lunedì 22 giugno 2009

VINCE SEMPRE CHI PIU' CREDE CHI PIU' A LUNGO SA PATIR...

Busto Arsizio, 21 giugno 2009. Segnatevi questa data. Per chi legge da esterno sarà un giorno come un'altro, per Padova è il giorno ed il luogo dell'uscita dall'inferno. Undici anni di serie C, undici anni di merda mangiata in quantità industriale, di amarezza, di rabbia, di lacrime, di ingiustizie che ieri hanno visto scrivere la parola "fine". Padova è tornata nella dimensione che più le si addice. Ora è il tempo di festeggiare e di pensare al futuro che ci attende. Per chi scrive, il momento di festeggiare il proprio compleanno col regalo più bello e più inaspettato, proprio perchè giunto da chi non aveva mai saputo ricambiare tanto affetto e tanto attaccamento. Grazie Padova, grazie A.C. Padova 1910. Il pensiero di giornate come quella di ieri mi fanno desistere tutte le volte che mi verrebbe voglia di scappare da qui. Alla fine, la mia città la porto dentro. E non si può scappare.
LA GIORNATA. Di tutto ciò che ha preceduto la finale playoff se n'è già parlato abbondantemente nei giorni scorsi, quindi non ha più senso farlo adesso. Al ritrovo siamo una trentina, di cui solo in dieci muniti di biglietto. Ma nessuno vuole disertare Busto, tutti vogliono esserci al personale appuntamento con la storia. Ci organizziamo con le auto, ben sapendo che dovremo dribblare controlli vari ed eventuali e presenze non amichevoli in quel di Busto. Talmente organizzati che appena partiti dal Caffè Room dopo cento metri ci siamo già persi. Comincia bene la giornata. Al casello di Grisignano c'è pure una pattuglia ferma in dolce attesa ma riusciamo a passare senza problemi. Ci si ritrova tutti all'autogrill di Soave (che raramente ha portato bene) e poi via verso la Lombardia. Il percorso scelto è inusuale, ma c'è la necessità di arrivare a Busto senza finire in bocca ai pulotti. Quindi fuori ad Agrate Brianza, pausa pranzo, pausa cicca, pausa telefonate, pausa "come cazzo facciamo per arrivare?", pausa "mettiamoci un attimo d'accordo...", quindi si riparte via Monza e Saronno. Peccato che la strada ad un certo punto diventa talmente alternativa che non la conosce più nemmeno il navigatore, quindi si rende necessaria un'altra pausa operativa nella ridente zona industriale di Rescaldina, in cui il gotha de La Padova Bene prende un'importantissima decisione: "Andiamo avanti per di qua e quel che succede succede...". Più o meno quello che deve aver detto Prodi nel 2006 quando è stato eletto presidente del consiglio. Miracolosamente ritroviamo la strada giusta e nei pressi di Castellanza dribbliamo agilmente anche tre camionette di polizia in attesa dei nostri che però hanno la capacità d'attenzione di un pesce rosso. Avanti fino alla vittoria. Giunti a Busto ci prendiamo anche il lusso di passare in zona stadio per vedere questi famosi blocchi. Effettivamente vicino allo stadio sembra si stia per svolgere il G8, con tanto di elicottero in volo, ma il resto della città è molto tranquillo. Non sembra proprio la città blindata di cui parlavano i giornali. Vediamo i primi padovani che accedono al settore ed anche diversi bustocchi in zona. Ma è presto, molto presto. Troviamo il locale in cui ho appuntamento con l'amico S. (che non finirò mai di ringraziare per tutte le volte che in questi anni siamo andati a Busto ed a maggior ragione dopo ieri, dove nonostante l'ovvia amarezza si è dimostrato un signore...) e parcheggio li i soci senza biglietto. Non è consigliabile avvicinarsi troppo allo stadio se si è sprovvisti di tagliando. Mai considerazione fu più sbagliata, come vedremo. Ci beviamo un paio di birre e salutiamo gli amici, quindi chi è munito del fortunato tagliando parte per lo stadio. Qualcun altro lo segue sperando di poter entrare. Un socio accompagna me ed altri due e ci lascia al primo blocco dei vigili, circa 300 metri dallo stadio. Inizia una lunga e nervosa passeggiata sotto il sole in un'atmosfera surreale. La strada è chiusa ed in silenzio. Busto sembra Silent Hill. Non mi fra presagire nulla di buono... Giunti al Check-Point notiamo che fuori dallo stadio ci sono diversi padovani sprovvisti di biglietto, ed altrettanti ne troviamo sul parcheggio. La polizia però, in barba a quanto si diceva in settimana, fa entrare tutti. Mi metto in contatto coi soci dicendogli di raggiungere lo stadio ma loro nel frattempo hanno avuto la sgradita sorpresa di essersi trovati la Digos in bar e così non possono più muoversi. Riusciranno a giungere allo Speroni solo verso fine partita.
