LA CITTA'. Il nome della città di Gallipoli deriva da Kale polis, un nome imposto dai colonizzatori ellenici provenienti dalla Grecia, il cui significato è città bella. Durante il 265 Avanti Cristo, Gallipoli fu conquistata dai Romani, che in quel tempo erano una delle maggiori potenze in Italia. Questi migliorarono i sistemi di comunicazione della città, collegando Gallipoli alla Via Traiana, questo consentiva un rapido passaggio verso i Balcani, ed inoltre, ampliarono e svilupparono le attività portuali, trasformando così la città di Gallipoli in un centro militare, e in seguito in municipio. Successivamente, venne occupata dai Barbari, nel 450 che saccheggiarono la città, e segnarono uno dei momenti più terribili e crudeli nella storia di Gallipoli. Durante il 500, Gallipoli, insieme alla maggior parte del Salento, furono dominati per 42 anni dai Bizantini. Più tardi, nel 542 Dopo Cristo, Gallipoli, venne ricostruita da cima a fondo, dall’ Impero Romano di Onesti, che la potenziò di apparati difensivi, come la costruzione del castello in difesa del centro storico di Gallipoli. Gallipoli, divenne uno dei centri navali e militari più importanti dello Ionio. In questo periodo inoltre, Gallipoli, imparò come in tutto il Salento, la religione Greco- Ortodossa, le tradizioni e la lingua dei Bizantini. Nel 710, Gallipoli fu visitata da Papa Costantino, che passò di lì, durante il viaggio che stava compiendo da Roma a Costantinopoli. Durante il XI secolo, Gallipoli e il Salento, vennero occupati dai Normanni che liberarono la città dai Greci, e successivamente, dopo un periodo di tranquillità, la città, subisce un ferocissimo assedio dal re Carlo I D’ Angiò , che durò fino al 1268. Successivamente, trovò la forza di espandersi, grazie al continuo aumento delle attività portuali.
Dopo varie dominazioni di breve periodo, Gallipoli passò sotto il dominio Spagnolo. Durante questo periodo, ebbe un’ incremento di attività artigiane, i traffici mercantili diventavano sempre più importanti, come il commercio dell’ olio per le lampade, insomma la città diventò sempre più ricca e importante. Successivamente, Gallipoli entrò a far parte del Regno di Napoli, e Ferdinando I di Borbone, iniziò una serie di migliorie per la città, la più importante è quelle della costruzione del porto. Durante il successivo periodo Borbonico, divenne capoluogo di distretto, e in seguito con l’ Unità d’ Italia, si trasformò in capoluogo di circondario, assieme alle città di Lecce e Taranto. Gallipoli oggi, si è trasformata in una delle città turistiche più importanti del Salento e sicuramente anche d’ Italia, ha imparato e si sta perfezionando, dando sempre più importanza al turismo, senza tralasciare la storia e le tradizioni del popolo gallipolino.
LA SQUADRA. Il calcio a Gallipoli nasce negli anni ’20 quando nacquero le due squadre cittadine che erano il Savoia e la Fiamma Jonica Gallipoli. Nella stagione 1969/70 Corrado Calvi unì i due gloriosi club sotto il nome di U.S. Gallipoli. La nuova società parti dalla Prima Categoria per poter vincere in seguito campionati che la fecero approdare in serie D nel 1974. I questi anni viene costruito l’attuale stadio Antonio Bianco, nato col nome di Stadio Lido San Giovanni che sostituiva il vecchio Stadio della Giudecca. Protagonista di queste vittorie è stato indiscutibile. Il calcio a Gallipoli nasce negli anni ’20 quando nacquero le due squadre cittadine che erano il Savoia e la Fiamma Jonica Gallipoli. Nella stagione 1969/70 Corrado Calvi unì i due gloriosi club sotto il nome di U.S. Gallipoli. La nuova società parti dalla Prima Categoria per poter vincere in seguito campionati che la fecero approdare in serie D nel 1974. I questi anni viene costruito l’attuale stadio Antonio Bianco, nato col nome di Stadio Lido San Giovanni che sostituiva il vecchio Stadio della Giudecca. Protagonista di queste vittorie è stato indiscutibilmente Michele Alemanno, capitano gallipolino scomparso nel Dicembre del 2006 e indubbiamente il più forte giocatore gallipolino, tanto da vantare anche la presenza in squadre della massima serie italiana. Con l’avvento della Serie D lo scettro passa al Presidente Conte Carlo Viva che portà nella stagione 1977/1978 l’A.C. Gallipoli in C2 per la prima volta nella storia del calcio gallipolino. Dopo un campionato chiusosi con la salvezza all’ultima giornata a Vasto, partita vinta per 0-1, il Gallipoli non viene iscritto al campionato di C2 gir.C 1979/80 per inadempiezze finanziarie. Il Presidente collepassese (più volte sindaco della città salentina con il Partito Fascista) vince dopo 19 anni la causa contro la Lega.
Dopo la radiazione viene fondata una nuova società calcistica, la Pol. Virtus Gallipoli 1979 con Presidente l’attuale patron del Premio Barocco Fernando Cartenì. Si riparte dalla Prima Categoria e si vince subito il campionato salendo nella Promozione Pugliese. In questi anni sono diversi i presidenti che si sono alternati alla guida squadra giallorosa militante in Eccellenza, in ordine cronologico Capoti (sfiorando la promozione in serie D, perdendo in casa 0-1 contro il Matino sotto un vero e proprio nubifragio), Paglialonga, Manta, Filograna, Scorrano e Scarpina. Nella stagione 1997/1998 la squadra gallipolina capitanata dal Presidente Pisanello ottiene la seconda radiazione nella sua storia calcistica, causata dalla mancata partecipazione a tre partite di campionato, ma soprattutto per ragioni finanziarie.
Nel 1999 l’attuale Team Manager Vito Faggianelli e l’attuale Vicepresidente Antonio Vallebona (entrambi ex calciatori del Gallipoli) prelevano il titolo del Leveranno Calcio (Prima Categoria), e fondano l’A.C. Gallipoli 1999 che in soli due anni si ritrova a giocare di nuovo in Eccellenza. Nel 2001 il club viene prelevato dall’imprenditore locale Vincenzo Barba (attuale senatore della Repubblica) che in sole tre stagioni porta il Gallo in terza serie, scrivendo gloriose pagine per la storia del calcio gallipolino.
