STAGIONE 2005/06. L'estate 2005 è un periodo di grandi cambiamenti, non tanto a livello generale o giovanile, quanto a livello personale. Dopo svariati anni ed altrettanto svariate esperienze, dopo aver visto e vissuto in prima persona i profondi cambiamenti che hanno caratterizzato il mondo delle curve dai primi anni '90 ad oggi, sono giunto alla conclusione di continuare ad essere ciò che mi sono sempre sentito: un cane sciolto, con il cuore biancoscudato e la città di Padova dentro l'anima. Ed è questo mio modo di essere che mi farà andare avanti in seguito, girando tutta Italia. Ormai sono giunto alla conclusione che il Mondo Ultras, così come è concepito oggi, fatto di particolarismi, di finti ideali, di paroloni come "mentalità", non può durare ancora molto a lungo. Ed i fatti mi daranno ragione, di li a un anno e mezzo. Purtroppo inizialmente non tutti capiranno le mie scelte...
Comunque sia, dopo il fallimento di Ulivieri, il Padova si presenta all'appuntamento con la nuova stagione profondamente rinnovato. Arriva dal Lanciano un tecnico giovane ed emergente, Maurizio Pellegrino, che l'anno prima ha guidato gli abruzzesi ad un passo dai playoff, e che all'ombra del Santo si porta alcuni suoi "pupilli" (Cano su tutti). La città sembra risvegliarsi, anche perchè cambia nuovamente la disposizione dei gironi: si torna al Nord, con il Genoa (retrocesso per illecito) e lo Spezia, e la sola Salernitana del sud. Dopo un paio d'anni di stanca torna un certo entusiasmo, le presenze in casa ed in trasferta tornano ad essere buone. La turbolenza che ha sempre caratterizzato la tifoseria biancoscudata torna ad essere sommersa, del resto l'ultima ondata di diffide ha lasciato il segno, ma non sparisce del tutto. Anzi, l'inizio è proprio di quelli "bollenti", un'amichevole pre-campionato contro il Mantova a Piovene Rocchette. Apro una parentesi: capita sempre più sovente che d'estate vengano organizzate amichevoli che mettono contro tifoserie agguerrite e non propriamente amiche in paesini e campi sportivi di montagna, con tutto ciò che ne consegue, ovvero servizio d'ordine e organizzazione inadeguati (per forza di cose). Bene, sappiate che queste amichevoli vengono organizzate direttamente dalle questure, ed il motivo è molto semplice: si creano i presupposti affinchè succedano incidenti, in modo poi da "tagliare" un pò di teste alla tifoseria prima dell'inizio della stagione ufficiale. Un sistema semplice e subdolo per far carriera: se vi è mai capitato di assistere a un evento del genere, osservate come ci siano sempre pochissimi carabinieri di paese, ma non manca mai la telecamera portatile. Tutto questo studiato da chi dice di "garantire la sicurezza del cittadino", mi faccio una grassa risata! Una volta preso atto di questo, tuttavia, si hanno due scelte: starsene a casa e passare da coniglietti, oppure andare con tutte le conseguenze del caso. E per "andare" intendo proprio portare un buon numero di tifosi, sufficiente per far fronte a qualsiasi situazione. Presentarsi in venti o trenta per finire poi a subire non ha molto senso...
Il precampionato prosegue con la vittoria in Coppa Italia con la Triestina ed il conseguente passaggio del turno dove si perde a testa alta contro il Parma. Insomma, sembra che i presupposti per fare un bel campionato ci siano tutti. Ed il Padova parte bene vincendo a Sesto San Giovanni. Anche la tifoseria si risveglia. Novità estetica, non compaiono più gli striscioni dei singoli gruppi, sostituiti dalle "pezze" che normalmente vengono utilizzate per le trasferte e da uno striscione unico a centro curva: "NESSUNA RESA... LIBERTA' PER I DIFFIDATI!". L'unica "scaramuccia" di quell'inizio di campionato è con alcuni salernitani in servizio di leva a Padova che finiranno per pisciare fuori dal boccale (difetto di molti meridionali), mentre in occasione dell'inedita trasferta di Pizzighettone, provincia di Cremona, si muove un buon numero di tifosi (circa 300). Lo stesso giorno il Venezia gioca a Carpenedolo, provincia di Brescia, e stessa strada da fare. In autostrada, due pullman della curva incrociano un torpedone degli Ultras Unione, gli viene fatto cenno di fermarsi all'autogrill ma questi preferiscono tirare dritti. Con la stagione invernale la Curva Sud viene nuovamente chiusa come qualche anno prima, e si ritorna in Gradinata Est, dove la tifoseria riacquista spessore. Sempre in quel periodo, Padova si candida ad ospitare come stadio gli Europei 2012 e arriva una commissione di delegati Uefa all'Euganeo. Alcuni ragazzi preparano uno scherzetto, giusto per puntare l'indice sulla merda di stadio che abbiamo. Viene preparato uno striscione in inglese perfetto ("This stadium is disgusting") che scatena le risate di approvazione dei delegati Uefa e reazioni a catena nell'ambiente padovano. Sini-quaglia, che aveva organizzato la spedizione, parla di "complotto politico contro la città", mentre il suo degno mentore Ciccio Edel gli va dietro. Ma sono in tanti quelli ad approvare il gesto ed a riconoscere che effettivamente l'Euganeo è una cattedrale nel deserto. Per un pò, si organizzano un pò di iniziative rivolte sopratutto ai giornalisti, facendo aprire gli occhi alla piazza sul problema-stadio. L'unico che non li aprirà mai, che non li ha ancora aperti e che non vuole aprirli è Sini-quaglia. Non c'è peggior sordo di chi non vuole capire.
