondano dell'estate in cui si esibiscono anche gruppi ed artisti di un certo calibro. E così i leader di questi paladini della giustizia sociale cominciano a girare con macchine da ottantamila euro. E così anche il Padova non è più visto come il fumo negli occhi, specie quando comincia ad interessare un pò tutta la città e diventa un'opportunità di far cassa. Insomma, anche loro con gli anni si sono confermati dei "compagni all'italiana", cuore a sinistra e portafoglio a destra.
Cos'altro aggiungere? Non mi sembra il caso di scadere nel becero di fronte a personaggi che alla fine si commentano da soli... Complimenti per l'iniziativa commerciale, questo si, hanno saputo anticipare la tendenza di una città che su certe cose dorme ancora troppo per essere il cuore del Nord-est!
Ai ragazzi che vogliono tifare Padova invece dico che per questo esiste lo stadio. Lasciate che le partite in TV se le guardino pure Max Gallob & C., chissà magari fra qualche anno cominceranno a trasmettere pure quelle del San Precario, la loro vera squadra. "Tutti a destra, NO NO! Tutti a sinistra alè alè..."... Ma el rassismo no so gnanca cosa l'è: mi me lavo la faciona tuti i giorni nel bidè!
IL CASO ELIAKWU. Prima di rispondere in via ufficiale alle dichiarazioni del post partita del Presidente del Gallipoli D’Odorico il Calcio Padova ha atteso si pronunciasse il Giudice Sportivo. Apprendiamo che oggi pomeriggio il Giudice Sportivo di serie B, in merito all’episodio citato, ha soltanto rilevato il comportamento ostile tenuto in campo dal giocatore del Gallipoli Eliakwu nei riguardi del nostro capitano Vasco Faisca, giustamente sanzionato con un’ammonizione dall’arbitro e confermata dal Giudice Sportivo sulla base dei referti dell’arbitro Nasca di Bari, dell’Ispettore di Lega e del rappresentante della Procura Federale presenti alla gara. Il Direttore Generale del Padova Gianluca Sottovia ha così commentato la vicenda: “Dopo il comunicato emesso dalla Lega Calcio riconfermo quanto avevamo detto nel dopo partita, ovvero che nessun cenno razzista si era levato dalle tribune all’entrata in campo di Eliakwu, ma le grida si erano levate dagli spalti subito dopo lo scontro tra il giocatore del Gallipoli e il nostro capitano, a seguito dell’atteggiamento ostile e prontamente sanzionato, di Eliakwu. Al Presidente D’Odorico, che tra l’altro ha visto un rigore che non c’era, dico che non abbiamo nulla da imparare da lui e che non deve permettersi di dare lezioni ai nostri dirigenti e ai nostri tifosi. La nostra tifoseria ultimamente, su questi temi, si è comportata sempre in modo corretto e proprio noi dirigenti dovremmo tenere ancor più un comportamento serio e responsabile nelle nostre dichiarazioni, se vogliamo svelenire il clima attorno al calcio. In ogni caso è anche importante far sapere che stamattina mi sono subito sentito al telefono con il DG del Gallipoli Vittorio Fioretti ed abbiamo chiarito immediatamente, e ciò mi fa molto piacere per i buoni rapporti che vogliamo intrattenere con tutte le Società. Nel caso di D’Odorico, che è nel calcio solo da pochi mesi, lo perdoniamo, perché pensiamo si sia trattata solo di una caduta di stile dovuta all’inesperienza.”
Per una volta, sono stato piacevolmente smentito: come ricorderete ad inizio settimana avevo previsto una bella multa al Padova! Invece a quanto pare con la categoria sono cambiate anche le testa: se in serie C il Padova veniva spesso multato "a gratis" forse perchè era una delle poche società che pagavano, oggi almeno c'è un minimo di obiettività nell'analizzare i fatti. Certo, rimane l'amarezza per i tanti, troppi episodi del passato in cui sono state regalate (nel vero senso della parola) sanzioni al Padova per episodi di razzismo completamente inventati... Ricordate la multa per l'esposizione di una bandiera con l'aquila (era quella del Fronte Opposto) ad Albinoleffe? Ricordate gli ululati di Padova-Reggiana? Ricordate la diffida del campo presa a Cittadella per una presunta battuta sulla cioccolata pronunciata da un tifoso fuori dagli spogliatoi? Ricordate la squalifica del campo presa a Lumezzane poi tradotta in multa perchè gli ululati non erano stati effettivamente sentiti (che poi viene da dire, se non ci sono stati gli ululati perchè devo pagare la multa?)? Ecco, credo che la cosa più giusta che potrebbero fare oggi molti giornalisti e pure qualche dirigente sia chiedere scusa alla curva per averla troppo spesso utilizzata come capro espiatorio....
Poi possiamo parlare per ore di cosa sia razzismo e di cosa non lo sia, come del fatto che i tifosi allo stadio vanno per divertirsi e che l'ululato sia una forma di sfottò e non di razzismo vero e proprio. Ma ci sarà modo di farlo...
2 commenti:
Sono d'accordo su tutto quello che hai scritto in questo post. L'unico appunto che mi sento di farti è sull'ultima frase: l'ululato non è una forma di sfottò. Lo sarebbe se fosse un buuu, ma quelli che si sentono (ormai pochi e molto spesso sovrastati dai fischi) sono molto spesso uh uh uh che riporta il verso della scimmia. Questi si sentono solo ad indirizzo di giocatori di colore e sono razzisti. Ripeto, ormai sono molto pochi i ragazzi che li emettono, e scommetto che sono pochi ragazzini che hanno tanta voglia di mettersi in mostra, ma non puoi dire che questi non sono a sfondo razzista.
Ciao, complimenti per il blog.
beh,anche se politicamente ti senti "neutro" sembra chiara la tua antipatia verso i pedrini ma si vede che non lo hai mai frequentato tranne che per fumarti uno spinello o per vedere gli skiantos...la tua osservazione sull'attitudine di un vero tifoso è correttissima(si va allo stadio ,zio can!) ma trovo positivo anche che qualcuno si sbatti per far vedere le trasferte(lo hanno fatto anche all'Appiani in festa quest'anno).D'accordo anche che l'amore per la propria squadra resti tale e non un oggetto propagandistico politico(cosa ormai rara).
saluti biancoscudati.
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