LA STORIA SONO LORO. I prodromi del tifo piacentino si registrano intorno alla metà degli anni Settanta. Nel 1974 un gruppo di ragazzi soliti ritrovarsi presso l'allora Bar Lele fonda il COMMANDO ULTRÀ. Il loro posto allo stadio era in gradinata, in prossimità della curva Sud. L'anno dopo, con la promozione in B, arrivarono in curva gli ULTRAS e i BOYS. Un altro gruppo che riuscì ad animare in modo caloroso le frange scalmanate della tifoseria furono i KAMIKAZE BIANCOROSSI. Nel '76/'77 i sostenitori più esagitati si spostarono in curva Sud. Tre anni dopo tutti i gruppi preesistenti si sciolgono e rinascono sotto il nome di READ EAGLES. Comparì sulla ringhiera del nostro stadio l'insegna Boys: non si trattava in realtà di uno dei gruppi piacentini sopracitati, bensì di uno striscione appartenente ai "cugini" grigiorossi. A rubarlo nella curva Sud di Cremona fu un giovanissimo e promettente ultrà entrato nella tana dei nemici. All'età di sedici anni questo impavido adolescente razziò anche un tamburo, difeso con le unghie e con i denti, durante un derby con la Cremonese. Le tensioni sociali che dilaniavano l'Italia erano avvertite particolarmente dai giovani che credevano strenuamente nei loro ideali, per una fede (soprattutto politica) erano disposti a morire, erano gli anni di piombo e delle manifestazioni di piazza. Per queste ragioni i primi ultras italiani erano sprezzanti del pericolo, determinati, oltranzisti, pronti a tutto e facevano un tifo il cui patrimonio corale risentiva molto degli slogan politici più in voga nei cortei. In pochi partivano per le trasferte dato che i tifosi ospiti non erano separati dai locali e la polizia non scortava chi si avventurava a vedere una partita in un'altra città. Chi decideva di andare era consapevole di rischiare grosso, infatti alcuni ultras portavano con sé chiavi inglesi, mazze, coltelli (il cui uso si diffuse largamente negli anni 80) e pistole lanciarazzi (anche la tifoseria piacentina poteva annoverarne una nel suo "arsenale" dei primi 80). Agli albori del tifo i supporters piacentini avevano una larga base proveniente dal quartiere Infrangibile (da sempre attaccatissimo alle sorti dei "papaveri") che dai trentenni e quarantenni di oggi è ricordato come un "covo" di bulli di periferia e scalmanati amanti delle risse. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta i pionieristici ultras piacentini erano orientati su posizioni di sinistra, forse anche per questo fu siglato il gemellaggio con le Brigate Gialloblu del Modena. Il tifo degli anni 80 è caratterizzato dalla mancanza di un gruppo trainante, con tante unità indipendenti, e spesso effimere, che popolavano la curva. Il trasferimento di tutti i gruppi in curva Nord si verifica nell'81, rappresentando un punto di svolta dopo una profonda crisi protrattasi per due anni. Della stagione '82/'83 sono da ricordare le due gare contro il Vicenza: a Piacenza ci fu l'invasione di campo da parte piacentina; al ritorno la trasferta nella città palladiana fu seguita da numerosi tifosi della lupa visto che in palio c'era la permanenza in C1. Addirittura il sindaco di Piacenza scese al fianco degli ultras sistemandosi in curva con loro. La presenza massiccia dei piacentini ed il loro tifo non servirono a salvare il Piace che fu retrocesso per la classifica avulsa. Nell'annata '83/'84 tutti i gruppi della Nord si fondono ne I RAGAZZI DELLA NORD, supportati nella loro attività da I RAGAZZI DELL'INFRANGIBILE e dalla FOSSA DEI LEONI, ovvero una frangia di fuoriusciti degli stessi Ragazzi della Nord.
