lunedì 22 novembre 2010

IL SEQUESTRO DI PREGANZIOL

Oltre a noi, nel week-end c'era un altro derby veneto ed un'altra tifoseria ha subito degli abusi... Fonte: Il Gazzettino.

La linea del Piave, nel sabato ad alta tensione sul fronte della sicurezza, si è materializzata nella piccola stazione di Preganziol: lì è stata neutralizzata la minaccia degli ultras veneziani diretti a Treviso senza biglietto e con intenzioni bellicose. Poco dopo mezzogiorno la polizia, una quarantina di agenti anti sommossa, ha fermato il treno in arrivo da Mestre. Nei suoi vagoni viaggiavano un centinaio di ultras lagunari. Era da giorni che questo gruppetto sfidava le forze dell'ordine annunciando la calata al Tenni in barba a tutti i divieti. E pur di aggirare ogni possibile ostacolo avevano pensato bene di imbarcarsi non sul solito treno locale, ma su un diretto che avrebbe saltato proprio Mogliano e Preganziol, arrivando dritto a Treviso. Piano andato in fumo perchè la polizia, fin da Mestre, ha tenuto sotto controllo la situazione. E così nella piccola stazione è andata in scena quella tensione che attorno al Tenni è, fortunatamente, mancata. Carabinieri e Polizia, a partire da mezzogiorno, hanno chiuso lo stadio in un perimetro presidiato centimetro per centimetro. Nell'aria c'era il pericolo di scontri tra le due tifoserie. In realtà non è successo niente. Unica «emozione» qualche petardo gettato in mezzo a piazza del Grano - sgombrata a mezzogiorno dal mercato con disappunto degli ambulanti - da un drappello di facinorosi biancocelesti prima della partita. Qualcuno si è spaventato, ma tutto è finito in pochi minuti con l'arrivo di una volante. Poi, a parte una decina di supporter veneziani entrati nel Tenni sfruttando la loro residenza a Treviso, non è successo più nulla. A Preganziol invece si è respirata tutta un'altra aria.
      La polizia ha fatto scendere gli ultras veneziani, tutti senza biglietto per lo stadio ma comunque intenzionati a raggiungere il Tenni nella speranza di trovare qualche varco. Una volta sotto le pensiline è cominciata l'identificazione. Poi la trattativa: «Fateci arrivare a Treviso», hanno chiesto. Ipotesi nemmeno presa in considerazione. Il proposito invece era di spedirli indietro. Qualcuno ha anche tentato di forzare il blocco, ma è stato subito neutralizzato con decisione dagli agenti. Dopo le quattordici, a partita già iniziata e vista la mala parata, gli ultras hanno acconsentito a tornarsene a casa, sempre in treno. Ma senza pagare il biglietto. A questo punto sono state le Ferrovie a bloccare tutto esigendo il pagamento della tratta. Altra tensione. Il treno è rimasto fermo per più di un'ora e mezza, con grande disappunto degli altri passeggeri e con notevoli disguidi su tutta la linea. La situazione è stata sbloccata dal sindaco di Preganziol Sergio Marton, che ha pagato il viaggio per tutti. «Se questi soldi non li può pagare il Comune lo farò io di tasca mia - taglia corto Marton - ma non potevo certo tenere bloccata la stazione per questa gente. Ho speso cinquanta euro: cosa volete che siano a fronte di migliaia di euro di possibili danni?». Verso le 16 il treno è finalmente partito, chiudendo definitivamente il capitolo derby.

E questo è il questore di Treviso a parlare, un'altro che dovrebbe scendere dal piedistallo:

TREVISO - (P. Cal.) «Ci avevano lanciato una sfida e noi abbiamo risposto». È molto soddisfatto il questore Carmine Damiano alla fine del derby Treviso-Venezia. Tutto è filato liscio e l'unico vero pericolo, un centinaio di ultras veneziani diretti al Tenni senza biglietto, è stato bloccato a Preganziol. «Erano quindici giorni che quel gruppetto organizzato andava dicendo che sarebbe arrivato a Treviso nonostante i divieti, noi invece li abbiamo fermati a Preganziol. Abbiamo fermato anche altri gruppi, ma quello era il più numeroso. Senza i facinorosi al Tenni c'è stata una vera festa dello sport. Non è successo niente e la gente ha potuto godersi la partita in tutta tranquillità. e non si dica che abbiamo speso risorse in più per la sicurezza: attorno allo stadio ci sono reparti solitamente impiegati durante le partite. Solo che invece di andare a Roma o a Milano, sono venuti a Treviso».

Festa dello Sport? Che festa può mai essere un derby a cui viene vietato ai tifosi di accedere? 
Dulcis in fundo:

TREVISO (22 novembre) - Sarà Trenitalia a rispondere del convoglio rimasto bloccato sabato pomeriggio alla stazione di Preganziol nei momenti di tensione per la disputa del derby Treviso-Venezia. Dalla Digos partirà infatti oggi una segnalazione alla Procura nei confronti del dirigente compartimentale di Trenitalia. Due i reati che vengono ipotizzati: interruzione di pubblico servizio e inosservanza di un ordine impartito dall’autorità di pubblica sicurezza. L’iniziativa è del questore, Carmine Damiano, che giudica l’accaduto incomprensibile.
Si erano sudate sette camice per evitare il peggio alla città di Treviso, dirottando i centocinquanta tifosi veneziani nella stazione di Preganziol. E proprio quando, dopo ore di estenuanti negoziati, si era arrivati a convincerli a salire su un convoglio per ritornarsene indietro, Trenitalia s’era impuntata negando il fischio di partenza perchè alcuni ultrà non intendevano pagare il biglietto. Solo l’intervento del sindaco Sergio Marton, deciso a pagare di tasca propria il biglietto, pur di liberare la stazione, aveva risolto la faccenda.
Complimenti del questore al primo cittadino di Preganziol e fulmini all’indirizzo di Trenitalia che per poco non rompeva le uova nel paniere: «Se ne sono infischiati della disposizione impartita da un funzionario di polizia. Il treno, che era in piena sicurezza, è rimasto bloccato per un’ora e mezza tra le proteste dei viaggiatori e con le conseguenze che poi ne sono derivate sul traffico di linea. Ora, profilandosi un paio di reati, ne risponderanno alla Procura», sbotta il questore. Che aggiunge: «Quei tifosi li avevamo già identificati quando abbiamo fatto fermare il treno alla stazione di Preganziol. Quindi la questione del pagamento del biglietto poteva essere risolta in un secondo momento anche con l’ausilio dei nostri filmati». Valeva proprio la pena impuntarsi per una manciata di di euro? «Lo stabilirà il magistrato, al quale è stato pure segnalato il referente di Trenitalia presente sul posto».
Quanto poi alla presenza di un gruppo, per altro civilissimo, di tifosi del Venezia, giunti da Preganziol ed entrato allo stadio con regolare biglietto, in questura si sorride. Era l’orda che volevano fermare. «E ci siamo riusciti».
 

Carmine Damiano, prima di diventare questore a Treviso era il Capo dell'Ufficio di Gabinetto (aveva l'ufficio nei cessi?) della questura di Padova. Insomma, Padova a livello di polizia si conferma un "carrierificio" dove più si è malati più si va avanti. Una vera tristezza. "L'orda" evidentemente non è stata abbastanza furba...

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