Nel 2002 arriva l'interessamento da parte dell'imprenditore petrolifero Vincenzo Barba, che rileva la società. La prima stagione di Barba si conclude con un discreto sesto posto, ma le ambizioni del presidente sono altre: "B come Barba", questo è lo slogan del suo progetto. E per la stagione 2003/04 il patron prepara una grande squadra guidata dal tecnico Antonio Toma che domina il campionato, riottenendo la Serie D dopo 25 anni. Anche per la stagione seguente il presidente Barba non badò a spese e fornì al neo tecnico Franco Giugno, assieme al nuovo ds Danilo Pagni, una squadra di primo ordine, che annoverava tra le sue fila l'attaccante argentino Josè Ignacio Castillo, affiancandolo a Riccardo Innocenti (insieme frutteranno 45 gol). Dopo un campionato condotto sin dalle prime partite al comando, il Gallipoli ottenne la matematica promozione in C2 il 1º maggio nel derby contro il Nardò: i giallorossi tornano in C2. Per affrontare il secondo campionato tra i professionisti della storia del Gallipoli il patron Barba confermò Castillo, resistendo alle numerosissime richieste da club di serie superiori, ingaggiò Gaetano Auteri come allenatore e puntellò l'organico con gente esperta della categoria. Anche quell'anno, dalla prima all'ultima giornata, il Gallipoli condusse il campionato saldamente in testa, ottenendo la terza promozione in tre anni, impresa riuscita a ben poche squadre. Ma il Gallipoli in quella stagione non si accontentò solo della promozione in C1: arrivò infatti anche la vittoria della Coppa Italia Serie C, riuscendo a prevalere nella doppia finale contro la Sanremese. Per la stagione seguente Barba continuò a fare affidamento su Auteri, ma molti elementi protagonisti della splendida annata 2005/2006 andarono via, come Castillo (al Frosinone in B), Raimondi (al Pisa), Innocenti (alla Val di Sangro). La stagione si rivelò molto difficile per il Gallipoli, che non riuscirà mai ad entrare in zona playoff; dovuto anche alla crisi di risultati che perdurò da gennaio 2007 fino alla fine del campionato, che portò anche ad un allontanamento temporaneo del tecnico Auteri, richiamato una settimana dopo il suo esonero. Il Gallipoli chiuse al decimo posto a pari punti con la Salernitana. Per la stagione 2007/08 Barba operò un'autentica rivoluzione: chiamò Dario Bonetti come allenatore e soltanto 8 giocatori della rosa precedente saranno riconfermati. L'inizio è positivo: vittoria casalinga per 4-1 contro la Massese, pareggio all'ultimo secondo per 1-1 a Salerno grazie a Stefano Morello. Il Gallipoli si portò così in zona playoff, occupandola per gran parte del campionato grazie ad uno straordinario rendimento casalingo (compreso il 2-0 alla capolista Salernitana), nonostante la carenza di punti lontano dalle mura amiche (una sola vittoria in trasferta in tutto il campionato, a Pistoia). A causa di incomprensioni con l'ambiente, dopo la ventiseiesima giornata Dario Bonetti venne sostituito da Vincenzo Patania, lasciando la squadra al momento terza in classifica. Il cambio parve dare i suoi frutti: dopo una rocambolesca sconfitta con l'Arezzo per 3-2 il Gallipoli travolse la diretta concorrente Perugia per 3-0. Poi la squadra, come l'anno precedente, ebbe un crollo fisico e mentale che la portò a totalizzare un punto in 6 partite e a uscire sconfitta dall'incontro casalingo contro il Crotone e dalle trasferte con Sambenedettese, Potenza, Martina (ultimo in classifica e già matematicamente retrocesso) e Juve Stabia. Una nuova sconfitta fu patita nell'incontro casalingo col Pescara. Questi risultati portarono la squadra al nono posto in classifica, posizione mantenuta fino a fine stagione.
La stagione segna un netto cambiamento in società: al posto di Pagni e Patania vengono chiamati Gino Dimitri, ex responsabile dell'area tecnica del settore giovanile del Lecce, e come allenatore Giuseppe Giannini. La rosa, che combina giovani promettenti ed elementi esperti della categoria, punta con decisione alla promozione in Serie B, anche sfruttando il fattore-campo legato soprattutto all'atipico terreno in sintetico. In campionato il Gallipoli mantiene un rendimento costante. La formazione ionica può contare su un organico molto valido, che ha in Ciro Ginestra e Francesco Di Gennaro due prolifici attaccanti, cui si aggiungono il regista David Mounard, i centrocampisti centrali Gennaro Esposito e Giuseppe Russo e una difesa di spessore, guidata dal portiere Generoso Rossi. Il Gallipoli si insedia solitario in vetta alla classifica sin dalle prime giornate, con 16 punti dopo sole 6 partite. Poi la squadra accusa un calo nelle successive battute (sconfitte esterne a Foggia e Pescara e pareggio interno con l'Arezzo), ma subito si riprende, sconfiggendo il club campano della Cavese al Bianco per 5-1. È il periodo tra dicembre e gennaio che consolida il Gallipoli tra le pretendenti alla promozione in Serie B, a differenza di quanto avvenuto nelle stagioni precedenti, quando la squadra in questo periodo ebbe cali fisici e mentali. Seguiranno le vittorie con il Crotone in casa e nel derby pugliese col Taranto allo Iacovone. La squadra giallorossa in casa ha un rendimento molto positivo, ma rispetto alla stagione precedente decisivo è anche il rendimento in trasferta. La svolta della stagione risale al 26 aprile, quando il team di Giannini deve affrontare a Crotone i rossoblu allenati dal salentino Francesco Moriero. La classifica vede il Gallipoli in testa a 57 punti e il Crotone staccato di un solo punto, a 56. Dopo il primo tempo conclusosi a reti bianche, il Crotone passa in vantaggio con Basso su rigore, ma il Gallipoli si porta sull'1-1 con un tiro di destro del bomber Ginestra, prima che all'89esimo minuto l'attaccante Di Gennaro firmi il definitivo 2-1 con un tiro in diagonale. Il gol, festeggiato con gli 800 tifosi gallipolini giunti in Calabria, consente al Gallipoli di aumentare il distacco, che sale a 4 punti. La gioia definitiva per i tifosi gallipolini arriva il 17 maggio 2009, quando i giallorossi, davanti a 7.000 spettatori festanti in uno Stadio Bianco gremito in ogni ordine di posto, batte tra le mura amiche 3-2 la Real Marcianise. Al fischio finale cominciano le celebrazioni, con cori e inni rivolti alla società, alla squadra e al mister Giannini. Per i salentini si tratta così del primo approdo in Serie B nella loro storia: così facendo il Gallipoli è la quarta salentina, dopo il Lecce, il Taranto e il Brindisi, ad accedere alla serie cadetta. Pochi giorni più tardi il Gallipoli prevale nella doppia sfida valida per la Supercoppa di Lega contro il Cesena: dopo lo 0-0 in casa, il Gallipoli riesce ad espugnare lo Stadio Dino Manuzzi per 2-1 grazie all'autogol di Cusaro e la marcatura di Buzzegoli.