I 600 biancoscudati presenti fanno un tifo della madonna. Nessuno risparmia la voce. In certi momenti sembra quasi di sentire tremare lo stadio. Non posso essere preciso sui bustocchi in quanto li abbiamo "in linea d'aria". Li vediamo agitarsi, ed ogni tanto tutto lo stadio si fa trascinare al grido di "Pro-Pa-tria! Pro-Pa-tria!", ma non posso essere molto più preciso. Nel secondo tempo arrivano anche una ventina di personaggi, identificabili come commissari della Lega Pro. E vengono a posizionarsi proprio sotto il settore. Prendono una selva di insulti, contenti loro... "Lega Pro, Lega di merda!", e via con un'altra multa in arrivo!
La Pro Patria parte molto bene ed il Padova è un pò in difficoltà nel primo tempo. Per un parapiglia in area vengono ammoniti Di Venanzio e Cristiano, due minuti dopo lo stesso Di Venanzio per un fallo del cazzo a centrocampo prende il secondo giallo e viene buttato fuori. Già era difficile prima, ora ho smesso proprio di crederci. Ma non ho smesso di cantare. Oggi siamo belli, solo per quanto siamo belli meriteremmo la vittoria. E nella ripresa, la svolta. La Pro Patria tira un pò i remi in barca ed il Padova prende coraggio. Dietro siamo chiusi bene, loro prendono anche un palo con Correa ma poi non combinando più nulla. Ed il Padova prende sempre più coraggio. Su calcio d'angolo Turtelen Varricchio va di testa, il loro portiere saracinesca di riserva respinge ma arriva lo scugnizzo a segnare l'1-0. Delirio totale. Mancano dieci minuti alla fine. La Pro Patria viene avanti ma non c'è più convinzione. Lo scugnizzo, ancora lui, parte in contropiede e dopo aver resistito a una carica come nemmeno su PES segna il 2-0. E sono lacrime di gioia.
CONTO ALLA ROVESCIA. Negli ultimi dieci minuti (cinque più recupero) mi sono passati davanti agli occhi più di dieci anni di serie C. La prima trasferta a Pistoia in quell'ormai lontano settembre 1998, sotto il sole e le manganellate e col seguito di una pioggia di diffide (e che ancora erano quelle da un anno), le contestazioni a Viganò, quel maledetto Padova-Lecco che ci condannò alla C2, i mille paganti all'Euganeo e le trasferte desolanti in campi come Fiorenzuola, Imola e Castel San Pietro, poi il ritorno in C1 con un nuovo presidente e sembrava l'inizio della rinascita... Invece fu solo l'inizio di un nuovo calvario! Il tentativo di fusione col Cittadella fallito sul nascere, i sassi di Carrara, nuovi arresti e diffide... Il Padova che arranca all'inizio, l'1-5 e le palle di neve sui giocatori a Lumezzane, poi arriva Frosio e ci salva, e l'anno dopo che arriva a giocarsi la B con l'Albinoleffe, l'unica volta che abbiamo centrato i playoff in questi anni. La sconfitta e l'amarezza di Cremona. L'arrivo di Cestaro come presidente e gli anni di grande promesse sbandierate e puntualmente disattese a giugno. La morte di Gildo Fattori, simbolo biancoscudato. Le trasferte in campi del Sud come Martina, Foggia, la bolgia di Napoli.  i viaggi disagiati a Chieti e Teramo. L'armeria ambulante di San Marino. Genova. La serata col Pavia e la bagarre studiata dall'alto contro lo Spezia. Padova-Massese vista in TV, la curva forse più bella degli ultimi dieci anni. Poi un'altra stagione di amarezze, la protesta per il settore che ha finito col dividere (fisicamente) la tifoseria, gli arresti del San Valentino 2007 e le diffide pesanti a molti amici e ragazzi con cui avevo condiviso quasi tutto. Il ritorno allo stadio, in preda al disorientamento. La prima trasferta a Legnano con relativa perquisizione ginecologica, poi un'intero campionato vissuto su strada ed al volante. Lo 0-0 interno e la contestazione col Legnano, i successivi arresti, lo sciopero della curva... La trasferta di Lumezzane con contestazione al mondo intero. Tutti fuori a Portogruaro, io sinceramente avrei pensato di finire ai playout in quel momento piuttosto che in serie B. La sconfitta interna col Ravenna che significava addio sogni. E da li l'incredibile rimonta ed il ritorno all'entusiasmo in città. Segna la Pro Patria, 2-1. Mi sveglia di botto.
