Mentre la città è ancora ubriaca di gioia, La Padova Bene torna in pista. Sempre per il discorso che "molti hanno la memoria corta"... L'ultima ubriacatura collettiva di una certa dimensione da queste parti è targata 1994, e come tutte le ubriacature collettive ha lasciato in eredità qualche danno. Se Woodstock '69, aveva lasciato una lunga scia di ragazze impestate e parecchi figli non desiderati, Cremona '94 ha lasciato l'Euganeo. E Bolzano 2001 (la promozione in C1) per poco non ci lasciava un figlio ibrido nato dalla fusione col Cittadella... il Padella!!! C'è sempre qualcuno che vuole tirarlo in culo a tutti, e spesso e volentieri questo "qualcuno" approfitta dei momenti di gioia collettiva, si finge amico, fa sorrisi a 32 denti, tira amichevoli pacche sulle spalle. In questo momento qui c'è tanta gente che si finge tifosa, ma che sparirà appena le cose butteranno male, e fra questi "finti tifosi" ce ne sono molti che entro quel momento debbono realizzare i loro scopi. Occorre tenere gli occhi ben aperti e farli aprire a più persone possibili. A partire per esempio dalle elezioni che si sono appena svolte in città, e di cui sembra che tutti si siano dimenticati...
QUIMBY VS. HARRY KLEIN. Quimby aveva trovato in questa tornata elettorale un avversario degno di lui: Harry Klein, per 24 anni braccio destro dell'ispettore Derrick, ormai datosi alla politica e spacciatosi ai giornali come Marco Marin. Harry, esattamente come Quimby, non aveva niente da dire se non criticare il suo avversario senza proporre nulla come alternativa alle sue scelte. Due facce della stessa medaglia, esattamente come sono centrodestra e centrosinistra. Prima di parlare di una politica che non esiste, bisognerebbe fare un discorsetto agli scemi che continuano ad andare a votare, e siccome in Italia abbiamo il tasso di votanti più alto d'Europa fatevi due conti sul livello mentale del nostro popolo. Tuttavia una cosa va detta a favore di Harry: non aveva mai governato e quindi avrebbe potuto godere del beneficio del dubbio, cosa che il suo avversario non aveva, avendo governato di merda e rovinato Padova già per dieci degli ultimi quindici anni. Ma due giorni prima del voto, il colpo di scena: Quimby scarica gli assessori Carrai e Daniela "Olivia" Ruffini, accaparrandosi così il voto degli incerti. Del resto, a uno straniero sembra incredibile ma in Italia funziona esattamente così: ci si tira un pò di fango poi si tiene la mossa a sorpresa per gli ultimi giorni di campagna elettorale. Lo ha fatto Berlusconi con ICI e bollo auto, l'ha fatto Quimby con Olivia Ruffini, dimostrazione lampante che si impara sempre molto dai propri simili. D'altra parte se gli italiani sono incerti non è colpa loro. Io le mie incertezze le ho fugate: non vivo nel comune di Padova, e se ci vivessi non avrei votato per loro. Il 21 ero a Busto Arsizio. Se non fossi stato a Busto sarei stato al mare. Se avesse piovuto e non avessi potuto andare al mare sarei stato a casa a tagliarmi le unghie. In fondo ce ne sono di cose importanti da fare prima che andare a votare... I padovani hanno scelto ancora una volta Quimby, liberissimi. Ora che non si lamentino. Non hanno più diritto di lamentarsi di niente, nè del fatto di avere gli extracomunitari che gli bivaccano sul pianerottolo di casa, nè del tram, nè della sicurezza in giro per le strade. Loro hanno deciso che andava bene così, loro adesso si mangino la loro fetta di merda. Io tanto sto in periferia e di loro me ne posso pure fottere.
Parlando invece di temi che ci riguardano (calcisticamente) più da vicino, Quimby è sempre stato e sempre rimarrà nemico giurato del Calcio Padova e dei suoi tifosi. Vedete voi, Biancoscudati. Possiamo decidere di chiudere gli occhi e lasciargli fare le sue mosse (rigorosamente da dietro le quinte) per affossare nuovamente l'A.C. Padova 1910 (come ha già fatto a suo tempo ed ogni volta che ne ha avuto l'occasione), oppure di tenerli tutti molto ben aperti gli occhi. A partire dalla questione-stadio, che ci può fottere sempre alla grande... vedete voi!