L'euforia per la storica promozione in Serie B viene subito spenta dalle prime avvisaglie di crisi che segna l'estate del Gallipoli. Inizialmente riemerge con forza l'annosa questione dell'idoneità dello Stadio Antonio Bianco, non sottoposto ai necessari lavori di adeguamento nonostante i malumori della tifoseria, con il conseguente trasferimento del Gallipoli allo Stadio Via del Mare di Lecce per le partite casalinghe. Il problema dello stadio, tuttavia, in seguito passa in secondo piano. Il presidente Barba rende nota la volontà di cercare qualcuno che lo affianchi nella gestione societaria, ritenendo la Serie B un campionato troppo oneroso per non essere coadiuvato alla guida del club. Nel caso in cui non avesse trovato nessuno disposto ad accompagnarlo, Barba si dice disposto a consegnare il titolo sportivo nelle mani del sindaco. La questione si protrae per quasi tutta l'estate, con dichiarazioni di accordi già conclusi e successive smentite. Nel frattempo la squadra versa in un totale immobilismo: mentre le altre compagini della serie cadetta hanno cominciato la preparazione estiva e hanno concluso i primi acquisti, a Gallipoli la situazione è in fase di stallo. Dell'organico artefice della promozione sono solo quattro i giocatori sotto contratto (Ginestra, Di Gennaro, Mounard e Russo, quest'ultimo ceduto poi al Verona), senza guida tecnica, perché a fine giugno le strade di Barba e Giannini si separano. Il 7 luglio 2009 il presidente Barba sembra porre fine alla crisi societaria, riuscendo a iscrivere la squadra alla Serie B, e chiede aiuto a imprenditori locali per sostenere la squadra, ma il clima a Gallipoli è teso. All'inizio di agosto circolano voci di un accordo tra Barba e il dirigente Luca Pagliuso, che verrebbe designato direttore generale, con la conferma di Giannini come allenatore, ma la trattativa non va in porto. Si fa avanti anche la Meleam, società impegnata nel campo della medicina sportiva, ma anche qui le trattative si concludono con un nulla di fatto. Gli ultras contestano duramente il presidente, il quale comunica l'intenzione di cedere loro la società a costo zero. I tifosi accolgono l'invito e si offrono disponibili ad acquisire il Gallipoli, ponendo le basi per una trattativa senza precedenti nel mondo del calcio. Dopo neanche un giorno dall'incontro che avrebbe potuto rivelarsi decisivo per la storica cessione, Barba annuncia che la trattativa si è arenata e che è in procinto di chiudere con un gruppo di imprenditori friulani facenti capo a Daniele D'Odorico. Il 9 agosto il Gallipoli, nella partita della seconda fase di Coppa Italia contro il Lumezzane, giocata fuori casa, manda in campo la squadra primavera e subisce una netta sconfitta per 6-0. L'11 agosto il presidente, evidentemente alla luce della forte contestazione, decide di lasciare l'incarico e ufficializza la cessione al gruppo di D'Odorico. A meno di dieci giorni dalla prima partita di campionato ad Ascoli Piceno, il Gallipoli riparte, con D'Odorico presidente e Vittorio Fioretti (ex direttore sportivo di Padova, Triestina e Arezzo) come responsabile del calciomercato. Il primo tassello messo a punto dalla nuova dirigenza è stata la riconferma di Giannini nel ruolo di allenatore e la susseguente partenza in ritiro dei 3 giocatori in rosa più 5 elementi delle giovanili. Nella settimana che segue sono perfezionate molte operazioni di calciomercato, allo scopo di allestire la rosa per l'imminente inizio del campionato di Serie B. Il 21 agosto 2009 la squadra giallorossa debutta bene in Serie B, pareggiando 1-1 con l'Ascoli dopo essere passata in vantaggio con un gol di Di Gennaro, uno degli artefici della promozione in Serie B dei gallipolini. La squadra coglie la prima vittoria nel campionato cadetto alla sesta giornata, il 22 settembre, battendo l'Ancona (1-0) allo Stadio Via del Mare di Lecce. Il primo successo in trasferta dei gallipolini in Serie B risale al 27 ottobre 2009 contro il Brescia (0-1). Il 26 novembre, a causa di incomprensioni con il presidente D'Odorico, Vittorio Fioretti abbandona l'incarico di direttore generale e responsabile dell'area tecnica: il suo posto è stato preso da Michele Scaringella. Seguiranno poi nuovi ulteriori arrivi in società, tra cui Giuseppe Iodice (ex segretario del Napoli di Ferlaino) nel ruolo di direttore generale e Ferdinando Ruffini nel ruolo di team manager. A gennaio entra in società Giovanni D'Odorico, padre di Daniele, che decide di affiancare il figlio nella gestione societaria rilevando una quota di minoranza. Con la vittoria col Modena per 1-0, il Gallipoli chiude il girone d'andata con 28 punti in saccoccia, risultato quasi impensabile all'inizio del campionato. Nel frattempo la società si muove sul mercato: dopo 30 gol in due campionati e mezzo lascia la maglia giallorossa Di Gennaro, approdato al Verona, mentre arrivano Flavio Lazzari dal Padova e Claudio Della Penna dalla Roma. A seguito del pareggio esterno contro il Cesena un nuovo caos societario attanaglia il Gallipoli: l'ex patron Vincenzo Barba comunica di aver provveduto al sequestro cautelativo delle quote societarie, per il soddisfacimento dei suoi crediti nei confronti di D'Odorico a seguito della cessione della società. Dal canto suo il presidente replica affermando che provvederà al pagamento solo quando vi sarà la quantificazione della "scatola vuota con il nome Gallipoli Calcio", così come definita dal patron friulano. L'ultima settimana di gennaio si rivela molto intensa dal punto di vista del mercato: lascia il Gallipoli per accasarsi al Crotone il capitano Ciro Ginestra, mentre arriva il giovane attaccante paraguayano Luis Fernando Paez, partecipante ai mondiali U20 recentemente svoltisi in Egitto, insieme a Rey Volpato dal Bari, Attila Filkor dal Sassuolo e Mario Artistico dal Pescara. Ma le tensioni non sembrano finire: l'8 febbraio durante Gallipoli-Grosseto gli undici giallorossi in campo inscenano una particolare protesta nei primi 40 secondi, regalando palla ai giocatori toscani e restando immobili nella propria metà campo con le spalle rivolte verso la tribuna centrale. Al gol del momentaneo 2-0, Scaglia fa vedere una maglietta con la scritta "Capisc": il giorno dopo i giocatori spiegheranno che il loro gesto è stato motivato dal fatto che non hanno ancora ricevuto l'erogazione completa della mensilità di ottobre e che sono costretti ad allenarsi in condizioni ai limiti della decenza. Ma non accade solo questo nel convulso post-partita di Gallipoli-Grosseto: a fine partita Giuseppe Giannini annuncia le proprie dimissioni a seguito di contrasti con il presidente D'Odorico. Dopo vari botta e risposta tra presidente e allenatore, l'imprenditore friulano fa marcia indietro chiedendo scusa per le parole forti e Giannini ritorna sulla panchina giallorossa.