Al fischio finale abbraccio chiunque trovo sulla mia strada, poi passo dieci minuti in catalessi totale. Non me ne rendo conto perfettamente mentre attorno a me tanta gente piange. E per la prima volta dopo quindici anni, sono lacrime di gioia.
UNA CITTA' IN DELIRIO. Ritorno a Padova non poteva essere migliore. Prato della Valle invasa da migliaia di tifosi in delirio. Cori e bandiere come forse nemmeno ai mondiali. Bisogna tornare ai tempi della promozione in serie A per vedere una festa del genere. Ci sono tutti quelli che negli ultimi anni sono passati per la curva, per una sera anche chi non c'è rimasto. Alle 23,30 il pullman con i giocatori a bordo arriva sotto la Loggia Amulea e viene letteralmente preso d'assalto dalla folla impazzita. Cori per tutti, mentre Cestaro (secondo me sbronzo, ma va bene così!) si improvvisa speaker. Festa grande. L'avevo già pensato quindici anni fa, l'ho ripensato stasera: quanto è bella la mia città! E' cambiata nel corso degli anni, ma non così tanto o non abbastanza da mutarne completamente il carattere di chi la vive. Siamo sempre i soliti Padovani, gran dottori di sto cazzo. Che se vogliamo spacchiamo il culo a tutti!
Unico neo? Troppe facce di merda pronte a saltare sul carro dei vincitori. Fino a pochi mesi fa ti sputavano dietro le spalle. Ma il tempo sarà galantuomo.
CI RIVEDREMO IN VALHALLA. Colonna sonora della trasferta indubbiamente "Il destino di un guerriero", degli Ultima Frontiera. E del resto quando si hanno due CD in macchina (di cui uno lo si conoce già a memoria) non c'è molto da scegliere. Ma gli Ultima non sono male, e la canzone mi è entrata in testa sin dal viaggio d'andata... Ci rivedrem nel Valhalla, a brindar con gli dei... Ma che cazzo è sto Valhalla?
Da Wikypedia: "Nella mitologia norrena, Valhalla (o anche Valhöll e Walhalla) è uno dei palazzi dell'Ásgarðr e residenza dei morti gloriosamente in battaglia, gli einherjar; lo stesso termine significa, appunto, "sala dei morti in battaglia" ("Val", "morto in battaglia", e "halla", da cui deriva l'inglese moderno "hall", salone, entrata, "sala". Secondo la tradizione chi muore da eroe viene scortato dalle Valchirie nel Valhalla dove viene accolto da Bragi. Il Valhalla è descritto come un'enorme sala con 540 porte, muri fatti con le lance dei guerrieri più valorosi, tetto fatto di scudi di oro su cui sono raffigurate scene di guerra e panche ricoperte di armature, gli arredi interni costituiti da vesti dei combattenti. Si dice che vi sia posto per chiunque venga scelto e sia più semplice trovare un posto che entrarvi. Prima di varcare i cancelli del Valhalla, sorvegliati da un lupo e da un'aquila, i soldati devono attraversare il fiume Thund. I guerrieri del Valhalla assisteranno Odino nel Ragnarök, lo scontro finale contro i Giganti. Per prepararsi alla lotta ogni giorno combattono nelle pianure di Ásgarðr, organizzando giostre cavalleresche, ed ogni sera le ferite si rimarginano, le membra si ricompongono ed i guerrieri ritornano nel Valhalla per banchettare con carne di cinghiale e bere idromele sgorgante dalle poppe della capra Heidrunn, oltre alle coppe di birra distribuite dalle Valchirie, aventi nomi propiziatori, quali Hild ("guerriera") e Hrist ("colei che fa tremare"), mentre Odino dall'alto della sua magnificenza, si nutre solo di un vino speciale".
