giovedì 28 gennaio 2010

PATAVIUM DISEASE - PRIMA PARTE


Mi alzo dal letto dopo aver dormito poco. Ho un discreto cerchio alla testa e la bocca ancora impastata. Conseguenze del venerdì sera. This is Padova! Guardo la sveglia, sono già le 11, fra un'ora e mezza ho appuntamento coi soci al bar. Mi lavo la faccia, mi passo lo spazzolino fra i denti. Non mi occorre il pettine, che da quando porto i capelli rasati è diventato un oggetto superfluo. Comodità e vantaggi di non avere la testa a spigoli. Ma per qualcuno portare i capelli rasati è sinonimo di fascismo. Io ne so qualcosa di quegli studentelli progressisti: niente di realmente pericoloso, ma molto molto fastidiosi. L'ultimo l'ho incrociato due settimane fa: ero stato invitato da un socio a una serata brit-pop in un locale di quelli frequentati prettamente da universitari. Non mi dispiacciono queste serate, il genere musicale è di quelli che mi prendono bene, e poi è sempre pieno di figa. Peccato che poi come spesso succede invece che con una passera stretta fra le braccia mi sono ritrovato con al bancone con una Beck's stretta in mano. Quattro euro e venti a bottiglia: praticamente ogni volta che ne bevi una addotti una delle studentesse che la sera per arrotondare fanno le bariste in questo locale. Chissà, probabilmente se prendo un cocktail di quelli da dieci euro scatta anche il pompino! Cmq sono li che bevo e ad un certo punto mi accorgo che c'è questo tizio che mi sta osservando: un ragazzotto sui vent'anni, capello lungo fino alle spalle e felpa degli Africa Unite. A prima vista non mi sembrava uno che centrasse molto in una serata brit-pop. Però continuava a fissarmi, tanto che mi stavo per preoccupare per le mie grazie, se non fosse stato che non aveva uno sguardo languido quanto piuttosto profondamente ostile. Decido di andare a fumarmi una sigaretta, mi infilo la giacca che tenevo in braccio e mi metto la sciarpa del Padova, che tira una bava mica da ridere. Esco. Tiro fuori il pacchetto. Accendo. Tiro una boccata. Mi vengono incontro quattro ragazzi, e non hanno l'aria amichevole. Li guardo. Tentennano un attimo. Poi mi viene avanti uno e mi chiede una sigaretta. "Le ho finite!". Allora rispunta il tizio di prima: "Ma tu sei di Forza Nuova per caso?". Faccio segno di no con la testa. "A me sembrerebbe proprio di si, vedendoti...". Un genio questo. "Sai, hai un look strano, non vorrei che avessi tendenze...". Tendenze? Se parli di tendenze omosessuali hai sbagliato persona, vecchio... "Pure omofobico sei!". Omo...che? L'ho sempre detto che avrei dovuto iscrivermi all'università per imparare ad insultare le persone con termini a loro sconosciuti... "Per me uno che va in giro con quella giacca di merda, con quella sciarpa... di merda! E con quel taglio di capelli da sfigato; non può essere altro che un fascista di merda!". Dunque ricapitoliamo: la giacca è una Mille Miglia CP Company e probabilmente vale più della sua stessa vita, il taglio di capelli è il mio e se non piace a lui non è un mio problema... La sciarpa è quella nera con le righettine bianco-rosse, con ricamato ACP su un lato e "Onore ai diffidati d'Italia" sull'altro. C'è solo un motivo per cui non può piacerti quella sciarpa, ovvero che tifi per la squadra sbagliata... Gli ho detto chiaramente che se non gli piaceva la sciarpa poteva portarsela via quando è arrivato il buttafuori a mettersi in mezzo. Ok, vecchio, nessun problema, sono qui a fumarmi la cicca per i cazzi miei e questi ragazzotti hanno voglia di rompere il cazzo, adesso però torniamo dentro e ognuno va dietro alle sue bibite ok? Il tizio però vuole chiarire: "Guarda, niente di personale contro di te, è che mi sembrava un look da fascista il tuo...". Gli chiedo se basta una sciarpa del Padova ed i capelli corti per essere considerati fascisti. "Beh, uno che ha i capelli rasati e che va allo stadio può essere solo fascista...". A questo punto il mio amico Sir Richard gli spegnerebbe la sigaretta su un occhio urlando Boia chi molla per dispetto, io però non sono un attaccabrighe e mi limito a fargli un sorriso di compatimento. Se questa è la sinistra di oggi, capisco perfettamente perchè i lavoratori si sono spostati in massa sulla Lega. This is Padova!
