mercoledì 21 ottobre 2009

I MULI



U.TS: LA STORIA. Gli Ultras Trieste nascono come la stragrande maggioranza dei gruppi italiani intorno alla metà degli anni settanta, più precisamente nel 1976. Il nucleo fondatore degli U.TS. proveniva dal Club Bar Maggio, che all'epoca era il club più "casinista". Inizialmente i ragazzi si posizionavano in gradinata e non in Curva Nord, ed il loro vessillo era una bandiera italiana. Particolarità del gruppo è sempre stata la vena politica, molto tendente al "nero". Bisogna tener presente infatti che se oggi definirsi "di destra" è molto trendy, ai tempi la situazione era ben diversa, la gioventù era piuttosto orientata a sinistra e gli stessi gruppi ultras (ai tempi i primi a nascere) pur non facendo politica attiva sugli spalti, non nascondevano il proprio pensiero, ostentando su striscioni e bandiere simboli come chiavi inglesi, caschi, Che Guevara e le abusatissime stelle a cinque punte. In questo clima, i gruppi destroidi erano molto pochi e facevano del loro pensiero una bandiera vera e propria, tramandata fino ai nostri giorni. Fra questi veronesi, laziali, interisti, ascolani e, appunto, triestini. 
La vera svolta nella storia degli Ultras Trieste arriva nel 1979, quando a migliaia invadono Vicenza per lo spareggio col Parma per salire in serie B. In quell'occasione nacquero i primi contatti con le Brigate Gialloblù Verona, ma sopratutto la città cominciò a stringersi attorno ai ragazzi della curva, che nonostante la sconfitta bruciante cominciarono a crescere numericamente.
Negli anni '80 gli Ultras Trieste avevano la fama di gruppo duro, scontroso, composto da pochi elementi ma quasi tutti pronti alla battaglia. E proprio questa loro durezza gli creò non poche inimicizie anche con tifoserie sulla carta decisamente più numerose come genoani o atalantini. Storici i derby con l'Udinese, in cui ci scappò anche un morto (Stefano Furlan, di cui parliamo a parte), mentre in quel periodo crebbero molto altre rivalità con le tifoserie del Triveneto dovute principalmente al campanile (Padova e Vicenza su tutte) o al di fuori della regione, per cause dovute all'orientamento politico (Bologna, Modena...).
Verso la fine degli anni '80 la curva visse il suo ricambio generazionale, e nel 1989 7.000 triestini festeggiarono a Ferrara il ritorno in serie B. Tornarono i derby con Padova e Udinese ma ancor di più si cominciò a pensare all'opportunità di mandare in pensione il vecchio "Grezar" mandando gli alabardati a giocare in uno stadio nuovo. E così avvenne, nel 1992 con l'esordio nel moderno impianto "Nereo Rocco" (un gioiello! Dovrebbe imparare chi ha pensato all'Euganeo ed anche chi continua a difenderlo!), in cui la Curva venne definitivamente intitolata a Stefano Furlan. Ma la strada era tutt'altro che spianata: nell'estate 1994 il tribunale dichiarò il fallimento dell'U.S.Triestina, costringendo l'alabarda ed i suoi tifosi a ripartire dal CND. Ovviamente a risalire la china ci vollero degli anni, tanto che facemmo in tempo noi (che nel 1994 eravamo appena stati promossi in A) a retrocedere fino alla C2 ed a rifare il derby con loro.  Negli anni '90 oltre al fallimento arrivò anche un'altra mazzata a minare il morale degli ultras alabardati, ovvero la repressione: cominciarono infatti ad abbattersi sulla curva (già non numerosa di suo) decine e decine di diffide a cadenza regolare. La questura di Trieste infatti, come la sua omonima creazione padovana, è un carrierificio in cui arrivano degli autentici rompicazzo paraculati il cui scopo non è risolvere i problemi cittadini ma far carriera con decisioni controcorrente (senza senso) ed operazioni spettacolari. Così succede che per una torcia accesa allo stadio vi beccate una bella diffida con tripla firma, mentre la delinquenza comune bazzica tranquillamente le strade del vostro quartiere. Nel caso degli Ultras Trieste poi diventano piano piano il bersaglio preferito, anche per la marcata ideologia destroide. Tuttavia gli alabardati non hanno mai mollato, seppur ridotti spesso e volentieri a poche decine di fanatici. Celebre in quel periodo la trasferta di Treviso, nel vecchio Tenni, quando entrarono nella curva di casa costringendo di fatto i radicchi a levarsi di torno... 
Nel 2002 dopo anni di anonimato la Triestina torna in serie B, in maniera quasi insperata, e la città esplode nuovamente e torna a stringersi attorno all'alabarda. Gli Ultras Trieste ritrovano vecchi (Vicenza, Bologna...) e nuovi (Livorno, dovuta principalmente all'ideologia politica) nemici. Tuttavia il seguito rimane quello che è, e tolto il primo anno in cui la presenza in trasferta è molto buona, col tempo i ragazzi al seguito dell'alabarda tornano ad essere un nucleo risicato... Celebre in questi anni è stata la trasferta a Vicenza, in occasione dei playout per rimanere in serie B del 2005, quando gli alabardati spinsero in C1 gli odiati Magnagati (poi ripescati). In buon numero, gli Ultras Trieste furono protagonisti di un'autentica baraonda prima durante e dopo la partita. Ed a proposito di prima durante e dopo, non gli andò altrettanto bene in occasione di un'amichevole a Fontanafredda contro l'Atalanta, quando in poco più di venti si trovarono ad affrontare circa duecento bergamaschi per niente ben disposti. Nel 2007 gli Ultras Trieste si sciolgono causa diffide, mancato ricambio generazionale e nuove trovate repressive dell'allora Ministro Amato che cominciò a vietare sugli spalti striscioni, tamburi, megafoni e tutto ciò che fino a pochi anni fa faceva parte del normale folclore domenicale. Da un paio d'anni a questa parte i ragazzi si ritrovano dietro le pezze alabardate e la generica sigla di "Curva Furlan". Hanno una linea decisamente più morbida e "casual".