A La Spezia uno dei tre pullman che trasportano gli ultras biancoscudati rimane vittima di un pauroso incidente in autostrada: colto da malore, l'autista sbanda in galleria tirando giù qualcosa come sessanta metri di guard-rail! Solo per puro miracolo nessuno si fa male, ma l'autostrada rimane chiusa per delle ore. Giunti i soccorsi, i ragazzi verranno caricati sugli altri due pullman ed alcuni torneranno a Padova a bordo del torpedone della squadra. La trasferta dell'anno è Genova, e la tifoseria è in fibrillazione. Marassi ispira aria di grande calcio, qualcosa che manca da troppo tempo in città. Di conseguenza si muove tanta gente che normalmente preferisce passare le domeniche in altra maniera. Tuttavia, se da un lato "i soliti di sempre" danno sicurezza, dall'altro è anche bello ogni tanto concedersi qualche bella trasferta di massa. Quel giorno, ben 12 pullman della Curva Sud partono alla volta di Genova. Una piccola vittoria, per chi ricorda le trasferte di qualche anno prima in poche unità. L'euforia è pure troppa, tanto che alcuni autogrill vengono riempiti di scritte a bomboletta. La polizia arriva, ma non può fare molto contro 700 tifosi carichi. Giunti a Marassi, momenti di tensione con qualche bombone che esplode mentre invitiamo provocatoriamente i genoani a farsi vedere. Mi verrà poi riferito che una cinquantina di loro hanno tentato di venirci incontro, ma la pula ha fatto buona guardia. Ancora tensione al momento dell'entrata nel settore dove vola qualche spintone e qualche manganellata. Ma poca roba. Dentro lo stadio siamo spettacolari c'è poco da dire. Deludono un pò i rossoblù, tanta gente sugli spalti e poca voglia di tifare, anche se va detto che sono in polemica un pò col mondo e parecchio abbattuti per la retrocessione a tavolino giunta dopo che avevano riconquistato la serie A... Alla fine del primo tempo Marcello Cestaro esce dagli spogliatoi tranquillamente, poi gli salta il matto e corre come un pazzo sotto il settore a caricare i tifosi. Probabilmente in quel momento in tribuna, qualche avvocato della famiglia lo sta riprendendo, speranzoso di dimostrarne la seminfermità mentale in sede processuale e fargli così togliere il patrimonio di famiglia. In realtà è uno di quei gesti impulsivi che lo fanno entrare nel cuore della tifoseria, anche se qualcuno storce la bocca e molti altri la storceranno in seguito per altre questioni. Sul campo finisce 0 a 0, con il Padova che in un paio di occasioni sfiora anche una vittoria che avrebbe avuto del clamoroso. In quel momento ne sono convinto, andremo in serie B. Genova invece sarà il canto del cigno del Padova di Pellegrino, che da quel momento inizia un costante declino in campionato.
A La Spezia uno dei tre pullman che trasportano gli ultras biancoscudati rimane vittima di un pauroso incidente in autostrada: colto da malore, l'autista sbanda in galleria tirando giù qualcosa come sessanta metri di guard-rail! Solo per puro miracolo nessuno si fa male, ma l'autostrada rimane chiusa per delle ore. Giunti i soccorsi, i ragazzi verranno caricati sugli altri due pullman ed alcuni torneranno a Padova a bordo del torpedone della squadra. La trasferta dell'anno è Genova, e la tifoseria è in fibrillazione. Marassi ispira aria di grande calcio, qualcosa che manca da troppo tempo in città. Di conseguenza si muove tanta gente che normalmente preferisce passare le domeniche in altra maniera. Tuttavia, se da un lato "i soliti di sempre" danno sicurezza, dall'altro è anche bello ogni tanto concedersi qualche bella trasferta di massa. Quel giorno, ben 12 pullman della Curva Sud partono alla volta di Genova. Una piccola vittoria, per chi ricorda le trasferte di qualche anno prima in poche unità. L'euforia è pure troppa, tanto che alcuni autogrill vengono riempiti di scritte a bomboletta. La polizia arriva, ma non può fare molto contro 700 tifosi carichi. Giunti a Marassi, momenti di tensione con qualche bombone che esplode mentre invitiamo provocatoriamente i genoani a farsi vedere. Mi verrà poi riferito che una cinquantina di loro hanno tentato di venirci incontro, ma la pula ha fatto buona guardia. Ancora tensione al momento dell'entrata nel settore dove vola qualche spintone e qualche manganellata. Ma poca roba. Dentro lo stadio siamo spettacolari c'è poco da dire. Deludono un pò i rossoblù, tanta gente sugli spalti e poca voglia di tifare, anche se va detto che sono in polemica un pò col mondo e parecchio abbattuti per la retrocessione a tavolino giunta dopo che avevano riconquistato la serie A... Alla fine del primo tempo Marcello Cestaro esce dagli spogliatoi tranquillamente, poi gli salta il matto e corre come un pazzo sotto il settore a caricare i tifosi. Probabilmente in quel momento in tribuna, qualche avvocato della famiglia lo sta riprendendo, speranzoso di dimostrarne la seminfermità mentale in sede processuale e fargli così togliere il patrimonio di famiglia. In realtà è uno di quei gesti impulsivi che lo fanno entrare nel cuore della tifoseria, anche se qualcuno storce la bocca e molti altri la storceranno in seguito per altre questioni. Sul campo finisce 0 a 0, con il Padova che in un paio di occasioni sfiora anche una vittoria che avrebbe avuto del clamoroso. In quel momento ne sono convinto, andremo in serie B. Genova invece sarà il canto del cigno del Padova di Pellegrino, che da quel momento inizia un costante declino in campionato.
Arriva anche la trasferta di Salerno, che si gioca di lunedì sera: una cinquantina di ragazzi si fanno vedere e sentire nell'Arechi che non è più la bolgia di un tempo. A Ravenna, blindata visti i precedenti, nascono tafferugli con la Polizia. Tre ragazzi vengono fermati, altri verranno in seguito diffidati. Con il Padova che continua a fare schifo, lontano parente di quello ammirato a Genova, arriva la partita contro il Pavia, quart'ultima di campionato. Si gioca il venerdì sera, e la città si stringe intorno a una squadra senza più anima. Non basta una grande curva a svegliare il Padova, e nemmeno Cestaro che tira fuori il suo spirito più vicentino possibile e dalla sala stampa urla al microfono "Pavia macellai!". Mi sono vergognato, ma effettivamente il Pavia chiude in 9. Eppure porta a casa il risultato perchè ha gente motivata, mentre noi abbiamo De Franceschi che non fa un lancio che sia uno. Al triplice fischio c'è molta rabbia, e si esce per contestare la squadra. Ci sono almeno due o trecento ragazzi. La celere usa le maniere forti per respingerci, ma la rabbia è tanta ed i ragazzi reagiscono. Alla fine il cordone viene sfondato ed a farne le spese sono le auto di alcuni giocatori che finiscono danneggiate. Quella di Selva in particolare, che a fine stagione andrà a Sassuolo. La squadra esce tirata fuori quasi a forza dagli spogliatoi, a prendersi la giusta dose di insulti. E li si vede la vera anima della squadra: gente con la testa palesemente da un'altra parte che ti dice quasi beffardamente "Eh avete ragione, vedrete che da domenica la musica cambia...". Mi verrebbe da prenderli a pugni a me per primo, si può perdere e tutto, ma essere presi in giro da quattro bambolotti menefreghisti viziati proprio no!
