Avevamo già parlato dei fatti di Roma-Lecce e dei problemi avuti dai salentini all'Olimpico. A qualche giorno di distanza cominciano ad emergere delle incongruenze mica da poco... Fonte: Lecce Prima
ROMA – Il gip del tribunale di Roma, Massimo Di Lauro, nel corso dell’udienza del 3 novembre, non ha convalidato il provvedimento che prevedeva l’obbligo di firma di tre anni per il Daspo di cinque anni ciascuno inferto a due tifosi del Lecce, fermati a Roma dalla polizia dopo il confronto disputato all’Olimpico il 30 ottobre scorso. L’atto è stato notifico oggi e riguarda M.F., 22enne e I.Z., 18enni, entrambi di Lecce.
L’obbligo di firma, come detto, era stato esteso per tre anni sui cinque complessivi, al momento del fermo dei due giovani, ma il giudice, entrando nel merito, ha precisato come né da parte del questore, né dal pm sia comunque giunta per tempo la richiesta che fosse convalidato. Resta comunque per ora la diffida a frequentare gli impianti sportivi, fatto per il quale gli avvocati Giuseppe Milli del foro di Lecce e Lorenzo Contucci, di quello di Roma, si opporranno di fronte al Tar della capitale (va ricordato che il Daspo è un atto amministrativo). “Sono molto soddisfatto e fin da ora preannuncio che mi rivolgerò agli organi amministrativi perché sia fatta giustizia”, ha commentato l’avvocato Milli, a margine della sentenza. Che fa seguito ad un’altra, di ieri, che vedeva al centro sempre il 22enne M.F..
Il giovane era stato diffidato con obbligo di firma per tre anni, per l’accensione di un fumogeno nel corso della precedente gara interna, al “Via del Mare”, con il Brescia, del 24 ottobre. Il gip del tribunale di Lecce, Vincenzo Brancato, in questo caso, ha ridotto l’obbligo ad un solo anno, disponendo, oltretutto, che il 22enne si debba recare in questura entro il 15esimo minuto dall’inizio delle partite, senza tornare una seconda volta per la firma doppia. Milli e Contucci rappresentano diciotto dei ventisette ultrà del Lecce che hanno subito il daspo per i fatti di Roma, sia per l’accensione di un fumogeno nello stadio, sia per alcuni episodi ancora da chiarire in pieno avvenuti nel corso della notte nella stazione Termini (lecceprima.it/articolo.asp?articolo=23630 e lecceprima.it/articolo.asp?articolo=23648) e per tutti stanno presentando reclamo al Tar del Lazio.
L’obbligo di firma, come detto, era stato esteso per tre anni sui cinque complessivi, al momento del fermo dei due giovani, ma il giudice, entrando nel merito, ha precisato come né da parte del questore, né dal pm sia comunque giunta per tempo la richiesta che fosse convalidato. Resta comunque per ora la diffida a frequentare gli impianti sportivi, fatto per il quale gli avvocati Giuseppe Milli del foro di Lecce e Lorenzo Contucci, di quello di Roma, si opporranno di fronte al Tar della capitale (va ricordato che il Daspo è un atto amministrativo). “Sono molto soddisfatto e fin da ora preannuncio che mi rivolgerò agli organi amministrativi perché sia fatta giustizia”, ha commentato l’avvocato Milli, a margine della sentenza. Che fa seguito ad un’altra, di ieri, che vedeva al centro sempre il 22enne M.F..
Il giovane era stato diffidato con obbligo di firma per tre anni, per l’accensione di un fumogeno nel corso della precedente gara interna, al “Via del Mare”, con il Brescia, del 24 ottobre. Il gip del tribunale di Lecce, Vincenzo Brancato, in questo caso, ha ridotto l’obbligo ad un solo anno, disponendo, oltretutto, che il 22enne si debba recare in questura entro il 15esimo minuto dall’inizio delle partite, senza tornare una seconda volta per la firma doppia. Milli e Contucci rappresentano diciotto dei ventisette ultrà del Lecce che hanno subito il daspo per i fatti di Roma, sia per l’accensione di un fumogeno nello stadio, sia per alcuni episodi ancora da chiarire in pieno avvenuti nel corso della notte nella stazione Termini (lecceprima.it/articolo.asp?articolo=23630 e lecceprima.it/articolo.asp?articolo=23648) e per tutti stanno presentando reclamo al Tar del Lazio.
Nessun commento:
Posta un commento