Padova-Cesena non sarà mai per me una partita qualsiasi. Come non lo sarà mai per qualsiasi tifoso biancoscudato. Cesena per tutti qui significa spareggio per la serie A. Significa Cremona 15 giugno 1994. Una pagina storica per la Padova calcistica, anche se la serie A significò il capolinea di tante, troppe cose belle... Ma Padova-Cesena per me è un classico, una tifoseria più che degna rivale, uno stadio (il Manuzzi) che gli invidio e una trasferta che non mi vorrei mai perdere... Andiamo ad analizzarli da vicino.
SCHACHNER CAPO ULTRA'. Il tifo ultras a Cesena nasce come nella stragrande maggioranza delle città italiane, a metà degli anni '70. Fu infatti nel 1974 che video la luce gli Ultras e le Brigate Bianconere. In quegli anni la compagine romagnola militava in serie A e conobbe addirittura l'Europa con la partecipazione alla Coppa Uefa. L'avventura europea durò molto poco (fuori al primo turno contro il Magdeburgo) ma tanto bastò per cementare il tifo per i bianconeri in tutta la Romagna. Il Cesena infatti trova il grosso del suo seguito al di fuori dei confini comunali: i tifosi bianconeri vengono da Forlì, da Imola, da Faenza, dalla provincia di Ravenna e da quella di Rimini... Il Cesena è visto come l'antagonista naturale al Bologna, squadra simbolo della regione mentre i bianconeri rappresentano più la costa e la gente romagnola, più sanguigna e passionale rispetto ai compassati emiliani.
Ad ogni modo nel 1981 arriva a Cesena il centravanti austriaco Walter Shachner, ed il suo acquisto provoca grande entusiasmo in tutta la città. Anche il gruppo principale del tifo, le Brigate Bianconere, decidono di cambiare il loro nome in Weissschwarz Brigaden, lo stesso nome in versione tedesca, in onore del bomber. Un tocco di originalità in un periodo storico in cui va molto l'inglese (Fighters, Boys...) o il gergo militare (Brigate, Fedayn, Tupamaros...). Schachner rimase in bianconero appena un paio di stagioni, ma il nome del gruppo principare è rimasto invariato fino ad oggi. Con i loro 29 anni di attività, le WSB fanno parte per forza di cose dell'elite dei gruppi storici italiani.
Nel corso degli anni '80 la curva mare cresce enormemente ed alle WSB si aggiungono numerosi altri gruppi che in un modo o nell'altro faranno la storia della tifoseria bianconera. E' il caso dei Viking di Forlì, degli Sconvolts, del Bronx Vigne ma sopratutto dei Mad Man di Bellaria. Questi ultimi meritano una parentesi a parte in quanto fin dalla fondazione hanno rappresentato in qualche modo "l'ala radicale" della Curva Mare: sfrontati, tosti e sempre pronti allo scontro, hanno il loro quartier generale nella cittadina rivierasca a pochi chilometri da Rimini. E proprio la leggenda narra che un tempo i bellariesi fossero più vicini ai colori biancorossi del Rimini Calcio. Poi per alcune incomprensioni finirono con l'allontanarsi dalla curva riminese, ed alcuni di Bellaria cominciarono a seguire il Cesena facendosi notare. Nel 1988 vide la luce il loro storico striscione, con la bandiera colombiana di sfondo, scelta per l'abbinamento dei colori (ma beato chi ci crede!). In quegli anni i cesenati si scontravano con gioiellini del calibro di bolognesi e viola, mentre cresceva l'amicizia storica con Brescia. Scioltisi al decimo anno di vita in aperta contestazione con la gestione societaria (che nel frattempo aveva riportato i romagnoli in terza serie) i Mad Man tornarono poi a frequentare lo stadio ma non più dietro lo storico striscione ma dietro un nuovo vessillo (che nei caratteri e nel colore richiama comunque quello vecchio) raffigurante la B di Bellaria.
Oggi come oggi la Curva Mare è retta dal duo WSB-Sconvolts nell'anello superiore e dai ragazzi di Bellaria nell'anello inferiore. In trasferta i bellariesi usano spesso muoversi per conto loro evitando le scorte e cercando di "salutare" la tifoseria avversaria. Lo scorso campionato di C vide i cesenati mattatori dell'intera stagione del tifo vuoi per le presenze numeriche rilevanti anche in trasferta, vuoi per il modo sfrontato di muoversi in tutti gli stadi (Venezia, Cremona, Ferrara, Padova...). Insomma, sono una delle (poche) realtà ancora vive nel desolante panorama italiano, e per questo da tenere d'occhio più che mai...
