lunedì 1 novembre 2010

BERGAMO AWAY

La trasferta di Bergamo era stata vietata dall'Osservatorio e dal Casms, per motivi di sicurezza. Si vocifera che il vero motivo del divieto fosse che, con 16.000 abbonati dell'Atalanta, la questura locale non sapesse dove mettere i padovani non in possesso della Tessera del Tifoso. Ma sapete cos'è la cosa divertente? Che un anno fa ci avrebbero lasciati andare! Quest'anno che "la situazione è migliorata grazie alla Tessera", secondo Zanna Bianca, noi non siamo potuti andare a Bergamo, quindi non si capisce dove sia il miglioramento... E non vengano a raccontare palle (perchè questo sono: palle!) i vari Ferretti, i vari Schiavon, i vari Ivo Rossi: la tessera non si doveva fare, la tessera va combattuta!

Detto questo, una settantina di ragazzi della Fattori hanno deciso di recarsi ugualmente a Bergamo e di presenziare fuori dello stadio. Un atteggiamento che qualcuno potrà trovare privo di senso, ma un senso ce l'ha eccome, e non è solo una protesta contro la Tessera o i divieti: semplicemente, la nostra tifoseria ha un nome. Un nome che si è fatta negli anni dell'Appiani e che ha saputo mantenere nei tempi bui della C2 e della C1. Noi siamo sempre stati un gruppo "che non si tira indietro" e che segue ovunque i biancoscudati. Ma sopratutto siamo sempre stati un gruppo "che non segue la via più facile". Cosa significa? Significa che per esempio ai tempi della C2 sarebbe stato molto più semplice rimanere a casa, andare in centro con la ragazza, o a sciare d'inverno piuttosto che seguire una squadra che non dava nessuna soddisfazione e farsi trasferte in campi come Imola, Castel San Pietro o Fiorenzuola. Ma gli Ultras Padova in quelle trasferte c'erano... Significa che oggi sarebbe più semplice sottoscrivere la Tessera del Tifoso magari fregandosene dei propri fratelli di curva che non la possono sottoscrivere, ma siccome questa tessera del tifoso è un'assurdità giuridica e costituzionale, gli Ultras Padova non l'hanno sottoscritta anche se questo significa affrontare mille disagi per le trasferte.... Significa che in una trasferta vietata a Bergamo sarebbe più comoda da affrontare sul divano davanti a Sky, ma per noi è giusto esserci comunque, fare la nostra presenza, anche se non si entra allo stadio... Abbiamo pur sempre un nome...
Sperando che questo concetto venga recepito da tutti i ragazzi della Fattori, spazio alle foto:
Piazzale Goisis, di fronte al Settore Ospiti
L'ingresso per il settore tesserati
Lo stadio di Bergamo
Prima, Durante, Dopo...
Si comincia a colorare Piazzale Goisis
Pezze appese...
Il gruppo fuori dal settore ospiti
I cori
Il ritrovo per Bergamo è fissato alle dieci di mattina all'Euganeo. Temiamo che ci sia la questura in allerta e che non ci vogliano far partire, ma in realtà non sarà così visto che non troviamo proprio nessuno ad attenderci, nè per strada. Un pò di apprensione c'è, perchè di fatto è la prima volta che come tifoseria partecipiamo ugualmente ad una trasferta non autorizzata, e come se non bastasse si va a Bergamo che non è un posto facile per nessuno. Per la verità non sappiamo cosa aspettarci... Il viaggio cmq scorre abbastanza tranquillo, con sosta per ricompattarsi all'autogrill di Sebino e poi via verso la città orobica. Ci dovremmo ritrovare tutti al casello, ma per la verità non c'è modo di fermarsi immediatamente perchè cmq ci sono i blu presenti in forze, e passiamo via tutti dritti senza problemi. Più o meno finiremo per perderci tutti, e per passare sotto la curva loro in macchina, situazione non prevista, ma è presto e non c'è ancora nessuno... Alla fine troviamo il settore ospiti, fra le facce sorprese della locale Digos (ma saranno sorpresi veramente)?  E' molto presto, parcheggiamo quasi tutti in zona ma si vedono ben pochi bergamaschi, qualcuno va al bar, ma non tira una buona aria, Bergamo è pur sempre Bergamo e conviene tenere un profilo basso (anche perchè oggi abbiamo tutto da perdere). Appendiamo una pezza ed una bandiera fuori dal settore ospiti, i passanti ci guardano incuriositi, anzi a dirla tutta qualcuno ci guarda veramente in cagnesco. Anche gli atalantini sono in giro, e qualcuno di loro ci ronza attorno: uno in scooter in particolare che ci urla "Vecchia Padova!" in riferimento ad Alzano e che passerà altre volte intorno al nostro gruppetto chiuso dai celerini, altri a piedi... Riconosco un rasta-man biondo che mi ero trovato davanti ad Alzano, e va bene così che oggi siamo blindati e dobbiamo limitarci alla sola presenza... Giusto sotto di noi c'è l'ingresso per gli accreditati, ho modo di vedere Ciccio Edel che va a parlare con la Digos e (credo, non è una certezza) e gli chiede di farci entrare in qualche modo. Sicuramente daremmo meno fastidi dentro che fuori dallo stadio, ma tant'è: l'ottusità dei provvedimenti non ammette ragioni! Col passare dei minuti vedo anche arrivare il pullman dell'AICB e degli altri tesserati padovani... Mi mettono una tristezza incredibile... Anni di diserzioni in piena regola, ed oggi? Sono diventati più sicuri gli stadi? Sono proprio contento di non aver scelto la "strada più facile"!
Ad inizio partita facciamo qualche coro per il Padova, poca roba per la verità. Si può fare meglio. Da fuori sentiamo il tifo della Curva Nord, niente male, anche se io ero rimasto che il gruppo principale (Quello che non si è fatto la tessera per capirci) era autosospeso. Scoprirò poi in serata che proprio oggi hanno deciso di rientrare al proprio posto in curva. Ho anche modo di parlare con una signora che abita li in Piazzale Goisis, che mi dice che suo figlio, tifoso dell'Atalanta residente a Milano ma privo di Tessera del Tifoso, oggi non è potuto venire a causa di queste restrizioni... Mi verrà da sorridere amaramente quando più tardi la Digos locale ci racconta che quelli del Toro sono riusciti furbescamente a prendersi i biglietti in una ricevitoria di Bergamo il giorno stesso della partita!
Per quanto riguarda noi, rimaniamo li un tempo di partita, durante il quale veniamo in pratica "sequestrati" (ad un certo punto la polizia non ci lascia più uscire dal cordone per andare al bar). Durante l'intervallo la Digos si premura di identificarci tutti, facciamo un pò di resistenza ma alla fine diamo tutti il documento (anche perchè dividevano quelli che avevano il documento da quelli che non l'avevano e non c'era modo di scamparne), anche perchè ci viene garantito che è un semplice controllo di routine (e ci mancherebbe! Reati non ne abbiamo commessi...). Al termine dell'identificazione decidiamo di tornare a casa, visto che la nostra presenza l'abbiamo fatta. Augurandoci ovviamente che queste situazioni si verifichino sempre di meno (ma non ci metto una mano sul fuoco).

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