martedì 17 agosto 2010

QUANDO LO STADIO PUO' CAMBIARE LA VITA AL TIFOSO

 A Padova ci "godiamo" uno stadio da quarto (forse anche quinto) mondo, dove i disservizi sono all'ordine del giorno, dove i tornelli funzionano a seconda del tempo e dell'umidità, dove ci sono due sportelli (DUE!) aperti per i biglietti, dove fa semplicemente schifo andare (Diciamolo, se non fosse per la curva e per gli amici molti probabilmente preferirebbero mantenere un buon ricordo di cosa significava seguire il Padova all'Appiani... molti hanno proprio fatto questo!). C'è invece chi sta meglio, anche in un paese come l'itaGlia. Sarebbe bello che tutti quelli che leggono questo sito facessero una profonda riflessione su articoli come questo... Grazie a Scouser per la segnalazione!

Quando Mourinho tesseva le lodi del "suo" tempio di Londra, lo "Stamford Bridge", noi poveri italiani credevamo si trattasse di architettura futuristica proveniente da un altro pianeta. Il centralissimo stadio londinese, prende il nome dal quartiere adiacente ed è un gioiello costellato di preziosi inserti: un immenso megastore a due piani, un hotel a 4 stelle e due musei: il " Chelsea World of Sports Museum" è un museo dove i familiari dei tifosi deceduti possono ricordare i loro cari nel luogo che più li identificava. I nostri impianti fatiscenti e poco funzionali sono vissuti dal tifoso come la pizzeria al sabato sera: si entra, si consuma e si va via. Ma lo stadio può essere molto di più. In questo senso la città di Genova si è fregiata di un titolo più che onorevole in un paese come l'Italia: capitale del progresso calcistico.
DALLO SCAMBIO DEI GAGLIARDETTI ALLE FEDI NUZIALI
Anche il glorioso "Luigi Ferraris", uno degli impianti più antichi d'Italia nato dalle ceneri del vecchio campo denominato "La Cajenna", edificato nel lontano 1895,  si trova nel quartiere "Marassi" ormai inglobato dalla zona centrale della città. Oggi l'impianto ha una capienza omologata per 36.703 spettatori e si è meritato l'epiteto di "stadio più inglese d'Italia" per struttura (gradinate prive di fastidiose recinzioni e prospicienti il campo da gioco), ed eleganza architettonica. Dopo il lavoro di squadra splendidamente orchestrato sul campo dalle conviventi metropolitane, Genoa e Sampdoria, le due società coadiuvate dalla Regione Liguria, hanno deciso attorno a un tavolo di rendere operativo un progetto ambizioso e innovativo per dare insieme una sferzata al torpore dell'immobilismo italiano. Il lavoro in perfetta sinergia svolto dal sindaco Marta Vincenzi, dall'assessore allo sport Stefano Anzalone,dalla Regione Liguria e dai patron delle due società genovesi, ha sortito gli effetti sperati. Anche Garrone e Preziosi avranno uno stadio da Special One. A settembre saranno adibiti 15 nuovi sportelli destinati alle bigietterie al pianterreno dell'istituto FIRPO, proprio di fronte all'impianto genovese. Verrà messa a punto una sala convegni che potrà ospitare fino 200 persone, saranno montati 24.000 seggiolini nuovi di zecca, di color turchese. E poi, in pieno stile inglese, verrà allestito un "Museo dello Stadio" in occasione del centenario del "Luigi Ferraris", inaugurato nel lontano 22 gennaio 1911. Inoltre, durante la sosta di campionato, da fine maggio a fine agosto, il Marassi ospiterà concerti, raduni e visite guidate. Ma i botti di fine anno si avranno a dicembre, per festeggiare come si deve gli sposi che sceglieranno lo stadio come cornice per sancire la sacra unione. Molte le richieste, non solo per le celebrazioni liturgiche nelle sale allestite al "Ferraris" ma anche per giri di campo e passerelle nei palpitanti minuti che precedono il fischio d'inizio delle partite. Un'emozione nell'emozione. Allo scambio di gagliardetti che i capitani effettuano prima di menar le danze, si affiancherà quello delle fedi nuziali. In fondo, l'inizio di una vita insieme è come una partita, anche se nella vita di coppia è sempre meglio evitare il gioco di squadra... L'idea della gradinata a posto della navata è molto suggestiva, per fortuna gli arbitri non indossano più la vecchia tenuta nera altrimenti si sarebbe potuti incorrere in strampalati fraintendimenti.
ROSSO-BLU-CERCHIATO, IL COLORE DEL FUTURO
Genoa e Sampdoria stanno già gettando le basi per un futuro ancora più radioso e imprevedibile cercando di ottenere lo stadio di proprietà. I blucerchiati si giocheranno l'accesso alla prestigiosa Champions Laegue contro il Werder Brema, i rossoblù di Preziosi stanno facendo mercato da soli in Italia, tesserando giocatori di alto livello come Rafinha, Eduardo, Toni e Miguel Veloso. Se le altre città italiane prendessero spunto dalle genovesi per muovere qualcosa, sarebbe un bene per tutto il sistema. Il crollo degli abbonamenti, le televisioni accese che spengono il tifo e la tessera del tifoso che mette allo stadio la maschera del nemico, appaiono come barriere insormontabili. Tutto e tutti sembrano remare contro un movimento che di movimento ha ben poco. Le politiche statiche delle società  e delle giunte comunali non hanno frenato il nostro calcio, l'hanno arrestato, incatenandolo al non progresso. Adesso bisogna togliersi il cappello di fronte a Genova, la capitale del calcio moderno in Italia che, direttamente dall'acquario, ha emanato una goccia d'acqua pura in un mare inquinato che nessuno intende ripulire.

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