Ravenna, 7 giugno 2009. Una data che passerà alla storia. Non avrei mai pensato che il calcio asettico di oggi avrebbe saputo emozionarmi ancora. Non avrei mai pensato che gli undici "mercenari" che vestono la maglia biancoscudata avrebbero saputo farmi innamorare di nuovo alla stregua di simboli come Galderisi, Albertini o Di Livio. Non avrei mai pensato in piena era-tornelli di ritrovare una tifoseria infiammata, velenosa, numerosa e pronta a marciare sopra a chiunque. Bene, tutto ciò è successo ieri a Ravenna, e come d'incanto mi è sembrato di tornare bambino, tornare indietro di quindici-vent'anni e riassaporare sensazioni che credevo ormai dimenticate. Ho ricominciato a sognare come non mi succedeva da anni, e come l'esperienza insegna, i risvegli dai "sogni biancoscudati" sono sempre stati bruschi. Ed allora non svegliatemi. Ora spazio alla cronaca di una giornata storica.
SULLE STRADE. La Padova Bene organizza un pulmino da nove posti con partenza dalla periferia Ovest di Padova la domenica mattina, più un'altra macchina di due ragazzi che per seguirci accenderanno un mutuo ed una seconda macchinata che perderemo per strada per ritrovare poi solo a fine partita. Il ritrovo è fissato alle 11 al Cafè Room, ma per una volta è il sottoscritto ad arrivare con largo anticipo, e la cosa mi sembra quasi strana. Non è un caso forse che il cielo è nuvoloso e tira una gran brutta aria molto poco estiva. Con me l'ospite d'onore della trasferta, l'amico M. di Pordenone, che mi saluta in stazione secondo stile crucco e ci porta in omaggio dell'ottimo vinello.
Piano piano arrivano anche gli altri partecipanti alla trasferta ed il sole comincia timidamente a fare capolino. Il lamierone che ci deve portare in romagna porta il logo della società che ce l'ha nolleggiato bello in evidenza, è targato Vicenza e porta sulla targa un bollino "A.S.Cittadella" immediatamente rimosso. Pulmino disagio a tutti gli effetti. Appena inserisco la marcia mi rimane in mano il pomello del cambio e spesso confondo la retro con la prima. Insomma si comincia bene. In autogrill sono costretto pure a una lunga manovra di assestamento per riuscire a far gasolio, scatenando l'ilarità degli occupanti e la curiosità di una volante. Ma non sembriamo tifosi, niente colori addosso, ed allora niente fastidi per noi. Per il resto il viaggio prosegue nel tipico disagio patavino, nelle lamentele e nelle eresie dei vari occupanti che a turno se la prendono con il Padova che poteva vincere il campionato, con Zanonato, con Dio, con il conducente, con Berlusconi e con gli extracomunitari. Se facciamo un incidente muore solo il conducente. Tiriamo via dritti agli autogrill ed usciamo a Ferrara Sud, quindi via per la campagna emiliano-romagnola. Sembra di essere al Sud in realtà... per la folta vegetazione e per lo stato delle strade (sembrano bombardate da poco!). Pausa pranzo a base di piadina a Porto Garibaldi, siamo tutti parecchio tesi per la partita.
All'arrivo a Ravenna ci accodiamo subito ad altre macchine di padovani per trovare lo stadio, facciamo un paio di rotonde ed alla terza invece di seguire i nostri giriamo a sinistra. Le indicazioni non sono molto chiare e la viabilità secondo qualcuno è stata cambiata da poco, tant'è che ci ritroviamo sotto la curva dei ravennati. Dove peraltro ci sono altri padovani (occasionali) che vagano senza mèta in condizioni alcoliche pietose. La polizia mi da anche l'impressione di non essere molto preparata, forse vorrebbero un'altro 1997... Raggiungiamo senza nessun problema il parcheggio ospiti (che sarebbe quello della questura locale) e capiamo il perchè la polizia sotto la curva dei ravennati non era molto preparata: erano tutti schierati verso la nostra parte! Parcheggiamo con difficoltà e forte del mio aspetto anonimo decido di uscire per farmi un giro nei dintorni. Come non detto: in quel mentre arrivano i 16 pullman da Padova e tutte le strade vengono chiuse! Mi becco la mia raffica di insulti da qualche occupante occasionale dai finestrini ai quali rispondo per le rime divertito, saluto un pò di gente e decido di farmi strada verso il Benelli.
SUGLI SPALTI. La prevendita era andata ben oltre ogni mia più rosea previsione e la sensazione che si ha subito è quella di essere quasi più dei ravennati. All'ingresso la curva loro è semivuota e pure al fischio d'inizio non si riempirà completamente. La nostra è una bolgia dantesca di colori, di cori, di alcool. "Giochiamo in casa!" verrebbe da dire, e difatti glielo cantiamo. Tutto bello, tutti bene, tutti bravi; ma siccome io sono un rompicoglioni, coerentemente continuerò a rompere i coglioni ed allora ecco due cose, anzi tre (numero perfetto) che non mi sono piaciute: 1-Prima della partita nella curva di casa compare una bandiera bianca con croce rossa. Tutto ciò succede quando la gente va via con la testa infilata nel culo. Ma evidentemente a molti "occasionali" piace prendere schiaffi in giro per l'Italia. 2-Sempre in tema di occasionali, tanta gente che sbiascica i cori e che non regge l'alcool. Potrebbe anche fregarmene poco se non fosse che qualcuno è veramente fastidioso. 3-Molte bandiere e pezze, fatte sempre da occasionali, di scarsa fattura. Insomma, il problema della trasferta sono stati sempre i "tifosi occasionali", ed allora lancio un'appello: padovani occasionali, diventate assidui!