LO STADIO. Lo Stadio Via del Mare è un impianto sportivo di Lecce. Ha una capienza di 40.670 posti, di cui 33.876 omologati, e prende il nome dalla via dove è situato. Ospita le partite casalinghe dell'Unione Sportiva Lecce e, dal 2009-2010, in via eccezionale quelle del Gallipoli Calcio, per l'inagibilità dello Stadio Antonio Bianco della città ionica. Sostituì lo Stadio Carlo Pranzo, antico impianto intitolato alla memoria di un giovane leccese caduto durante la prima guerra mondiale. Fu inaugurato l'11 settembre 1966 in occasione di un'amichevole tra Lecce e Spartak Mosca, terminata con il punteggio di 1-1 e seguita da 13.000 spettatori. Il 2 ottobre dello stesso anno ospitò la prima partita tra squadre italiane, il derby pugliese tra Lecce e Taranto (1-0), di fronte a 25.000 spettatori, mentre il 24 giugno 1967 fu teatro di un'amichevole tra il Lecce e il Santos del celebre Pelé, finita 1-5. La capienza iniziale era di 16.000 spettatori. Nel 1976, grazie ad un intervento di ampliamento, si arrivò a 20.500 posti. Con la prima storica promozione del Lecce in Serie A nel 1985 lo stadio fu quasi completamente ricostruito e ammodernato sotto la guida di Costantino Rozzi. La capienza arrivò a ben 55.000 posti. Furono rifatte le due curve, sedi del tifo organizzato: la Nord (oggi sede degli Ultrà Lecce) e la Sud (oggi sede della Gioventù). Inoltre furono ricostruite la Tribuna Centrale e Laterale e furono creati i settori Distinti e Tribuna Est (con il cosiddetto "Crescent"), la quale rimase invariata. In seguito, per far sì che tutti i posti a sedere fossero numerati, la capienza fu ridotta a 40.670 posti. A causa dell'aumento del numero di casi di violenze negli stadi, per motivi di sicurezza una parte della curva sud (quella che confina con il settore ospiti) è stata chiusa e il numero dei posti si è ridotto agli attuali 33.876. Le poltroncine sono di colore rosso e giallo (i colori sociali della squadra) e compongono sulla Tribuna Est la scritta "U.S. Lecce". Dopo la sua quasi totale ristrutturazione, lo stadio di Lecce, insieme allo Stadio Friuli di Udine, era l'unico stadio pronto per il Mondiale di Italia 1990. Cionostante l'assegnazione dei Mondiali nella regione Puglia andò allo Stadio San Nicola di Bari, fatto che causò alcune polemiche. Nel 1994 lo stadio ospitò un discorso di Papa Giovanni Paolo II. Durante la prima giornata di campionato di Serie B 2007-2008 la sala stampa dello stadio è stata intitolata al giornalista leccese Sergio Vantaggiato, scomparso tragicamente ad agosto 2007. La targa è stata scoperta dal figlioletto di Sergio, Martino, alla presenza delle varie autorità locali, della dirigenza dell'Unione Sportiva Lecce e di alcuni giornalisti delle diverse testate.
Il 1º novembre 2007, durante una fase di allenamento della squadra locale nello stadio, un fulmine ha colpito il magazziniere dell'U.S. Lecce Antonio De Giorgi, uccidendolo sul colpo. Sono rimasti illesi l'allenatore Giuseppe Papadopulo, il direttore sportivo Guido Angelozzi e il calciatore Elvis Abbruscato. Con Delibera del Consiglio Comunale lo stadio è stato intestato al sindaco Ettore Giardiniero, che diede il via libera alla sua ricostruzione.
Nel 1999 l’attuale Team Manager Vito Faggianelli e l’attuale Vicepresidente Antonio Vallebona (entrambi ex calciatori del Gallipoli) prelevano il titolo del Leveranno Calcio (Prima Categoria), e fondano l’A.C. Gallipoli 1999 che in soli due anni si ritrova a giocare di nuovo in Eccellenza. Nel 2001 il club viene prelevato dall’imprenditore locale Vincenzo Barba (attuale senatore della Repubblica) che in sole tre stagioni porta il Gallo in terza serie, scrivendo gloriose pagine per la storia del calcio gallipolino.
