mercoledì 6 gennaio 2010

ALBINOLEFFE HOME




MICHELE, ANGELO E UNA CURVA... CHE NON C'E' PIU'! In settimana sono venuti a mancare due ragazzi che hanno per lungo tempo frequentato la curva. Non possiamo dimenticarli e li ricordiamo per le "belle" imprese compiute insieme. Ciao Michele. Ciao Angelo.
("Stile Appiani" del 5 gennaio 2010)

AMARCORD. l'Albinoleffe è una squadra nata dalla fusione delle rappresentative di due paesi della bergamasca: l'Albinese (di Albino) e il Leffe. La popolazione dei due paesi sommati non credo arrivi troppo sopra i diecimila abitanti, però questi giocano in B: si chiama capacità gestionale ed è una qualità tutta societaria. O hai dei dirigenti che ne sono dotati o ti attacchi al cazzo come si dice da queste parti. Normalmente è uno di quegli avversari "noiosi" e che al tempo stesso si vorrebbero evitare, perché in genere sono quelle squadrette che non hanno tifosi e molto spesso nemmeno uno stadio eppure contro le quali finisci per perdere. Quello che è capitato al Padova, e non una partita qualsiasi.... Era il 25 maggio del 2003, una calda domenica, anticipo di un'estate che fece segnare temperature-record. I biancoscudati avevano agguantato i playoff alla penultima in casa contro la Lucchese, i bergamaschi avevano chiuso il torneo al secondo posto alle spalle del Treviso. All'Euganeo il pubblico delle grandi occasioni: oltre 12000 spettatori, più visti nemmeno lo scorso anno! Era decisamente un'altra epoca: negli stadi potevi ancora esporre gli striscioni e fare coreografie senza rotture di cazzo inutili. E lo striscione esposto dalla Sud quella domenica fu significativo: "CIÒ PER CUI COMBATTIAMO CI RENDE NOBILI EROI IN NOME DI PADOVA: VINCERE!". La Sud era strapiena, in un contrasto stridente col centinaio scarso di tifosi bergamaschi al seguito. Ma era stata una stagione non facilissima nel suo complesso: una divisione nemmeno troppo latente fra singoli gruppi, diffide e le solite problematiche sul padovano medio che si fa trascinare dai risultati e per il resto caga poco la squadra della sua città.... Insomma i soliti discorsi che si fanno adesso, è cambiato poco! Forse i padovani dovrebbero capire che la cosa principale è seguire la squadra, che le chiacchiere stanno a zero e le polemiche su internet pure (ed in quel periodo la polemica era forte in rete, soprattutto per la troppo ostentata "vis" politica della tifoseria....). E forse anche i tosi bisognerebbe che capissero che per coinvolgerla la gente bisogna imparare prima di tutto a parlarci, ad esprimersi ed a farsi capire. Comunque sia questo è ininfluente col resto del discorso.... Un paio di settimane prima avevamo anche preso una bella ripassata dagli altri bergamaschi, quelli più grossi e più rompicojoni: era successo ad Alzano, altro campo della bergamasca, e come sempre si fa in questi casi si riflette su ciò che si è sbagliato, anche se in quel caso era piuttosto evidente la cosa.... Comunque per l'occasione eravamo parecchio in forma, la Sud faceva vibrare l'aria come non la sentivo da anni. A raffreddarci ci pensò una punizione di Regonesi da quaranta metri che Colombo sottovaluto colpevolmente.... Qualche minuto prima l'arbitro aveva negato un gol grande come una casa a Porrini, con la palla dentro di mezzo metro. In seguito aveva pareggiato Orlando, ma più passavano i minuti e più i biancoscudati rimanevano imbrigliati nella manovra dell'Albinoleffe, al quale un pareggio all'Euganeo per ragioni di classifica stava più che bene. A tempo scaduto arrivo anche la beffa, atroce, su rigore. Una mazzata. Sette giorni più tardi a Cremona andammo a vincere inutilmente per 1-0, con Rossetti che al novantesimo da buona posizione calcio fuori a fil di palo il pallone che ci avrebbe spalancato le porte della finale. Ci furono anche degli scazzi fra di noi su cui preferisco sorvolare, chi vi ha preso parte conosce tutti i retroscena, chi non vi ha preso parte non sono cazzi suoi.... Fuori dallo stadio si movimentò un pò la giornata e la questura di Cremona dovette fare gli straordinari ma soprattutto portare qualche volante dal carrozziere. Non ci rimasi malissimo per il risultato: già quando andammo ai playoff non mi aspettavo di fare molta strada visto che l'Albinoleffe era molto più in forma di noi e soprattutto i nostri erano spompati, finiti... Era il Padova di Frosio, di Bergamo, di Tasso, di Centofanti, era la squadra che aveva riconquistato la C1 e dopo aver centrato la salvezza il primo anno era arrivata a giocarsi la B nella seconda stagione. Avevano dato tutto, per me erano da applaudire e così feci. Chissà, magari con qualche rinforzo quel gruppo di ragazzi avrebbe conquistato la B già nel campionato successivo. Invece l'arrivo alla presidenza di Cestaro fece si che si rivoluzionasse tutto, e che per sei anni si alternassero in un folle valzer giocatori, allenatori e direttori sportivi. Succede quando si pensa che una squadra di calcio sia un casolino... Quella partita cambio tante cose: un anno dopo morì Gildo Fattori, addetto stampa e storico tifoso biancoscudato. Era "l'occhio dei tifosi" all'interno della dirigenza, e la sua mancanza si è vista, sentita, e si vede e si sente ancora oggi.... La Sud si svuotò di brutto e per un paio di stagioni ci trovammo veramente in tre gatti in un'ammasso di cemento a cinquanta metri dal campo.... Il Padova iniziò un lungo calvario di sesti posti e di presunti campioni che venivano a svernare da queste parti... Quando una partita cambia il corso della storia...

