Non esistono ancora atti ufficiali, ma il Viminale avrebbe pronunciato nei giorni scorsi un sì storico. Quello alle coreografie. Nei nostri stadi torneranno bandieroni, tamburi e ci saranno meno vincoli per gli striscioni. Solo i fumogeni resteranno al bando. È una controrivoluzione culturale per il Ministero dell’Interno e un passo avanti sulla strada del dialogo tra Stato e ultras, che - udite, udite - è già iniziato. Anche se in sordina. A fari spenti. Il primo frutto sarà la modifica, con un disegno di legge, della legge Amato: chi ha scontato un Daspo o una condanna per reati connessi a manifestazioni sportive potrà acquistare biglietti e tessera del tifoso. Come giustamente ricordava ieri il senatore del Pdl Andrea Augello, cofirmatario del ddl, «questa è l’unica legge italiana che mantiene il principio della damnatio memoriae ». Dannazione della memoria. Un indelebile marchio di colpevolezza per chi in passato abbia commesso un errore. Spieghiamo.
IL MEDIATORE A ravvisare l’incostituzionalità della legge è stata un’associazione di consumatori sportivi, la Adcs. Nata a luglio di un anno fa, e per questo forse sconosciuta ai più, in questi mesi si è data parecchio da fare.
Il primo passo è stato quello di concentrare l’attenzione del Senato sull’articolo 9 della legge 41/2007. Vi dice niente? È la legge Amato, che spesso è accompagnata dalla sottolineatura "legge anti-violenza". Come se le altre fossero a favore. Porta la firma dell’allora Ministro degli Interni, che dopo l’omicidio a Palermo dell’ispettore Raciti varò un autentico giro di vite, culminato in un decreto poi convertito nella legge 41. L’articolo 9 prevede che chi è stato punito con un Daspo (il provvedimento del Questore che vieta l’accesso agli stadi) o è stato condannato «anche con sentenza non definitiva» per un reato commesso durante una manifestazioni sportiva non possa acquistare o ricevere «titoli di accesso». Biglietti o tessere del tifoso, è la stessa cosa. La legge non specifica nemmeno il limite temporale del Daspo.
Con le regole attuali, un daspato sarebbe privato a vita della tessera del tifoso. È il motivo numero uno dell’antipatia delle nostre curve verso la carta.
LA RIFORMA L’Adcs ha ottenuto che il senatore (e giurista) del Pdl, Domenico Benedetti Valentini, si facesse firmatario di un disegno di legge, che è già stato presentato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato e che è stato illustrato ieri alla stampa. Nel nuovo articolo 9 si specifica che il Daspo deve essere «in atto». Solo in quel caso non si possono acquistare biglietti o ricevere la tessera del tifoso. Nel caso delle condanne, i tagliandi si possono invece comprare se il soggetto condannato negli ultimi cinque anni per reati da stadio ha già scontato un Daspo per lo stesso episodio. Complicato? Il principio è: se ho pagato per la mia colpa (con il Daspo), perché devo pagare un’altra volta?
LE COREOGRAFIE L’Adcs è andata oltre. In un incontro avuto sette giorni fa con Ieva e Massucci, rispettivamente numero uno e due dell’Osservatorio, ha chiesto il ritorno delle coreografie negli stadi. La risposta è stata: «Sì a tamburi e striscioni, no ai fumogeni ». Ieva si è fatto vivo due giorni dopo con l’associazione. Garantendo che le promesse saranno mantenute.
A quanto pare si sta tornando sulla strada del buon senso. Meno male. Ma io continuo a tenere gli occhi aperti. Sono come San Tommaso...
A SARAJEVO SI SPARA ANCORA. Si e' costituito il principale sospettato per la morte del tifoso del Sarajevo durante i disordini di tre settimane fa in Bosnia Erzegovina. Oliver Knezovic, un 35enne croato di Bosnia, con la cittadinanza anche croata, e' sospettato dalla polizia di aver sparato contro Vedran Puljic (24 anni), tifoso del Sarajevo,durante gli scontri caratterizzati piu' da motivazioni etniche che calcistiche. Per altre fonti a sparare sarebbe invece stato un agente della polizia di Siroki Brijeg.
