mercoledì 23 settembre 2009

TORO AWAY



Se è un sogno non svegliatemi, se sono sveglio lasciatemi godere. Non godevo così tanto per una vittoria a Torino da 14 anni. Da quando espugnammo la Juve con un gol di Kreek. Ieri ci ha pensato lo scugnizzo a regalarmi una delle giornate calcistiche migliori in assoluto. Grazie Padova. Ma ancor di più, grazie Mister: un anno fa questa squadra prendeva tre bombe a Novara, oggi gioca a memoria e da spettacolo contro formazioni di gran lunga più blasonate. E grazie a tutti i cuori biancoscudati che ieri pulsavano nella "gabbia" del Comunale (preferisco chiamarlo così, piuttosto che Olimpico): se stiamo tornando grandi il merito è prima di tutto di coloro che sugli spalti non hanno mai mollato anche nei momenti più grigi. Ed ora godiamoci il nostro momento magico, tanto verranno sicuramente anche quelli difficili...

LA PARTENZA. Giocare in giorni ed orari inusuali comporta che la partenza sia fissata alle 13,30 di martedì pomeriggio. Verrebbe da sputare in faccia a chi ha creato tutto questo sistema, se non fosse che in questo periodo me ne posso pure fottere del lavoro... Solito parcheggio dell'Euganeo, due pullman carichi di birra e bibitaggio vario ed eventuale... La vita dei curvaioli da trasferta è qualcosa di pesante, sopratutto a livello fisico: si dorme poco, si viaggia in condizioni di precarietà e disagio, e si passano giornate intere a bere e cantare per tornare a casa poi divelti, dormire altre pochissime ore e andare a scuola o al lavoro. In occasioni come questa, si finisce poi per forza di cose ad essere ubriachi marci alle tre meno cinque di martedì pomeriggio, e per una persona normale tutto ciò sarebbe preoccupante... Credo che invece di pagare tanto profumatamente i calciatori, i dirigenti dovrebbero sborsare "una tantum" per i nostri sacrifici che con gli anni per forza di cose diventano vizi...   
Il pullman comunque è lo stesso identico di Frosinone, per la composizione. Anche l'autista, il temutissimo Pippo Franco. L'atmosfera è divertente, qualcuno è più fastidioso del solito, e mentre alcuni ragazzi della Cintura Urbana si divertono a prendere di mira l'autista (credo abbiano letto da poco "Questa pazza fede" di Tim Parks), l'angolo becero vive la sua trasferta con cori a base di bestemmie e volgarità, e obblighi di bevuta per i novizi... Si va avanti così per circa cinque ore di strada. Ad un certo punto un socio attacca con un discorso assolutamente sconnesso sulla città di Torino ed il Grande Toro, sui centri sociali ed i Mods di Piazza Statuto, sull'università ed il forum dei Fancazzisti... Non si capisce nemmeno lui, mentre io collasso e dormo fino a quando non veniamo fermati dalla pula.

"TORINO, E' LA MIA CITTA'...".  Verso Moncalieri i nostri due pullman vengono fatti fermare su uno spiazzo. Almeno credo sia Moncalieri, se i miei ricordi della C2 non sono eccessivamente offuscati... Veniamo fatti scendere, poi risalire, quindi di nuovo scendere perchè ci devono controllare il biglietto. Gli sbirri sono un tantino rompicazzo, e finiscono inevitabilmente per creare della tensione che per fortuna non degenera. In tanti però si chiedono che senso abbia muoversi ancora così in trasferta. Il giorno della promozione in B, sognavo una trasferta a Torino che fosse un week end a base di musica e calcio. Il turno infrasettimanale mi ha costretto a trasformarla in un "mordi e fuggi" in pullman coi ragazzi, che non è male perchè sono pur sempre in pullman coi ragazzi, ma che odio quando diventa una deportazione di massa...
Mano a mano che ci aviciniamo alla città della Mole, nel buio si scolgono i contorni dei casermoni della periferia. "L'odore dei quartieri operai", come dicono i Bull Brigade. "Torino, che merda di città!", cantano i nostri, ma non sono particolarmente d'accordo: sarà la mistura calcio-musica-sottoculture ma per me questa città ha un fascino particolare. La città più anglosassone d'Italia. E poi è un grande centro urbano, e come tutti i grandi centri mi prende bene. Sarà che sono pur sempre un fottuto cittadino periferico del cazzo.  Sarà che nella descrizione fatta dagli Statuto ("Qui non c'è il mare") mi ricorda molto Padova... Mano a mano che ci avviciniamo al Comunale si vedono anche i primi granata e partono i primi sfottò ad personam. Ancora tensione con i blu che impediscono ancora una volta l'entrata degli striscioni per Gabriele Sandri e contro la tessera del tifoso. Inoltre vietano a dei ragazzi sprovvisti di biglietto di acquistarlo sul posto, nemmeno per altri settori. Se non è dittatura questa, allora mi dicano come chiamano la loro "democrazia". Poco male per i ragazzi che prendono e vanno a farsi una bevuta in giro per Torino.