Il 1 maggio si gioca Padova-Spezia, valida per la promozione in B degli aquilotti. Un'altra tifoseria si presenta a festeggiare all'Euganeo e la cosa da molto fastidio. Si presentano in 5.000 con molti di loro che finiscono nel nostro parcheggio e la cosa fa veramente incazzare. Ma ancora di più fa incazzare il fatto che una tifoseria ospite che viene a Padova, per quanto numerosa, sia molto più tutelata di noi. Tutti, da Sini-quaglia fino alla polizia, sono impegnatissimi per non fare sentire in trasferta i liguri. E soprattutto sono impegnatissimi per farci saltare i nervi a noi. E' fin troppo evidente che tutta la situazione che si verificherà poi sarà stata creata ad arte dalle forze del (dis)ordine. Si comincia con il corteo spezzino che viene fatto passare sotto il nostro parcheggio. Si continua con la celere che passa provocatoriamente in mezzo ai tifosi biancoscudati che stanno facendo una grigliata, puntando anche i lacrimogeni. Si finisce al triplice fischio che garantisce la promozione matematica dello Spezia: la polizia apre i cancelli lasciando che i liguri si riversino sul terreno di gioco. Alcuni di loro vengono a provocarci sotto il nostro settore scatenando la reazione dei ragazzi biancoscudati che sfondano i cancelli e si riversano sul terreno di gioco affrontando gli spezzini. Arrivano la celere ed i caramba di gran carriera che prima caricano loro, poi fanno la stessa cosa con noi. Ma siamo sufficientemente velenosi, faranno la loro bella fatica per spingerci fuori dallo stadio. Tutta Padova è testimone del trattamento "di favore" riservato alla tifoseria biancoscudata, con tanto di lacrimogeni sparati in mezzo alle gradinate. Come se non bastasse, in seguito arriveranno altri arresti e ben 24 diffide (solo a noi!). In quel momento, che siamo sotto attacco ingiustamente, il Calcio Padova e lo stesso Cestaro peraltro più volte osannato (anche in seguito) dalla tifoseria, non prende nessuna posizione. Sinceramente, è uno degli atteggiamenti che mi hanno dato più fastidio di Marcello Cestaro e company. Poi la gente può dirmi quello che vuole, certo sono il primo ad ammettere che a livello societario il suo patrimonio fa molto comodo. Rimane il fatto che, se non fosse per quello, potrebbe andarsene a cagare quando vuole. Con rispetto parlando.
STAGIONE 2006/07. Il disastroso finale di stagione dell'anno prima non ha ancora del tutto affievolito gli entusiasmi del popolo biancoscudato. Le numerose diffide rimediate negli ultimi anni hanno lasciato il segno, ma la tifoseria non è per niente moribonda, anzi. All'inizio della stagione, i ragazzi vengono spostati nuovamente in Curva Sud, quindi appena arriva l'inverno nuovamente in Gradinata Est. Un ping-pong che mi sa molto di presa in giro. Torna dopo dieci anni il derby con Venezia, ed alla seconda di campionato mille tifosi biancoscudati sbarcano in laguna. Tutto tranquillo sul piano dell'ordine pubblico, il derby si gioca sul colore e gli sfottò. "TI HO CERCATO, TI HO SEGUITO E COME SEMPRE SEI SPARITO", è il riferimento all'"incontro ravvicinato" in autostrada di un anno prima. Si ritrovano anche vecchie conoscenze come pisani e pistoiesi, si fanno delle belle trasferte ma la squadra non decolla. Qualcosa si è rotto fra Pellegrino e qualche senatore, e si naviga in cattive acque. Dopo Padova-Lucchese arrivano altre diffide, in quanto alcuni tifosi toscani erano entrati in campo a fine partita e molti ragazzi biancoscudati avevano preso la cosa come una provocazione uscendo dallo stadio e cercando di raggiungere il parcheggio ospiti. Diffide senza che sia successo niente. Nella missiva della questura, a uno dei ragazzi è contestato unicamente il fatto di "aver rivolto uno sguardo minaccioso ad un ufficiale P.S.". Delle volte mi chiedo se siano così di natura o se abbiano subito qualche trauma da piccoli. E la risposta è che i traumi portano sulla brutta strada, la natura porta a fare gli sbirri. Tristezza. Prima di Padova-Sassuolo invece una delegazione della Curva si reca all'Hotel sede del ritiro della squadra. Si pretende un chiarimento per le prestazioni indecenti. Pellegrino difende i suoi, ma si capisce che qualcosa in spogliatoio non va. La sconfitta di Pizzighettone, in una domenica in cui la tifoseria ha pure disertato la trasferta di proposito per cercare di dare una scossa all'ambiente, vede anche l'addio del tecnico siciliano, sostituito da Mandorlini. Ma le cose non migliorano affatto. Arriva il derby con il Venezia, in situazioni ambientali diametralmente opposte. Euforici loro per il primato in classifica, ed infatti arrivano in 1.800 seppur divisi in due gruppi per le recenti spaccature avvenute in seno alla tifoseria. Noi in silenzio in primi venti minuti ma quando attacchiamo a cantare li facciamo sparire. E la differenza fra le due tifoserie sta tutta qua, dove lo è sempre stata: numericamente non siamo molto diversi, cambia la sostanza. Finita la partita, molti ragazzi si assembrano sul parcheggio. Qualcuno vorrebbe fare il giro dello stadio, ma lo schieramento di forze dell'ordine è imponente. Ad un certo punto parte una carica dei blu e parte un lancio di lacrimogeni. Così, dal niente. La solita voglia di creare casini quando non ce ne sarebbe bisogno. La gente reagisce e per un buon quarto d'ora è guerriglia sul parcheggio Sud. Viene pure massacrato dai blu un ragazzo che lavora al baracchino delle birre. Ogni volta che ho assistito a scene del genere, avrei voluto vedere in faccia qualche sapientone di quelli che in uno stadio non ci hanno mai messo piede. Quelli che ti dicono "Eh, ma se la polizia ha caricato qualcosa avrete fatto...". Giusto per vedere cosa ha il coraggio di dire di fronte a simili azioni. Probabilmente non direbbe niente, perchè è una delle tante scimmie ammaestrate.