Ad inizio partita coreografia della curva di casa con cartoncini giallo rossi. Curva nostra è una bolgia di colori e di bandiere biancorosse. Compare anche un fumogeno. Sembra di essere negli anni '90 insomma. Partiamo bene a livello vocale ma dopo qualche minuto caliamo complice il caldo ed allora arriva un provvidenziale idrante a rinfrescare tutta la curva e pure quelli a bordo campo. In generale si canta discretamente nel primo tempo e qualche buon coro seguito anche dai veciotti dei club. Nella ripresa è il campo a dare emozioni, e saltano tutti gli schemi, anche sugli spalti. I cori sono sempre più possenti e sempre più spesso spontanei ed i ravennati piano piano spariscono. Non me ne vogliano, ma per una semifinale playoff mi sarei aspettato più presenze sugli spalti da parte loro. Delirio totale nel settore nostro, con gente che piange di felicità. Io mi sono commosso e non lo nascondo, ma le lacrime ho deciso di tenerle per Busto Arsizio fra quindici giorni, sperando che siano di gioia...
SUL CAMPO. Dopo il pari della gara d'andata, il solo risultato utile per i biancoscudati era la vittoria. E così hanno fatto, scendendo in campo fin dai primi minuti determinati a vincere. Il primo tempo si chiude sullo zero a zero con il Padova che ha un'occasione grande come una casa per passare in vantaggio e Filippini se la mangia. Nel secondo tempo, la partita cambia completamente volto. Giuro, se non ho fatto un infarto questa volta credo che vivrò fino a cent'anni. Dopo sette minuti rigore per i biancoscudati, va sul dischetto Pederzoli, e francamente non so il perchè: è stato uno dei peggiori di tutta la stagione biancoscudata. Infatti calcia malamente, che se ne tornasse a Venezia. Delusione palpabile ma si continua a fare il tifo. E sei minuti più tardi una punizione pennellata di Patrascu porta in vantaggio il Padova. Delirio, con la squadra che si fa tutto il campo di corsa per venire a festeggiare sotto la curva nostra. Cano fa un miracolo su una identica punizione Ravennate ma ad un quarto d'ora dalla fine il Ravenna agguanta il pareggio. Doccia gelata, sembra solo l'ennesima delusione di una vita biancoscudata. Invece due minuti più tardi il Padova trova il gol un pò "di culo": cross di Jiday, Falsini al volo centra il palo, la palla gli rimbalza addosso ed entra in porta. Gol di Falsini, non dico altro. Un candidato sindaco che porta alla vittoria il Calcio Padova 1910. E' festa grande da li al fischio finale. Gente che entra in campo a prendersi la maglietta, gente che piange, gente che si abbraccia. Mi è sembrato per un attimo di tornare al 15 giugno 1994, ma qui non siamo che a metà dell'opera. Ora sotto con la Pro Patria.
Il ritorno si svolge in assoluta tranquillità, visto anche che ho una certa fretta per degli impegni personali. Ovunque, ci sono padovani lungo la Romea, che bevono e fanno festa. Sembra veramente un'altra epoca.
REGALIAMOCI UN SOGNO! Come ho già detto in altre sedi, quella che si è verificata a Padova mi sembra una situazione già vista e vissuta. E con una data precisa: Primavera 1991. Il Padova guidato da Albertini in campo e da Mister Collautti in panchina, compì un miracolo simile a quello di oggi: dall'ultimo posto in classifica dopo dieci giornate riuscì a rimontare fino alla quinta posizione ed a giocarsi la promozione in serie A nelle ultime quattro giornate. La città stessa si innamorò di quella squadra: nei negozi, nei bar e nelle strade non si parlava altro che delle imprese di quella squadra che dopo decenni era tornata a far sognare i padovani e le ultime due trasferte a Cremona e Lucca furono due autentiche invasioni. Purtroppo andò male, ma quella maledetta primavera segnò irrimediabilmente le sorti di molti ragazzi che in quel periodo si avvicinarono per attrazione al Padova ed alla curva. Io ho sempre sostenuto che abbiamo perso un'occasione: avessimo conquistato la serie A quell'anno non ci avrebbe tenuto più nessuno, troppo grande era l'entusiasmo e la spinta, ogni trasferta sarebbe stata un'invasione. Invece tre anni dopo l'entusiasmo fu grande lo stesso, ma erano cambiate molte cose e la situazione era già diversa...
Oggi stiamo vivendo qualcosa di simile: la città si sta innamorando nuovamente del Padova. Per una volta, non mandiamo a puttane la nostra occasione! Padovani, lasciamo da parte (come peraltro stiamo già facendo) qualsiasi "bega" fra curvaioli, tribunari, assidui e occasionali: possiamo fare un grosso salto di qualità tutti insieme... Uniti facciamo paura!
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