Nel 2002 arriva l'interessamento da parte dell'imprenditore petrolifero Vincenzo Barba, che rileva la società. La prima stagione di Barba si conclude con un discreto sesto posto, ma le ambizioni del presidente sono altre: "B come Barba", questo è lo slogan del suo progetto. E per la stagione 2003/04 il patron prepara una grande squadra guidata dal tecnico Antonio Toma che domina il campionato, riottenendo la Serie D dopo 25 anni. Anche per la stagione seguente il presidente Barba non badò a spese e fornì al neo tecnico Franco Giugno, assieme al nuovo ds Danilo Pagni, una squadra di primo ordine, che annoverava tra le sue fila l'attaccante argentino Josè Ignacio Castillo, affiancandolo a Riccardo Innocenti (insieme frutteranno 45 gol). Dopo un campionato condotto sin dalle prime partite al comando, il Gallipoli ottenne la matematica promozione in C2 il 1º maggio nel derby contro il Nardò: i giallorossi tornano in C2. Per affrontare il secondo campionato tra i professionisti della storia del Gallipoli il patron Barba confermò Castillo, resistendo alle numerosissime richieste da club di serie superiori, ingaggiò Gaetano Auteri come allenatore e puntellò l'organico con gente esperta della categoria. Anche quell'anno, dalla prima all'ultima giornata, il Gallipoli condusse il campionato saldamente in testa, ottenendo la terza promozione in tre anni, impresa riuscita a ben poche squadre. Ma il Gallipoli in quella stagione non si accontentò solo della promozione in C1: arrivò infatti anche la vittoria della Coppa Italia Serie C, riuscendo a prevalere nella doppia finale contro la Sanremese. Per la stagione seguente Barba continuò a fare affidamento su Auteri, ma molti elementi protagonisti della splendida annata 2005/2006 andarono via, come Castillo (al Frosinone in B), Raimondi (al Pisa), Innocenti (alla Val di Sangro). La stagione si rivelò molto difficile per il Gallipoli, che non riuscirà mai ad entrare in zona playoff; dovuto anche alla crisi di risultati che perdurò da gennaio 2007 fino alla fine del campionato, che portò anche ad un allontanamento temporaneo del tecnico Auteri, richiamato una settimana dopo il suo esonero. Il Gallipoli chiuse al decimo posto a pari punti con la Salernitana. Per la stagione 2007/08 Barba operò un'autentica rivoluzione: chiamò Dario Bonetti come allenatore e soltanto 8 giocatori della rosa precedente saranno riconfermati. L'inizio è positivo: vittoria casalinga per 4-1 contro la Massese, pareggio all'ultimo secondo per 1-1 a Salerno grazie a Stefano Morello. Il Gallipoli si portò così in zona playoff, occupandola per gran parte del campionato grazie ad uno straordinario rendimento casalingo (compreso il 2-0 alla capolista Salernitana), nonostante la carenza di punti lontano dalle mura amiche (una sola vittoria in trasferta in tutto il campionato, a Pistoia). A causa di incomprensioni con l'ambiente, dopo la ventiseiesima giornata Dario Bonetti venne sostituito da Vincenzo Patania, lasciando la squadra al momento terza in classifica. Il cambio parve dare i suoi frutti: dopo una rocambolesca sconfitta con l'Arezzo per 3-2 il Gallipoli travolse la diretta concorrente Perugia per 3-0. Poi la squadra, come l'anno precedente, ebbe un crollo fisico e mentale che la portò a totalizzare un punto in 6 partite e a uscire sconfitta dall'incontro casalingo contro il Crotone e dalle trasferte con Sambenedettese, Potenza, Martina (ultimo in classifica e già matematicamente retrocesso) e Juve Stabia. Una nuova sconfitta fu patita nell'incontro casalingo col Pescara. Questi risultati portarono la squadra al nono posto in classifica, posizione mantenuta fino a fine stagione.
La stagione segna un netto cambiamento in società: al posto di Pagni e Patania vengono chiamati Gino Dimitri, ex responsabile dell'area tecnica del settore giovanile del Lecce, e come allenatore Giuseppe Giannini. La rosa, che combina giovani promettenti ed elementi esperti della categoria, punta con decisione alla promozione in Serie B, anche sfruttando il fattore-campo legato soprattutto all'atipico terreno in sintetico. In campionato il Gallipoli mantiene un rendimento costante. La formazione ionica può contare su un organico molto valido, che ha in Ciro Ginestra e Francesco Di Gennaro due prolifici attaccanti, cui si aggiungono il regista David Mounard, i centrocampisti centrali Gennaro Esposito e Giuseppe Russo e una difesa di spessore, guidata dal portiere Generoso Rossi. Il Gallipoli si insedia solitario in vetta alla classifica sin dalle prime giornate, con 16 punti dopo sole 6 partite. Poi la squadra accusa un calo nelle successive battute (sconfitte esterne a Foggia e Pescara e pareggio interno con l'Arezzo), ma subito si riprende, sconfiggendo il club campano della Cavese al Bianco per 5-1. È il periodo tra dicembre e gennaio che consolida il Gallipoli tra le pretendenti alla promozione in Serie B, a differenza di quanto avvenuto nelle stagioni precedenti, quando la squadra in questo periodo ebbe cali fisici e mentali. Seguiranno le vittorie con il Crotone in casa e nel derby pugliese col Taranto allo Iacovone. La squadra giallorossa in casa ha un rendimento molto positivo, ma rispetto alla stagione precedente decisivo è anche il rendimento in trasferta. La svolta della stagione risale al 26 aprile, quando il team di Giannini deve affrontare a Crotone i rossoblu allenati dal salentino Francesco Moriero. La classifica vede il Gallipoli in testa a 57 punti e il Crotone staccato di un solo punto, a 56. Dopo il primo tempo conclusosi a reti bianche, il Crotone passa in vantaggio con Basso su rigore, ma il Gallipoli si porta sull'1-1 con un tiro di destro del bomber Ginestra, prima che all'89esimo minuto l'attaccante Di Gennaro firmi il definitivo 2-1 con un tiro in diagonale. Il gol, festeggiato con gli 800 tifosi gallipolini giunti in Calabria, consente al Gallipoli di aumentare il distacco, che sale a 4 punti. La gioia definitiva per i tifosi gallipolini arriva il 17 maggio 2009, quando i giallorossi, davanti a 7.000 spettatori festanti in uno Stadio Bianco gremito in ogni ordine di posto, batte tra le mura amiche 3-2 la Real Marcianise. Al fischio finale cominciano le celebrazioni, con cori e inni rivolti alla società, alla squadra e al mister Giannini. Per i salentini si tratta così del primo approdo in Serie B nella loro storia: così facendo il Gallipoli è la quarta salentina, dopo il Lecce, il Taranto e il Brindisi, ad accedere alla serie cadetta. Pochi giorni più tardi il Gallipoli prevale nella doppia sfida valida per la Supercoppa di Lega contro il Cesena: dopo lo 0-0 in casa, il Gallipoli riesce ad espugnare lo Stadio Dino Manuzzi per 2-1 grazie all'autogol di Cusaro e la marcatura di Buzzegoli.