Comunque sul campo finalmente un grande Padova che vince di misura. E da li la musica cambia perchè si va a vincere anche a Cittadella. Piano piano torna l'entusiasmo in città ed i numeri delle trasferte vanno in continuo crescendo. Ma si verifica un'altro fatto a scuotere il panorama ultras nazionale, non solo quello padovano. Il 2 febbraio 2007, durante gli scontri verificatisi a margine della partita Catania-Palermo, una camionetta della polizia in retromarcia travolge l'ispettore Filippo Raciti che ci rimette la vita. Ovviamente non si può dire come sono andate le cose, quindi a fare da capro espiatorio finirà un diciassettenne catanese, Antonino Speziale, che si farà due anni di carcere preventivo prima che venga riconosciuta la sua estraneità ai fatti. Che diversità di trattamento con Spaccarotella! D'altronde finchè c'è gente che invece di applicare le leggi se le fa di sana pianta non si può pretendere un trattamento equo per tutti... Ovviamente tutto ciò avrà delle conseguenze anche nel mondo delle curve, e qui vi riporto a quanto detto sopra: il Mondo Ultras, arrivato al punto in cui era arrivato, non sarebbe potuto durare ancora a lungo...
Comunque sul campo finalmente un grande Padova che vince di misura. E da li la musica cambia perchè si va a vincere anche a Cittadella. Piano piano torna l'entusiasmo in città ed i numeri delle trasferte vanno in continuo crescendo. Ma si verifica un'altro fatto a scuotere il panorama ultras nazionale, non solo quello padovano. Il 2 febbraio 2007, durante gli scontri verificatisi a margine della partita Catania-Palermo, una camionetta della polizia in retromarcia travolge l'ispettore Filippo Raciti che ci rimette la vita. Ovviamente non si può dire come sono andate le cose, quindi a fare da capro espiatorio finirà un diciassettenne catanese, Antonino Speziale, che si farà due anni di carcere preventivo prima che venga riconosciuta la sua estraneità ai fatti. Che diversità di trattamento con Spaccarotella! D'altronde finchè c'è gente che invece di applicare le leggi se le fa di sana pianta non si può pretendere un trattamento equo per tutti... Ovviamente tutto ciò avrà delle conseguenze anche nel mondo delle curve, e qui vi riporto a quanto detto sopra: il Mondo Ultras, arrivato al punto in cui era arrivato, non sarebbe potuto durare ancora a lungo...
Vengono emanate una serie di leggi ancora più severe, alcune veramente pensate da degli psicopatici: per un pugno a un poliziotto allo stadio si possono rischiare anche fino a 8 anni di reclusione! Ma la cosa bella, il vero tocco di classe che fa la differenza fra l'ItaGlia ed un qualsiasi altro paese Europeo, la ciliegina sulla torta che da l'effettiva dimensione dell'arretratezza del nostro popolo e di chi lo governa, è il Decreto Amato-Melandri. Che detto in soldoni stabilisce che: biglietti nominali e tornelli in tutti gli stadi con più di 7.500 posti, divieto di megafoni, tamburi e bandieroni, coreografie e striscioni solo se preventivamente autorizzati. Viene istituito poi un'Osservatorio che ha il compito di vietare trasferte ritenute particolarmente a rischio. Poi in realtà si finirà a vietare sempre con scopi punitivi, mai per motivi di sicurezza. Ma la cosa bella è che quei due fenomeni da circo che hanno emanato il decreto (il circo è lo schieramento di cui fanno parte invece!) hanno fatto una legge credendo di togliere la violenza negli stadi invece riusciranno a togliere solo il bello del tifo! In quei giorni si parla tanto di "modello inglese", ma l'unico modello che mi viene in mente di fronte a tale scempio è qualche tribù africana di cannibali. A questo punto il mondo ultras finirà col dividersi, e li si capisce quanto peso dare a molti slogan urlati in passato, a molti paroloni, a molti movimenti di puristi nati nel corso degli anni: da una parte chi si lascia omologare chiedendo l'autorizzazione in questura per esporre il proprio striscione, addirittura piegandosi a cambiare nome e simboli storici, ormai ex-gruppi ultras ridotti a livello di club di tifosotti e troppo impegnati a vendere sciarpe o biglietti per pensare anche solo per un momento di alzare la testa. Dall'altra chi non ci sta, chi decide di non chiedere nessuna autorizzazione e di conseguenza viene spogliato di tutto. Non solo, ma saranno proprio queste tifoserie, quelle che non hanno voluto piegarsi a una logica che di logico non aveva nulla (ma in compenso era intrisa solo di tanta arroganza) a pagare il prezzo più alto in termini di arresti e diffide spesso immotivati ed ancor più spesso pretestuosi. A Padova la curva rimane spoglia di tutti i vecchi striscioni e le vecchie bandiere. Si continuerà a tifare con tanta voce e tanta rabbia, quello che conta. E si pagherà. Ma inizialmente cambia poco. Anzi sull'onda dell'entusiasmo la tifoseria è ancora presente in massa. A Sassuolo nascono anche delle scaramucce coi modenesi, ma forse il momento migliore è in casa con la Massese, un venerdì sera di aprile. A detta di quasi tutti, la curva più bella di questi undici anni. Il punto più alto raggiunto dalla tifoseria prima di riprendere il declino. Ancora una volta si perde la serie B nelle ultime giornate, ancora una volta una tifoseria verrà a festeggiare a Padova (il Grosseto). Alla fine di Padova-Grosseto, la tifoseria manifesta a favore di Marcello Cestaro, chiedendogli di restare. Ed il presidente l'accontenterà. Ma le cose non cambieranno, anzi...