CURVA A BORDO CAMPO PER UN TIFO VECCHIO STAMPO! Torna in piedi una questione mai dimenticata e mai accantonata: una curva decente per i tifosi biancoscudati, a bordo campo e coperta! Del resto, una curva decente ce l'hanno stadi a pezzi come il "Mazza" di Ferrara o deserti come il Comunale di Pistoia. Perchè non ce la dovrebbe avere lo stadio di una città che non ha mai abbandonato i propri colori e che nell'ultimo mese se n'è riavvicinata prepotentemente? L'idea viene da un lettore del Mattino, al quale Leandro Barsotti (e non preoccupatevi se sentite questo nome, non ho la memoria corta!) risponde testuali parole: Noi la vogliamo, aiutateci a lanciare una campagna di stampa per la curva dietro la porta. E sopra la pista.
Bene, a questo punto mi sembra giusto darsi una mossa, come del resto ce la si era data per l'Appiani. A tutte le persone interessate. Nei prossimi giorni riparleremo della cosa.
PER FAVORE, PIETA'! Prato della Valle, lunedì 22 giugno ore 21,30. Giorgio Borile, il pronista padovano per eccellenza, conduce l'ultima puntata di "Calcio in chiaro" in diretta dalla piazza. Aperta a tutti i tifosi biancoscudati. Si festeggia la B. Sembra che ci sia la squadra ed intrattenimenti vari. Un'idea anche valida a stretto contatto con la Piazza ed i suoi umori. Ma l'idea non funziona se non c'è la testa per farla funzionare. E così è l'ultima puntata di Calcio in Chiaro. Poche centinaia di tifosi, tempo incerto. Non c'è la squadra. Il parterre è sempre quello: Mariano Schiavon (forse il vero motivo per cui Borile fa il giornalista), Ivano Ricci (l'unico un pò simpatico li in mezzo), la valletta, Massimo Webmaster che gestisce il sito del Calcio Padova, Sabatini, Gianni Potti. Più De Franceschi e Pellizzaro. Più che una trasmissione sembra un gruppo di amici che si ritrova in bar e se la racconta. In platea alcuni ragazzi della curva che si divertono a lanciare cori più o meno sensati (e molto poco graditi) come "alcoolismo e puttane" (a proposito: sto pensando di chiedere i diritti...) che da li a poco diventa "alcoolismo e Falsini", i soliti inviti a Ciccio Edel ed il benvenuto ufficiale al Sindaco di Padova che poi era lo stesso slogan con cui veniva salutato al termine del suo mandato. Oltre ai ragazzi della curva ci sono altri gruppi di tifosi o tifosotti, mai visti prima, mai conosciuti, mai ci terrò a conoscerli. Nessuno sa chi siano, fanno partire cori, salutano come dei ritardati quando vedono le telecamere. Credo che Borile li abbia reclutati in qualche bar e gli abbia chiesto di fare la claque in trasmissione. Più un paio di personaggi di Radio Padova: Nino Carollo che pure è bravo e simpatico ma che era un pò a disagio in quel frangente; e Pajaro, personaggio che a me non piace e non è mai piaciuto (pur essendo un amante degli artisti che si esprimono in lingua Veneta). Insomma, diciamolo francamente: una boarata! Un evento che la città attendeva da 11 anni, trasformato in una schifezza da un personaggio borioso e privo di cultura, che ha dato sempre contro e che ora rosica per la serie B inaspettata. Manca verve alla trasmissione: Schiavon è il solito che sembra appena tirato fuori da un sarcofago, si è pure tagliato i baffi come pegno e invece di sembrare più giovane sembra malato. Ivano Ricci è simpatico, e se non altro è anche un tifoso, ha coniato uno slogan che ha fatto breccia nel cuore dei tifosi ("Che giocamo a fà!") ma che sinceramente centra ben poco con la tradizione locale: sarebbe come se Roma e Lazio facessero delle magliette per i propri tifosi con scritto "Ma che casso semo drio zugare?" e magari chiudendo con un bel porco, che farebbe successo in Veneto ma di sicuro non a Roma. Il conduttore non sa proprio condurre, nonostante l'impegno dello staff di Radio Padova. Ma Pajaro proprio non riesco a soffrirlo. Ammazzagatti è un tifoso, decisamente, ma anche lui può ben poco per sollevare la situazione. Forse il buon Antonio meriterebbe delle partecipazioni migliori, visto che Borile più dell'ironia tipicamente contadina non sa fare nei suoi confronti. Ben prima della fine me ne vado assieme ad altri soci, abbiamo perso anche troppo tempo. Lancio un appello: ora siamo in B, siamo a visione nazionale. Cerchiamo di non passare come i soliti boarotti provinciali. Mettiamo a condurre una trasmissione sul Padova qualcuno che sia in gamba e capace. Borile? Per favore, pietà!