SEI SU SETTE. Oggi contrariamente al solito non parlerò del tifo. Sarebbe uno spreco di energie per ripetere poi le stesse cose trite e ritrite, ed anche perchè rischierei di essere frainteso quindi vado oltre. Invece mi limito a dire due cose sulla partita e su quanto gira attorno al Calcio Padova in questo periodo. Cominciamo dal campo: si continuano a prendere gol stupidi, si continuano a perdere partite stupide contro avversari stupidi, a meno che qualcuno non sia in grado di dimostrarmi che l'Albinoleffe è una corazzata, o quanto meno che è superiore al Padova. Abbiamo una squadra in evidente crisi d'identità e sinceramente giunti a un certo punto mi viene da chiedermi se non è il caso di rivedere certi uomini e certe scelte. Almeno a vedere le prestazioni di alcuni singoli. Parlo per esempio di Agliardi che dopo Lecce ha cominciato a fare una cazzata dietro l'altra. Parlo di Faisca che è l'ombra di se stesso e mette in difficoltà l'intera difesa. Parlo di Soncin che sta disputando una stagione che definire deludente è un eufemismo. Parlo di Rabito che ha cominciato a camminare come molti altri. Salvo lo Scugnizzo che ci da dentro come sempre di brutto e non parlo dell'albanese per decenza. Servirebbe una strigliata da parte della società, ma non mi stupisco: parliamo pur sempre di gente che si è improvvisata nel calcio, e la gestione dilettantistica di molte cose è sotto gli occhi di tutti: dal marketing al sito ufficiale (che da ieri sera è ko ed a tal proposito mi permetto di ringraziare il webmaster per la professionalità e la competenza da sempre dimostrata nella gestione di quello spazio. Anche a nome del buon Ciccio...) fino alle info per le prevendite dei biglietti per le trasferte (Sabato si va a Brescia e i punti vendita sono gli stessi utilizzati dal Sassuolo, quindi sappiatevi regolare...). Ma sopratutto si è visto nel "Caso-Varricchio": uno dei protagonisti della promozione in B trattato un pò da pezza da piedi, e fino a qui la cosa ci sta perchè poi noi non conosciamo i retroscena e non sappiamo cosa possa aver detto o fatto il giocatore... Ma poi la gestione complessiva del caso: messo fuori rosa davanti a tutta la squadra, la logica direbbe che non dovrebbe nemmeno allenarsi con la prima squadra o al massimo allenarsi con la primavera. Insomma, uno escluso per motivi disciplinari dalla rosa andrebbe in qualche maniera tenuto "lontano" dallo spogliatoio, a maggior ragione se è uno che lo spogliatoio lo condiziona come il Tortellino. Invece qui sta l'essenza di questa gestione societaria: Varricchio continua ad allenarsi a Bresseo con i compagni, però a parte! E volete che uno così non abbia seminato zizzania? Guarda un pò Faisca è uno dei suoi migliori amici... Tutto questo per rendere un pò l'idea sul livello della società Calcio Padova: ci stupiamo poi delle cose che non funzionano?

TUTTI A BRESCIA. Sabato prossimo i biancoscudati saranno di scena al Rigamonti, in una trasferta dal sapore antico per i tifosi. Non chiedo la vittoria, sarà già un miracolo uscire con dei punti in classifica e non in testa da Brescia. Mi appello ai tifosi, ai ragazzi: non abbandoniamo la maglia, anche se le cose vanno di merda! Prima di tutto giochiamo noi... Tutti a Brescia sabato, si va in treno quindi trasferta d'altri tempi! Ma sopratutto per noi stessi e per la nostra città....

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