STAGIONE 2007/08. La nuova stagione comincia sull'onda dell'entusiasmo. La tifoseria è in continua ascesa, e nonostante le delusioni in serie le presenze continuano a salire. Si pensa che ogni anno sia quello buono. Ed il Calcio Padova non fa proprio nulla per tenere i propri tifosi coi piedi per terra e lasciare che siano i fatti a parlare. Per esempio, quell'anno viene acquistato Roberto Muzzi. A che cazzo serve? Lo dirà il campo, a niente! E' un giocatore ormai vecchio che oltretutto non va per niente d'accordo con l'allenatore Ezio Rossi. Ma al vecchio vicentino piace così. Un pò Berlusconi, che si innamora di Ronaldinho e lo insegue per cinque anni per portare a casa poi un giocatore che vale la metà di ciò che era prima. Ma si sa che ai tifosi i grandi nomi piacciono tanto. E così, mentre la tifoseria sogna ad occhi aperti con il suo idolo, prende forma un'ulteriore problematica che all'inizio viene un pò sottovalutata da tutti ma che si rivelerà un pò la "mattanza" di tutta la stagione: il settore!
Ormai stanchi di fare il solito ping-pong da un settore all'altro a seconda delle condizioni meteo, i ragazzi della curva in campagna abbonamenti emettono un comunicato in cui dichiarano che in Curva Sud non ci metteranno più piede e che si sposteranno per tutta la stagione in Gradinata Est. Purtroppo la questione viene sottovalutata un pò da tutti, società in primis che apre ugualmente la campagna abbonamenti in Curva Sud, con la convinzione forse che all'inizio dell'inverno il settore verrà nuovamente trasferito in massa in Gradinata Est. Molti ragazzi si abbonano ugualmente in Sud, c'è la confusione più totale. il CPT ne approfitta, hanno l'occasione di fare un bel pò di dispetti. Ad inizio stagione la tifoseria si ritrova così "divisa", almeno fisicamente: da una parte tutti quelli che hanno l'abbonamento in Curva Sud, dall'altra lo zoccolo duro, che ha detto "Mai più in Curva Sud" che ogni domenica si prende il biglietto di Est e si accomoda in gradinata a tifare. Una situazione paradossale che penalizza non poco il tifo. Se ne accorgono tutti, anche la società che presenta richiesta formale alla questura per chiudere il settore Curva Sud e riunificare così la parte più calda della tifoseria in gradinata. Permesso che non verrà mai concesso, e con motivi quanto meno pretestuosi (per essere gentili). Inizialmente si dice che il motivo del diniego siano una cinquantina di spranghe ritrovate nel parcheggio della Curva Sud in occasione del triangolare estivo con Cagliari e Genoa. Spranghe che in realtà sono aste di plastica per le bandiere, che non sono mai state usate e che in ogni caso non si vede il nesso con la richiesta di spostamento avanzata da tifosi e società. In un secondo tempo la motivazione è diventata il presunto sfondamento dei cancelli da parte di 200 tifosi biancoscudati a Cittadella. In realtà 200 tifosi biancoscudati a Cittadella erano rimasti privi del biglietto, e i carabinieri hanno deciso di loro spontanea volontà di aprire i cancelli e farli entrare, solo nel secondo tempo. Si mettono in mezzo anche pronisti del calibro di Ciccio Edel, che pure ritiene legittima la richiesta di spostamento, ma butta benzina sul fuoco dicendo che "perchè ciò avvenga è necessario che la tifoseria si dia una bella ripulita da certi personaggi". Insomma, quello che era una richiesta della Curva si è trasformata in un ricatto, ed in un tentativo subdolo di dividere la tifoseria stessa in "buoni" e "cattivi". In questo periodo, molte persone getteranno completamente la maschera mostrando il loro vero e viscido volto. Se non altro sarà un motivo in più per avere gli occhi aperti di fronte a certe categorie di persone.
Domenica 11 novembre, un fatto che sconvolge l'Italia non solo calcistica. Gabriele Sandri, tifoso della Lazio, mentre si reca a Milano in macchina con amici per assistere alla partita con l'Inter, viene raggiunto ed ucciso da un proiettile sparato dalla parte opposta dell'autostrada da un poliziotto in servizio che dice di aver visto un tentativo di rapina. Ha le visioni insomma. La verità viene occultata, si fa di tutto per nasconderla, si parla di rissa fra laziali e juventini in cui è scappato il morto. Poi viene a galla la verità. E viene fuori la rabbia dei tifosi. A Milano, a Bergamo, a Taranto. A Roma. La polizia è bersaglio. Le partite vengono sospese. La vicenda la conoscete cmq. E' il pretesto per un'ulteriore giro di vite. Il Padova è in trasferta a Busto. I ragazzi fanno settanta minuti di cori contro la polizia, prima di uscire e tornarsene a casa. Per tutti, è una domenica di rabbia e di grande impotenza. Le stesse che sentiamo oggi dopo la sentenza. E pensare che c'è gente che ha ancora il coraggio di dire che "la legge è uguale per tutti". L'evento comunque scuote il mondo ultras. Ha l'effetto devastante che non hanno avuto tutti i paroloni, tutti i "movimenti ultras", tutte le manifestazioni, tutti gli striscioni "Contro il calcio moderno" e simili. Ha l'effetto di unire più che mai tutte le tifoserie d'Italia. Non c'è curva in tutta la Scarpa (lo Stivale mi sembra troppo elegante per un paese del genere) che non gridi il nome di Gabriele Sandri, che non chieda giustizia, che non lo indichi come "uno di noi!". Il movimento ultras si è evoluto. Oggi è realmente il più grande movimento giovanile di tutti i tempi. Capace di convogliare al suo interno gente di opposte ideologie politiche, di generazioni diverse, di svariate e variegate estrazioni sociali. Oggi è veramente unito. Ed è forse l'unico movimento in grado di fermare addirittura lo Stato, per la grande forza d'urto che possiede. Non a caso lo Stato lo teme. Non a caso alcuni "intellettualoidi" se ne escono a dire "Ultras, fate la rivoluzione!". Non a caso alcuni ragazzi per i fatti di Roma finiscono in galera con l'accusa di "terrorismo". La morte di Sandri scoperchia una pentola a pressione: per quasi quarant'anni la gente, i giornali, i politici hanno parlato degli ultras senza saperne un cazzo. L'opinione pubblica ha un'idea molto distorta sugli ultras. Quell'11 novembre, tutti questi riceveranno un potente schiaffo sulla faccia: gli ultras, quegli ignoranti, zoticoni, analfabeti, drogati... Ecco quale è la loro forza! Da quell'11 novembre molte cose sono cambiate...