L'84/'85 fu una stagione sfortunata per il Piacenza Calcio che, dopo aver dominato il girone A di Serie C1 insieme al Lanerossi Vicenza, vide sfumare la promozione in B dopo lo spareggio giocato a Firenze. Facciamo notare che una rappresentanza di ultras viola con lo striscione C.A.V. accorse ad aiutare i piacentini giunti in quantità piuttosto numerosa. I berici vinsero per 3-1, ma solo l'anno seguente il presidente della formazione vicentina confessò di aver truccato l'incontro. A causa di ciò nacque l'odio nei confronti del team veneto e della sua tifoseria (che spesso ci ha derisi per la nostra mancata promozione), ricordato soprattutto dai militanti di più lungo corso. Nello stesso anno si ricordano la coreografia inscenata contro la Spal in una partita sentitissima, i tafferugli e la sassaiola contro gli ultras bresciani, il velenoso derby col Pavia, gli incidenti di Legnano in cui venne ferito un radiocronista e gli scontri di Reggio Emilia nei quali un piacentino sparò con un lanciarazzi ferendo un sostenitore granata. Un nuovo gruppo proveniente dal Basso Lodigiano vede la luce, si tratta degli HOOLIGANS CODOGNO. Nell'85/'86 durante il derby del Ducato giocato a Piacenza fu "firmato" il gemellaggio con i crociati parmigiani, ma l'alleanza fu rotta al termine della stesa partita. I piacentini si recarono a Parma in 1000 unità e a Modena in 2000. Nell'86/'87 muta l'assetto della Nord: I Ragazzi dell'Infrangibile cambiano nome in HELL'S ANGELS INFRANGIBILE e dalle ceneri de I Ragazzi della Nord viene costituita la LEGIONE GOTICA. Il gruppo ha rappresentato per un decennio la compagine trainante, l'unica riuscita a garantire vitalità, vivacità e continuità al fenomeno ultras piacentino. Viene formata anche la LEGIONE ALCOOLICA, un sottogruppo della Legione Gotica. Il tifo raggiunse i massimi livelli per l'epoca, in coincidenza col ritorno in Serie B: tutte le trasferte ebbero un buon seguito e contro la Reggiana la Nord fu addobbata da migliaia di bandierine. Il campionato '87/'88 vede comparire in curva i CRAZY BOYS, formazione estintasi in un anno e altri due gruppi provenienti dal quartiere "caldo" per eccellenza: i VIKING INFRANGIBILE e i RED SKINS INFRANGIBILE. Alla stazione di Piacenza i "legionari" si scontrarono con la Fossa dei Grifoni genoana: ci fu una fitta sassaiola e violenti scontri. Tutto quello che si trovava in prossimità dei binari e del piazzale antistante fu distrutto. Era quella l'epoca in cui la decennale "guerra dell'acqua" (così battezzata dalla stampa) tra le provincie di Genova e Piacenza attraversava forse una delle sue fasi più aspre. Le autorità genovesi volevano imbrigliare il torrente Cassigheno, affluente della Trebbia, e il bacino del Brugneto, rovinando con questa operazione tutto l'ecosistema della Val Padana. Ricordiamo lo striscione esposto l'anno seguente dalla Nord in merito a questo problema: "2 punti forse, la Trebbia mai". Un accanito gruppo proveniente dalla pianura piacentina, nella zona tra Piacenza, Cremona e Parma, arriva nell'88/'89 Sono i MODS BASSA PADANA che suppliscono allo scioglimento degli Hell's Angels Infrangibile (il loro striscione ricomparirà però in gradinata qualche anno più tardi) insieme al NOISE GROUP. L'anno dopo nascono altri due nuovi gruppi, gli IRRIDUCIBILI e il COLLETTIVO, che nella stagione successiva si fonderanno dando vita alla BRIGATA FARNESE. Il gruppo, che poteva vantare due sezioni (Codogno-Lo e Rivergaro), era composto da ragazzi con un'età media piuttosto bassa. Affiancava la Legione e rappresentava insieme ai Mods Bassa Padana l'asse portante della Nord. Pur essendo sempre stata vicina al Piace, la Brigata (valida alternativa alla Legione Gotica) si sciolse nel '92/'93. A cavallo tra gli anni Ottanta e i primi Novanta gli ultras biancorossi erano visti come una tifoseria grezza, ruspante, basata