LA BUONUSCITA. 12.000 euro di multa per accensione di fumogeni, cori offensivi nei confronti dell'istituzione calcistica, ululati, danneggiamenti delle strutture dello stadio e perchè un proprio tesserato urlava frasi offensive nei confronti dell'arbitro al rientro in campo. Inoltre due giornate a Filippini e una a Di Venanzio. E' la buonuscita di Macalli. Dopo 11 stagioni ha perso una delle poche società che pagavano e che portavano soldi. Rimane l'augurio: che questi soldi li spenda in medicine!
QUIMBY VS. HARRY KLEIN. Quimby aveva trovato in questa tornata elettorale un avversario degno di lui: Harry Klein, per 24 anni braccio destro dell'ispettore Derrick, ormai datosi alla politica e spacciatosi ai giornali come Marco Marin. Harry, esattamente come Quimby, non aveva niente da dire se non criticare il suo avversario senza proporre nulla come alternativa alle sue scelte. Due facce della stessa medaglia, esattamente come sono centrodestra e centrosinistra. Prima di parlare di una politica che non esiste, bisognerebbe fare un discorsetto agli scemi che continuano ad andare a votare, e siccome in Italia abbiamo il tasso di votanti più alto d'Europa fatevi due conti sul livello mentale del nostro popolo. Tuttavia una cosa va detta a favore di Harry: non aveva mai governato e quindi avrebbe potuto godere del beneficio del dubbio, cosa che il suo avversario non aveva, avendo governato di merda e rovinato Padova già per dieci degli ultimi quindici anni. Ma due giorni prima del voto, il colpo di scena: Quimby scarica gli assessori Carrai e Daniela "Olivia" Ruffini, accaparrandosi così il voto degli incerti. Del resto, a uno straniero sembra incredibile ma in Italia funziona esattamente così: ci si tira un pò di fango poi si tiene la mossa a sorpresa per gli ultimi giorni di campagna elettorale. Lo ha fatto Berlusconi con ICI e bollo auto, l'ha fatto Quimby con Olivia Ruffini, dimostrazione lampante che si impara sempre molto dai propri simili. D'altra parte se gli italiani sono incerti non è colpa loro. Io le mie incertezze le ho fugate: non vivo nel comune di Padova, e se ci vivessi non avrei votato per loro. Il 21 ero a Busto Arsizio. Se non fossi stato a Busto sarei stato al mare. Se avesse piovuto e non avessi potuto andare al mare sarei stato a casa a tagliarmi le unghie. In fondo ce ne sono di cose importanti da fare prima che andare a votare... I padovani hanno scelto ancora una volta Quimby, liberissimi. Ora che non si lamentino. Non hanno più diritto di lamentarsi di niente, nè del fatto di avere gli extracomunitari che gli bivaccano sul pianerottolo di casa, nè del tram, nè della sicurezza in giro per le strade. Loro hanno deciso che andava bene così, loro adesso si mangino la loro fetta di merda. Io tanto sto in periferia e di loro me ne posso pure fottere.
Parlando invece di temi che ci riguardano (calcisticamente) più da vicino, Quimby è sempre stato e sempre rimarrà nemico giurato del Calcio Padova e dei suoi tifosi. Vedete voi, Biancoscudati. Possiamo decidere di chiudere gli occhi e lasciargli fare le sue mosse (rigorosamente da dietro le quinte) per affossare nuovamente l'A.C. Padova 1910 (come ha già fatto a suo tempo ed ogni volta che ne ha avuto l'occasione), oppure di tenerli tutti molto ben aperti gli occhi. A partire dalla questione-stadio, che ci può fottere sempre alla grande... vedete voi!
CURVA A BORDO CAMPO PER UN TIFO VECCHIO STAMPO! Torna in piedi una questione mai dimenticata e mai accantonata: una curva decente per i tifosi biancoscudati, a bordo campo e coperta! Del resto, una curva decente ce l'hanno stadi a pezzi come il "Mazza" di Ferrara o deserti come il Comunale di Pistoia. Perchè non ce la dovrebbe avere lo stadio di una città che non ha mai abbandonato i propri colori e che nell'ultimo mese se n'è riavvicinata prepotentemente? L'idea viene da un lettore del Mattino, al quale Leandro Barsotti (e non preoccupatevi se sentite questo nome, non ho la memoria corta!) risponde testuali parole: Noi la vogliamo, aiutateci a lanciare una campagna di stampa per la curva dietro la porta. E sopra la pista.