Ad ogni modo delle paranoie di uno studentello non me ne frega niente, oggi è sabato, si va allo stadio, e dobbiamo assolutamente vincere per sollevare una situazione di classifica preoccupante. Abbiamo bisogno anche di rinforzi in attacco, magari di uno che segna una quindicina di gol a stagione. Intanto preparo il latte coi cereali ed apro il giornale: abbiamo preso Gasparetto! Bestemmio, butto via il latte, mi infilo le Adidas e il North Face, in testa il cappellino ed esco. Di fronte a casa mia un grebo sta vendendo una bustina a un ragazzo che ha l'aria di non dormire da un paio di giorni. Mi guarda, lo guardo. Per terra profilattici usati e una siringa. Questo quartiere è diventato una merda da quando nei primi anni '90 hanno cominciato ad arrivare le masse di immigrati. Piano piano la malavita straniera ha soppiantato quella locale, che se non altro era tutta gente del quartiere ed aveva il merito non da poco di tenere in ordine la zona. Di solito la sera in questo marciapiede c'è una prostituta nigeriana. Negra e cicciona. Ogni sera mi offre le sue grazie, penso che non me la farei manco in punto di morte. Una volta a settimana passa un'altra donna, penso sempre nigeriana, più anziana e più grassa, a raccogliere i soldi delle marchette. C'era anche la sera che mi hanno fottuto la patente. Un mercoledì sera di tre mesi fa, che ero stato al pub a vedere la Champions e stavo rincasando. Nemmeno sbronzo ero, avevo bevuto solo due pinte e mi trovo all'inizio della strada in cui abito una pattuglia di vigili con l'etilometro. La capopattuglia, una signorina sui quaranta sofferente di evidente aviomancanza, mi fa che per legge due birre medie stabiliscono che uno è ubriaco e non in grado di guidare. Ecchecazzo! Chi l'ha stabilita la legge, un ministro di settant'anni che non beve un cazzo per forza di cose? Di fronte a me la prostituta con la pappona che ritirava i soldi. Mentre mi compilavano il verbale gli ho anche chiesto al maschio della pattuglia se i signori avessero fatto regolare fattura. Mi ha risposto che non è roba di loro competenza. Insomma, nel quartiere lo sfruttamento e lo spaccio sono legali mentre sono fiscalissimi sulla birra in più. This is Padova! Tutto sommato mi è andata anche bene, il mio amico M**** un anno e mezzo fa si è visto piombare la pula a casa per una storia di casini allo stadio. Alle cinque di mattina volanti che lampeggiavano e strombazzavano svegliando tutto il quartiere. Speravano in un applauso? La gente qui è sfiduciata, e non è arrestando un ragazzo che ha fatto una cazzata allo stadio che possono riconquistare la fiducia di un quartiere in mano a bande di spacciatori extracomunitari. Per esempio, il Commissariato di Polizia davanti al quale mi sono dato appuntamento col mio socio: è stato aperto una decina di anni fa, grandi parole, grandi promesse di sicurezza, dopo un anno è stato chiuso: oggi c'è ancora la scritta "Polizia" fuori ma nessuno dentro. In compenso giusto di fronte è sorto un park-garage che doveva servire a coloro che piazzavano la macchina per andare in stazione a prendere il treno, ma che è diventato un ritrovo di sbandati e tossici. Due settimane fa ci ha lasciato le penne un mio amico di infanzia, eroina tagliata male. Al funerale mi sono tornati in mente i vari momenti di vita vissuta in questo posto dimenticato da Dio: l'arrivo dei primi stranieri e le parole dei vari assessori sull'accoglienza, sul fatto che se li abbandoniamo siamo razzisti, i primi casini, il posto di polizia fantasma... Di fronte a me uno dei pochissimi bar della zona rimasto in gestione a un italiano. E' un signore di mezza età, che da anni ha l'attività qui e non se ne vuole andare perchè dice di non essere lui quello fuori posto. Una volta l'ho sentito che parlava con mio padre del fatto che la Finanza gli aveva fatto due controlli in un mese rilevando entrambe le volte delle multe salate per mancata emissione di scontrini. Di fronte a lui, l'African Shop continua a sfornare gruppi di ragazzotti di colore che escono con bottiglie di birra. Penso che facciano molti scontrini loro. This is Padova!
