giovedì 7 ottobre 2010

STORIE DI ULTRAS: IL DASPO REGALATO...

A. è un mio carissimo amico, attualmente sottoposto a Daspo, il divieto d'accesso a manifestazioni sportive che colpisce gli ultras "responsabili di azioni violente commesse allo stadio", secondo il credere comune. In realtà le cose stanno in maniera ben diversa. In realtà il Daspo è una potentissima arma in mano alle questure: il questore firma il provvedimento in base a un rapporto scritto dalla Digos, e nessuno verificherà mai le effettive responsabilità dell'individuo al momento in cui viene emesso il Daspo. Si tiene così lontano dallo stadio per anni una persona potenzialmente scomoda, a prescindere che questa abbia commesso o no reati. Esattamente il contrario di quanto succede in qualsiasi altra situazione, perlomeno in Italia, dove per essere ristretti nella propria libertà è necessario essere condannati da un tribunale. Non per reati da stadio; a differenza di quanto si vuol far credere all'opinione pubblica, cioè che gli stadi sono zone franche in cui si assiste a una "sospensione" della legge... Per capirlo bisogna conoscere la storia recente di A. colpito da Daspo nel dicembre 2007 in seguito alla partita Padova-Foggia...
Quel giorno, due guardie carcerarie tifosi del Foggia vennero aggrediti (stando a quel che riportano le cronache, perchè conoscendo tutta la storia mi è perfino venuto il dubbio che quell'aggressione si sia mai veramente consumata...) sul parcheggio della Curva di casa. Nei giorni immediatamente successivi si creò un "caso politico" su questa storia: tutti a gridare allo scandalo, tutti a puntare il dito sugli Ultras Padova, senza nemmeno sapere se e cosa fosse successo. La stampa cittadina pubblicò la notizia dell'aggressione in prima pagina, mentre il Sindaco Zanonato ed il Vice-sindaco Sinigaglia espressero dure parole di condanna per il gesto assicurandosi che "i colpevoli venissero presto consegnati alla giustizia". Il giorno che venne notificato il Daspo ad A. era il 19 dicembre 2007: quella stessa mattina due dei tre presunti aggrediti vennero ricevuti a Palazzo Moroni con tutti gli onori dalle più alte cariche cittadine, mentre la società Calcio Padova per scusarsi donò loro delle maglie biancoscudate (penso sia stato uno dei punti più bassi toccati dall'attuale dirigenza). Subito dopo, in pompa magna il questore di Padova annunciò che tre ultras erano stati denunciati e diffidati in seguito a questo episodio. Pare che fossero state le stesse guardie carcerarie a riconoscere i loro aggressori fra centinaia di foto segnaletiche... Due dei tre ragazzi coinvolti in quel momento non si trovavano nemmeno in zona, ma come ben sanno tutti coloro che frequentano le curve, la parola di un poliziotto vale molto di più di qualsiasi testimonianza si possa portare a proprio favore! A. cmq volle vederci a fondo: il rapporto compilato dalle guardie aggredite ne dava una descrizione fisica e dell'abbigliamento non corrispondente a lui, e la sola immagine in cui era ripreso A. quel giorno non era riferita al momento degli incidenti bensì era una foto che lo riprendeva durante la partita mentre cantava! In un qualsiasi processo questa sarebbe un'assoluzione per "insufficienza di prove", ma tutto ciò basta ed avanza per comminare un Daspo. Ed A. è stato punito col "massimo della pena" previsto in questi casi: cinque anni di diffida con doppia firma nei giorni e negli orari in cui gioca il Padova! 
Di fronte al Daspo non c'è possibilità di difesa: l'unica è presentare ricorso al Tar, l'unico organismo che può ribaltare il provvedimento firmato dal Questore. In alcuni casi il ricorso viene anche accettato, creando dei precedenti in materia: ad esempio, grazie ad una sentenza del Tar, ora non è più previsto il Daspo quando si introduce uno striscione non autorizzato allo stadio ma solo una multa... Ma quando la diffida riguarda presunti atti di violenza verso le forze dell'ordine il Tar non esamina nemmeno il caso, rigettando il ricorso. Anche quando ci sono delle forti anomalie ed ambiguità nel provvedimento, come nel caso di A. Da quel dicembre 2007 A. firma in questura per due volte ogni giorno che gioca il Padova. Che sia sabato, domenica, lunedì, mercoledì, . Ha firmato pure a Ferragosto per un'inutile Padova-Ravenna di Coppa Italia.  