Nella partita contro il Foggia pare che tre poliziotti in borghese con sciarpe rossonere vengano aggrediti nel parcheggio. Tre ragazzi verranno diffidati per cinque anni in seguito a questo episodio. La cosa bella? Non esiste nessuna prova che li incolpi, ne filmati ne foto. Esiste solo la testimonianza di tre poliziotti che sostengono di essere stati aggrediti da tre persone vestite in maniera completamente diversa da come loro li descrivono. La cosa schifosa è che questi verranno pure premiati da Quimby con una maglia del Padova. Quello che per la tifoseria è un simbolo (la maglia appunto!) infangato da gente che Padova squadra e città non le ha mai amate! Non mancherà la solidarietà del resto della Curva: "IN QUESTURA A FIRMARE CON SPACCAROTELLA" è scritto su uno degli striscioni esposti fuori dallo stadio. Ovviamente questa vicenda mette la parola "fine" a qualsiasi altra trattativa per lo spostamento in Gradinata Est. Ma forse avrebbero fatto meno fatica a dire "Non vogliamo lasciarvi spostare perchè ci state sui coglioni!". Del resto, cosa si può pretendere da questa gente?
La vera mazzata però arriva il 14 febbraio: la polizia con un blitz arresta 10 ragazzi presunti responsabili del pestaggio di un tifoso cremonese all'autogrill di Soave dopo la partita di dicembre. Agenti della Digos si presentano nelle case dei ragazzi in piena notte, pistole in pugno. In alcuni casi addirittura, in piena esaltazione, si mettono a suonare tutti i campanelli del palazzo. Michele Dressadore del Siulp per poco non si tira una sega in diretta TV. Bisogna capirli: ormai è evidente che la polizia ha eletto l'ultras come "nemico personale" per il semplice motivo che si vedono fare continuamente "marameo" sotto il naso dai criminali veri. Insomma si rifanno un pò sui più deboli. I giornali locali non perdono tempo a fare il loro bello scoop: "La fine degli ultras!" titola Il Mattino, che all'interno pubblica foto, nomi, cognomi, indirizzi, informazioni sulle famiglie e sul lavoro dei ragazzi arrestati. Ma anche gli altri giornali non sono da meno. Ciccio Edel grida scandalizzato dal Muro del sito ufficiale del Calcio Padova: "I veri tifosi adesso debbono prendere le distanze!". Ed infatti i veri tifosi prendono le distanze... dalla stampa e dalla questura! La tifoseria si riunisce in Curva Sud e scende in sciopero, vengono esposte solo dieci maglie bianche, sia in casa che in trasferta, segno di vicinanza ai ragazzi in carcere. Gli stessi ragazzi vengono letteralmente sommersi dalle lettere e dai messaggi di solidarietà. Verranno organizzate cene ed altre serate di solidarietà per raccogliere fondi. insomma, non vengono lasciati soli, anzi lo zoccolo duro è più che mai unito. Nel momento più duro di questi undici anni, è forse l'unica cosa positiva, quell'unità che qualche anno prima era solo un sogno! Certo, un bello smacco per tutti coloro che ne auspicavano la sfaldatura! Sicuramente dispiace vedere come molti altri "tifosotti" invece non capiscano il silenzio e lo sciopero della curva. Ma non ci si può far niente. Quando un ragazzo della nostra tifoseria finisce in carcere, a torto o a ragione, è un nostro fratello che finisce in carcere. Ed è nostro preciso dovere non abbandonarlo. Se poi uno non capisce questi principi elementari forse ha bisogno dell'insegnante di sostegno.... Per capire bene invece la farsa gigantesca che è stata tutta l'operazione bisognava assistere ai processi, tanto per cominciare da un ragazzo finito in carcere e poi scagionato perchè dimostrato estraneo ai fatti: il suo arresto è stato deciso perchè "nei tre giorni successivi al fatto dal suo telefono non arrivavano chiamate nè in entrata nè in uscita, il che potrebbe far pensare a un coinvolgimento nei fatti...". E già questo fa capire molte cose. Si capisce ancora meglio quando in sede di dibattimento si vedono immagini sfocate, in qui un agente della Digos riferisce di riconoscere gli accusati "dalla postura" o "dalla camminata" o addirittura "Li riconosco in questo momento perchè il televisore è più grande". Per non parlare della lunga lista di indagati (non finiti in cella) risultati estranei ai fatti. E si giunge alla conclusione quando nonostante i mille dubbi arriva una condanna a quattro anni per quei ragazzi che non sono voluti andare al patteggiamento. Un processo dall'esisto già deciso. Almeno si risparmiassero i soldi ed il tempo di istruirlo. Ed i cremonesi? Beh, il ragazzo vittima della vicenda ha ricevuto un congruo risarcimento danni e ritirato la denuncia, prima di indicare in sede processuale (peraltro sbagliandone la descrizione) il suo presunto aggressore. Il resto della tifoseria ha gridato inizialmente allo scandalo ed all' "infrazione dei valori assoludi e delle regole non scridde della mendalidà uldras" nei nostri confronti per poi dissociarsi dal comportamento del loro membro in sede processuale, e chiudendo infine definitivamente la bocca di fronte a cose come queste. I loro bei discorsi a parole li sanno fare, i fatti dicono che vent'anni fa con i bresciani era capitato a un'altro di loro una cosa simile. Ma le lezioni non gli servono mai per impararci qualcosina?
Sul campo cmq, il Padova arriva per il quarto anno consecutivo al sesto posto. Ormai sempre più gente è scettica sulla gestione di Cestaro. E l'entusiasmo è bello che svanito.
