mercoledì 3 marzo 2010

PAR(ANAL) NORMAL ACTIVITY


Padova. Rivolta notturna degli abitanti di via Manara: «Via stranieri spacciatori»
Guerriglia in strada fino alle 4 di mattino, abbattute recinzioni e le telecamere messe dal Comune non funzionano più.

PADOVA (2 febbraio) - Degrado, spaccio e problemi tra residenti ed extracomunitari in via Manara sembravano ormai solo un ricordo. E invece domenica notte la situazione è nuovamente precipitata, con gli abitanti del civico 39 in strada fino all’alba per contrastare l’ingresso di alcuni nigeriani che trovano rifugio in due appartamenti, l’interno 26 e l’interno 38, del civico 37.«Siamo rimasti in cortile fino alle quattro del mattino per impedire che i pusher nigeriani che spacciano tra via Grassi e la rotonda di fronte alla chiesa del Pio X entrassero nei nostri palazzi – spiega Emanuele Naruti, rappresentante del comitato solidale di via Manara e residente al civico 39 della strada –. Abbiamo dovuto chiamare due volte le Volanti perché intervenissero. I pusher hanno anche sfondato la porta d’ingresso dell’edificio 37 e scavalcato il piccolo cancello condominiale». Mentre quello più grande, sistemato dal Comune per impedire appunto l’andirivieni “sospetto”, è rotto dai primi di dicembre e la telecamere sistemata a pochi metri di distanza secondo i residenti non sarebbe nemmeno in funzione. «Sono stati gli stessi che fanno tappa negli interni 26 e 38 – riprende Emanuele Naruti – dove tra l’altro trovano continuamente da mangiare visto che fungono da ristoranti abusivi. Ed anche per segnalare questa attività che abbiamo deciso di presentare un esposto alla guardia di finanza, e alle altre forze dell’ordine. Siamo stanchi di dover sopportare certi comportamenti».E a denunciare il ritorno di una situazione critica in via Manara e nelle strade adiacenti è anche il presidente del Comitato Stanga, Paolo Manfrin: «È da qualche tempo che stiamo registrando l’incremento di pusher tra via Grassi e il Pio X. E questo ci preoccupa seriamente soprattutto in vista del ritorno della stagione primaverile dove queste persone, come tutti gli anni, si moltiplicheranno rendendo ancora più difficile la situazione del quartiere». (dal sito del Gazzettino).