NOI E LORO. Fra le due tifoserie non c'è mai stata troppa simpatia, anzi... I primi contatti seri sono datati stagione 1983/84, e come molte rivalità nasce per motivi un pò futili. Ma è così che va la storia. Pare infatti che in Curva Nord si diffuse la voce di un'amicizia dei romagnoli con i nemici storici triestini (cosa che non ha mai trovato conferma) e a fine partita i loro pullman parcheggiati in Prato della Valle rimasero vittime di una sassaiola. Pare anche che per poco non gli venne sottratto lo striscione, ma il lungo "tiro alla fune" fra le due fazioni, vide alla fine prevalere i bianconeri. Nella stagione successiva gli scontri si replicarono al Manuzzi, e diversi tosi vennero fermati e trattenuti al locale commissariato.
Le strade poi si divisero fino agli anni '90: nella stagione 1991/92 a Cesena verso la fine della partita ci furono non poche tensioni, con i padroni di casa che vennero nei Distinti a provocare ed alcuni dei tosi della Piazza che scavalcarono le reti divisorie. Volarono cinturate e pure zaffate di gas anti-uomo (che al tempo si era diffuso come una moda a Padova, sulla spinta di qualcuno che era andato in gita in Francia procurandone diverse confezioni). Intervenne la polizia a sistemare tutto. L'anno successivo uno dei nostri pullman, quello più pesante, uscì al casello prima e arrivò quasi indisturbato nei paraggi della curva di casa dove venne intercettato dalla Digos. Al ritorno una leggerezza della polizia mandò i cesenati a fare i biglietti nella biglietteria sotto i distinti: nacque un corpo a corso con i nostri di una decina di minuti. L'ultimo contatto che ricordi si è avuto nella stagione della promozione in A, 93/94, quando un pulmino bianconero ebbe la pessima idea di transitare sotto il chiosco dell'Appiani...
Col trasferimento all'Euganeo, la situazione si è molto tranquillizzata. Solo l'anno scorso i bianconeri si presentarono circa due ore prima della partita in un bar a un chilometro dallo stadio. Un bel numero.
Li ritengo una delle poche realtà ultras ancora in salute, e la cosa non è per caso. Si chiama attaccamento (in primis) e presenza attiva di gente d'esperienza nel gruppo, con un cervello ancora ben funzionante. Cosa non da tutti. Nel prossimo paragrafo cercherò di analizzare questo loro stato di salute...
COL VENTO IN POPPA. Spesso qui a Padova ci lamentiamo di mille cose, che vanno dalla scarsa partecipazione della città e della tifoseria alle vicende della squadra fino allo stato della tifoseria che non piace a tutti per mille e mille motivi. A Cesena invece (che è una realtà per storia, tradizione e numeri abbastanza simile alla nostra) va tutto abbastanza bene. Miracolo? No di certo. Diciamo che da quelle parti hanno una tradizione che abbraccia tutta la Romagna, e non solo una città ed una provincia, e questo è un vantaggio non da poco. Hanno avuto la fortuna di vivere la serie A e l'Europa a cavallo fra gli anni '70 ed '80, quando il fenomeno ultras si sviluppava e questo gli ha portato molto seguito. Hanno dei gruppi storici che hanno superato i vent'anni di attività (WSB, Sconvolts, Bellaria...). Hanno gente vecchia che fa da guida e che ancora porta avanti i gruppi. Hanno saputo dare seguito al ricambio generazionale, coinvolgendo i giovani e portandoli ad attaccarsi ai gruppi. Hanno saputo tenere unita la curva, superando le beghe fra gruppi ed avvicinando lo "zoccolo duro" e tutti quelli che vivono la curva un maniera più leggera, lasciando fuori tutto ciò che poteva dividere l'ambiente a partire dalla politica. Certo hanno uno stadio molto più bello del nostro, certo forse hanno anche una società che i tifosi li attira e li fidelizza senza trattarli come corpi estranei sul modello del Calcio Padova. Hanno sopratutto la mentalità di SEGUIRE IL CESENA ALLO STADIO, sia in casa che in trasferta, e non solo gli Ultras: il Romagnolo al Manuzzi ci va eccome, novemila abbonati non sono uno scherzo e sopratutto non illudetevi che siano tutti di Cesena, o di Forlì! Ecco, forse hanno una cosa in più di noi: parlano meno ed agiscono molto di più e tutto per il bene comune della tifoseria. Quando impareremo tutti questo anche a Padova, state pur tranquilli che li schiacceremo. Quando...