su un esiguo numero di fedelissimi, ma sempre pronta allo scontro fisico. I controlli della Polizia erano meno asfissianti e non era in atto la repressione che oggi conosciamo. La curva cambiò anche connotazione politica: si vedevano spesso sciarpe e bandiere della Lega Nord,e simboli di estrema destra. Era nota l'amicizia nei confronti di un deputato piacentino dell'M.S.I. che talvolta frequentava gli spalti della Nord.Diversi skinhead (di destra, specifichiamo perché esistono anche quelli di sinistra e quelli apolitici) partecipavano attivamente alla vita della curva e fondarono nell'89 un gruppo denominato appunto SKINHEADS. Il campionato di B '91/'92 è rimasto nella nostra memoria quasi esclusivamente per il sentito match Piacenza - Brescia. Numerosissimi e stipati in una Sud che a stento li conteneva, i sostenitori delle rondinelle invasero il terreno di gioco e fecero il bello e il cattivo tempo nel nostro stadio e nelle adiacenti vie del quartiere Galleana mentre i piacentini intanto erano impegnati a fronteggiare la Polizia. Quell'anno nacque il GRUPPO DECISO che già dal nome denotava una particolare predilizione per gli scontri a viso aperto. Nel '92/'93 il gemellaggio col Modena viene infranto definitivamente e la nostra tifoseria imbocca la via del "soli contro tutti" in un'epoca in cui i gemellaggi sembrano soluzioni di comodo frequentemente di breve durata.
Un nuovo gruppo fa la sua comparsa in curva la SPARUTA PRESENZA fondato da tre ragazzi appartenenti alla Legione Gotica. Il gruppo da quel momento ha portato il proprio stendardo in ogni stadio in cui ha giocato il Piace. In una nebbiosa giornata autunnale che faceva da meraviglioso scenario al derby del Po, la Cremonese ci lasciò le penne. Il 29 novembre si registra quello che allora era il record assoluto di incassi (battuto qualche mese più tardi contro la Reggiana e successivamente contro la Fidelis Andria). La sassaiola contro il pullman della società rivale (fu ferito l'allenatore Simoni) e contro alcune automobili, il sequestro di 80 kg. di carote, spranghe, biglie d'acciaio e di una bara, i gradoni della Sud cosparsi di colla, la Nord celata dietro ad un misterioso sipario prima del fischio iniziale, la coreografia in ogni settore, i cori possenti (anche la gradinata seguiva il tifo!!!), un'altra coreografia nel secondo tempo insieme alla torciata che fece avvampare tutto lo stadio, il pubblico in delirio, la vittoria per 3-2... una domenica indimenticabile per chi era presente!!! Da quella domenica qualcosa cominciò a cambiare in meglio: nei quattro angoli della provincia non si faceva altro che parlare del team di Gigi Cagni che, partito dalla C1, conquistò la Serie A nel giro di tre stagioni e l'interesse verso la squadra sembrava essere rinato (o forse nato). Il Piace sempre più lanciato verso la vetta della classifica incantava i piacentini. In odore di Serie A i piacentini presero ad affollare lo stadio come non avevano mai fatto prima di allora e numerosi erano anche quelli che seguivano i "papaveri" in trasferta: al ritorno da Modena l'A1 si tinse di biancorosso, a Cremona ci fu l'invasione di seimila piacentini,e non scordiamo i 300 ardimentosi che si spinsero fino a Cosenza in occasione dell'ultima partita dove videro la prodezza di Simonini che ci regalò un posto nel campionato più bello del mondo. Era sogno o realtà? Con l'inizio della prima stagione nella massima serie la Nord si rifece il trucco: furono aggiunte tre strutture metalliche per garantire una maggiore capienza e la Legione si presentò con un bellissimo striscione lungo quanto l'intera transenna. Legione Curva Nord era la dicitura completa. Affiancata dalle sezioni di Codogno (Lo), San Fiorano (Lo), Stradella (Pv), Castel San Giovanni, Gossolengo, Cortemaggiore, Gotic Girls (precedentemente Legione Girls) e dai suoi gruppi satellite