STEFANO FURLAN. Mercoledì 8 febbraio 1984, al termine di Triestina-Udinese di Coppa Italia, Stefano Furlan, 20 anni tifoso della Triestina, viene colpito al capo da diverse manganellate e finisce in questura. Dopo i soliti accertamenti, verso sera viene rilasciato. Subito dopo inizia ad avvertire i primi dolori alla testa. Il mattino seguente Stefano sta molto male e, portato in ospedale, perde i sensi nella sala d'attesa del pronto soccorso. Entra in coma profondo. Dopo 21 giorni di agonia giovedì 1 marzo muore. Nel novembre del 1985 la Corte d'Assise condanna ad un anno di reclusione con i benefici di legge l'agente che uccise Stefano. Nell'ottobre del 1992 la Curva del nuovo "Nereo Rocco" viene intitolata a lui. 
Non tutte le tifoserie capirono subito la gravità dell'accaduto, va detto anche questo. A distanza di venticinque anni tuttavia la sua morte è più che mai attuale, se paragonata con quella di un'altro giovane che nel novembre di due anni fa perse la vita per mano di un'agente poi condannato a una pena ridicola: Gabriele Sandri. Lo stato italiano uccide i suoi figli e ne nasconde i carnefici.

 
 

NOI E LORO. Per un buon decennio Padova-Triestina è stato un derby fra i più sentiti d'Italia. Nei mitici anni '80 infatti, alabardati e biancoscudati si odiavano a morte. Pare che tutto nacque da una trasferta di fine anni '70, quando in occasione di una trasferta del Padova a Trieste alcuni mitomani dalla città del Santo inviarono alla sede di un quotidiano triestino una missiva firmata "Ultras Padova" contenente minacce ai triestini e riferimenti ad Autonomia Operaia. Quel giorno i triestini se la presero non solo con gli ultras patavini ma anche con molti "civili" tifosi, e la cosa fu vista come inaccettabile. Da li tutto l'odio. I più vecchi ricordano come fosse ieri le battaglie del 1983/84 a Trieste e l'anno successivo all'Appiani, con la polizia seriamente impegnata per ore ed i giornali che il giorno dopo scrivevano un trafiletto dal titolo "scazzottata prima della partita" (mentre oggi per molto meno parlano di "guerra" e si chiedono arresti di massa!). Fino alla fine degli anni '80 fu una bella e fiera rivalità (i triestini non si tiravano mai indietro quando c'era da darsi per stessa ammissione di molti loro nemici dell'epoca...), poi le nostre strade si divisero. Ci siamo ritrovati solo dieci anni più tardi in serie C2, e l'adrenalina non mancò: tutti ricorderanno la trasferta del 23 dicembre 2000 a Trieste, a rinverdire i fasti di una quasi dimenticata rivalità. Tuttavia oggi l'odio si è molto annacquato, va detto. Molti esponenti delle due tifoserie cmq si conoscono e dal "Trieste slava, l'Italia non ti vuole!" urlato con rabbia negli anni '80 si è passati a un più blando "Trieste italiana, ma figli di puttana!". Del resto è normale, i tempi cambiano... Ma di certo non aspettatevi mai un'amicizia fra le due tifoserie, tenete gli occhi ben aperti e sabato non lesinate gli insulti!

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