venerdì 5 novembre 2010

VISTO CHE CHI CONTESTA LA TESSERA DEL TIFOSO "HA QUALCOSA DA NASCONDERE"...

Secondo Maroni, chi è contro la Tessera del Tifoso è "Una piccola, piccola frangia che ha un qualche interesse anche commerciale e, a volte, rapporti poco trasparenti con le società, gente che prima delle partite si ferma negli autogrill o va a cercare il bar della squadra avversaria per spaccare e sfasciare: questa gente qui deve stare lontana dagli stadi". Bene, a scanso di equivoci questo è il comunicato del Siulp di Verona, il noto sindacato di Polizia. Gente che secondo Maroni evidentemente deve stare lontana dagli stadi:

Domenica scorsa allo stadio Bentegodi di Verona, in occasione della partita Chievo-Cesena, la scena è stata questa: in curva ospiti c’era un folto gruppo di tranquilli tifosi del Cesena e tra loro molte famiglie con bambini e piadine al seguito e in mezzo a loro lo striscione più violento che si poteva scorgere recitava: “Viva la piadina e abbasso il pandoro”, mentre in tribuna est, comodamente seduti, a poche decine di metri dai tifosi del Chievo, c’erano circa duecento ultrà dello stesso Cesena, alcuni dei quali reduci di recenti provvedimenti DASPO da poco tempo scaduti, che qualche istante prima avevano tentato introdurre alcuni manifesti di protesta contro la tessera del tifoso. In realtà, quindi, si è verificato che i “bravi” tifosi del Cesena in possesso della tessera, siano giunti a Verona con il biglietto del settore ospiti precedentemente acquistato e accomodati regolarmente in curva.
Gli ultrà, quelli veri, volontariamente privi della tessera, in quanto mai richiesta in segno di protesta, si siano comprati il giorno stesso della gara il biglietto di tribuna e abbiano potuto assistere all’evento sportivo (da un posto migliore). Il tutto, senza preoccuparsi minimamente che, per non creare turbative all’ordine pubblico, si siano dovute creare delle vere e proprie “scorte” per “tutelare” il loro transito dalle biglietterie sino alla tribuna, costringendo i poliziotti a destreggiarsi in mirabolanti gincane per evitare qualsiasi contatto con la tifoseria locale.
Che dire, un imbarazzante tuffo nel passato!
Considerando che tutto ciò, è quello che bene o male sta accadendo anche in altri stadi italiani, almeno lì dove viene attentamente seguita la norma, al momento possiamo ritenere di riassumere i risultati della tessera del tifoso nei seguenti tre punti:
1) Aumentare gli introiti delle “povere” Società di calcio che vendono agli ultrà, biglietti di tribuna a prezzo doppio rispetto a quelli di curva;
2) Allontanare dagli stadi italiani le persone più tranquille, soprattutto famiglie, che sino a questo momento potevano godersi serenamente le partite in tribuna, senza dover temere di ricevere insulti, sputi, seggiolini e altro ancora addosso;
3) far tornare sugli spalti, proprio a far da divisorio tra le due diverse tifoserie, poliziotti e carabinieri in assetto da ordine pubblico, a rinforzo dei cordoni di giovani stewards che da soli non sarebbero in grado di gestire la situazione.
In pratica, un balzo indietro di qualche anno, guarda caso a danno dei poliziotti, sempre più spesso sottratti alle loro famiglie la domenica, per indossare il casco sugli spalti ergendosi a muraglia umana. Viene da pensare che gli ideatori e promulgatori di determinate leggi siano talmente impegnati dietro scrivanie a cercare di saldarsi sulle loro poltrone, da non accorgersi con quale facilità il frutto del loro “lavoro” venga dribblato da chi, con modalità violente balzate recentemente alla cronaca, contesta la tessera del tifoso, beffeggiandosi dello Stato e dei sostenitori pacifici che speravano vivamente che qualcosa potesse cambiare.
Certamente, credere di poter risolvere la questione investendo i fondi dei Comuni e delle Società calcistiche nella disgregazione delle curve, ci pare questione davvero azzardata. Preferiremmo veder potenziati i sistemi di video-sorveglianza all’interno degli stadi per permetterci di scovare i soggetti che con lo sport non hanno nulla a che vedere.
I poliziotti stanno orgogliosamente per strada e in mezzo alle piazze e non hanno intenzione di farsi prendere in giro. Non vogliono sentire le critiche di chi, anche in maniera cortese, dice che tutto è peggio di prima e soprattutto non intendono dover assistere a teatri di violenza, soccorrere colleghi o sportivi genuini feriti, prima che qualcuno si possa rendere conto che, per ora, gli unici a considerarsi i veri vincitori sono proprio coloro che la tessera del tifoso non l’hanno mai voluta.
Verona, 28 ottobre 2010
LA SEGRETERIA PROVINCIALE

Evidentemente gli Agenti del Siulp sono una frangia ben definita, che ha qualche interesse commerciale. E' evidente che ricattano le società per avere più biglietti o altri benefit, che prima delle partite si fermano in autogrill (è chiaro! Per far benzina! Credo che lo faccia anche Maroni a meno che l'auto blu su cui viaggia non funzioni a idrogeno!) e che vanno a cercare il bar delle questure avversarie per sfasciarli (si perchè non ci si sta sui coglioni solo fra tifoserie, ma anche fra questure... siamo pur sempre in itaGlia!). Deve essere così, altrimenti non sarebbero contro la Tessera del Tifoso. E non lo dico io, lo dice un Ministro degli Interni condannato per resistenza a pubblico ufficiale. Un caso unico al mondo. Praticamente quello che gestisce le forze dell'ordine si è macchiato di un reato di cui si macchiano spesso gli stessi ultras... Che un domani ci troviamo il Bocia dell'Atalanta al Ministero degli interni?
Lo dedico a tutti quelli che non hanno mai messo piede in una curva e che ancora danno retta alle parole dei politici...

3 commenti:

Cava ha detto...

Scusate, ma 'sta tessera non era stata creata a 4 mani (2 teste mi sembrava troppo) proprio dal Ministro e dal capo della Polizia Manganelli???

La Padova Bene ha detto...

Evidentemente entrambi non hanno mai messo piede in uno stadio...

Unknown ha detto...

Io ero tra i facinorosi ultras che hanno costretto le forze dell'ordine alle gimcane per evitare scontri con i tifosi locali... ma a chi la volete raccontare? Ma vergognatevi di scrivere queste eresie. La cosa più violenta successa allo stadio è stata il costringere i tifosi del Cesena ad aspettare sotto la pioggia che alcuni prescelti andassero a fare i biglietti per tutti: oramai non ci viene concessa neanche la libertà di comperare un titolo di ingresso da 36 (TRENTASEI) euro direttamente al botteghino. Bisogna raccogliere soldi e documenti ed attendere sotto la pioggia. Giusto per completezza di informazione.