NASTY BOYS ALSENO e TUMULTEN BRIGADEN Fiorenzuola, la Legione mai sfigurò nel confronto con le altre tifoserie, anche con quelle più blasonate. Ogni domenica non mancava mai un dettaglio coreografico , il tifo vocale era sostenuto e le trasferte avevano una buona partecipazione. L'apporto dei legionari, purtroppo, non fu sufficiente ad impedire quella retrocessione che a noi sembrava pilotata. All'avvio della Serie B '94/'95 la frangia più intransigente, ardita, politicizzata e rude della Legione Gotica si separa dal gruppo principale creando gli OFFICIAL SUPPORTERS. Appaiono subito come un gruppo molto compatto e rumoroso e fin dall'inizio dimostrano di non essere in sintonia con la Legione (talvolta anche nei cori). Da quest'ultima si differenziano anche per la più marcata connotazione politica e per la poca rilevanza all'aspetto coreografico. La vitalità della Nord non risentì comunque del breve passaggio in cadetteria. L'anno seguente il Piacenza era pronto a disputare un altro campionato nell'Olimpo del calcio. Prima della partita in casa della Juve l'amicizia nata tra Official Supporters, Sparuta Presenza e i bianconeri dei Viking-N.A.B. Curva Nord venne dichiarata apertamente e ufficializzata. Furono srotolati amichevoli striscioni da parte di entrambe le tifoserie, ci scambiammo reciproci cori e molti "vichinghi" si spostarono verso il nostro settore. Una vera e propria festa! Al termine dell'incontro dalla curva Scirea si levò il saluto (un boato) di Fighters, Area Biancoera e degli altri gruppi. Mentre lasciavamo gli spalti, tantissimi juventini ci aspettavano ai pullman per scambiare le sciarpe. La Legione sembrava tentennare pur rappresentando ancora il punto di riferimento per tutti gli ultras. I problemi interni, il dualismo con gli O.S. ed il mancato ricambio generazionale indussero i capi ormai in apparenza demotivati a scrivere la parola fine una volta terminato il campionato. Si concluse così un'epoca d'oro per il fenomeno ultras di Piacenza. Scomparirono anche i Noise Group e i Mods Bassa Padana. La Nord accusò il colpo e tuttora manca un gruppo guida in grado di trascinare la folla come solo la Legione riuscì a fare. Sfortunatamente gli Official Supporters non godono dell'appoggio condizionato del pubblico che alla domenica prende posto in curva. Una volta prese in mano le redini del tifo, questi ex legionari dissidenti si fecero notare per l'impostazione "politica" data alla curva: bandieroni neri, sventolio di bandiere con la croce celtica, striscioni con riferimenti alla destra estrema o mussoliniana…
Un nuovo gruppo fa la sua comparsa in curva la SPARUTA PRESENZA fondato da tre ragazzi appartenenti alla Legione Gotica. Il gruppo da quel momento ha portato il proprio stendardo in ogni stadio in cui ha giocato il Piace. In una nebbiosa giornata autunnale che faceva da meraviglioso scenario al derby del Po, la Cremonese ci lasciò le penne. Il 29 novembre si registra quello che allora era il record assoluto di incassi (battuto qualche mese più tardi contro la Reggiana e successivamente contro la Fidelis Andria). La sassaiola contro il pullman della società rivale (fu ferito l'allenatore Simoni) e contro alcune automobili, il sequestro di 80 kg. di carote, spranghe, biglie d'acciaio e di una bara, i gradoni della Sud cosparsi di colla, la Nord celata dietro ad un misterioso sipario prima del fischio iniziale, la coreografia in ogni settore, i cori possenti (anche la gradinata seguiva il tifo!!!), un'altra coreografia nel secondo tempo insieme alla torciata che fece avvampare tutto lo stadio, il pubblico in delirio, la vittoria per 3-2... una domenica indimenticabile per chi era presente!!! Da quella domenica qualcosa cominciò a cambiare in meglio: nei quattro angoli della provincia non si faceva altro che parlare del team di Gigi Cagni che, partito dalla C1, conquistò