Il socio arriva, l'appuntamento è in un bar un pò fuori dalla zona stadio. Oggi non è una partita caldissima, tuttavia da quando è entrata in vigore l'ordinanza del sindaco sul divieto di vendita di alcoolici allo stadio e nelle immediate vicinanze è l'unico bar in zona che vende birra quando gioca il Padova in casa. Facciamo un paio di giri, poi decidiamo di recarci allo stadio. Parcheggiamo vicino a dei palazzi di nuova costruzione e decidiamo di farci l'ultimo tratto a piedi: non abbiamo intenzione di pagare due euro di tangente al parcheggiatore di turno, piuttosto li spendo in birra! Quando usciamo dal sottopasso noto che le colonne d'auto agli ingressi dei parcheggi sono qualcosa di allucinante. Qui non ci sono autobus che arrivano: ai tempi della serie A c'era un bus navetta che arrivava dalla stazione, poi è stato tolto negli anni successivi. Chi vuole tifare Padova ha due alternative: prendere la macchina o, se è ancora minorenne, avere un motorino a disposizione. Oppure può scegliere di avventurarsi con gli autobus che però non arrivano allo stadio ma a Montà, il quartiere limitrofo. In questo lembo di estrema periferia sono favoriti paradossalmente i tifosi che arrivano dalla provincia con le varie corriere piuttosto che chi abita in città. E infatti, sarà un caso, da quando ci giochiamo una nuova generazione di tifosi ha soppiantato coloro che seguivano le gesta dei biancoscudati nel Mitico Appiani, e vengono quasi tutti da fuori Padova. Certi paesi dell'Alta, della Bassa e della Cintura Urbana sono diventati veri e propri feudi di tifosi biancoscudati, mentre i giovani della città hanno altri divertimenti ormai. Non mi dispiace il seguito della Provincia, fra l'altro molto più attaccati ai colori di tanti cittadini; ma si dice che il primo passo per distruggere un popolo sia cancellarne la memoria storica. E l'Appiani è prossimo all'abbattimento. This is Padova!
Passo in fianco al parcheggiatore che sta ritirando i due euro di tangente. Gli chiedo cosa sta facendo il Totthenam. Ovviamente non capisce e mi risponde che non segue la serie B (!!!). Sul piazzale della Curva Sud l'unico baracchino che vendeva panini e bibite è stato fatto sloggiare con l'entrata in vigore delle nuove leggi. La chiamano sicurezza. Infatti per terra ci sono solo profilattici usati (prostitute e papponi possono svolgere la loro attività, voi se volete vendere bibite allo stadio no!) e le lattine e bottiglie vuote che i ragazzi si portano da casa. Non si possono comprare alcoolici e allora ogni singolo gruppo si organizza per conto proprio e risparmia. Mi pare giusto. Davanti le biglietterie una colonna infinita. Normale quando un signore in età pensionabile incapace fino all'altro giorno di usare un pc, ci mette cinque minuti per emettere un biglietto. Molti hanno ceduto alla tentazione di prenderlo in prevendita, pagando la tangente a Ticket Kippah. Ecco cosa deve essere il succo delle nuove normative: la sicurezza di molti signori di avere un lavoro! This is Padova (e anche Italy molto spesso!)!