CORNOVAGLIA BOXEUR. Il calcio in stile kung-fu di Eric Cantona ai tempi del Manchester United è roba da principianti se paragonata alla furia con la quale Lee Whetter, attaccante del St Austell, si è avventato contro un tifoso avversario dopo essere stato espulso. Durante il derby tra St Austelle e Newquay in Cornovaglia, valido per la South West Peninsula League, l'attaccante ha rimediato un cartellino rosso ma, anziché rientrare negli spogliatoi, si è diretto verso la tribuna dei tifosi avversari e ha aggredito uno dei supporter a suon di pugni. L'episodio ha scatenato una vera e propria rissa che ha coinvolto circa 20 persone. Doppia sconfitta per il St Austell, battuto 4-3 dal Newquay, e per il "pugile-centravanti" Whetter, al quale è stato detto che non giocherà mai più per il suo club. «Proprio non so cosa mi sia successo», ha commentato.
Cestaro, compraci Whetter!
ANCONA. Gli uomini della Digos, diretti dal Dott. Nicolli, dopo aver visionato le immagini video del circuito interno allo stadio "Del Conero" realizzate dagli operatori della Polizia Scientifica in occasione dei recenti incontri di calcio Ancona - Salernitana del 29 agosto, Ancona - Empoli del 14 settembre, Ancona - Modena del 29 settembre hanno denunciato all'Autorità Giudiziaria tre tifosi appartenenti ai gruppi ultras della curva Nord, responsabili di aver acceso e successivamente lanciato un artifizio pirotecnico (fumogeno). I giovani son stati altresì sottoposti al provvedimento di divieto di accesso ai luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive (daspo) emesso dal Questore di Ancona.
La cosa bella è che quest'articolo sul rispettivo giornale era accompagnato dal titolo "Scontri allo stadio, denunciati tre tifosi dell'Ancona". Quando si dice la disinformazione di professione...
E DATEJE DA MAGNA'! Una comitiva di tifosi romanisti ieri a Milano per il match Milan Roma hanno perso il treno di ritorno ieri sera dopo la partita, trascorrendo la notte a Milano. Questa mattina il gruppo è ripartito per Roma sull'Intercity 585. I 74 tifosi romanisti durante questo viaggio sono stati fermati alla stazione di Piacenza alle 8.30 dalla Polfer. Sei di loro, fra cui due minori, sono stati trovati senza biglietto e sono stati accompagnati in Questura, identificati e rilasciati. Particolare la giustificazione: "Avevamo perso il treno e speso tutto per mangiare - hanno spiegato agli agenti - per cui non potevamo permetterci il biglietto fino a Roma".
Quando si dice "il disagio sociale"...
COPPA SVIZZERA. Polizia della Città in azione ieri all'esterno dello Stadio Cornaredo. Gli agenti della città hanno dovuto usare le maniere forti per evitare lo scontro tra i tifosi del Grasshopper e quelli del Lugano. Tre gli arresti a margine della partita di Coppa Svizzera. Stando a quanto viene riferito dalla centrale di via Beltramina, una trentina di ultrà luganesi, appartenenti alla cosiddetta "tifoseria a rischio" del Lugano, "ha più volte tentato d'innescare lo scontro con le centinaia di tifosi avversari". A provocare sarebbero stati gli ultrà luganesi che avrebbero, infatti, tentato di forzare lo sbarramento di polizia posto in Via Trevano. La polizia è riuscita a tenere separate le due opposte tifoserie. I tifosi zurighesi non si sono tirati indietro e hanno, infatti, reagito, tentando anch'essi di sfondare lo sbarramento di polizia. Non è mancata la sassaiola e i danneggiamenti all'arredo urbano. Dai due fronti sono volati infatti sassi e oggetti, anche in direzione delle forze dell'ordine. Un cestino, alcune barriere di sbarramento e un cartello stradale sono stati danneggiati. Come riferito, la polizia ha proceduto a tre fermi per il reato di sommossa: un 18enne e un 26enne domiciliati oltre Gottardo e un 21enne del Locarnese. Il 26enne è stato condotto, in stato di fermo, al pronto soccorso per delle ferite lievi riportate ed è stato dimesso dall'Ospedale in tarda serata. Per tutti e tre sono stati rilevati tassi d'alcoolemia tra lo 0,8 e l'1,34 promille.
In Svizzera non sono solo Heidi ed Emmenthal a quanto pare. La Banda Basel fa parlare di se da un pò di anni, come anche del resto tifoserie come Lugano. Da tenere d'occhio....
