(23 dicembre 2000: "Babbi Natale" in partenza per Trieste)
Si avvicina a grandi passi una nuova stagione, che per forza di cose non so cosa porterà, ma che di sicuro ha con se grandi aspettative. Il fatto di giocare al sabato (e la domanda che sorge spontanea: problema o opportunità?), tifoserie che non si incontrano dalla notte dei tempi, vecchi e nuovi nemici, vecchi e nuovi stadi... Ma soprattutto la serie B si avvicina con una tifoseria rinforzata da undici anni in terza serie e da tanta merda mangiata. Poi sarà il campo a dare il suo responso, ma sicuramente partiamo con un grande vantaggio rispetto a ciò che era rispetto alla nostra ultima apparizione in B: la fame, la voglia di recuperare gli anni perduti, la rabbia. Qualcosa che prima non avevamo, scendevamo dalla serie A e in pochi anni ci siamo trovati in C2, mentre la tifoseria si era fatta la bocca buona e conseguentemente disertava gli spalti. Quest'anno sarà diverso...
Ma sbaglia chi pensa che undici anni di C siano stati pura merda: tutt'altro, sono stati undici anni per certi aspetti fantastici, che temo ben presto finirò per rimpiangere!
Non mi piace fare discorsi nostalgici, "si stava meglio quando si stava peggio", e via discorrendo: mi piace essere realista e guardare avanti; ma altresì rimango convinto sia fondamentale non dimenticare mai il proprio passato e soprattutto da dove si è venuti!
Ed allora mi tuffo in questa full-immersion lunga undici anni, sicuro che chi questi anni li ha vissuti in prima persona non potrà far altro che apprezzare e magari ricordare con un pizzico di nostalgia. Chi non li ha vissuti magari prenderà spunto per imparare qualcosa, tipo che anche quando tutto sembra perduto non bisogna mai mollare, e prima o dopo arriveranno tempi migliori!
Il cammino del Padova in serie C inizia ben prima del settembre 1998. Per la precisione, l'addio matematico alla serie B arriva il 31 maggio di quell'anno a Treviso, in un derby tanto caldo fuori quanto grigio sugli spalti. Arriva accompagnato da uno striscione della curva dei radicchi: "Sentite Condoglianze". E dal coro "Andate a Cittadella!". Cittadella diventerà un classico in questi anni, ma la cosa bella a molti anni di distanza è guardarsi indietro e vedere come certe cose si siano ritorte contro ai nostri nemici. Quell'anno, per dire, il Venezia andava in serie A... C'è il tempo di una trasferta ed una scazzottata fuori da Marassi con i genoani prima di salutare la cadetteria...
Siamo alla fine degli anni '90, e la gioventù è tornata ad innamorarsi del brit-pop grazie all'esplosione di gruppi come gli Oasis in quel periodo contrastati dai Blur. In città è riesplosa la tensione mai completamente sopita fra opposti estremismi politici, e la cosa tocca anche la tifoseria, tanto che in quel periodo si fa spesso l'equazione "frequenti la curva = sei di estrema destra" mentre oggi non è più così netta l'etichettatura. Il fenomeno skinheads ha fatto breccia fra i giovani di Padova, tanto che anche chi non appartiene a movimenti o filoni dell'una o dell'altra parte ne rimane comunque affascinato dallo stile. Dal look "militare" fatto di bomber ed anfibi della prima metà del decennio ci stiamo avvicinando più al filone "hard-mods", alle felpe Lonsdale, alle polo Fred Perry, alle Adidas e Puma da calcetto ed all'Harrington. In generale, in quel periodo un pò tutto il "movimento ultras" si sta "anglosassonizzando", sia come look che come linea di pensiero. Diventa sempre maggioritaria la linea di "Prima di tutto, il gruppo" che c'è sempre stata ma che in quegli anni si espande un pò in tutte le tifoserie italiane, e che col tempo finirà col dividere irrimediabilmente molte tifoserie. La tifoseria biancoscudata dal canto suo ha subito una bella ridimensionata rispetto agli anni dell'Appiani, e l'obiettivo principale è la contestazione a Cesarino Viganò, principale artefice dello sfascio del Calcio Padova in quel periodo (anche se va detto che Padova è una città abbastanza stronza per natura, e qualche stronzo che ha avuto il coraggio di difendere Viganò l'abbiamo avuto anche qua, non in curva comunque ma in città...).