Mi sono allora divertito a immaginare un "Valhalla" biancoscudato. Chi ci troveremmo dentro? Sicuramente colui che cento anni fa ha dato vita a questa fantastica storia: il Barone Giorgio Treves de Bonfili. Poi chi lo ha reso grande: Nereo Rocco e Lello Scagnellato, insieme con quella mitica squadra di Panzer (1957/58) del terzo posto in serie A. Il grande Gildo Fattori. Piero Aggradi. Tutti i ragazzi della Curva che ci hanno lasciato e che ieri erano a soffrire con noi: da Luca "Ciuffo" Crivellari fino ad Andrea "Cigoli", passando per tutti quelli che se ne sono andati col biancoscudo nel cuore. Sicuramente un posto nel "Valhalla" biancoscudato lo troveranno la squadra della promozione in serie A del 1994 e quella di oggi. Lo meritano per aver lottato da guerrieri. Grazie ancora, ci rivedremo nel Valhalla a brindar con gli dei...
GRAZIE MILLE E VAFFANCULO. Il momento dei ringraziamenti particolari. A tutti i nostri nemici, coloro che ci hanno sempre voluto male e che hanno fatto di tutto per affossarci. Al mitico Quimby che oggi si gioca la permanenza sulla poltrona e che ieri al di la della facciata avrà sicuramente rosicato e gli saranno fischiate un bel pò le orecchie. Ai ragazzi del CPT. A Macalli ed alla Lega Pro che ha fatto di tutto per trattenerci (ed è comprensibile: siamo una delle poche società che pagano!). A tutti i campi di merda visitati in questi undici anni: vaffanculo a Lumezzane, vaffanculo a Sesto San Giovanni, vaffanculo a Moncalieri, vaffanculo a Biella, vaffanculo a Imola, vaffanculo a Castel San Pietro, vaffanculo ad Alzano, vaffanculo a Faenza, vaffanculo a Portogruaro, vaffanculo a Montichiari, vaffanculo a San Donà di Piave, vaffanculo a San Giovanni Valdarno, vaffanculo a Meda... A tutti gli occasionali che ieri erano a festeggiare ma che se avessimo perso avrebbero detto "Eh! Lo sapevo io!". A tutte le tifoserie che nonostante la loro insignificanza hanno saputo farsi odiare: ai ragazzi di Pistoia, a quelli di Carrara, a quelli di Legnano... Alle casacche da gioco di ieri, la tenuta-evidenziatore, che per ovvi motivi è diventata un cimelio da conservare, ma che qui lo dico e lo sottoscrivo: porterà pure fortuna, ma fa veramente cagare! A tutti quelli che ci hanno sempre voluto male cmq: noi ieri abbiamo vinto, perchè siamo più forti di tutti noi messi assieme. Non moriamo nemmeno se ci ammazzate!
GRAZIE DI CUORE. Un ringraziamento sincero invece lo faccio a tutti gli amici, padovani e non, che in questi anni mi sono sempre stati vicino...
Ai soci con cui ho diviso nell'ultima stagione chilometri, autostrade e spese.
Ai soci con cui ho diviso per anni tutto ciò e che ieri erano a firmare, come molte altre domeniche.
A S. di Busto che ancora una volta si è dimostrato un signore.
A F. di Pagani per avermi predetto quest'estate (via cartolina) la promozione in serie B
A M. di Pordenone, per la presenza portafortuna a Ravenna.
A S. di Rimini per avermi sempre detto che era l'anno buono.
A T. di Piacenza per avermi sempre motivato a modo suo.
A tutti quelli che mi hanno chiamato per complimentarsi per la promozione ed a tutti quelli che ho dimenticato di ringraziare e menzionare...
Alla città di Padova, perchè tutto ciò non sarebbe stato possibile se non fossi nato qui.
APPELLO. A tutti i padovani: abbiamo conquistato una serie B contro tutto e contro tutti. L'impresa è riuscita perchè per una volta siamo stati tutti (TUTTI!) uniti. Squadra, società, tifosi di tutte le risme... Quando siamo uniti, facciamo paura, perchè non ci può fermare nessuno. Siamo più di 850.000 padovani fra città e provincia, fatevi due conti.
Bene, ora uniamoci ancora di più: a fanculo il Milan, la Juve, l'Inter, la Roma e la Sampdoria. A Padova esiste solo il Calcio Padova 1910 ed è un dovere morale di ogni padovano amarlo e sostenerlo in quanto squadra della sua città. Basta occasionali, basta tifosi delle squadre a strisce! SUPPORT YOUR LOCAL FOOTBALL TEAM!
   

1 commento:

Matteo82 ha detto...

DA SEMPRE e PER SEMPRE COL PADOVA NEL CUORE!!!!!!!!!!!!!!
FORZA PADOVA!!!!!!!!!!!!!!!