NAPOLI-BOLOGNA. Due sostenitori del Napoli, di 21 e 31 anni, sono stati identificati durante la contestazione avvenuta ieri al San Paolo e sottoposti a Daspo della durata di tre anni. I due ultras non potranno assistere ad alcuna partita del Napoli né della Nazionale e saranno anche sottoposti all'obbligo di firma all'inizio e alla fine di ogni incontro presso gli uffici della Polizia. Prima del match, i 'Falchi' della Squadra Mobile avevano provveduto all'arresto del 38enne C. M. per bagarinaggio, recidivo e già sottoposto a Daspo.
BARESI A VERONA. Lavorano tutti e quattro per un'impresa di Rovato e vivono a Verdello, nella Bergamasca. Domenica avevano preso il treno per venire a vedere Chievo-Bari. Ci hanno tenuto a sottolineare che non facevano parte di nessun gruppo organizzato e che quindi con la ventina di tifosi che era arrivata scortata dalle volanti non c'entravano. Ma hanno ammesso, seppur sostenendo di essere stati offesi, provocati e picchiati dai tifosi del Chievo, di aver reagito e di aver colpito, chi con le aste di gomma usate per sostenere lo striscione, chi con la cintura chi lanciando una bicicletta, due tifosi che erano fermi al chiosco dei panini. Per tutti l'accusa è lesioni aggravate dall'uso di oggetti atti ad offendere e dall'averle commesse prima di un incontro di calcio. I due feriti (sette e 21 giorni la prognosi dei supporter tutelati dall'avvocato Corrado Tognetti) e la società di calcio che invece è rappresentata da Marco Mirabile si costituiranno parte civile nei confronti di V. M. L., G. R., C. C. e L. C., due di Bisceglie e due di Molfetta (l'avvocato Michele Dorizzi è il loro difensore) che fino al 27 ottobre, data in cui sarà celebrata la direttissima, restano in carcere a Montorio. Il magistrato ha ritenuto infatti che in virtù del comportamento attuato nei confronti dei due tifosi veronesi anche con oggetti atti ad offendere l'unica misura adottabile per evitare il ripetersi di episodi violenti fosse la custodia in carcere, nonostante due degli indagati non siano gravati da precedenti. Questo perché si è trattato di una reazione abnorme il più grave dei sostenitori del Chievo ha riportato con traumi alle ossa nasali, lesioni da schiacciamento alle mani e la frattura parziale di un incisivo. A spiegare le modalità dell'intervento che ha portato all'arresto dei quattro supporter pugliesi è stato il dirigente della questura Fernando Malfatti che domenica era il responsabile del servizio d'ordine al Bentegodi. «Ci avevano segnalato che circa 25 tifosi del Bari stavano arrivando a piedi dalla stazione e ho disposto il servizio di scorta fino alla curva ospiti. Stavo andando incontro ai miei uomini mi hanno comunicato che all'altezza del chiosco dei panini c'era un tafferuglio», ha esordito il dirigente spiegando poi che mentre si avvicinava al «punto caldo» ha incrociato due tifosi che si allontanavano: «Erano R. e C., quest'ultimo aveva un'asta di gomma dura, quella con cui abbiamo appurato era stato colpito il tifoso del Chievo. Vedendo la situazione abbiamo realizzato che non era un tafferuglio ma un'aggressione a senso unico, altri due tifosi baresi erano stati bloccati dalla Digos». Ha spiegato quanto riferito dall'aggredito che, a terra, sotto choc, aveva ferite alla testa, al collo, al fianco e un dente rotto. «Ci ha detto di essere stato colpito con l'asta, pugni e calci, un amico era intervenuto per difenderlo ma a quel punto uno dei quattro brandiva una cintura mentre un altro stava stava lanciando una bicicletta». Quella deviata da uno dei tifosi del Chievo. I quattro tifosi hanno accettato di rispondere per chiarire l'episodio e le rispettive responsabilità. Il primo a farlo è stato C., ha ammesso di essere colui che portava le aste di gomma rigida per lo striscione e che quando sono passati davanti al chiosco sono stati insultati. «Il tono era minaccioso, io non capisco il dialetto». Ha ammesso