STAGIONE 2008/09. L'anno del mio ritorno allo stadio. L'anno forse più pazzo e più incredibile in assoluto. Non lo nascondo, ero spaesato. Dentro una curva profondamente diversa da come l'avevo lasciata. Priva di striscioni, priva di colore. Che poi del colore me ne poteva fottere anche poco ma gli striscioni il significato lo avevano eccome. Ed a quanto pare non ero l'unico spaesato. Era spaesata anche la tifoseria stessa. La stagione inizia con la gradita sorpresa di scoprire che la Gradinata Est diventa Tribuna Fattori, con prezzo che costa appena di più della Curva Sud ed appena di meno della Tribuna Est. Diventerà il nuovo "settore ultras", e finalmente tutta la parte calda della tifoseria si riunisce in un settore adatto al tifo! Quasi tutta, perchè a dire la verità c'è ancora qualche "irriducibile" che per ragioni di scarsa informazione (e ci voleva tutta a non informarsi adeguatamente!) si ritrova in Curva Sud. Ed a dire la verità nemmeno troppo calda: nelle prime partite mi capita addirittura di chiedermi se siamo in sciopero visto che passano alcuni minuti prima di vedere i ragazzi che lanciano i cori salire sulla transenna! In trasferta mi capita di andare alla terza di campionato a Novara con poco più di trenta persone al seguito... Insomma diciamolo: siamo tornati indietro! In quel momento di amarezza mi viene da pensare che forse si è chiuso un ciclo e che forse è il momento di lasciar perdere. Poi mi ricordo di una cosuccia che ho imparato in questi anni di C: che prima o dopo le cose girano....
Si fa ancora qualche trasferta discreta, tipo Ferrara in 500, quando gli sbirri in stazione fanno muovere i manganelli per far arretrare i ragazzi oltre una certa linea. Ma per il resto, grigiore assoluto. La curva ha bisogno di essere rifondata e si vede. Per fortuna gran parte dello zoccolo duro, chi non è colpito da diffida almeno, è ancora al suo posto... Come se non bastasse il Padova fa merda, e la tifoseria questa volta ne ha veramente i coglioni pieni. Domenica dopo domenica sono sempre di più coloro che avanzano seri dubbi sull'operato societario.
Come se non bastasse entra in gioco l'Osservatorio ad ergersi da protagonista della stagione biancoscudata, abilmente coadiuvato dal Neologista Savina, nuovo questore. Il derby col Venezia viene vietato agli ospiti. Non solo, ma viene anche vietata la vendita dei biglietti ai residenti al di fuori del Comune di Padova. Decisione cervellotica, ma difesa a spada tratta dal Neologista spalleggiato da Quimby in una mitica puntata di Calcio in Chiaro, dove addirittura Ciccio Edel è passato come "difensore dei violenti". Stessa sorte toccherà a cremonesi e reggiani. E conseguentemente alle nostre trasferte del ritorno. Insomma, fanno di tutto per farti passare l'entusiasmo ed a volte quasi ci riescono. I cesenati sono decisamente la tifoseria migliore vista all'Euganeo, e senza aggiungere troppi particolari. Ma sono cmq una goccia nell'oceano del niente. Insomma la stagione sembra scivolare via abbastanza tranquilla. Ma mai stare tranquilli con il Calcio Padova: a gennaio, dopo il pareggio casalingo col Legnano, una delegazione della curva entra in spogliatoio ottenendo una dura ma civile discussione con la squadra. Non viene usata nessuna violenza verso nessuno ma si chiede più impegno. E qui arriva il bello: uno steward sostiene di essere stato aggredito e spintonato! Due ragazzi finiscono in carcere, altri sei vengono diffidati per un periodo dai tre ai cinque anni. Sembra una barzeletta. Il Mattino per tre giorni è una continua indagine sulla vita privata di un ragazzo. Una morbosità da far venire il vomito. Savina andrà a "sopralluogare" l'Euganeo (e si guadagna il soprannome di Neologista con questo termine) mentre Cestaro si offre di collaborare con il CPT. Insomma è una merda e ce la mangiamo. Penso sia superfluo ricordare come il processo sia stato un'altra barzeletta, in cui una persona viene condannata a 2 anni e mezzo senza che vi siano filmati o foto a suo carico e nemmeno il referto medico dello steward che lamenta l'aggressione. Non va molto meglio alla squadra, con il solito Mattino che pubblica le foto di alcuni giocatori in discoteca. E questo punge nel vivo lo spogliatoio. Fatto sta che dopo quest'episodio viene sollevato dall'incarico Mister Sabatini e la squadra va a Tesser. Via anche il diesse Meluso, arriva al suo posto Tosi (che non farà assolutamente un cazzo, ma questa è un'altra storia). Si va a Lumezzane, un pullman carico di rabbia. Insulti per tutti, Ciccio Edel in primis, ma anche la squadra stessa. Erano anni che non vedevo una contestazione tanto dura. al secondo gol del Lumezzane usciamo dallo stadio per protesta. Stessa cosa accade col Verona, nella partita del centenario. La svolta arriva a Portogruaro. Una cinquantina di ragazzi della curva, che rimangono all'esterno dell'impianto di gioco ed entrano negli ultimi dieci minuti per contestare la squadra. Finisce 0-0 e sinceramente in quel momento penso che sarà già un miracolo salvarsi. Cestaro invece pensa ancora alla B e richiama Sabatini al posto di Tesser. E' palese che la squadra ha giocato contro il nuovo allenatore. E si ricomincia vincendo a Venezia un derby vietato agli ospiti. Si vince anche in casa con la Samb, ed arriva la trasferta a Cesena di lunedì sera. Finalmente una tifoseria seria davanti, Padova risponde adeguatamente con 350 tifosi al seguito. Sul campo va male ma il campionato non è finito. Ci si tira ancora un pò su in classifica, ed arriva quella che è considerata la partita dell'anno ai fini della classifica, contro il Ravenna. I biancoscudati vanno sotto, si portano in vantaggio e poi si fanno rimontare per due amnesie difensive. Da Ufficio Indagini il gol del 3-2 romagnolo. Il mio pensiero è che ormai sia evidente, non si vuole salire, anzi ci sono anche alcuni giocatori che si vendono le partite. Considero finito il campionato, non altrettanto fa la squadra che da li in poi infila cinque vittorie consecutive, conquistando i playoff. Di botto esplode l'entusiasmo anche in città. Abbiamo fatto un campionato intero con le solite facce in casa ed in trasferta, ora tutti si riscoprono tifosi. E contro la Pro Patria, undicimila cuori biancoscudati portano la squadra a giocarsi gli spareggi con la B.