la Serie A nel giro di tre stagioni e l'interesse verso la squadra sembrava essere rinato (o forse nato). Il Piace sempre più lanciato verso la vetta della classifica incantava i piacentini. In odore di Serie A i piacentini presero ad affollare lo stadio come non avevano mai fatto prima di allora e numerosi erano anche quelli che seguivano i "papaveri" in trasferta: al ritorno da Modena l'A1 si tinse di biancorosso, a Cremona ci fu l'invasione di seimila piacentini,e non scordiamo i 300 ardimentosi che si spinsero fino a Cosenza in occasione dell'ultima partita dove videro la prodezza di Simonini che ci regalò un posto nel campionato più bello del mondo. Era sogno o realtà? Con l'inizio della prima stagione nella massima serie la Nord si rifece il trucco: furono aggiunte tre strutture metalliche per garantire una maggiore capienza e la Legione si presentò con un bellissimo striscione lungo quanto l'intera transenna. Legione Curva Nord era la dicitura completa. Affiancata dalle sezioni di Codogno (Lo), San Fiorano (Lo), Stradella (Pv), Castel San Giovanni, Gossolengo, Cortemaggiore, Gotic Girls (precedentemente Legione Girls) e dai suoi gruppi satellite NASTY BOYS ALSENO e TUMULTEN BRIGADEN Fiorenzuola, la Legione mai sfigurò nel confronto con le altre tifoserie, anche con quelle più blasonate. Ogni domenica non mancava mai un dettaglio coreografico , il tifo vocale era sostenuto e le trasferte avevano una buona partecipazione. L'apporto dei legionari, purtroppo, non fu sufficiente ad impedire quella retrocessione che a noi sembrava pilotata. All'avvio della Serie B '94/'95 la frangia più intransigente, ardita, politicizzata e rude della Legione Gotica si separa dal gruppo principale creando gli OFFICIAL SUPPORTERS. Appaiono subito come un gruppo molto compatto e rumoroso e fin dall'inizio dimostrano di non essere in sintonia con la Legione (talvolta anche nei cori). Da quest'ultima si differenziano anche per la più marcata connotazione politica e per la poca rilevanza all'aspetto coreografico. La vitalità della Nord non risentì comunque del breve passaggio in cadetteria. L'anno seguente il Piacenza era pronto a disputare un altro campionato nell'Olimpo del calcio. Prima della partita in casa della Juve l'amicizia nata tra Official Supporters, Sparuta Presenza e i bianconeri dei Viking-N.A.B. Curva Nord venne dichiarata apertamente e ufficializzata. Furono srotolati amichevoli striscioni da parte di entrambe le tifoserie, ci scambiammo reciproci cori e molti "vichinghi" si spostarono verso il nostro settore. Una vera e propria festa! Al termine dell'incontro dalla curva Scirea si levò il saluto (un boato) di Fighters, Area Biancoera e degli altri gruppi. Mentre lasciavamo gli spalti, tantissimi juventini ci aspettavano ai pullman per scambiare le sciarpe. La Legione sembrava tentennare pur rappresentando ancora il punto di riferimento per tutti gli ultras. I problemi interni, il dualismo con gli O.S. ed il mancato ricambio generazionale indussero i capi ormai in apparenza demotivati a scrivere la parola fine una volta terminato il campionato. Si concluse così un'epoca d'oro per il fenomeno ultras di Piacenza. Scomparirono anche i Noise Group e i Mods Bassa Padana. La Nord accusò il colpo e tuttora manca un gruppo guida in grado di trascinare la folla come solo la Legione riuscì a fare. Sfortunatamente gli Official Supporters non godono dell'appoggio condizionato del pubblico che alla domenica prende posto in curva. Una volta prese in mano le redini del tifo, questi ex legionari dissidenti si fecero notare per l'impostazione "politica" data alla curva: bandieroni neri, sventolio di bandiere con la croce celtica, striscioni con riferimenti alla destra estrema o mussoliniana…
