La città. Piacenza è una città di poco più di 100.000 abitanti, situata sul confine fra l'Emilia e la Lombardia. Il suo territorio era stato abitato nell'antichità da stirpi liguri, e successivamente da Etruschi prima e Celti poi; ma la città vera e propria venne fondata dai romani intorno al 218 a.C. ed in seguito all'eroica resistenza opposta ad Annibale durante la seconda guerra punica, divenne un importante municipio romano con forte incremento di tutte le attività produttive. Fu proprio qui che si concluse il ciclo storico dell'Impero Romano d'Occidente, con l'uccisone del Generale Flavio Oreste e la deposizione dell'ultimo imperatore Romolo Augustolo ad opera del Re degli Eruli, Odoacre. Durante il Medioevo venne saccheggiata e ricostruita in seguito alle invasioni barbariche. Riuscì a risollevarsi sotto il dominio dei Longobardi ed ancor di più successivamente, quando arrivarono i Franchi intorno al IX secolo. Città dai forti sentimenti papisti, nel 1095 divenne il luogo di partenza per la Prima Crociata indetta da Papa Urbano II. Divenne libero comune nel 1126 ed entrò poi a far parte della Lega Lombarda che combattè contro Federico Barbarossa. Fu in quel periodo che, dopo una serie di guerre con i comuni confinanti di Cremona, Pavia e Parma, riuscì ad ottenere il controllo per le vie commerciali di Genova. Fra il XII ed il XIII secolo l'attività agricola e mercantile portò ad un ulteriore arricchimento urbanistico della città. Nel 1336, dopo un lungo assedio, capitolò nelle mani dei Viscontei e vi rimase fino al 1447 quando cadde nelle mani degli Sforza e vi rimase fino al 1499. Tutte queste lotte lasciarono un'eredità di profonde spaccature nel tessuto sociale cittadino fra guelfi e ghibellini. Successivamente rimase sotto il dominio francese fino al 1521, quindi rimase per un breve periodo sotto lo Stato Pontificio, divenendo poi capitale del Granducato di Piacenza e Parma sotto la famiglia Farnese. Nel 1732 venne ceduta ai Borboni in seguito alle nozze fra Elisabetta Farnese e Filippo V di Spagna. In seguito fu sede di una delle più aspre battaglie fra le truppe Austro-sarde da una parte e franco-borboniche dall'altra. Quindi nel 1802 venne annessa all'Impero Francese di Napoleone, che la depredò di numerose opere d'arte tutt'oggi custodite nei musei d'Oltralpe, mentre nel 1816 la città conobbe un nuovo impulso con sotto il governo di Maria Luigia d'Austria, figura a cui i piacentini all'epoca erano molto devoti. Nel 1848 la popolazione con un plebscito votò in massa a favore dell'annessione al Regno d'Italia, e la città venne nominata "Primogenità dell'Unità d'Italia". Durante la seconda guerra mondiale venne distrutta dai bombardamenti alleati, mentre oggi è una delle tante città della Valle Padana, provinciale e molto benestante.
La squadra. Il Piacenza Football Club nacque nel 1919 dopo vari tentativi susseguitisi dall'inizio del secolo. Conquistò la serie B fin dall'inizio dei tornei a girone unico, per poi retrocedere in C all'inizio degli anni '40 e vivere una lunga odissea fra C1 e C2 fino al 1983 (fanno eccezioni due sole stagioni di serie B, 1968/69 e 1974/75) quando la società venne rilevata dall'Ingegner Leonardo Garilli. Subito la squadra conquistò la promozione in C1 e nel 1985 perse lo spareggio di Firenze contro il Vicenza per accedere alla serie B (successivamente si scoprì che quella partita era stata condizionata dall'allora presidente del Vicenza nell'ambito delle indagini sul calcio scommesse). Due anni più tardi però la promozione arrivò, anche se nonostante le ambizioni societarie la cadetteria durò solo due stagioni. Il ritorno in C1 ed una nuova promozione, nel 90/91, con Gigi Cagni in panchina. Un anno di assestamento in B e poi la storica promozione in serie A, ottenuta al termine della stagione 1992/93. Quel Piacenza, costituito esclusivamente da giocatori italiani, fu una mezza rivelazione anche nella massima serie, e solo una serie di ingiustizie arbitrali ed ambientali gli impedirono di cogliere quella che sarebbe stata una meritatissima salvezza (clamorosa la vittoria della Reggiana a San Siro contro un Milan imbottito di riserve, che condannò il Piacenza alla retrocessione). Dopo un solo anno di B, dominato, il Piace tornò nella massima serie per rimanervi pur con qualche difficoltà fino al 2000. La squadra faceva notizia sopratutto per essere l'unica costituita esclusivamente da giocatori italiani, questo fino alla stagione 2000/01. Da allora, un'altro paio di stagioni in serie A fino alla retrocessione del 2003. Da allora il Piacenza ha sempre militato in cadetteria collezionando una serie di campionati senza infamia e senza lode.