Ai tempi della serie A spesso gruppetti di ospiti prendevano il bus navetta in stazione e sbagliavano clamorosamente parcheggio. Mi ricordo un gruppo di udinesi che scesero cantando contro Padova, convinti di essere nella loro curva. Sommersi di schiaffoni. Ma anche ultimamente ci sono state scene divertenti, vedi Padova-Spezia. Mi sono convinto che la questura locale da quando siamo andati nel nuovo stadio si sia dovuta spesso "inventare" il lavoro, per giustificare la spesa di denaro pubblico in tema di sicurezza da stadio. Oggi però non c'è nulla da temere, ed i pochi tifosi ospiti sono già tutti nel parcheggio Nord, circondati dalle recinzioni in metallo montate per ospitare il Festival di Radio Sherwood. Mentre ci avviamo osservo il palaindoor di recente costruzione: verrà utilizzato forse una volta ogni due anni, ma vuoi mettere? Per costruirlo i soldi c'erano. Ma per sistemare l'Euganeo e togliere la pista, i soldi non ci sono e non ci saranno mai. Palaindoor... Radio Sherwood.... Spezzini.... Più ci ragiono e più mi rendo conto che gli ospiti sono infinitamente più tutelati dei veri padroni dello stadio! This is Padova!
Siamo al prefiltraggio, c'è una certa calca. La polizia ha dato ordine di stoppare l'afflusso al prefiltraggio per fare in modo che non si formi una calca eccessiva ai tornelli. Guardo il pubblico in colonna per entrarei n Tribuna Est, il settore in fianco alla Fattori. L'afflusso è regolare, la gente mostra il documento e si mette in colonna. Ma questo è l'ingresso della Curva, bisogna provocare tensione, mostrare i muscoli. Gli steward spingono indietro chi si avvicina troppo alla transenna, poi fanno passare un tot di persone per volta. Quando sto per passare io vengo fermato bruscamente. "Io qua sto lavorando, cosa credi?", mi fa l'ometto vestito di giallo. Peccato che non te lo abbia ordinato il dottore. Alla fine passo ma mi aspetta un'altra odissea: il tornello non funziona. La gente passa l'abbonamento e lo steward gira il tornello a mano. Pare che la causa di tutto sia l'eccessiva umidità ed il freddo che ha mandato in tilt il sistema centralizzato. Ma si, in fondo sono costati solo 250.000 euro! Li hanno brevettati in Inghilterra, paese notoriamente battuto dal sole nove mesi l'anno, è normale che con due goccie di pioggia si blocchino! This is Padova!
Dopo oltre un'ora di attesa riusciamo ad entrare. Un impianto pensato inizialmente per 33.000 posti, che va in tilt quando ci sono più di settemila persone! Ad inizio anni '90 ci dicevano che se volevamo andare in A dovevamo avere uno stadio nuovo. L'hanno costruito come hanno voluto loro. Ed ecco il risultato: siamo finiti in C2! Oggi un impianto come l'Euganeo è obsoleto in tutta Europa, ma qui siamo nel Nordafrica e va ancora bene. Il settore degli Ultras è un lembo della Tribuna Est, ricavato ai tempi della serie A quando lo stadio aveva una sola curva destinata agli ospiti. Everardo Della Noce lo definì "lo stadio meno sexy d'Italia" ed il bello è che c'è stata gente che di quella definizione è stata perfino in grado di vantarsene! This is Padova!