STAGIONE 98/99: L'avventura in terza serie comincia con il doppio confronto con la Reggiana in Coppa Italia, che viene superata agevolmente portando i biancoscudati al secondo turno con la Fiorentina. Anche la presenza della tifoseria fa ben sperare, e sono in molti a pensare che quell'anno si possa tornare su... I sogni verranno ben presto smentiti dai fatti! La prima trasferta in campionato è Pistoia, tifoseria con cui non esistono precedenti ma con cui c'è comunque la voglia di "mettersi alla prova" reciprocamente, vista la loro amicizia con modenesi e veneziani. I biancoscudati scendono in buon numero in Toscana, e prima della partita scoppiano incidenti con la polizia fuori dallo stadio nel tentativo di raggiungere la zona occupata dai padroni di casa. Due ragazzi vengono arrestati, uno ammanettato a una transenna sotto la curva di casa, dove fra l'altro subisce un'aggressione dai pistoiesi (con la polizia a guardarli). Gli stessi pistoiesi in seguito faranno una discreta azione di riconoscimento, e da quel momento diverranno una delle tifoserie più odiate a Padova. Poche settimane dopo, in occasione di un raduno fra tifoserie svoltosi proprio a Pistoia, i ragazzi di Padova si presenteranno accusando pubblicamente di infamità i pistoiesi. Come se non bastasse il campionato inizia male, il Padova esce sconfitto da Pistoia e nelle successive cinque giornate non combina niente di buono, facendo crescere il malumore fra la tifoseria. Nella partita interna col Cittadella la squadra subisce una dura contestazione, tirata fuori praticamente a forza dai ragazzi della curva che si rifiutano di abbandonare lo stadio senza prima averne dette quattro ai mercenari che indossano la nostra maglia. E' di fatto l'ultimo atto del campionato: in seguito alla nevicata di diffide che arriva come risposta agli incidenti di Pistoia ed alla contestazione con il Cittadella, la curva scende in sciopero, per tutto il campionato verrà esposto il solo striscione "Addetti sottosequestro" ed il tifo cesserà completamente, eccezion fatta di tanto in tanto per qualche coro anti-Viganò. Per tutto il campionato il Padova non riesce mai ad elevarsi al di sopra della metà della classifica, e la tifoseria ormai schifata diserta lo stadio. Sarà uno dei periodi più tristi degli ultimi undici anni, in casa a volte si contano meno di mille spettatori e le trasferte diventano retaggio di pochi intimi. Sembra finito tutto, per certi versi lo è. Nella partita che vale una stagione contro il Varese, il tecnico biancoscudato Fedele sbaglia anche una sostituzione togliendo dal campo De Zerbi, l'unico Under 20. Quell'anno c'era una regola per cui per tutti i novanta minuti doveva esserci sempre almeno un giocatore Under 20 in campo, quindi la vittoria per 2-0 (che significava salvezza) viene mutata in 0-3 a tavolino. Con quel risultato i biancoscudati si troveranno a disputarsi la permanenza in C1 contro il Lecco, che ha chiuso il campionato 17 punti più indietro. La città torna a stringersi attorno alla squadra. A Lecco 700 tifosi spingono la squadra ad ottenere un buon pareggio e la cosa fa ben sperare per il ritorno, che ci vede giocare in casa di fronte a 8.000 spettatori e con due risultati su tre a favore... Come finisce? Finisce che il Lecco fa mezzo tiro in porta e vince, il Padova non fa nemmeno quello con gente che addirittura passeggia nelle zone d'ombra del campo. Finisce che ci troviamo in C2 dopo vent'anni., e la rabbia si sfoga negli ultimi minuti, lanciando in campo e dando alle fiamme qualsiasi seggiolino rimasto della Gradinata Est, l'attuale Tribuna Fattori. E fuori, rimanendo fino alle 21 ad aspettare l'uscita dagli spogliatoi di undici conigli che se ne vanno scortati e nascosti sotto i sedili. In quel momento, è veramente finito tutto.
