"Ci togliete dagli spalti, ci vedrete direttamente sul campo di gioco!" verrebbe da dire. Chissà se adesso il buon Maroni si mette a studiare qualche provvedimento come la Tessera del Calciatore. O forse, se fosse stato in campo lui avrebbe già masticato le caviglie a tutti. Fatto sta che questa crociata contro la violenza nel calcio è una gran cagata di partenza perchè il calcio è fatto anche di violenza, se non è sugli spalti è sul campo. Se si parla invece di sicurezza, lo sappiamo tutti, è un'altra cosa. E l'abbiamo già detto.
Due giorni dopo la sospensione di Cagliari-Bastia per rissa, prosegue il matto calcio d'estate che anzichè vedere i botti di mercato tanti attesi, si rende protagonista di scazzottare d'autore. Questa volta accade a Pinzolo, dove erano di scena Catania e Iraklis. Il Match è stato sospeso dal direttore di gara a 20 minuti dalla fine a causa dei ripetuti scontri fisici tra le due squadre che, fin dai primi minuti, si erano scambiati colpi proibiti. Fino a quel momento il risultato era favorevole agli etnei, grazie alla rete di Pesce, ma in questi casi il punteggio del campo passa in secondo piano quando nel rettangolo di gioco succedono fatti di questa gravità. La scintilla che ha fatto degenerare la situazione è scoppiata dopo l'ennesimo calcione a centrocampo. Alla giusta espulsione di Barrientos sono seguiti calci e spintoni, cosa che ha fatto propendere l'arbitro Villa di Rovereto per la sospensione definitiva. Molto arrabbiato Marco Giampaolo, tecnico degli etnei: "Non doveva accadere, non ci sono alibi. A prescindere dalle responsabilità bisognava tener presente, da parte nostra, che l'obiettivo finale era quello di completare la partita e di conseguenza questa fase di lavoro. La sospensione rappresenta una sconfitta per tutti.
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