In seguito hanno costruito anche la Curva Sud che doveva servire a contenere gli ultras biancoscudati: settore dispersivo, lontano dal campo, scoperto... Da subito sono iniziate le proteste per un settore che sembrava voler essere una "cella d'isolamento" più che il cuore pulsante dello stadio, alla fine con la riapertura della Tribuna Fattori (io la chiamo Curva Fattori) è stato definitivamente abbandonato. O meglio: ci va qualche irriducibile nostalgico che è convinto con la sola forza del suo pensiero di avvicinare la curva al campo e qualche rabbino che deve risparmiare i due euro. In Curva Fattori non entrano striscioni, ne impianti di amplificazione di voce, ne tamburi., ne bandieroni. Effetto delle nuove leggi che però non funzionano in tutta Italia: per esempio se andiamo in stadi come Bari vediamo che tamburi e megafoni entrano, pare in cambio di "favori" fatti dalla curva alla Digos locale. So per certo che a Pescara fanno entrare un pò tutto purchè non volino in campo fumogeni o bombe carta. A Padova nemmeno da provarci. QUalcuno ci ha anche accusati per questo di essere troppo "coerenti", ma ai tosi (ed io sono d'accordo con loro) non è mai sembrato giusto di dover andare in questura a chiedere "per piacere" di far entrare gli striscioni. Sopratutto dopo i dispettucci da bambini fatti in serie in tutti questi anni. Risultato? Certi strumenti a Padova continuano e continueranno in futuro ad essere tabù. Pace a me va bene così tutto sommato: i tamburi mi danno noia. Ma ovviamente queste regole valgono per la curva Fattori: in mezzo ai tifosi ospiti è presente qualche pezza che supera abbondantemente le misure massime consentite per legge, diverse bandiere e pure qualche fumogeno acceso all'ingresso delle squadre in campo. This is Padova!
La nuova disposizione dei settori poi, con la Curva di fianco a quello che è un'altro settore abbastanza "caldo" come la Tribuna Est, fa si che l'incitamento sia continuo, e lo stadio segua abbastanza, riducendo almeno un pò l'effetto-Euganeo (ovvero giocare in trasferta anche quando si è in casa). Comincia la partita, la situazione è difficile. Dobbiamo vincere. Peccato però che prendiamo gol dopo cinque minuti. Continuiamo a cantare. Nessuna reazione. Anzi i giocatori in campo sbagliano le cose più elementari. Ormai è evidente che giocano contro l'allenatore. Finisce la partita, la squadra viene chiamata sotto la curva e invitata a tirare fuori i coglioni. E' il solo minimo segno di contestazione che il pubblico ha dato dopo le otto sconfitte nelle ultime dieci partite. Avercene di tifosi così. E pensare che Cestaro continua a ogni occasione a ripetere di essere diposto a collaborare con la questura per "identificare i soggetti più facinorosi". Chissà se si è mai reso conto che i più facinorosi sono anche i più fedeli e che il giorno che questi vengono a mancare lui si ritrova lo stadio vuoto! Torniamo al bar: in TV danno i servizi sulla partita, viene intervistato il Mister che ormai è evidente che non sa più da che parte girarsi. Poi il presidente che dice che "c'è bisogno di un pò di tempo per riflettere". Lo dice ogni estate e ci mette due mesi per decidersi, speriamo che non ce ne metta altrettanti adesso! Infine è la volta del Diesse che dice che stiamo sul mercato per valutare altri inserimenti interessanti. COme no, interessanti: abbiamo inseguito un mese e mezzo Vantaggiato ed oggi è stato sostituito dopo venti minuti, abbiamo parlato di una torre al centro dell'attacco ed è arrivato Gasparetto! Infine tocca a un signore che sarebbe il responsabile marketing, che non so bene che ruolo abbia ma che parla della festa del centenaio... Giusto, la settimana prossima c'è il centenario: un evento che dove è stato vissuto è stato organizzato alla grande con eventi di ogni tipo. Qui al massimo ci cucineranno due salsicce. E non ho visto un solo volantino in giro a pubblicizzare la manifestazione. This is Padova! 
Decidiamo di trasferirci per l'aperitivo e la cena in un baretto dalle parti di Padova Est, e via in macchina. Ripassiamo allo stadio, ormai la zona è vuota e sono tornate le battone in quello che è il loro habitat naturale (i tifosi ed il calcio qui, se non si fosse capito, sono ospiti indesiderati!). Attraversiamo la città. C'è un bordello della madonna, tipico traffico del sabato sera. Passiamo anche davanti il Palasport di San Lazzaro, interamente ristrutturato. Ci gioca una squadra di A2 di pallavolo, ma ci fanno tanti concerti. Vuoi mettere? I soldi per sistemare l'Euganeo non ci sono... This is Padova!


N.B. Il racconto è verosimile, ma ispirato a fatti luoghi e persone realmente accaduti ed esistenti. Ognuno tiri le proprie conclusioni. Se qualcuno si sente chiamato in causa non è un problema mio.


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