di aver usato le aste «ma non so se ho colpito qualcuno». C. si era sfilato la cintura: «la facevo roteare per tenere lontano il gruppo di tifosi, erano una trentina e ci avevano insultato e spinto. Io e M. (L., ndr) non abbiamo toccato nessuno». E anche quando il giudice gli ha fatto notare che le lesioni riportate dal ferito erano compatibili con colpi di cinghia ha continuato a negare. L., a detta di tutti, non ha alzato le mani. «Stavamo andando a prendere il biglietto, ci hanno insultato e uno dei tifosi veronesi ha colpito R., poi sono arrivate altre persone ma io non ho picchiato nessuno nessuno, ero intento ad evitare di essere colpito, non stavo scappando, mi stavo allontanando». L'ultimo a rispondere è stato Rovereto: «Quando sono passato davanti al chiosco qualcuno ha detto "vattene via da qui" e mi è arrivato uno schiaffo che mi ha fatto volare gli occhiali, per questo ho preso la bicicletta, per difendermi. Ero circondato». Poi si è allontanato con L. (C.): «aveva le aste ma non ho visto se le ha usate. L.? Era distante alcuni metri da noi e non l'ho visto fare niente». Il difensore, opponendosi alla richiesta della pm d'udienza Bisceglie, ha sottolineato come in tre «avessero ammesso l'episodio originato dalla provocazione dei tifosi clivensi. Il quarto, L., non c'entra nulla. Sono disponibili a risarcire il danno». Non è servito. Tutti in carcere.
Conoscendo gli usi e costumi della questura di Verona, ho dei buoni motivi per pensare che non stiano così le cose...
TERZA CATEGORIA ITALIANA. Dieci persone sono state denunciate in seguito ad una rissa scoppiata durante un match di terza categoria, Ambrosiana-Amaroni dello scorso 26 febbraio. La rissa ha visto coinvolti sia calciatori delle due squadre sia tifosi che sono scesi in campo superando la recinzione. Quattro dei personaggi coinvolti erano già stati identificati nell'immediatezza dei fatti, agli altri si è arrivati attraverso le indagini sui filmati. Per tutti e dieci i denunciati è scattato anche il Daspo.
SASSARESI DIFFIDATI. La polizia ha notificato nove provvedimenti di divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni sportive (DASPO) nei confronti dei responsabili dei disordini scoppiati alla fine dell'incontro di calcio del campionato di Eccellenza tra il Fertilia e la Torres del 4 ottobre. I provvedimenti, la cui validita' varia dai due ai cinque anni, sono stati emessi a carico di tifosi della Torres denunciati per resistenza e violenza a pubblico ufficiale danneggiamento aggravato e indebita invasione di luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive. Sempre a carico dei tifosi, e' in corso di convalida da parte del Gip di Sassari la prescrizione dell'obbligo di firma.
JUVENTUS-FIORENTINA. Non si sono registrati incidenti gravi, in occasione di Juventus-Fiorentina, ma le forze dell'ordine sono intervenute più volte con forza per impedire il contatto fra le tifoserie, quella bianconera con gli oltre 1.500 tifosi viola, in buona parte arrivati con i 30 pullman parcheggiati nella zona dello stadio. In particolare, mezz'ora prima della partita, gli agenti del reparto mobile e della Digos hanno bloccato, fuori dallo stadio, all'altezza della curva dei tifosi ospiti, un gruppo di circa 50 sostenitori della Juventus che cercava di aggredire gli esponenti della fazione opposta. Nel parapiglia che ne è nato sono stati effettuati tre fermi di altrettanti tifosi bianconeri: due di questi non hanno voluto fornire le loro generalità e sono stati denunciati, il terzo ha aggredito un poliziotto, mordendogli una mano, ed è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, ma anche per inottemperanza al Daspo, il provvedimento che vieta l'entrata allo stadio. Un altro juventino è stato bloccato nella zona del filtraggio, all'entrata dello stadio, perché trovato con addosso degli artifici pirotecnici che stava cercando di far entrare nello stadio.