Nel '96/'97 alcuni liceali diedero il via all'esperienza della volenterosa GIOVENTÙ BIANCOROSSA, coadiuvata dalla sezione Val Nure, dagli Ultras '97 (ovvero la sezione del Basso Lodigiano) e dai sottogruppi Shaken Group, Manipolo e Barera, tentando di colmare il vuoto lasciato dalla Legione alla quale si erano prefissi di assomigliare. La giovane età non impedì però alle nuove leve di seguire la squadra in ogni stadio, dando un prezioso contributo agli Official nell'allestimento del tifo. Lo spareggio per la permanenza in A giocato al San Paolo di Napoli contro il Cagliari pareva aver cementato la tifoseria nella difficile epoca del dopo Legione, ma al contrario il '97/'98 partì nel peggiore dei modi con decine di diffide che colpirono i gli esponenti principali della curva Nord. Ad esse se ne aggiunsero altre come conseguenza ai disordini scoppiati all'autogrill di Roncobilaccio. Quella domenica il Piacenza giocava a Roma mentre il Brescia a Napoli. Il pullman allestito da Official Supporters e Gioventù Biancorossa fu preso d'assalto dagli U.BS in netta supremazia numerica gli scontri durarono a lungo ed i piacentini nonostante la netta minoranza tennero testa ai bresciani. A fine stagione i problemi del gruppo, la tradizionale indifferenza dei piacentini e la repressione, uniti forse all'inesperienza, spingono il direttivo a sciogliere la Gioventù dopo due anni di militanza sugli spalti. Pochi superstiti confluiscono negli Official Supporters originandone la sezione giovanile, nota come Official Balilla. Ad essi fortunatamente si aggregarono altri nuovi ragazzi. Cancellati formalmente dalla mappa del tifo anche i Boys, i Nasty Boys e i Tumulten Brigade, rimangono ora solo gli elitari e sprezzanti ragazzi di SPARUTA PRESENZA a portare avanti la curva insieme agli Official. A questi ultimi va il merito di rappresentare ovunque la tifoseria piacentina e di essere talvolta riusciti a tirare fuori un tifo originale che va ben oltre le nostre possibilità. (RESOCONTO TRATTO DA "AGH N'IN FISS!!!")
Sciolti nella stagione 2003/04 gli Official e la Sparuta, la tifoseria piacentina non ha più avuto un vero e proprio "gruppo" trainante, ma è andata avanti comunque in una sorta di "autogestione". Recentemente, alcuni giovani "lupacchiotti" hanno dato vita alle Nuove Leve Vecchie Maniere, gruppo dalle idee moderne (molti inclini alla "casual culture") e dalla visione goliardica e dissacrante. Tuttavia gli ultras piacentini debbono fare i conti con un problema non semplice: la repressione, che da quelle parti è a "livelli padovani" (vale a dire che la questura fa dei numeri da psicopatici, esattamente come succede qua). Recentemente ci sono stati alcuni arresti per degli incidenti avvenuti in autogrill coi riminesi, e diversi ragazzi sono stati diffidati per cinque anni. Anche li ovviamente il "diritto alla privacy" è una cosa completamente sconosciuta ai giornali ed alle tv locali, assieme a concetti quali "ogni cittadino è innocente fino a quando non viene dimostrata la sua colpevolezza"... Un'altro ragazzo in seguito agli Europei di due anni or sono, ebbe rogne non da poco sentendosi accusare di "Associazione sovversiva con finalità di terrorismo anche internazionale": quando sento certe cose, mi viene da chiedermi perchè certe persone invece di trovarsi dove dovrebbero trovarsi (in qualche centro di igiene mentale) si trovano a capo delle questure... bisognerebbe chiedere al Neologista!
La cosa più ridicola però è capitata a un ragazzo che fra le altre cose conosco con piacere: diffidato due anni perchè non si trovava al suo posto in curva!
Mentre mi appresto a consegnare al questore di Piacenza il premio "Gigetto Savina 2009", credo di poter dire con una certa sicurezza che di tifosi ospiti lunedì sera non ne vedremo molti. Anzi. Sappiate però che sono molto ma molto beceri quando si mettono, che hanno trovate strane e cori incomprensibili e che amano gli escrementi. Leggete quanto segue per capire...
