La città. Livorno è una città di 160.000 abitanti circa, situata in Toscana lungo la costa del Mar Ligure. Ignote le sue origini, venne citata per la prima volta in documentazioni ufficiali nel 1017, col toponimo "Livorna", indicando un villaggio di un pugno di case a Sud della foce dell'Arno vicino Pisa. E sotto il dominio pisano la città Livorno crebbe sviluppando soprattutto il suo porto fra il XIII ed il XIV secolo. Tramontata la Repubblica di Pisa, Livorno venne venduta dapprima ai Visconti di Milano, quindi ai genovesi e a partire dal 1421 ai Medici di Firenze che contribuirono in maniera determinante allo sviluppo del suo porto. Fra la fine del 1500 e l'inizio del 1600 furono emanati dai Medici una serie di leggi meglio note come "Leggi Livortine" che trasformarono di fatto la città in un porto franco, garantendo agli abitanti libertà di culto, di professione religiosa e politica a chi si fosse reso colpevole di qualsiasi reato (con le dovute eccezioni). E proprio grazie a queste leggi Livorno si riempì di una folta comunità ebraica proveniente dalla Penisola Iberica, che non venne ghettizzata a differenza di quanto avvenne in quasi tutte le città italiane fino all'unificazione del Regno D'Italia. Grazie al porto la città si riempì di numerose altre comunità, che a differenza degli ebrei non furono considerati "sudditi toscani". Verso la fine del Settecento subì l'assedio delle truppe francesi di Napoleone, degli inglesi e degli spagnoli; e successivamente il ritorno al potere dei Lorena (che avevano sostituito i Medici nel secolo precedente) permise un'ampia restaurazione cittadina, donando al lungomare praticamente l'aspetto odierno con i numerosi palazzi della borghesia... I moti rivoluzionari del 1849 precedettero l'annessione del Granducato di Toscana al Regno d'Italia, avvenuta nel 1868. L'Unità d'Italia portò un drastico calo del lavoro al porto dovuto all'abolizione delle frachigie doganali di Livorno, ma allo stesso tempo all'apertura del Cantiere Navale Orlando che cambiò il volto della città, e verso la fine del secolo vide la luce anche l'Accademia Navale. Ulteriori cambiamenti architettonici arrivarono all'inizio del XX secolo, ma ci fu un altro evento che determinò un vasto cambiamento sociale: la nascita del Partito Comunista Italiano nel 1921. Il Fascismo portò alla realizzazione di grandi opere pubbliche ed all'allargamento dei confini provinciali, ma al contempo la creazione di massicci piani di sventramento della città che mutarono parte dell'antico assetto urbanistico. Durante la seconda guerra mondiale, la parte storica della città venne in gran parte distrutta e vennero uccisi diversi civili. L'opera di sminamento del centro cittadino continuò per tutti gli anni cinquanta, mentre la cinquecentesca Fortezza Nuova occupò baracche di sfollati fino agli anni '60. Successivamente Livorno acquistò il volto di una città moderna ed industrializzata fino agli ultimi anni, con la produzione maggiormente spostata sulla piccola impresa e sul terziario.