Bene, a questo punto mi sembra giusto darsi una mossa, come del resto ce la si era data per l'Appiani. A tutte le persone interessate. Nei prossimi giorni riparleremo della cosa.
PER FAVORE, PIETA'! Prato della Valle, lunedì 22 giugno ore 21,30. Giorgio Borile, il pronista padovano per eccellenza, conduce l'ultima puntata di "Calcio in chiaro" in diretta dalla piazza. Aperta a tutti i tifosi biancoscudati. Si festeggia la B. Sembra che ci sia la squadra ed intrattenimenti vari. Un'idea anche valida a stretto contatto con la Piazza ed i suoi umori. Ma l'idea non funziona se non c'è la testa per farla funzionare. E così è l'ultima puntata di Calcio in Chiaro. Poche centinaia di tifosi, tempo incerto. Non c'è la squadra. Il parterre è sempre quello: Mariano Schiavon (forse il vero motivo per cui Borile fa il giornalista), Ivano Ricci (l'unico un pò simpatico li in mezzo), la valletta, Massimo Webmaster che gestisce il sito del Calcio Padova, Sabatini, Gianni Potti. Più De Franceschi e Pellizzaro. Più che una trasmissione sembra un gruppo di amici che si ritrova in bar e se la racconta. In platea alcuni ragazzi della curva che si divertono a lanciare cori più o meno sensati (e molto poco graditi) come "alcoolismo e puttane" (a proposito: sto pensando di chiedere i diritti...) che da li a poco diventa "alcoolismo e Falsini", i soliti inviti a Ciccio Edel ed il benvenuto ufficiale al Sindaco di Padova che poi era lo stesso slogan con cui veniva salutato al termine del suo mandato. Oltre ai ragazzi della curva ci sono altri gruppi di tifosi o tifosotti, mai visti prima, mai conosciuti, mai ci terrò a conoscerli. Nessuno sa chi siano, fanno partire cori, salutano come dei ritardati quando vedono le telecamere. Credo che Borile li abbia reclutati in qualche bar e gli abbia chiesto di fare la claque in trasmissione. Più un paio di personaggi di Radio Padova: Nino Carollo che pure è bravo e simpatico ma che era un pò a disagio in quel frangente; e Pajaro, personaggio che a me non piace e non è mai piaciuto (pur essendo un amante degli artisti che si esprimono in lingua Veneta). Insomma, diciamolo francamente: una boarata! Un evento che la città attendeva da 11 anni, trasformato in una schifezza da un personaggio borioso e privo di cultura, che ha dato sempre contro e che ora rosica per la serie B inaspettata. Manca verve alla trasmissione: Schiavon è il solito che sembra appena tirato fuori da un sarcofago, si è pure tagliato i baffi come pegno e invece di sembrare più giovane sembra malato. Ivano Ricci è simpatico, e se non altro è anche un tifoso, ha coniato uno slogan che ha fatto breccia nel cuore dei tifosi ("Che giocamo a fà!") ma che sinceramente centra ben poco con la tradizione locale: sarebbe come se Roma e Lazio facessero delle magliette per i propri tifosi con scritto "Ma che casso semo drio zugare?" e magari chiudendo con un bel porco, che farebbe successo in Veneto ma di sicuro non a Roma. Il conduttore non sa proprio condurre, nonostante l'impegno dello staff di Radio Padova. Ma Pajaro proprio non riesco a soffrirlo. Ammazzagatti è un tifoso, decisamente, ma anche lui può ben poco per sollevare la situazione. Forse il buon Antonio meriterebbe delle partecipazioni migliori, visto che Borile più dell'ironia tipicamente contadina non sa fare nei suoi confronti. Ben prima della fine me ne vado assieme ad altri soci, abbiamo perso anche troppo tempo. Lancio un appello: ora siamo in B, siamo a visione nazionale. Cerchiamo di non passare come i soliti boarotti provinciali. Mettiamo a condurre una trasmissione sul Padova qualcuno che sia in gamba e capace. Borile? Per favore, pietà!
LA BUONUSCITA. 12.000 euro di multa per accensione di fumogeni, cori offensivi nei confronti dell'istituzione calcistica, ululati, danneggiamenti delle strutture dello stadio e perchè un proprio tesserato urlava frasi offensive nei confronti dell'arbitro al rientro in campo. Inoltre due giornate a Filippini e una a Di Venanzio. E' la buonuscita di Macalli. Dopo 11 stagioni ha perso una delle poche società che pagavano e che portavano soldi. Rimane l'augurio: che questi soldi li spenda in medicine!
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