IL FASCINO DEL COMUNALE. Possono dirmi ciò che vogliono, ma in certi posti si percepisce l'aria di grande calcio e di grande club. Magari un club decaduto, come il Toro, ma pur sempre dal grande passato e dalla grande tradizione. Ed il Comunale è tutto ciò che ci vorrebbe anche a Padova: uno stadio per il calcio! I lavori eseguiti per trasformarlo nel nuovo stadio "Olimpico" ne hanno eliminato la pista d'atletica, e la struttura non è dispersiva come per esempio al Delle Alpi o all'Euganeo. Qualcuno in Comune dovrebbe imparare, anche se mi rendo conto che il calcio non è nelle loro priorità. La sicurezza è gestita interamente dagli steward, che prendono ordini eventualmente dalla Digos, ma che di fatto sostituiscono la polizia all'interno dello stadio. E non è male: con loro se non altro ci riesci a parlare, con gli sbirri è impossibile senza cadere nella trappola della provocazione e della minaccia ventilata che è l'unica forma di dialogo che conoscono! Non ci sono barriere a dividere le curve dal campo, ma solo un piccolo muretto di vetro e un cartello bello grande con scritto "Non scavalcare". Insomma, qui non trattano i tifosi come bestie, ma come persone che pagano solo se sbagliano. E non mi stancherò mai di ripeterlo: qualche bifolco dalle parti nostre dovrebbe prendere appunti e studiarsi la lezione, invece di frignare sulla cattiveria dei tifosi!
Di fronte a noi una tifoseria altrettanto storica, anche se oggi non c'è più lo storico "Ultras Granata" ma un tristissimo "MC 1969" (Sta per Maratona Club 1969). Purtroppo il doppio vetro antisfondamento fa si che non riusciamo praticamente a percepire un coro loro, come loro non percepiranno i nostri, mentre basta spostarsi nella parte alta del settore per sentirli distintamente. In compenso di fianco a noi abbiamo un'altra curva granata, per la maggior parte piena di tifosi di club, ma che hanno anche due gruppi "curvaioli": Girls e Leoni. Questi ultimi cominciano per primi ad offenderci ed a ricordarci che noi siamo come il Vicenza. A quel punto rispondiamo per le rime, e mi dispiace notare come diamo un pò troppa importanza ai "tifosotti" di casa, come a Frosinone: un gruppo che si chiamava "Leoni della Maratona" e che sta nella curva opposta dopo aver dovuto "troncare" il suo nome originario... non vi viene il dubbio che forse c'è un motivo se erano li ridotti a questo? In compenso per dei "tifosotti" nell'anello superiore, nella parte bassa c'è anche un gruppetto tattico, che a molti sfuggirà ma che a qualcuno ha fatto brillare gli occhi. Una quindicina di elementi, forse qualcosina di più, con target hooliganistico e facce poco raccomandabili (La butto li: ex Granata Korps...). Anche in questo, i granata si dimostrano sempre avanti, come tutte le tifoserie di un certo livello. Noi siamo circa 300, ed a questo punto c'è un pò il rimpianto di come avremmo potuto essere di sabato o domenica... L'entusiasmo è forte, tanto che già da fuori lo stadio distinguo nitidamente i nostri cori. Molto bene nei soliti cori secchi e battimani. Nella ripresa trasciniamo la squadra alla vittoria, come ha sottolineato anche Mister Sabatini oggi sul Mattino.  "Leoni" che fa incazzare quelli di fianco a noi ed "il potere deve essere scudato" che fa tremare il settore. Siamo cresciuti molto rispetto a qualche anno fa, merito della serie B senza dubbio. Adesso però mi aspetto delle prove di maturità anche da parte della tifoseria. Ora che il clima è un pò cambiato, sopratutto in trasferta. Ora che si rivede piano piano una città che si sta reinnamorando dei propri colori. Me l'aspetto da tutti quei ragazzi che stanno cominciando ora a venire in trasferta, affinchè si leghino alla curva prima di tutto. Me l'aspetto da tutti coloro che si sono avvicinati quest'anno allo stadio perchè comincino ad amare veramente la città di Padova e non che si sentano orgogliosi adesso perchè siamo in serie B. Mi aspetto che tutti comincino adesso a tirare fuori la propria fierezza ed il proprio orgoglio di essere padovani, perchè il Padova ne ha molto di nemici, ma se siamo tutti uniti (pubblico e squadra almeno) non ci può fermare nessuno. Come ho già detto altre volte, siamo più di 850 mila padovani fra città e provincia, un esercito. Ed allora, che tutta la città cominci a seguire il Padova, per i ragazzi e Sabatini che lo stanno meritando. Ed anche per noi, che lo meritiamo da sempre.

IL CAPOLAVORO. Sul campo niente da dire, vittoria strameritata ed ennesimo capolavoro tattico di "Cacioppo Sabatini". Un allenatore che non si tira mai indietro e che a dieci minuti dalla fine in vantaggio di un gol e di un uomo toglie un centrocampista per mettere un'attaccante; e che a vittoria acquisita va in spogliatoio a testa bassa, concentraro già sul prossimo impegno. Un grande. Ripeto, manteniamo i piedi per terra: ci sta girando bene comunque, verranno i momenti difficili. Ma è sempre opportuno ricordare quanto hanno fatto di buono i ragazzi fino ad oggi. Difficilmente troveremo in futuro un'altra squadra come quella che abbiamo oggi. Ed allora teniamocela stretta e teniamoci stretti i ragazzi uno a uno!

Il ritorno a casa è il solito gioioso disagio, per il sonno, per le birre bevute, per la scomodità del mezzo e per la guida di Pippo Franco. Purtroppo c'è anche chi non regge la giornata e lascia il suo ricordino in corriera. Verso le 4,30 siamo di nuovo nella Cara Vecchia Padova. Qui non c'è il mare.

 

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