Lo stadio. Lo stadio comunale Leonardo Garilli venne costruito nel 1969, per essere ampliato nel 1993, quando passò da 12.000 posti agli attuali 21.668 (di cui 60 posti per la tribuna stampa), dopo la promozione in serie A. Precedentemente lo stadio piacentino veniva chiamato "Galleana", dal nome del quartiere dove è situato. Dal gennaio 1997 è intitolato alla memoria dell'Ingegnere Leonardo Garilli (scomparso il 30 dicembre 1996), al quale i tifosi piacentini e l'intera piazza della città del confine emiliano-lombardo devono molto per la dedizione e la competenza dimostrate nel ruolo di presidente del Piacenza Calcio.
La tifoseria. I primi ultras a Piacenza videro la luce intorno al 1974 con la nascita del Commando Ultrà nella Curva Sud del Galleana. Nei primi anni fu tutto un brulicare di gruppi e di attività, tanto che vennero alla luce anche gli Ultras, i Boys ed i Kamikaze Biancorossi. Nel 1976/77 i quattro gruppi vennero riuniti dietro lo striscione Red Eagles. A quel tempo la tifoseria piacentina era su posizioni sinistroidi e forti erano le rivalità campanilistiche con Cremonese, Reggiana e Parma; mentre nacque uno dei pochi gemellaggi che hanno fatto la storia della tifoseria biancorossa: quello col Modena. Nel 1981 la tifoseria si trasferì in Curva Nord e dalla stagione 1983/84 la Nord intera si fuse sotto la denominazione di "Ragazzi della Nord", affiancati da "I Ragazzi dell'Infrangibile" (nomignolo di un popolare e famigerato quartiere della periferia cittadina) e dalla Fossa dei Leoni. Nel frattempo, negli anni in cui si lottava per la serie B, la curva crebbe ulteriormente cominciando a tirar su anche ragazzi della provincia. Nel 1986/87 i Ragazzi della Nord si sciolsero e dalle loro ceneri nacque la Legione Gotica, forse più di ogni altro il gruppo che ha lasciato un'impronta pesante a Piacenza. Molti altri gruppi affiancarono in questi anni la Legione, lasciando ciascuno un'impronta, chi importante chi meno: Hell's Angels, Viking e Redskins (tutti del quartiere Infrangibile), Legione Alcoolica, Hooligans Codogno, Boys, Mods Bassa Padana, Noise Group, Gruppo Deciso, ma sopratutto la Brigata Farnese che rappresentò forse l'alternativa più valida alla Legione, ma durò pochi anni sciogliendosi nella stagione 1992/93. Nei primi anni '90 i piacentini si fecero anche una discreta fama, nonostante il numero esiguo: celebri gli scontri con i bresciani in campo nel 1992 durante la partita che consegnò la serie A alle Rondinelle; e l'anno successivo nel derby con la Cremonese, in un clima da paura (addirittura le gradinate della curva ospiti vennero cosparse di colla la notte prima della partita!). Nell'anno della promozione in A nacque un altro gruppo che fece la storia del tifo a Piacenza: la Sparuta Presenza. In quel periodo anche la città si risvegliò: 6.000 tifosi seguirono la squadra nel derby a Cremona, 3.000 a Modena e nella partita che sanciva la promozione in A in 300 piacentini si presentarono a Cosenza. Con la serie A la Legione Gotica completò il suo regno con uno splendido, gigantesco striscione a tutta curva: Legione Gotica Curva Nord. Fu il canto del cigno: nel 1994/95 da una "spaccatura" della Legione nacquero gli Official Supporters e nel giro di due anni presero in mano la curva facendo sciogliere la Legione. La curva, che già da qualche anno stava cambiando connotazione politica strizzando decisamente l'occhio alla destra ed alla Lega, si politicizzò di brutto: a volte sembrava che i nuovi gestori pensassero più a mantenere l'immagine politica che non a colorare la curva. Sempre in serie A da ricordare il gemellaggio con gli juventini. Ma il vuoto lasciato dalla Legione non si è forse mai colmato, e negli anni successivi la curva andò svuotandosi sempre di più. Si mise inoltre un'altro fenomeno di traverso: la repressione sempre più galoppante. Nel 1997/98 un pullman intero di piacentini venne diffidato in seguito agli scontri con i bresciani in autogrill. Verso la fine del millennio, più volte il tifo piacentino risultò assente in quanto tutti i suoi maggiori rappresentanti erano diffidati. Nel 2003 si sciolsero sia gli Official Supporters sia la Sparuta Presenza: di fatto non esistevano più gruppi veri e propri. Si tentò un nuovo esperimento con lo striscione unico "Piacenza 1919", naufragato in seguito all'entrata in vigore del Decreto Amato. Negli ultimi anni si sono fatti notare spesso e volentieri i ragazzi di Nuove Leve Vecchie Maniere, animati da idee nuove e dallo stile casual.
Rapporti. Piuttosto tesi negli anni '80 e nei primi anni '90 (quando fra l'altro ad alcuni ragazzi di Padova fu sottratto uno striscione), ultimamente il rapporto è scivolato un pò nell'indifferenza, e c'è qualche esponente delle due curve che si conosce bene.
Trasferta. La Fattori si muoverà con mezzi propri. Si invitano tutti i tifosi biancoscudati ad essere al casello di Piacenza per le 13.
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