L'euforia per la storica promozione in Serie B viene subito spenta dalle prime avvisaglie di crisi che segna l'estate del Gallipoli. Inizialmente riemerge con forza l'annosa questione dell'idoneità dello Stadio Antonio Bianco, non sottoposto ai necessari lavori di adeguamento nonostante i malumori della tifoseria, con il conseguente trasferimento del Gallipoli allo Stadio Via del Mare di Lecce per le partite casalinghe. Il problema dello stadio, tuttavia, in seguito passa in secondo piano. Il presidente Barba rende nota la volontà di cercare qualcuno che lo affianchi nella gestione societaria, ritenendo la Serie B un campionato troppo oneroso per non essere coadiuvato alla guida del club. Nel caso in cui non avesse trovato nessuno disposto ad accompagnarlo, Barba si dice disposto a consegnare il titolo sportivo nelle mani del sindaco. La questione si protrae per quasi tutta l'estate, con dichiarazioni di accordi già conclusi e successive smentite. Nel frattempo la squadra versa in un totale immobilismo: mentre le altre compagini della serie cadetta hanno cominciato la preparazione estiva e hanno concluso i primi acquisti, a Gallipoli la situazione è in fase di stallo. Dell'organico artefice della promozione sono solo quattro i giocatori sotto contratto (Ginestra, Di Gennaro, Mounard e Russo, quest'ultimo ceduto poi al Verona), senza guida tecnica, perché a fine giugno le strade di Barba e Giannini si separano. Il 7 luglio 2009 il presidente Barba sembra porre fine alla crisi societaria, riuscendo a iscrivere la squadra alla Serie B, e chiede aiuto a imprenditori locali per sostenere la squadra, ma il clima a Gallipoli è teso. All'inizio di agosto circolano voci di un accordo tra Barba e il dirigente Luca Pagliuso, che verrebbe designato direttore generale, con la conferma di Giannini come allenatore, ma la trattativa non va in porto. Si fa avanti anche la Meleam, società impegnata nel campo della medicina sportiva, ma anche qui le trattative si concludono con un nulla di fatto. Gli ultras contestano duramente il presidente, il quale comunica l'intenzione di cedere loro la società a costo zero. I tifosi accolgono l'invito e si offrono disponibili ad acquisire il Gallipoli, ponendo le basi per una trattativa senza precedenti nel mondo del calcio. Dopo neanche un giorno dall'incontro che avrebbe potuto rivelarsi decisivo per la storica cessione, Barba annuncia che la trattativa si è arenata e che è in procinto di chiudere con un gruppo di imprenditori friulani facenti capo a Daniele D'Odorico. Il 9 agosto il Gallipoli, nella partita della seconda fase di Coppa Italia contro il Lumezzane, giocata fuori casa, manda in campo la squadra primavera e subisce una netta sconfitta per 6-0. L'11 agosto il presidente, evidentemente alla luce della forte contestazione, decide di lasciare l'incarico e ufficializza la cessione al gruppo di D'Odorico. A meno di dieci giorni dalla prima partita di campionato ad Ascoli Piceno, il Gallipoli riparte, con D'Odorico presidente e Vittorio Fioretti (ex direttore sportivo di Padova, Triestina e Arezzo) come responsabile del calciomercato. Il primo tassello messo a punto dalla nuova dirigenza è stata la riconferma di Giannini nel ruolo di allenatore e la susseguente partenza in ritiro dei 3 giocatori in rosa più 5 elementi delle giovanili. Nella settimana che segue sono perfezionate molte operazioni di calciomercato, allo scopo di allestire la rosa per l'imminente inizio del campionato di Serie B. Il 21 agosto 2009 la squadra giallorossa debutta bene in Serie B, pareggiando 1-1 con l'Ascoli dopo essere passata in vantaggio con un gol di Di Gennaro, uno degli artefici della promozione in Serie B dei gallipolini. La squadra coglie la prima vittoria nel campionato cadetto alla sesta giornata, il 22 settembre, battendo l'Ancona (1-0) allo Stadio Via del Mare di Lecce. Il primo successo in trasferta dei gallipolini in Serie B risale al 27 ottobre 2009 contro il Brescia (0-1). Il 26 novembre, a causa di incomprensioni con il presidente D'Odorico, Vittorio Fioretti abbandona l'incarico di direttore generale e responsabile dell'area tecnica: il suo posto è stato preso da Michele Scaringella. Seguiranno poi nuovi ulteriori arrivi in società, tra cui Giuseppe Iodice (ex segretario del Napoli di Ferlaino) nel ruolo di direttore generale e Ferdinando Ruffini nel ruolo di team manager. A gennaio entra in società Giovanni D'Odorico, padre di Daniele, che decide di affiancare il figlio nella gestione societaria rilevando una quota di minoranza. Con la vittoria col Modena per 1-0, il Gallipoli chiude il girone d'andata con 28 punti in saccoccia, risultato quasi impensabile all'inizio del campionato. Nel frattempo la società si muove sul mercato: dopo 30 gol in due campionati e mezzo lascia la maglia giallorossa Di Gennaro, approdato al Verona, mentre arrivano Flavio Lazzari dal Padova e Claudio Della Penna dalla Roma. A seguito del pareggio esterno contro il Cesena un nuovo caos societario attanaglia il Gallipoli: l'ex patron Vincenzo Barba comunica di aver provveduto al sequestro cautelativo delle quote societarie, per il soddisfacimento dei suoi crediti nei confronti di D'Odorico a seguito della cessione della società. Dal canto suo il presidente replica affermando che provvederà al pagamento solo quando vi sarà la quantificazione della "scatola vuota con il nome Gallipoli Calcio", così come definita dal patron friulano. L'ultima settimana di gennaio si rivela molto intensa dal punto di vista del mercato: lascia il Gallipoli per accasarsi al Crotone il capitano Ciro Ginestra, mentre arriva il giovane attaccante paraguayano Luis Fernando Paez, partecipante ai mondiali U20 recentemente svoltisi in Egitto, insieme a Rey Volpato dal Bari, Attila Filkor dal Sassuolo e Mario Artistico dal Pescara. Ma le tensioni non sembrano finire: l'8 febbraio durante Gallipoli-Grosseto gli undici giallorossi in campo inscenano una particolare protesta nei primi 40 secondi, regalando palla ai giocatori toscani e restando immobili nella propria metà campo con le spalle rivolte verso la tribuna centrale. Al gol del momentaneo 2-0, Scaglia fa vedere una maglietta con la scritta "Capisc": il giorno dopo i giocatori spiegheranno che il loro gesto è stato motivato dal fatto che non hanno ancora ricevuto l'erogazione completa della mensilità di ottobre e che sono costretti ad allenarsi in condizioni ai limiti della decenza. Ma non accade solo questo nel convulso post-partita di Gallipoli-Grosseto: a fine partita Giuseppe Giannini annuncia le proprie dimissioni a seguito di contrasti con il presidente D'Odorico. Dopo vari botta e risposta tra presidente e allenatore, l'imprenditore friulano fa marcia indietro chiedendo scusa per le parole forti e Giannini ritorna sulla panchina giallorossa.