Deve firmare anche per le amichevoli, per lo meno quelle "ufficiali". Insomma, quando gioca il Padova lui non può muoversi dalla città, nemmeno per andare a far visita ai parenti o per andare al mare con una ragazza! E non ha subito nessun processo... Non può ovviamente saltare la firma, rischierebbe condanne ancor più pesanti, come nel caso di Topazio, un foggiano che adesso si sta facendo la galera... Spesso gli agenti di piantone gli hanno chiesto per cosa dovesse firmare, e successivamente gli hanno chiesto cosa avesse effettivamente combinato rimanendo uno dopo l'altro sconcertati quando si sentivano raccontare la storia... Qualcuno gli ha consigliato di presentare ricorso al Tar: sembrerebbe quasi una presa in giro se non fosse che al di la di chi frequenta lo stadio, il resto della popolazione (agenti di polizia compresi!, a meno che non lavorino alla "squadra stadio") non sa proprio come funziona un Daspo! Qualcuno probabilmente penserà: "Beh, un Daspo comporta una denuncia penale: quindi fra poco si terrà un processo nel corso del quale il tuo amico potrà dimostrare la sua innocenza...". In realtà è opinione diffusa che al processo non si arriverà mai: non ci sono prove per portare avanti un dibattimento, si chiuderà tutto con un'archiviazione. A. però dovrà scontare il Daspo per intero...
Qualcun altro invece si porrà un interrogativo della serie: "D'accordo, non è colpevole del fatto che gli viene contestato, ma per essere stato punito così pesantemente deve essere stato "scomodo" a qualcuno per qualche motivo...". Vero, A. era scomodo per qualcuno, e vi spiego perchè: nel dicembre di due anni prima insieme ad altri ragazzi aveva cominciato una battaglia per avere anche a Padova un "vero stadio per il calcio", affinchè venisse eliminata la pista d'atletica e venissero costruiti degli spalti a bordo campo. L'occasione buona era stata la visita dei delegati Uefa all'Euganeo per visitare gli stadi che avrebbero dovuto ospitare Euro 2012 (poi assegnata a Polonia ed Ucraina), ed ecco che in curva era comparso uno striscione "This stadium is disgusting" che aveva provocato un mezzo terremoto facendo ridere di gusto ed approvare i delegati Uefa, e facendo incazzare l'allora Assessore allo Sport, che evidentemente deve avergliela giurata. In seguito, la tifoseria biancoscudata capì che nel futuro del Calcio Padova non poteva esserci uno stadio come l'Euganeo, al contrario dell'Assessore Sinigaglia che ha sempre difeso contro ogni evidenza quell'orribile pista, arrivando addirittura a spendere qualcosa come 250.000 euro per sistemarla in occasione dei Campionati Italiani di atletica (salvo poi venire bocciata dagli stessi atleti che l'avevano definita "lenta"). In quel periodo inoltre anche i ragazzi della curva si erano messi a fare la voce grossa, rifiutando di entrare in Curva Sud e chiedendo di essere spostati in quella che è l'attuale Tribuna Fattori, settore più vicino al campo e più adatto a fare il tifo: ne seguì un braccio di ferro non da poco con la questura che rifiutava di concedere lo spostamento "per motivi di ordine pubblico". Per mesi gli stessi ragazzi della Sud si trovarono nel ruolo di "separati in casa": tutti coloro che avevano l'abbonamento continuavano ad entrare in Sud, mentre lo zoccolo duro più intransigente di domenica in domenica acquistava i biglietti di Tribuna Est (ancora non era stata concepita la Fattori negli abbonamenti e pur essendo lo spicchio attuale separato come oggi dalla Est, si entrava con un unico biglietto in tutto il settore Est...) mettendosi a tifare nell'attuale Fattori. A. era stato ovviamente uno dei promotori di questa iniziativa, visto che "il problema stadio" per lui era un'autentico cavallo di battaglia. La sua diffida dunque non solo servì per toglierlo di mezzo, ma mise "fine" a qualsiasi mediazione societaria sullo spostamento degli ultras, almeno fino alla stagione successiva quando il Calcio Padova per sbloccare la situazione creò un nuovo settore già in fase di campagna abbonamenti, con un prezzo intermedio fra la Curva Sud e la Tribuna Est: la Tribuna Fattori appunto.
Oggi l'ex Assessore Sinigaglia ha abbandonato il Comune di Padova per essere "promosso" in Provincia, e guarda caso la pista d'atletica non è più intoccabile; A. però continua a firmare... Qualcuno si chiederà allora quale è lo scopo di questo post: molto semplice, volevo una volta per tutte "sfatare il mito" degli ultras protetti e dello stadio come "zona franca". La storia di A., come quella di Topazio e di chissà quanti altri ragazzi, è la dimostrazione che un ultras in realtà non gode di nessun diritto, al di la di ciò che credete voi che magari mi leggete ma che in uno stadio non ci avete mai messo piede. Nemmeno quello di potersi difendere legalmente. E men che meno quello di far valere le proprie opinioni. 
ULTRAS LIBERI. Sempre.

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