STAGIONE 99/2000. Si riparte dalla C2 e dalla promessa (che verrà presto disattesa come vedremo) di Viganò di non mettere più piede a Padova e di vendere la società il prima possibile. Nell'estate del 1999 viene pure costruita l'attuale Curva Sud, cosa che inizialmente viene vista con entusiasmo dalla tifoseria (da quattro anni gli ultras erano ubicati nel settore superiore della Tribuna Est, e la tifoseria voleva un proprio settore per tifare) fino a quando non ci si renderà ben conto che è un settore anti-tifo, che di fatto emargina quella che è la parte più calda di tutto lo stadio. All'inizio siamo in pochi, ma torna il tifo ed è già qualcosa, ed inoltre c'è la consapevolezza che con quei pochi si può ripartire. Alla terza di campionato una ventina di ragazzi in viaggio per Sora hanno la sfortuna di trovare un pullman di bresciani in autogrill in viaggio per San Benedetto del Tronto. Una macchinata dei nostri riporta qualche ammaccatura, poi interviene la Polstrada e la disputa finisce al vicino Comissariato. Tutto si conclude così, senza problemi ulteriori, ma è tardi per ripartire alla volta di Sora. Una macchinata di ragazzi (della Juventude, per onor di cronaca) raggiunge ugualmente il Lazio per fare la propria presenza allo stadio a venti minuti dalla fine. Le diffide invece arrivano una sera di ottobre, quando si viene a sapere che Viganò non ha mantenuto fede alla sua promessa di non mettere più piede a Padova. Una decina di ragazzi fanno una capatina presso la sede societaria trovandovi l'odiato presidente brianzolo, impegnato a discutere il contratto di un giocatore. Ne nasce una discussione, ma tutto si conclude senza danni. Non per Viganò che espone denuncia e in seguito riconoscerà nove ragazzi che verranno così diffidati. Nella successiva partita col Teramo la curva osserva un tempo di silenzio con lo striscione "NOVE DIFFIDATI PER UN SOLO VERO COLPEVOLE!". In seguito la denuncia a carico dei ragazzi verrà ritirata. Ma non le diffide. Una mossa molto furba quella del brianzolo, niente da dire.
Per buona parte del campionato il Padova rimane nelle zone alte della classifica, tanto che per un pò si pensa anche alla promozione. Poi il crollo finale che ci porta fuori dai playoff, nel punto più basso dei nostri cento anni di storia. Verso la fine del campionato si ventila anche l'ipotesi di una fusione col Cittadella, ma è solo un'ipotesi. E' realtà invece che alla fine di quel campionato un'altro imprenditore, Alberto Mazzocco, si fa avanti per rilevare il Padova. Si incomincia a vedere uno spiraglio di luce.
STAGIONE 2000/01. Il primo campionato del nuovo millennio, e secondo di C2, comincia con un cambio della guardia a livello societario, che verrà salutato da uno striscione esposto nella partita di Coppa Italia contro il San Donà: "DOPO CINQUE ANNI L'AGONIA E' FINITA!". Arrivano giocatori affermati, ed altri invece interessanti per la categoria, come Centofanti, Tasso, Bergamo, Ferronato... Per la tifoseria invece la stagione inizia con un' "amichevole" (le virgolette sono d'obbligo) contro il Modena, organizzata dai ragazzi del CPT. Costerà una ventina di diffide. Si riesce comunque a sopperire con la ventata di entusiasmo portata dalla dipartita di Viganò. Quell'anno per il sottoscritto ha un significato tutto speciale: sarà non solo l'anno della rinascita, ma l'anno dei Fans, un gruppo prima di tutto di amici che purtroppo con gli anni finirà per sfaldarsi... Comunque sia la partenza non è delle più agevoli, la squadra stenta e nella partita casalinga col Mestre viene pesantemente contestata. E' la svolta. Dalla successiva partita casalinga con la Biellese i biancoscudati inanellano una serie di otto vittorie consecutive che li proietta al primo posto in classifica, a disputarsi la testa del girone con le rivali storiche Triestina e Mestre. E proprio la trasferta di Trieste il 23 dicembre (vedi foto in alto) vede il ritorno furioso della tifoseria anche in trasferta. Non che lo zoccolo duro sia mai mancato, ma non capita tutte le domeniche ed a tutte le latitudini di vedere più di mille tifosi in trasferta. La trasferta rimarrà famosa come "La trasferta dei Babbi Natale", visto che in concomitanza col periodo tutti i partecipanti riceveranno in omaggio un copricapo a tema. Per tutta la giornata saremo un'orda di Babbi Bastardi, ubriachi ed incazzosi! A Trieste sale subito alta la tensione con la Polizia, ma gli alabardati non si vedono (effettivamente quel giorno eravamo inavvicinabili), e pure sugli spalti il tifo è di altra categoria. Sul campo il Padova vince per 2-1, mandando in estasi la curva biancoscudata ed a fine partita a centinaia ci riversiamo in campo per festeggiare, con qualcuno che va anche a provocare i padroni di casa che reagiscono. La Pula prima respinge i Babbi Natale padovani fin dentro il settore, poi si fa una corsetta dalla parte opposta per fare la stessa cosa con gli alabardati. Ci saranno ancora scontri e tensione fuori dallo stadio, ma di fatto la giornata verrà archiviata con una grande festa per tutta la tifoseria!