La squadra. L'Unione Sportiva Livorno nacque nel 1915 (prima del PCI, pensate...) in seguito alla fusione di due società preesistenti: Virtus Juventusque e SPES. Il suo esordio nel calcio "agonistico" avvenne nel 1919/20, quando sfiorò addirittura lo scudetto, vincendo il girone del Centro-Sud e venendo sconfitto poi dall'Inter nella finalissima. Nel primo campionato a girone unico (1929/30), il Livorno fu l'unica squadra toscana ammessa alla serie A. Fino all'inizio degli anni '40 fece la spola fra serie A e B, e nel 1942/43 sfiorò nuovamente lo scudetto, piazzandosi al secondo posto alle spalle del Grande Torino (che proprio in quel periodo iniziava la sua leggenda). Con la ripresa dell'attività in seguito alla sospensione per il periodo della Seconda Guerra Mondiale; il Livorno conobbe il suo declino, che iniziò nel 1949 con la retrocessione in serie B (rivedrà la serie A solo 55 anni dopo!). Tre anni più tardi gli amaranto finirono addirittura in C dove rimasero fino al 1963/64 (con l'eccezione dell'unica stagione di cadetteria nel 1955/56), quando tornarono stabilmente in serie B. Nel 1971/72 il ritorno in C, e l'acquisizione della società da parte del petroliere Corasco Martelli. Fu un periodo avaro di soddisfazioni, nonostante in quel periodo giocassero fra le fila amaranto alcuni dei giocatori più amati di sempre come il bomber Bruno Graziani e l'argentino Miguel Vitulano. Con la fine della presidenza Martelli (1983) la squadra finì addirittura in C2. Il Livorno ritornò immediatamente in C1 sotto la guida di Melani, ma fu l'inizio di un nuovo calvario, nonostante la conquista della Coppa Italia di C nel 1986/87 (l'unico trofeo della storia amaranto). Nel 1988/89 la società venne messa in liquidazione col nome di Pro Livorno, e chiuse all'ultimo posto sprofondando in C2. Ottenuta la salvezza nella stagione 1989/90, l'anno successivo la società labronica venne rilevata dall'imprenditore milanese Mantovani e chiuse il campionato al terzo posto. Quando si pensava ad una rinascita, nell'estate 1991 il Livorno venne escluso dal campionato per problemi economici e fu costretto a ripartire dall'Eccellenza. Vincendo il campionato d'Eccellenza e piazzandosi al secondo posto nella successiva stagione nel CND, il Livorno venne poi ripescato in C2 sotto la presidenza di Claudio Achilli che ne aveva definitivamente sistemato i conti. Negli anni '90 più volte gli amaranto tentarono la scalata alla C1, sempre persa in extremis contro avversari sulla carta meno quotati (atroce la beffa del 1995/96 nello spareggio di Ferrara contro la Fermana, perso ai rigori dopo aver dominato tempi regolamentari e supplementari). La promozione in C1 arrivò solo nel 1996/97 dopo un'altro spareggio, vinto a Reggio Emilia contro la Maceratese. La stagione 1997/98 partì col botto: nove vittorie consecutive che proiettarono il Livorno in testa alla classifica, successivamente un vistoso calo vide gli amaranto posizionarsi alle spalle del Cesena e perdere poi la finale playoff a Perugia contro la Cremonese. E fu l'inizio di un'altra maledizione: un paio di campionati anonimi ed un'altra sconfitta ai playoff (nel 2001 contro il Como), fino alla promozione che arrivò al termine della stagione 2001/02. Nel 1999 nel frattempo era arrivato Aldo Spinelli alla dirigenza, che aveva grandi progetti: e così nel 2003/04 il Livorno tornò in A. Nel 2006 il Livorno raggiunse addirittura l'Uefa. Nelle ultime quattro stagioni gli amaranto hanno fatto la spola fra A e B.
Lo stadio. Lo Stadio Comunale Ardenza venne edificato nel 1934 nell'omonimo quartiere vicino all'Accademia Navale di Livorno. Dal 1990 è intitolato ad Armando Picchi, calciatore livornese capitano della Grande Inter di Herrera scomparso nel 1971. Ha una capienza di 19.238 posti, che scendono a 14.752 per le competizioni internazionali. La struttura è facilmente raggiungibile sia dalla Variante Aurelia (uscita Livorno Sud e Livorno Montenero per i tifosi ospiti) sia dalla stazione ferroviaria di Livorno Centrale con le linee 1 o 8R di autobus urbani o da quella di Livorno Antignano proseguendo verso lo stadio sempre con la linea 1 di autobus.