RESOCONTO DI PISA-PIACENZA, TRATTO DA SPORT PEOPLE. E’ la quarantesima giornata del campionato di serie B e, finalmente, si gioca l’ultimo anticipo di un calendario sempre più variegato, con incontri che vengono disputati ad ogni orario, in ogni giorno della settimana. Visto che il campionato si accinge a sancire gli ultimi verdetti, da questo turno e fino alla fine, gli incontri verranno disputati alla vecchia maniera, tutti in contemporanea. Pisa - Piacenza si gioca di venerdì sera e l’incontro riveste una grande importanza per la conquista della salvezza: entrambe le squadre sono ai margini della zona play out, ed una eventuale vittoria farebbe virtualmente tagliare il traguardo con un paio di giornate di anticipo. Per attirare ancora più pubblico, per una partita che vale una stagione, il Pisa decide di praticare prezzi più che popolari, ed il risultato è uno stadio esaurito in ogni posto se escludiamo il settore ospiti dove vengono sistemati i sostenitori piacentini. La grande attesa per l’evento è palpabile già nel prepartita, quando lo stadio comincia ad animarsi con un buon anticipo sul fischio d’inizio, con gli spettatori di curva e gradinata che cominciano ad agitare le bandiere nerazzurre. Il contingente ospite entra nel settore destinato proprio nel momento in cui scendono in campo le squadre e, senza attaccare alla vetrata né stendardi né pezze, si compatta su di un terrazzino. La curva di casa non organizza niente di particolare ma, una volta iniziato l’incontro, accende tre-quattro torce che vengono lasciate cadere a terra. Inizia così la partita del tifo, con la curva nord che può contare numeri veramente importanti e con questi fa la parte del leone visto che, in questa serata, anche la gradinata dà una mano abbastanza importante. Se l’inizio della curva di casa è buono, così non si può dire per la squadra che, dopo neanche un minuto, è già sotto di una rete, realizzata dal bomber Moscardelli abile ad anticipare i difensori su un cross di Graffiedi. Pronti-via e Piacenza in vantaggio, una doccia fredda per il pubblico pisano che sognava invece una vittoria scaccia-crisi. La squadra di mister Giordano non si abbatte e si riversa quasi costantemente nella metà campo avversaria. Anche la curva dà il proprio contributo: cori e battimani si alzano con una facilità impressionante, si chiede a più riprese la vittoria ed il coro “Son contento solo se...” dura diversi minuti senza mai calare di intensità. Dalla mia postazione, sotto la curva nord, mi è impossibile sentire i cori dei piacentini, ma a tratti li vedo agitarsi e produrre qualche battimani, segno che c’è animosità. Viene accesa ancora qualche torcia “clandestina” in curva nord, diverse sono le bandiere che sventolano, ma la forza di questa sera sono i cori ed i battimani che vengono proposti costantemente e che trovano il beneplacito di una larga fetta di curva. Alla mezz’ora è il pubblico di casa che esulta per un gol, infatti il centrocampista Genevier manda il pallone alle spalle del portiere Cassano, legittimando una superiorità territoriale abbastanza netta. Lo stadio diventa una bolgia, con una gradinata che appoggia in pieno i cori della curva e, quando viene chiamata in causa, offre il proprio apporto. Il finale di tempo vede ancora sugli scudi la curva nord che si impegna fino all’ultimo per sostenere la squadra in questa difficile partita. I secondi quarantacinque minuti li trascorro sotto il settore ospite e le sorprese non si fanno attendere. Se ad inizio ripresa i piacentini ci mettono qualche minuto a carburare, poi offrono un repertorio che è un mix di irriverenza e protagonismo. Numericamente sono una quarantina di unità, impossibile perciò farsi sentire in una bolgia come quella di questa sera ma, comunque, riescono a lasciare un ricordo per quello che dicono e per quando questo viene detto. I primi cori sono in un dialetto molto stretto che non riesco a comprendere, poi passano ad un canto che è un elogio agli escrementi (!) umani, poi qualcuno ha la brillante idea di chiamare in causa Gianluca Pessotto e di invitarlo a saltare, insomma, nel repertorio c’è poca sostanza per la squadra, che