LO STADIO. Lo Stadio Via del Mare è un impianto sportivo di Lecce. Ha una capienza di 40.670 posti, di cui 33.876 omologati, e prende il nome dalla via dove è situato. Ospita le partite casalinghe dell'Unione Sportiva Lecce e, dal 2009-2010, in via eccezionale quelle del Gallipoli Calcio, per l'inagibilità dello Stadio Antonio Bianco della città ionica. Sostituì lo Stadio Carlo Pranzo, antico impianto intitolato alla memoria di un giovane leccese caduto durante la prima guerra mondiale. Fu inaugurato l'11 settembre 1966 in occasione di un'amichevole tra Lecce e Spartak Mosca, terminata con il punteggio di 1-1 e seguita da 13.000 spettatori. Il 2 ottobre dello stesso anno ospitò la prima partita tra squadre italiane, il derby pugliese tra Lecce e Taranto (1-0), di fronte a 25.000 spettatori, mentre il 24 giugno 1967 fu teatro di un'amichevole tra il Lecce e il Santos del celebre Pelé, finita 1-5. La capienza iniziale era di 16.000 spettatori. Nel 1976, grazie ad un intervento di ampliamento, si arrivò a 20.500 posti. Con la prima storica promozione del Lecce in Serie A nel 1985 lo stadio fu quasi completamente ricostruito e ammodernato sotto la guida di Costantino Rozzi. La capienza arrivò a ben 55.000 posti. Furono rifatte le due curve, sedi del tifo organizzato: la Nord (oggi sede degli Ultrà Lecce) e la Sud (oggi sede della Gioventù). Inoltre furono ricostruite la Tribuna Centrale e Laterale e furono creati i settori Distinti e Tribuna Est (con il cosiddetto "Crescent"), la quale rimase invariata. In seguito, per far sì che tutti i posti a sedere fossero numerati, la capienza fu ridotta a 40.670 posti. A causa dell'aumento del numero di casi di violenze negli stadi, per motivi di sicurezza una parte della curva sud (quella che confina con il settore ospiti) è stata chiusa e il numero dei posti si è ridotto agli attuali 33.876. Le poltroncine sono di colore rosso e giallo (i colori sociali della squadra) e compongono sulla Tribuna Est la scritta "U.S. Lecce". Dopo la sua quasi totale ristrutturazione, lo stadio di Lecce, insieme allo Stadio Friuli di Udine, era l'unico stadio pronto per il Mondiale di Italia 1990. Cionostante l'assegnazione dei Mondiali nella regione Puglia andò allo Stadio San Nicola di Bari, fatto che causò alcune polemiche. Nel 1994 lo stadio ospitò un discorso di Papa Giovanni Paolo II. Durante la prima giornata di campionato di Serie B 2007-2008 la sala stampa dello stadio è stata intitolata al giornalista leccese Sergio Vantaggiato, scomparso tragicamente ad agosto 2007. La targa è stata scoperta dal figlioletto di Sergio, Martino, alla presenza delle varie autorità locali, della dirigenza dell'Unione Sportiva Lecce e di alcuni giornalisti delle diverse testate.
Il 1º novembre 2007, durante una fase di allenamento della squadra locale nello stadio, un fulmine ha colpito il magazziniere dell'U.S. Lecce Antonio De Giorgi, uccidendolo sul colpo. Sono rimasti illesi l'allenatore Giuseppe Papadopulo, il direttore sportivo Guido Angelozzi e il calciatore Elvis Abbruscato. Con Delibera del Consiglio Comunale lo stadio è stato intestato al sindaco Ettore Giardiniero, che diede il via libera alla sua ricostruzione.
LA TIFOSERIA. Il tifo a Gallipoli nasce negli anni ‘70, precisamente nel 1974 quando l’U.S. Gallipoli giocava nel campionato di serie D. Il Gallipoli veniva tifato dai FEDELISSIMI, presenti fino a pochi anni fa con questo nome, ma che oggi sono ugualmente presenti in tribuna ovest e in trasferta dietro lo striscione CLUB A.C. GALLIPOLI “ZIGONI”. A quei tempi si tifava in maniera improvvisata, ma non mancava di domenica in domenica il calore e la presenza dei tifosi gallipolini. Nella stagione 1978/1979 che tutti ricorderanno come la prima dell’A.C. GALLIPOLI del presidente Carlo Viva in serie C2, allo stadio comunale “Lido San Giovanni” (ex nome dello stadio A. Bianco) apparvero altri striscioni. Il tifo dalle tribune si spostò in curva e i cittadini di Gallipoli accorrevano ogni domenica numerosi allo stadio, come per esempio nel 14 Gennaio 1979, giornata in cui venne affollato lo stadio da poco ristrutturato da ben 5000 spettatori. Alla fine della stagione il Gallipoli si salvò all’ultima giornata grazie a una vittoria conquistata a Vasto. Nonostante ciò il Gallipoli venne radiato in Prima Categoria per delle inadempienze finanziarie. Come conseguenza della retrocessione ci fu un brutto smorzamento del tifo a Gallipoli. Nonostante la Pol. Virus Gallipoli giocasse nei campi polverosi del Salento il pubblico gallipolino restò fedele alla propria squadra, comparirono altri striscioni come 12° GIALLOROSSO, TORCIDA e FOREVER ULTRA’.
Nel novembre del 1987 ci fu una svolta straordinaria a Gallipoli: nacque il primo gruppo ultras organizzato, ovvero il COMMANDO ULTRA’ CURVA SUD GALLIPOLI (striscione giallorosso di 35m) che proprio quet’anno compirà 20 anni, in cui si sono difesi i colori di una squadra e di una città splendida come Gallipoli. I ragazzi di Gallipoli nonostante le umiliazioni subito a livello sportivo continuano a colorare la Curva Sud. Sono anni in cui vari gruppi e striscioni si susseguono come i MODS (che dall’anno scorso sono tornati in Curva Sud), gli SKIZZATI, YELLOWRED HURRICANE, SUPPORTERS, PERNICIOSI, CENTRO STORICO, STONED AGAIN e tanti altri. In quegli anni ci furono pure i primi scontri, come a Taurisano. L’entusiasmo calcistico viene riportato alle rive dello Jonio dal Cavaliere Filigrana, imprenditore che ha portato il Castrano in C1. La squadra si iscrisse al campionato di Eccellenza Pugliese con progetti di vincere il campionato ed approdare nella massima serie dilettantistica. Nell’anno 1998 il Gallipoli venne radiato nuovamente nel campionato di Prima Categoria per non essere sceso in campo in tre partite. Il Calcio a Gallipoli scompare, ma solo per un anno, infatti, nel 1999 il dott. Antonio Vallebona acquista il titolo del Leveranno Calcio. Nasce l’ASSOCIAZIONE CALCIO GALLIPOLI che nel giro di due stagioni vince il campionato di 1ª Categoria (1° posto) e poi il campionato di Promozione (2° posto) approdando in Eccellenza. Proprio in queste occasioni lo stadio “A. Bianco” viene riempito ogni domenica dai suoi tifosi, con l’avvento di altri gruppi ultras. Nel 2002 la società viene presa in mano dall’imprenditore petrolifero Vincenzo Barba che riesce a stravincere consecutivamente il campionato di Eccellenza, Serie D, C2 e di vincere la Coppa Italia di C Contro la Sanremese. La Curva Sud ogni domenica cerca di dare un sostegno ai propri beniamini, seguendoli sia in casa che in trasferta, ovunque presenti sia la domenica sia nei giorni infrasettimanali. La Curva Sud è composta da vari gruppi, tutti guaidati dal C.U.C.S. 1987, ossia il BRONX GROUP, DINASTIA ANGIOINA, SPORKA DOZZINA, KAPU SKUAIATE, BOYS, MODS E ZONA 167. Non manca mai lo striscione ULTRAS LIBERI che accompagna gli Ultrà Gallipoli nelle trasferte e non. Gli ultras ci hanno abituati ad assistere ad colorare e imponenti coreografia, che spesso e volentieri evidenziano la bellezza di Gallipoli, la Perla dello Jonio. La tifoseria è gemellata con gli ultras di Ostini, amicizia rinnovata nella partita di Eccellenza nel 2003. Molte invece le rivalità, molti anche gli episodi di contrasto con altre tifoserie, solo per citarne qualcuna diciamo TAURISANO, CASARANO, NARDO’, BRINDISI, ANDRIA e non corre buon sangue anche con tante altre tifoserie anche del Salento stesso. Da questa stagione in casa ed in trasferta i tifosi salentini si riconoscono unicamente dietro lo striscione "Caddhipulini".