SPAL-RIMINI. Lunedì scorso, in occasione di Spal–Rimini, alcuni tifosi romagnoli hanno acceso sette fumogeni nel corso della partita. Due dei supporter, in seguito dalle immediate indagini della polizia, sono stati individuati sia attraverso il sistema di videosorveglianza dello stadio sia con l’ausilio degli steward che hanno compiti di osservazione e vigilanza all’interno degli impianti sportivi. I successivi accertamenti svolti dalla questura estense, anche attraverso l’incrocio dei dati di identificazione rilasciati in occasione dell’acquisto del tagliando d’ingresso, hanno consentito di identificare S.P., di 21 anni, e D.P., di 33, entrambi residenti a Rimini, i quali sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per lancio di materiale pericoloso, scavalcamento ed invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive. In tale circostanza, il questore di Ferrara ha irrogato inoltre nei confronti dei due responsabili il Daspo per un anno. Sono in corso ulteriori accertamenti per individuare ulteriori responsabili dell’accensione di altri fumogeni.
Anche qui, come nel caso di Ancona, assistiamo a uno scherzo giornalistico. Infatti nell'articolo si parla di accensione di fumogeni mentre il titolo era "Disordini durante Spal-Rimini". Cosa non si fa per vendere qualche copia in più.
A quanto pare si sta tornando sulla strada del buon senso. Meno male. Ma io continuo a tenere gli occhi aperti. Sono come San Tommaso...
A SARAJEVO SI SPARA ANCORA. Si e' costituito il principale sospettato per la morte del tifoso del Sarajevo durante i disordini di tre settimane fa in Bosnia Erzegovina. Oliver Knezovic, un 35enne croato di Bosnia, con la cittadinanza anche croata, e' sospettato dalla polizia di aver sparato contro Vedran Puljic (24 anni), tifoso del Sarajevo,durante gli scontri caratterizzati piu' da motivazioni etniche che calcistiche. Per altre fonti a sparare sarebbe invece stato un agente della polizia di Siroki Brijeg.
CORNOVAGLIA BOXEUR. Il calcio in stile kung-fu di Eric Cantona ai tempi del Manchester United è roba da principianti se paragonata alla furia con la quale Lee Whetter, attaccante del St Austell, si è avventato contro un tifoso avversario dopo essere stato espulso. Durante il derby tra St Austelle e Newquay in Cornovaglia, valido per la South West Peninsula League, l'attaccante ha rimediato un cartellino rosso ma, anziché rientrare negli spogliatoi, si è diretto verso la tribuna dei tifosi avversari e ha aggredito uno dei supporter a suon di pugni. L'episodio ha scatenato una vera e propria rissa che ha coinvolto circa 20 persone. Doppia sconfitta per il St Austell, battuto 4-3 dal Newquay, e per il "pugile-centravanti" Whetter, al quale è stato detto che non giocherà mai più per il suo club. «Proprio non so cosa mi sia successo», ha commentato.
Cestaro, compraci Whetter!
ANCONA. Gli uomini della Digos, diretti dal Dott. Nicolli, dopo aver visionato le immagini video del circuito interno allo stadio "Del Conero" realizzate dagli operatori della Polizia Scientifica in occasione dei recenti incontri di calcio Ancona - Salernitana del 29 agosto, Ancona - Empoli del 14 settembre, Ancona - Modena del 29 settembre hanno denunciato all'Autorità Giudiziaria tre tifosi appartenenti ai gruppi ultras della curva Nord, responsabili di aver acceso e successivamente lanciato un artifizio pirotecnico (fumogeno). I giovani son stati altresì sottoposti al provvedimento di divieto di accesso ai luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive (daspo) emesso dal Questore di Ancona.
La cosa bella è che quest'articolo sul rispettivo giornale era accompagnato dal titolo "Scontri allo stadio, denunciati tre tifosi dell'Ancona". Quando si dice la disinformazione di professione...
E DATEJE DA MAGNA'! Una comitiva di tifosi romanisti ieri a Milano per il match Milan Roma hanno perso il treno di ritorno ieri sera dopo la partita, trascorrendo la notte a Milano. Questa mattina il gruppo è ripartito per Roma sull'Intercity 585. I 74 tifosi romanisti durante questo viaggio sono stati fermati alla stazione di Piacenza alle 8.30 dalla Polfer. Sei di loro, fra cui due minori, sono stati trovati senza biglietto e sono stati accompagnati in Questura, identificati e rilasciati. Particolare la giustificazione: "Avevamo perso il treno e speso tutto per mangiare - hanno spiegato agli agenti - per cui non potevamo permetterci il biglietto fino a Roma".
Quando si dice "il disagio sociale"...