comunque a tratti viene incitata, ed una gran voglia di divertirsi e, a questo punto, di divertire. La nord intanto non molla la presa, si fa sentire e si fa vedere, sono ancora tantissimi i cori ed i battimani così come è bella l’esposizione del bandierone “Ultras liberi”, accompagnato dall’accensione di un paio di torce. Bello anche il momento dove la nord parte con il coro a ripetere “Forza Pisa...vinci per noi...” in cui poi si menzionano anche i rivali di Livorno, Firenze e Lucca; la curva nord parte con il coro e la gradinata ripete le esatte parole, ma, incredibilmente, anche i piacentini seguono diligentemente il coro ripetendo le frasi (compreso il Forza Pisa) invitando addirittura anche la tribuna a partecipare. Dopo cinque minuti buoni di questo botta e risposta, a fine coro, dal settore si alza un “Pisa Pisa vaffanculo” ed un “Razza toscana figli di puttana” che fa tornare, almeno per un attimo, alla normalità. Ma il repertorio dei piacentini è vasto, così tra lo sventolio di una bandiera ed un coro per la squadra, trovano l’occasione per continuare ad elogiare gli escrementi e a produrre cori strampalati come “Noi abbiamo anche il morbillo” ed il “Piacenza alcolica, mia moglie è lesbica, mio figlio spastico...” che danno bene il senso di una tifoseria che si mantiene decisamente fuori dall’ordinario. La nord prosegue sui soliti ritmi ed in campo è il Pisa che cerca con maggior veemenza la via della rete costringendo il Piacenza sulla difensiva. Alla mezz’ora circa la partita subisce una svolta con il Piacenza che trova il gol del vantaggio in un momento dove invece era l’avversario a produrre il massimo sforzo. Esultanza scomposta nel settore e resto del pubblico che resta di ghiaccio. I piacentini capiscono che possono uscire dall’Arena Garibaldi con in saccoccia i tre punti, e stuzzicano l’avversario con un secco “Nessuno nessuno vi toglie la C1” a cui la curva di casa risponde per le rime. La nord continua ad incitare la squadra ma viene alzato il coro “Se andiamo in C vi facciamo un culo così” che lascia poco all’immaginazione, anche se la squadra, in questa serata, è riuscita a raccogliere, un po’ per sfortuna, un po’ per bravura dell’estremo difensore avversario, meno di quanto ha seminato. Il Pisa si riversa ancora nella metà campo emiliana; saltano gli schemi e si va avanti più con il cuore che con la testa, mentre il Piacenza si difende abbastanza agevolmente e, a cinque minuti dalla fine del tempo regolamentare, trova la forza di segnare il terzo gol e di chiudere definitivamente la partita. Si scatena la rabbia del pubblico di casa, dalla nord parte il coro “Andate a lavorare” seguito da “Voi siete pezzi di merda” fino ad arrivare, inevitabilmente, a ricordare l’ex allenatore Giampiero Ventura, autore di un vero miracolo sulla panchina nerazzurra. I piacentini, con la vittoria in tasca, continuano a cantare e a divertirsi: c’è chi propone un insieme di suoni e lamenti come se tutto il settore fosse ubriaco, poi passano ad incitare il Piace con il coro “Il Piace è tutto per me...”, infine ringraziano mister Pioli invitandolo a restare sulla panchina biancorossa. Mentre il pubblico defluisce, a pochi minuti dal fischio finale dell’arbitro Brighi, dalla nord si alza il coro “Il Pisa siamo noi” a ribadire l’amore di una curva verso una maglia ed una città. Quando viene decretata la fine della partita, una selva di fischi accompagna l’uscita dal terreno di gioco della squadra di casa, mentre Pioli abbraccia uno ad uno i propri giocatori, che si dirigono sotto il settore per lanciare magliette e pantaloncini. Anche mister Pioli va a ringraziare i propri sostenitori, che possono lasciare lo stadio consapevoli di aver messo in cassaforte una bella fetta di salvezza e di aver offerto una prestazione senza dubbio molto, ma molto, originale. Fuori dello stadio comincia la contestazione alla squadra, capannelli di gente si riversano sulle inferriate che dividono la tribuna dalla zona di ingresso degli atleti con l’intento di spronare una squadra attesa da due difficili battaglie contro Rimini e Brescia.
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