Nel novembre del 1987 ci fu una svolta straordinaria a Gallipoli: nacque il primo gruppo ultras organizzato, ovvero il COMMANDO ULTRA’ CURVA SUD GALLIPOLI (striscione giallorosso di 35m) che proprio quet’anno compirà 20 anni, in cui si sono difesi i colori di una squadra e di una città splendida come Gallipoli. I ragazzi di Gallipoli nonostante le umiliazioni subito a livello sportivo continuano a colorare la Curva Sud. Sono anni in cui vari gruppi e striscioni si susseguono come i MODS (che dall’anno scorso sono tornati in Curva Sud), gli SKIZZATI, YELLOWRED HURRICANE, SUPPORTERS, PERNICIOSI, CENTRO STORICO, STONED AGAIN e tanti altri. In quegli anni ci furono pure i primi scontri, come a Taurisano. L’entusiasmo calcistico viene riportato alle rive dello Jonio dal Cavaliere Filigrana, imprenditore che ha portato il Castrano in C1. La squadra si iscrisse al campionato di Eccellenza Pugliese con progetti di vincere il campionato ed approdare nella massima serie dilettantistica. Nell’anno 1998 il Gallipoli venne radiato nuovamente nel campionato di Prima Categoria per non essere sceso in campo in tre partite. Il Calcio a Gallipoli scompare, ma solo per un anno, infatti, nel 1999 il dott. Antonio Vallebona acquista il titolo del Leveranno Calcio. Nasce l’ASSOCIAZIONE CALCIO GALLIPOLI che nel giro di due stagioni vince il campionato di 1ª Categoria (1° posto) e poi il campionato di Promozione (2° posto) approdando in Eccellenza. Proprio in queste occasioni lo stadio “A. Bianco” viene riempito ogni domenica dai suoi tifosi, con l’avvento di altri gruppi ultras. Nel 2002 la società viene presa in mano dall’imprenditore petrolifero Vincenzo Barba che riesce a stravincere consecutivamente il campionato di Eccellenza, Serie D, C2 e di vincere la Coppa Italia di C Contro la Sanremese. La Curva Sud ogni domenica cerca di dare un sostegno ai propri beniamini, seguendoli sia in casa che in trasferta, ovunque presenti sia la domenica sia nei giorni infrasettimanali. La Curva Sud è composta da vari gruppi, tutti guaidati dal C.U.C.S. 1987, ossia il BRONX GROUP, DINASTIA ANGIOINA, SPORKA DOZZINA, KAPU SKUAIATE, BOYS, MODS E ZONA 167. Non manca mai lo striscione ULTRAS LIBERI che accompagna gli Ultrà Gallipoli nelle trasferte e non. Gli ultras ci hanno abituati ad assistere ad colorare e imponenti coreografia, che spesso e volentieri evidenziano la bellezza di Gallipoli, la Perla dello Jonio. La tifoseria è gemellata con gli ultras di Ostini, amicizia rinnovata nella partita di Eccellenza nel 2003. Molte invece le rivalità, molti anche gli episodi di contrasto con altre tifoserie, solo per citarne qualcuna diciamo TAURISANO, CASARANO, NARDO’, BRINDISI, ANDRIA e non corre buon sangue anche con tante altre tifoserie anche del Salento stesso. Da questa stagione in casa ed in trasferta i tifosi salentini si riconoscono unicamente dietro lo striscione "Caddhipulini".
LA TRASFERTA. I ragazzi della Fattori organizzano un pullman per Gallipoli. Ci sono ancora posti disponibili. Partenza ore 23 di venerdì sera dal parcheggio Sud dell'Euganeo. Costo 30 euro escluso biglietto.
Il Calcio Padova informa che la prevendita per la partita Gallipoli - Padova di sabato 6 marzo (ore 15.30) verrà effettuata nei seguenti punti vendita LOTTOMATICA. Il Biglietto del settore ospiti verrà venduto al costo di 12 euro, inclusi i diritti di prevendita.
- Tabaccheria via Borgo Rossi, 79, Piove di Sacco. Padova. tel. 049 9700588
- Tabaccheria via Conselvana, 230 Loc. Guizza (Padova). tel. 049 8801882
- Tabaccheria via Buonarroti, 89 Quartire Arcella, Padova. tel 049 8643127
- Tabaccheria via Indipendenza, 44 Cittadella (Pd).
- Tabaccheria via B. Treviso, 174 Cittadella (Pd). Tel. 049 5973837
Il Calcio Padova informa che la prevendita per la partita Gallipoli - Padova di sabato 6 marzo (ore 15.30) verrà effettuata nei seguenti punti vendita LOTTOMATICA. Il Biglietto del settore ospiti verrà venduto al costo di 12 euro, inclusi i diritti di prevendita.
- Tabaccheria via Borgo Rossi, 79, Piove di Sacco. Padova. tel. 049 9700588
- Tabaccheria via Conselvana, 230 Loc. Guizza (Padova). tel. 049 8801882
- Tabaccheria via Buonarroti, 89 Quartire Arcella, Padova. tel 049 8643127
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