SCHACHNER CAPO ULTRA'. Il tifo ultras a Cesena nasce come nella stragrande maggioranza delle città italiane, a metà degli anni '70. Fu infatti nel 1974 che video la luce gli Ultras e le Brigate Bianconere. In quegli anni la compagine romagnola militava in serie A e conobbe addirittura l'Europa con la partecipazione alla Coppa Uefa. L'avventura europea durò molto poco (fuori al primo turno contro il Magdeburgo) ma tanto bastò per cementare il tifo per i bianconeri in tutta la Romagna. Il Cesena infatti trova il grosso del suo seguito al di fuori dei confini comunali: i tifosi bianconeri vengono da Forlì, da Imola, da Faenza, dalla provincia di Ravenna e da quella di Rimini... Il Cesena è visto come l'antagonista naturale al Bologna, squadra simbolo della regione mentre i bianconeri rappresentano più la costa e la gente romagnola, più sanguigna e passionale rispetto ai compassati emiliani.
Ad ogni modo nel 1981 arriva a Cesena il centravanti austriaco Walter Shachner, ed il suo acquisto provoca grande entusiasmo in tutta la città. Anche il gruppo principale del tifo, le Brigate Bianconere, decidono di cambiare il loro nome in Weissschwarz Brigaden, lo stesso nome in versione tedesca, in onore del bomber. Un tocco di originalità in un periodo storico in cui va molto l'inglese (Fighters, Boys...) o il gergo militare (Brigate, Fedayn, Tupamaros...). Schachner rimase in bianconero appena un paio di stagioni, ma il nome del gruppo principare è rimasto invariato fino ad oggi. Con i loro 29 anni di attività, le WSB fanno parte per forza di cose dell'elite dei gruppi storici italiani.
Nel corso degli anni '80 la curva mare cresce enormemente ed alle WSB si aggiungono numerosi altri gruppi che in un modo o nell'altro faranno la storia della tifoseria bianconera. E' il caso dei Viking di Forlì, degli Sconvolts, del Bronx Vigne ma sopratutto dei Mad Man di Bellaria. Questi ultimi meritano una parentesi a parte in quanto fin dalla fondazione hanno rappresentato in qualche modo "l'ala radicale" della Curva Mare: sfrontati, tosti e sempre pronti allo scontro, hanno il loro quartier generale nella cittadina rivierasca a pochi chilometri da Rimini. E proprio la leggenda narra che un tempo i bellariesi fossero più vicini ai colori biancorossi del Rimini Calcio. Poi per alcune incomprensioni finirono con l'allontanarsi dalla curva riminese, ed alcuni di Bellaria cominciarono a seguire il Cesena facendosi notare. Nel 1988 vide la luce il loro storico striscione, con la bandiera colombiana di sfondo, scelta per l'abbinamento dei colori (ma beato chi ci crede!). In quegli anni i cesenati si scontravano con gioiellini del calibro di bolognesi e viola, mentre cresceva l'amicizia storica con Brescia. Scioltisi al decimo anno di vita in aperta contestazione con la gestione societaria (che nel frattempo aveva riportato i romagnoli in terza serie) i Mad Man tornarono poi a frequentare lo stadio ma non più dietro lo storico striscione ma dietro un nuovo vessillo (che nei caratteri e nel colore richiama comunque quello vecchio) raffigurante la B di Bellaria.
Oggi come oggi la Curva Mare è retta dal duo WSB-Sconvolts nell'anello superiore e dai ragazzi di Bellaria nell'anello inferiore. In trasferta i bellariesi usano spesso muoversi per conto loro evitando le scorte e cercando di "salutare" la tifoseria avversaria. Lo scorso campionato di C vide i cesenati mattatori dell'intera stagione del tifo vuoi per le presenze numeriche rilevanti anche in trasferta, vuoi per il modo sfrontato di muoversi in tutti gli stadi (Venezia, Cremona, Ferrara, Padova...). Insomma, sono una delle (poche) realtà ancora vive nel desolante panorama italiano, e per questo da tenere d'occhio più che mai...
