venerdì 10 settembre 2010

LO STRANO MODO DI FARE INFORMAZIONE...

L'Ansa ha emesso questa notizia:

Hashish e coca per ultras Varese, arresti.
Venticinque decreti di perquisizione emessi da gip Tribunale.

Letta così, sembra un'operazione anti-droga condotta in seno a una tifoseria, i cui componenti usano e forse anche rivendono la coca... Sembra, sempre dal titolo, che le abitazioni di venticinque ultras varesini siano state perquisite e che molti di questi siano stati arrestati. Al che, uno potrebbe pensare: "Ecco, i soliti ultras delinquenti e drogati! Ha proprio ragione il Ministro Maroni a parlare di legami fra le tifoserie organizzate e la criminalità comune!". Sicuramente qualcuno lo penserà... In realtà le cose stanno diversamente, basta leggere l'articolo per rendersene conto:

MILANO, 10 SET - Scoperta una banda di spacciatori che procurava cocaina e hashish anche a frange estreme della tifoseria del Varese. Quattro arresti. Gli uomini della Squadra mobile stanno eseguendo, oltre alle ordinanze di custodia cautelare, venticinque decreti di perquisizione emessi dal gip del Tribunale di Varese per traffico di sostanze stupefacenti. La droga, importata dall'Olanda, era destinata ad una rete di clienti tra cui gli ultras biancorossi. 

"Anche" e "tra cui" non sono parole messe tra virgolette a caso. Danno un significato tutto diverso alla notizia. Sta a significare che fra i clienti c'era ANCHE qualche tifoso del Varese, che in questo caso sarebbero indagati in qualità di consumatori e non di spacciatori. C'è una differenza abissale, sia a livello legislativo che morale. 

Di fatto, alcuni ultras varesini consumavano cocaina che acquistavano dalla banda finita dietro le sbarre. Niente di strano, ormai la droga è una piaga arrivata a tutti i livelli della società contemporanea, sarebbe illogico pensare che le curve degli stadi ne stiano fuori. In questo senso, gli ultras di Varese coinvolti nell'inchiesta non hanno fatto niente di diverso da quello che hanno fatto alcuni poliziotti poco tempo fa, e che fanno moltissimi parlamentari italiani. Ergo, se vogliamo fare la morale, cari giornalisti, iniziamo da chi dovrebbe dare l'esempio...  

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