I playoff sono un capitolo a parte, com'è giusto che sia per la carica di tensione che li ha accompagnati. Non credevo che il Calcio Padova sarebbe stato ancora capace di regalarmi simili emozioni, tanto da farmi stare per giorni in attesa della domenica. Non lo avrei mai pensato. Come non avrei mai pensato che la città sarebbe riuscita a reinnamorarsi dei colori biancoscudati. Perchè il tifo dei playoff ho avuto la sensazione che non fosse composto solamente di occasionali, di gente che arriva perchè la squadra va bene. C'era qualcosa di diverso, e si vedeva. C'era la gente che ci credeva. Forse mai come quest'anno ho visto la gente unita, per spingere il Padova in B. Dopo il pareggio interno col Ravenna, duemila tifosi patavini invadono la Romagna. Gli ospiti sembrano proprio i giallorossi che giocano in casa. Ci sono tante vecchie facce che rivedo con piacere. Ed al gol della vittoria è delirio allo stato puro. Ma non è finita, c'è l'ostacolo più duro da superare: una Pro Patria che, a dispetto di quanto se ne dica, è arrivata alla finale per meriti. La partita d'andata si conclude a reti inviolate di fronte a 14.000 tifosi, mentre scoppia la grana per i biglietti della partita di ritorno. A disposizione del popolo biancoscudato ci sono infatti solo 600 biglietti, e si chiede di spostare la partita in campo neutro. Tutti conoscono i retroscena, quindi non mi va di tornare su argomenti già affrontati. Dico solo che a Busto ci sono andato col biglietto, che ci sarei andato comunque, e che il Padova mi ha fatto il più bel regalo di compleanno che potesse farmi. Una vittoria ottenuta con i coglioni, con la rabbia, come piace a me. Una festa che la città aspettava da tempo. Con le lacrime agli occhi di chi si è liberato di un peso, quella serie C che ad una città come Padova sta stretta, c'è poco da fare. E poi la grande festa in città...
Me l'ero ripromesso e me l'ero fatto scrivere in tempi non sospetti, quando le cose andavano male. Abbandonati i bei tempi dei paroloni e della "mentalità", l'unica cosa che mi ha sempre spinto avanti e che mi spingerà avanti è l'amore per la mia città, per la mia tifoseria, per quei colori. Finchè morte non ci separi. Un sentimento che la sofferenza ha rinforzato. Si perchè undici anni di serie C non sono una bazzecola, ma sono l'intera giovinezza di una persona, periodo in cui uno volendo trova anche di meglio da fare. Non per me, io la mia giovinezza l'ho vissuta alla grande. Ho fatto i miei viaggi, vissuto i miei amori e mi sono divertito con i miei amici. Con la mia città sempre nel cuore, ormai è parte di me. Il motivo per cui tifo i biancoscudati è questo. Cosa ne può capire un tifoso da parabola o qualche finto simpatizzante delle squadre a strisce? Loro sono orgogliosi di uno zingaro miliardario e si incazzano quando questo cambia squadra, il mio orgoglio si chiama Padova. Non sanno cosa si perdono.
BIANCOSCUDATO PER SEMPRE, FINCHE' MORTE NON CI SEPARI!
I playoff sono un capitolo a parte, com'è giusto che sia per la carica di tensione che li ha accompagnati. Non credevo che il Calcio Padova sarebbe stato ancora capace di regalarmi simili emozioni, tanto da farmi stare per giorni in attesa della domenica. Non lo avrei mai pensato. Come non avrei mai pensato che la città sarebbe riuscita a reinnamorarsi dei colori biancoscudati. Perchè il tifo dei playoff ho avuto la sensazione che non fosse composto solamente di occasionali, di gente che arriva perchè la squadra va bene. C'era qualcosa di diverso, e si vedeva. C'era la gente che ci credeva. Forse mai come quest'anno ho visto la gente unita, per spingere il Padova in B. Dopo il pareggio interno col Ravenna, duemila tifosi patavini invadono la Romagna. Gli ospiti sembrano proprio i giallorossi che giocano in casa. Ci sono tante vecchie facce che rivedo con piacere. Ed al gol della vittoria è delirio allo stato puro. Ma non è finita, c'è l'ostacolo più duro da superare: una Pro Patria che, a dispetto di quanto se ne dica, è arrivata alla finale per meriti. La partita d'andata si conclude a reti inviolate di fronte a 14.000 tifosi, mentre scoppia la grana per i biglietti della partita di ritorno. A disposizione del popolo biancoscudato ci sono infatti solo 600 biglietti, e si chiede di spostare la partita in campo neutro. Tutti conoscono i retroscena, quindi non mi va di tornare su argomenti già affrontati. Dico solo che a Busto ci sono andato col biglietto, che ci sarei andato comunque, e che il Padova mi ha fatto il più bel regalo di compleanno che potesse farmi. Una vittoria ottenuta con i coglioni, con la rabbia, come piace a me. Una festa che la città aspettava da tempo. Con le lacrime agli occhi di chi si è liberato di un peso, quella serie C che ad una città come Padova sta stretta, c'è poco da fare. E poi la grande festa in città...
Me l'ero ripromesso e me l'ero fatto scrivere in tempi non sospetti, quando le cose andavano male. Abbandonati i bei tempi dei paroloni e della "mentalità", l'unica cosa che mi ha sempre spinto avanti e che mi spingerà avanti è l'amore per la mia città, per la mia tifoseria, per quei colori. Finchè morte non ci separi. Un sentimento che la sofferenza ha rinforzato. Si perchè undici anni di serie C non sono una bazzecola, ma sono l'intera giovinezza di una persona, periodo in cui uno volendo trova anche di meglio da fare. Non per me, io la mia giovinezza l'ho vissuta alla grande. Ho fatto i miei viaggi, vissuto i miei amori e mi sono divertito con i miei amici. Con la mia città sempre nel cuore, ormai è parte di me. Il motivo per cui tifo i biancoscudati è questo. Cosa ne può capire un tifoso da parabola o qualche finto simpatizzante delle squadre a strisce? Loro sono orgogliosi di uno zingaro miliardario e si incazzano quando questo cambia squadra, il mio orgoglio si chiama Padova. Non sanno cosa si perdono.
BIANCOSCUDATO PER SEMPRE, FINCHE' MORTE NON CI SEPARI!
1 commento:
il canto del cigno di Pellegrino fu Novara-Padova 0-1 ... questo solo perchè sono un precisino :) ....comunque bellissimi resoconti....è da notare la stagione 2007-08 cominciata con grande entusiasmo e giocatori da serie B (e qualcuno quasi da A) che però poi si è rivelata fallimentare calcisticamente e piena di fatti extracalcistici di cui avremmo fatto volentieri a meno....le stagioni 2006-07 e 2008-09 invece sono state "pazze"
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