NOI E LORO. Fra le due tifoserie non c'è mai stata troppa simpatia, anzi... I primi contatti seri sono datati stagione 1983/84, e come molte rivalità nasce per motivi un pò futili. Ma è così che va la storia. Pare infatti che in Curva Nord si diffuse la voce di un'amicizia dei romagnoli con i nemici storici triestini (cosa che non ha mai trovato conferma) e a fine partita i loro pullman parcheggiati in Prato della Valle rimasero vittime di una sassaiola. Pare anche che per poco non gli venne sottratto lo striscione, ma il lungo "tiro alla fune" fra le due fazioni, vide alla fine prevalere i bianconeri. Nella stagione successiva gli scontri si replicarono al Manuzzi, e diversi tosi vennero fermati e trattenuti al locale commissariato.
Le strade poi si divisero fino agli anni '90: nella stagione 1991/92 a Cesena verso la fine della partita ci furono non poche tensioni, con i padroni di casa che vennero nei Distinti a provocare ed alcuni dei tosi della Piazza che scavalcarono le reti divisorie. Volarono cinturate e pure zaffate di gas anti-uomo (che al tempo si era diffuso come una moda a Padova, sulla spinta di qualcuno che era andato in gita in Francia procurandone diverse confezioni). Intervenne la polizia a sistemare tutto. L'anno successivo uno dei nostri pullman, quello più pesante, uscì al casello prima e arrivò quasi indisturbato nei paraggi della curva di casa dove venne intercettato dalla Digos. Al ritorno una leggerezza della polizia mandò i cesenati a fare i biglietti nella biglietteria sotto i distinti: nacque un corpo a corso con i nostri di una decina di minuti. L'ultimo contatto che ricordi si è avuto nella stagione della promozione in A, 93/94, quando un pulmino bianconero ebbe la pessima idea di transitare sotto il chiosco dell'Appiani...
Col trasferimento all'Euganeo, la situazione si è molto tranquillizzata. Solo l'anno scorso i bianconeri si presentarono circa due ore prima della partita in un bar a un chilometro dallo stadio. Un bel numero.
Li ritengo una delle poche realtà ultras ancora in salute, e la cosa non è per caso. Si chiama attaccamento (in primis) e presenza attiva di gente d'esperienza nel gruppo, con un cervello ancora ben funzionante. Cosa non da tutti. Nel prossimo paragrafo cercherò di analizzare questo loro stato di salute...
COL VENTO IN POPPA. Spesso qui a Padova ci lamentiamo di mille cose, che vanno dalla scarsa partecipazione della città e della tifoseria alle vicende della squadra fino allo stato della tifoseria che non piace a tutti per mille e mille motivi. A Cesena invece (che è una realtà per storia, tradizione e numeri abbastanza simile alla nostra) va tutto abbastanza bene. Miracolo? No di certo. Diciamo che da quelle parti hanno una tradizione che abbraccia tutta la Romagna, e non solo una città ed una provincia, e questo è un vantaggio non da poco. Hanno avuto la fortuna di vivere la serie A e l'Europa a cavallo fra gli anni '70 ed '80, quando il fenomeno ultras si sviluppava e questo gli ha portato molto seguito. Hanno dei gruppi storici che hanno superato i vent'anni di attività (WSB, Sconvolts, Bellaria...). Hanno gente vecchia che fa da guida e che ancora porta avanti i gruppi. Hanno saputo dare seguito al ricambio generazionale, coinvolgendo i giovani e portandoli ad attaccarsi ai gruppi. Hanno saputo tenere unita la curva, superando le beghe fra gruppi ed avvicinando lo "zoccolo duro" e tutti quelli che vivono la curva un maniera più leggera, lasciando fuori tutto ciò che poteva dividere l'ambiente a partire dalla politica. Certo hanno uno stadio molto più bello del nostro, certo forse hanno anche una società che i tifosi li attira e li fidelizza senza trattarli come corpi estranei sul modello del Calcio Padova. Hanno sopratutto la mentalità di SEGUIRE IL CESENA ALLO STADIO, sia in casa che in trasferta, e non solo gli Ultras: il Romagnolo al Manuzzi ci va eccome, novemila abbonati non sono uno scherzo e sopratutto non illudetevi che siano tutti di Cesena, o di Forlì! Ecco, forse hanno una cosa in più di noi: parlano meno ed agiscono molto di più e tutto per il bene comune della tifoseria. Quando impareremo tutti questo anche a Padova, state pur tranquilli che li schiacceremo. Quando...
1 commento:
ci sono delle inesatteze comunque bel articolo.
VIKING 1986 - senza paura
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