Lo ammetto, non ne ero a conoscenza, sino a poco fa, di questa notizia. Leggo il mattino solo perché c’è nel bar in cui vado ed è l’unico giornale che non caga nessuno in pausa pranzo. Forse ci sarà nel mattino cartaceo del mercoledi. Ma questa notizia mi turba, cazzo se mi turba. Non avevo mai sentito parlare di tensioni in Via Manara. Non avevo mai sentito parlare delle difficoltà del quartiere Stanga e sinceramente ci passeggio di sera con la mia ragazza che è un piacere, in fondo siamo in una zona residenziale non troppo lontana dal centro. Dopotutto è stato risolto egregiamente il problema di Via Anelli, ricordate? Il Ghetto smembrato da Flavio. Ho ripescato un articolo del Corriere della Sera su quel fantastico giorno della chiusura di Via Anelli, una pagina buia e triste per Padova. Vi interessa?
Tra le citazioni dell’articolo troviamo ahimè ingrati: “L’ingegner Michele Donati, 54 anni, è stato l’ultimo italiano a traslocare, giovedì. Assieme ad altri ha denunciato il Comune per appropriazione indebita: «Ringrazio per la casa in comodato, ma quella di via Anelli era mia. Che ne sarà? Qui invece di mandare via i delinquenti hanno sloggiato noi».” E pesantissime illazioni da cui prendo assolutissimamente le distanze conoscendo la serietà della Giustizia itagliana e dell’efficienza dell’apparato poliziesco, specie della Guardia di Finanza che certamente non guarda in faccia nessuno, soprattutto gli speculatori: "Da mesi sui contratti di locazione delle sei palazzine indaga la Guardia di Finanza, alla ricerca di irregolarità, magari di affitti in nero. Qualcuno di certo ha speculato su quelli che il Comune definisce «soggetti deboli e ricattabili: i lavoratori migranti». E la Questura? Le parole di Michele Donati, specie l’ultima frase, mi hanno fatto girare i coglioni. Per fortuna nell’articolo ce chi mette in chiaro le cose e spara, dall’alto della sua caregheta decennale di Major: “La polizia rinforzerà la vigilanza. «Per impedire che chi perde quella porzione di territorio si radichi altrove».
Perché vi mettete a ridere leggendo l’articolo del Gazzettino e quest’ultima frase? Flavio e la Questura, oggi amministrata dal Commendatore Luigi Savina (e sia chiaro che non vi sto prendendo per il culo!) e all’epoca se non sbaglio guidata da Marangoni che è finito nientepopodimenochè a Palermo, ha rafforzato la vigilanza. Si è vero, qualche stronzata tipo colpi in banca o accoltellate da parte di sconosciuti in pieno centro sono avvenuti in questi anni. Cosi come pestaggi davanti a Sommariva da parte di balordi nei confronti di un ragazzo e tutti i fighetti a farsi i cazzi propri con lo spritz in mano. Gente tutt’ora senza volto. Si è vero dai, qualche quartiere da qualche tempo non è più tranquillo come una volta. Qualche. Ma direi che Pontevigodarzere, l’Arcella, San Carlo, la zona Stazione e la zona Fiera lasciano il tempo che trovano. La vigilanza aldilà di queste cagate è stata rinforzata. E’ stata acchiappata la Baby Gang della Guizza, sgominata quella dell’Arcella che chiedeva il pizzo per salire l’ascensore di un supermercato e hanno stroncato sul nascere quella di San Carlo composta, se non ho letto male, da un napoletano, un cinese, un romeno, un marocchino e un padovano. Insomma 4 stranieri e un italiano. Dove invece la vigilanza ha compiuto il vero salto di qualità è nel malfamato Stadio Euganeo dove si esercitano settimanalmente i palestinesi e i membri di Al Qaeda con lanci di granate dalle curve. E dove, ogni due sabati, miliziani locali inneggiano al più rivoltante razzismo e alla più inquietante volgarità adducendo all’ufficiale di gara improbabili danneggiamenti del membro maschile. La feccia che popola l’Euganeo, fortunatamente, è tenuta sotto controllo da un imponente sistema di telecamere nato col Decreto Pisanu e definitivamente approvato, con costi ben precisi, con la Delibera 2009/0373 del 21/04/2009.
Ci costa parecchio la feccia. Ci costa per l’esattezza € 290377,45. Senza dimenticare le ore e ore di lavoro tolte all’assessore Sinigaglia, autore della proposta di scritta. Lui a quello stadio c’è legato visceralmente e a me piacerebbe pure intitolarglielo, cosi come una Tribuna Viganò, Poltroncine Verrecchia, una Tribuna Farina e perché no, una bella Curva Saurini e una Curva Zenga. Oltre ad essere, a mio avviso, non rintracciabile visto l’assoluta e totale mancanza di nomi sul biglietto e sull’abbonamento, la feccia viene controllata all’ingresso senza i body scanner. Vergognoso. Ne ho visti parecchi coi miei occhi portarsi nella Tribuna fior di lanciarazzi, kalashnikov e coltelli a serramanico. Una volta ho visto addirittura un ragazzino portarsi un Barracuda e uno Squalo Bianco nottetempo prima della partita con la Reggiana qualche anno fa giocata sotto un’alluvione.

Par(anal)normal activity è uscito in tutta Padova già da un bel pezzo e vede sempre le solite facce. Le vostre che votano e che ci abitano e le loro che vi governano e vi sventolano fogli di giornale in una trasmissione calcistica locale ricordandovi mai avvenuti incidenti. Par(anal)normal activity prevede una trama molto semplice: se c’è un grosso problema fottitene e fa l’esatto contrario. Il pubblico può interagire da casa votando ogni quattro anni o facendosi giustizia sommaria nella vita di tutti i giorni.
Buon divertimento.

Mr.Peter North

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