giovedì 9 dicembre 2010

QUEI COLORI NEI MIEI OCCHI DA BAMBINO

Padova-Barletta 90/91
Dal sito dei Friulani al Seguito:

Penso di essere uno di quei fortunati che le cose la hanno viste prima che sfiorissero e morissero in modo così triste.
Arrivato alla soglia dei 40, e quindi dopo aver probabilmente sviluppato una sorta di callo sullo stomaco, non dovrebbe farmi più schifo nulla, in realtà, purtroppo, la situazione è ben diversa e schifo ne provo tanto. Troppo. Ma soprattutto provo tristezza. Una tristezza infinita.
Pensavo di averle viste tutte, invece anche ieri si è aggiunto un tassello a questo collage fatto di ipocrisia, codardia e pochezza.
Per la prima volta nella mia vita son stato costretto ad accedere ad un settore di un impianto sportivo dove non mi sarei mai sognato di entrare. Nè in casa, nè, soprattutto, in trasferta. La Tribuna, quella centrale.
Ero abituato a calpestare cemento armato, seggiolini in plastica, gradoni alti, freddi e scomodi. Fino a ieri.
Non avevo mai avevo visto i box in plexiglass con salottino champagnino e lcd …… Box in Plexiglass  dove sorseggi champagne, comodamente seduto su divani, al caldo, mentre in tv la tua squadra gioca sotto una bufera di neve …….
Mi domando. Non potevate stare a casa anzichè starvene in tribuna così? Forse non erano così comodi i vostri divani? O forse dovevate fare la sfilata di moda, come si fa sempre all’apertura della stagione operistica alla Scala dove arrivano tutti belli coperti da gioielli e pellicce?
Se questo è il modo in cui immaginano il futuro direi che è tutto molto squallido, ma soprattutto ipocrita.
Ipocrita perchè anche ieri ho avuto nuovamente la certezza che il “giochino” messo in atto dai vertici è talmente sporco che se qualcuno impugnasse le leggi sulla repressione alla corte europea farebbe saltare il tappo a tutto.
Perchè la cosa “divertente” è che mentre a Cagliari diffidano un ragazzo perchè fa cori contro l’eroe di verde vestito, anche ieri la tribuna era un vociare violento, pieno di insulti, anche campanilistici, che forse al nostro eroe di verde vestito fanno sorridere, ma che non sono meno violenti di tanti cori che le nostre orecchie erano state abituate a sentire. Scusate ma l’articolo 21 della Costituzione non dice anche che son tutelate, in ogni loro forma, le forme di dissenso?
Forse valgono ad personam perchè anche ieri gli insulti urlati da gente normale, padri di famiglia con figli al seguito li ho sentiti bene …….. domanda: ma i bambini allo stadio non erano secoli che non mettevano piede per colpa dei violenti?
Ah già i “violenti”, quelli a cui si impedisce di andare in un’altra città, come se lo status di tifoso facesse venire meno quello più importante di cittadino italiano. Quindi venendo meno i normali diritti individuali si impacchettano e si portano in questura le persone per poterle identificare ……  come membri della UE non avevamo aderito alla convenzione di Schengen sulal libera circolazione degli individui nel territorio dell’UE stessa?
Aldilà di tutto però la cosa che mi intristisce, e non posso fare a meno di pensarci, è come sia cambiato tutto, come sia diversa la gente che vive lo stadio, come sia diverso il modo di essere partecipi di uno spettacolo. Perchè prima si era parte dello spettacolo stesso e si aveva l’orgoglio di poter dire “ero la, in mezzo a loro e dovevi vedere come li abbiamo mandati a fanculo” e mentre lo dicevi avevi la voce rauca da quanto avevi rulato il giorno prima.
Era diverso, eravamo diversi. si era più ribelli e meno schiavi della modernità,e a me manca quella ribellione mi manca l’aggregazione il vociare che diventa boato, i colori, l’odore acre dei fumogeni arancioni e mi manca, soprattutto, lo stare con i miei amici, quegli amici ai quali anche ieri è stato impedito di esercitare un loro diritto, ossia di vedere la nostra Squadra giocare a Calcio.
Forse non vogliono che disturbiamo quelli seduti nei divanetti mentre sorseggiano champagne, forse non vogliono che i loro figli vedano lo spettacolo nelle gradinate e si leghino a quei colori innamorandosene come abbiamo fatto noi da bambini, quando, con ammirazione, guardavamo quelli più grandi di noi, di cui conoscevamo i nomi di battaglia, mentre creavano quello spettacolo che è diventato Storia.
Uno Spettacolo diventato Memoria a cui attaccarsi perchè chi li ha vissuti e visti non potrà mai cancellare dalla memoria quei colori che ha visto da bambino.

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