Il 18 febbraio altro match-clou a Mestre, oltre 2.500 tifosi biancoscudati invadono il vecchio "Baracca". Per l'occasione anche tante "vecchie facce" di Mestre sono tornate allo stadio. Tutto tranquillo prima della partita e durante la stessa, vinta per uno a zero dagli arancioneri con un arbitraggio molto discutibile. Al termine dell'incontro il patatrac: alcuni ragazzi premono sui cancelli tentando di uscire, interviene la celere che invece di calmare le acque fa partire un fitto lancio di lacrimogeni in uno spazio stretto ed angusto in cui sono ammassati circa duemila persone, fra cui molti bambini e persone anche anziane. La versione ufficiale è che un lacrimogeno sia partito per errore scatenando la bagarre, insomma Spaccarotella nelle sue versioni non ha inventato nulla! Io invece sostengo che avessero una certa brama di provare le nuove attrezzature: quella domenica saremo la prima tifoseria ad assaggiare i famigerati lacrimogeni al CS, che qualche mese più tardi saranno massicciamente usati in occasione del G8 di Genova. Sono un qualcosa di allucinante, ti prendono i polmoni e le vie respiratorie costringendoti a vomitare. Quello che faranno molti ragazzi e pure gli abitanti di una casa vicina lo stadio che hanno la sfiga di trovarselo in terrazza. Fatto sta che cmq la tifoseria si rivolta in massa contro gli sbirri che vengono costretti ad aprire i cancelli a forza. Molti tifosi biancoscudati si disperderanno a combinare marachelle in giro per Mestre, altri ancora avranno un duro faccia a faccia con dei mestrini vicino allo stadio e risolto poi dai numeri. Una domenica di forte tensione. Appena sette giorni dopo si va a Legnano, altra tifoseria inedita ma "smaniosa" di misurarsi con realtà più grandi. Non più di quaranta ragazzi affrontano la trasferta, anche per evitare riconoscimenti dopo la bagarre di sette giorni prima. A fine partita quattro ragazzi di Padova entrano in campo per recuperare la maglietta da qualche nostro giocatore, quindi nasce un battibecco con la curva di casa e in men che non si dica si ritrovano una trentina di legnanesi che li prendono a scarpate con il benestare della polizia locale. A quel punto altri dei nostri entrano in campo per farsi giustizia, e ne nasce una corrida a bordo campo che coinvolge padovani, sbirri, addetti al campo. Alla fine l'unico ferito è un dirigente della società di casa che si era improvvisato rugbysta e placava tutti. Due ragazzi di Padova vengono arrestati, mentre nel frattempo tutto il "gruppo" padovano esce sul piazzale chiedendone la liberazione. I legnanesi provano a farsi vedere ancora un paio di volte, ma stavolta la loro azione non avrà molto successo e si troveranno costretti ad una precipitosa retromarcia. Pure uno skin di Mestre (presente coi gemellati legnanesi) ci rimette il naso e qualche dente. Alla fine i carabinieri locali decidono di rimediare liberando i nostri ragazzi. Purchè ce ne andiamo. A questo punto anche la città comincia ad interrogarsi sul "problema ultras", e i soliti "bene informati" come i sempreverdi Barile o Ciccio Edel o l'intramontabile "Cocco Fantino, bruciamo il Gazzettino!" iniziano a propinare anche le loro soluzioni. Rimarrà nella storia una puntata di "Calcio in chiaro" del febbraio 2001, immediatamente successiva agli incidenti di Legnano, in cui tre noti esponenti della curva chiudono la bocca con argomenti seri ai soloni della carta stampata; ma tutto ciò non basterà per evitare comunque una decina di diffide. La curva risponde con la solidarietà: nelle partite con Novara e San Donà vengono esposti alcuni striscioni di protesta ("Ne eroi ne teppisti semplicemente Ultras!" e "45' per tifare, 45' per riflettere... 12° in campo? Solo quando lo vogliamo!") e si rimane in silenzio nel primo tempo. Sul campo intanto il Padova riprende la sua marcia inarrestabile verso la promozione. il 29 aprile a Bolzano 1.500 tifosi biancoscudati festeggiano il ritorno in C1, con tanto di invasione di campo a fine partita e col presidente Mazzocco portato in trionfo. Sembra la fine di un'incubo invece sarà solo l'inizio di un nuovo calvario...
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