La tifoseria. Il primo gruppo ultras a Livorno nasce nel 1976, prendendo il nome di Ultras Fossa. Allora il movimento era molto "ruspante" e poco organizzato,e nella città labronica rimase tale anche negli anni successivi, in linea con ciò che è lo "spirito" livornese. Nonostante la squadra viaggiasse in categorie infime, nel corso degli anni '80 godeva di un gran seguito di appassionati, tanto che nacquero diversi gruppi al seguito degli amaranto (per la cronaca, ci fu anche un gruppo dichiaratamente di destra negli anni '80, la Legione, che ovviamente durò poco nella "rossa" Livorno; ed un altro un pò ambiguo come i North Kaos); ma paradossalmente non cambiò mai l'assetto della curva, senza lanciacori, senza capiultras, senza una vera e propria organizzazione. Verso la fine degli anni '90, diversi gruppi ultras amaranto (Fedayn, Magenta, Sbandati, Gruppo Autonomo) decisero di dare una svolta alla storia della Curva Nord, unendosi dietro un'unica sigla: Brigate Autonome Livornesi. Da quel momento la curva labronica salì all'onore delle cronache, non tanto per incidenti legati al calcio ma per la linea politica del gruppo, che a detta degli stessi militanti veniva anche prima della fede calcistica: abbondanza di bandiere del Che, dell'Urss, ritratti di Stalin, materiale stampato in cirillico, coreografie bolsceviche, striscioni inneggianti alle foibe (Livorno-Triestina) e per lo stretto legame col giocatore Cristiano Lucarelli, livornese purosangue, che quando si trovò a giocare nella squadra della sua città scelse il numero 99 in omaggio alla data di nascita del gruppo. L'ascesa del Livorno prima in B e poi in serie A li aiutò non poco nella loro "opera di reclutamento", e gli creò anche dei nemici: laziali, romanisti, veronesi, triestini... un pò tutte le tifoserie di destra; ma soprattutto attirò su di loro l'attenzione della giustizia, che li prese di mira. Nel giro di qualche anno rimediarono qualcosa come 500 diffide (celebre il fatto di Roma, che portò al fermo ed alla denuncia di 300 livornesi perchè uno di loro aveva azionato il freno d'emergenza del treno. Tutti e 300 ovviamente furono diffidati in blocco...), che portarono le BAL ad autosospendersi esponendo il solo striscione "Fino all'ultimo bandito"; fino allo scioglimento vero e proprio consumatosi nel 2007 con l'entrata in vigore del Decreto Amato. Da allora la curva è divisa (pare che sia proprio divisa...) in due: da una parte le Vecchie Origini Livornesi 1915, dall'altra i Visitors 1312. Dalla finale playoff 2009 sono tornati in curva anche i Fedayn. Nel corso di questa stagione la tifoseria amaranto ha deciso di autosospendersi in seguito all'entrata in vigore della Tessera del Tifoso, rendendo l'Ardenza (un tempo famoso per il calore del pubblico) un autentico cimitero a cielo aperto.
Rapporti. I rapporti con loro non sono mai stati buoni, a causa della "visione" politica delle due nostre rispettive tifoserie. Nonostante questo, ed è la cosa paradossale, non ci sono mai stati scontri veri e propri fra noi e loro. La cosa peggiore di Livorno è forse la Polizia: li ricordo bene nel 2001, altamente provocatori, sembra che non aspettino altro.
Trasferta. Nonostante la trasferta sia vietata, la Fattori presenzierà ugualmente: ritrovo alle 9,30 a Crema Sport, vicino lo stadio.
Rapporti. I rapporti con loro non sono mai stati buoni, a causa della "visione" politica delle due nostre rispettive tifoserie. Nonostante questo, ed è la cosa paradossale, non ci sono mai stati scontri veri e propri fra noi e loro. La cosa peggiore di Livorno è forse la Polizia: li ricordo bene nel 2001, altamente provocatori, sembra che non aspettino altro.
Trasferta. Nonostante la trasferta sia vietata, la Fattori presenzierà ugualmente: ritrovo alle 9,30 a Crema Sport, vicino lo stadio.
Nessun commento:
Posta un commento