COPPA SVIZZERA. Polizia della Città in azione ieri all'esterno dello Stadio Cornaredo. Gli agenti della città hanno dovuto usare le maniere forti per evitare lo scontro tra i tifosi del Grasshopper e quelli del Lugano. Tre gli arresti a margine della partita di Coppa Svizzera. Stando a quanto viene riferito dalla centrale di via Beltramina, una trentina di ultrà luganesi, appartenenti alla cosiddetta "tifoseria a rischio" del Lugano, "ha più volte tentato d'innescare lo scontro con le centinaia di tifosi avversari". A provocare sarebbero stati gli ultrà luganesi che avrebbero, infatti, tentato di forzare lo sbarramento di polizia posto in Via Trevano. La polizia è riuscita a tenere separate le due opposte tifoserie. I tifosi zurighesi non si sono tirati indietro e hanno, infatti, reagito, tentando anch'essi di sfondare lo sbarramento di polizia. Non è mancata la sassaiola e i danneggiamenti all'arredo urbano. Dai due fronti sono volati infatti sassi e oggetti, anche in direzione delle forze dell'ordine. Un cestino, alcune barriere di sbarramento e un cartello stradale sono stati danneggiati. Come riferito, la polizia ha proceduto a tre fermi per il reato di sommossa: un 18enne e un 26enne domiciliati oltre Gottardo e un 21enne del Locarnese. Il 26enne è stato condotto, in stato di fermo, al pronto soccorso per delle ferite lievi riportate ed è stato dimesso dall'Ospedale in tarda serata. Per tutti e tre sono stati rilevati tassi d'alcoolemia tra lo 0,8 e l'1,34 promille.
In Svizzera non sono solo Heidi ed Emmenthal a quanto pare. La Banda Basel fa parlare di se da un pò di anni, come anche del resto tifoserie come Lugano. Da tenere d'occhio....
NAPOLI-BOLOGNA. Due sostenitori del Napoli, di 21 e 31 anni, sono stati identificati durante la contestazione avvenuta ieri al San Paolo e sottoposti a Daspo della durata di tre anni. I due ultras non potranno assistere ad alcuna partita del Napoli né della Nazionale e saranno anche sottoposti all'obbligo di firma all'inizio e alla fine di ogni incontro presso gli uffici della Polizia. Prima del match, i 'Falchi' della Squadra Mobile avevano provveduto all'arresto del 38enne C. M. per bagarinaggio, recidivo e già sottoposto a Daspo.
BARESI A VERONA. Lavorano tutti e quattro per un'impresa di Rovato e vivono a Verdello, nella Bergamasca. Domenica avevano preso il treno per venire a vedere Chievo-Bari. Ci hanno tenuto a sottolineare che non facevano parte di nessun gruppo organizzato e che quindi con la ventina di tifosi che era arrivata scortata dalle volanti non c'entravano. Ma hanno ammesso, seppur sostenendo di essere stati offesi, provocati e picchiati dai tifosi del Chievo, di aver reagito e di aver colpito, chi con le aste di gomma usate per sostenere lo striscione, chi con la cintura chi lanciando una bicicletta, due tifosi che erano fermi al chiosco dei panini. Per tutti l'accusa è lesioni aggravate dall'uso di oggetti atti ad offendere e dall'averle commesse prima di un incontro di calcio. I due feriti (sette e 21 giorni la prognosi dei supporter tutelati dall'avvocato Corrado Tognetti) e la società di calcio che invece è rappresentata da Marco Mirabile si costituiranno parte civile nei confronti di V. M. L., G. R., C. C. e L. C., due di Bisceglie e due di Molfetta (l'avvocato Michele Dorizzi è il loro difensore) che fino al 27 ottobre, data in cui sarà celebrata la direttissima, restano in carcere a Montorio. Il magistrato ha ritenuto infatti che in virtù del comportamento attuato nei confronti dei due tifosi veronesi anche con oggetti atti ad offendere l'unica misura adottabile per evitare il ripetersi di episodi violenti fosse la custodia in carcere, nonostante due degli indagati non siano gravati da precedenti. Questo perché si è trattato di una reazione abnorme il più grave dei sostenitori del Chievo ha riportato con traumi alle ossa nasali, lesioni da schiacciamento alle mani e la frattura parziale di un incisivo. A spiegare le modalità dell'intervento che ha portato all'arresto dei quattro supporter pugliesi è stato il dirigente della questura Fernando Malfatti che domenica era il responsabile del servizio d'ordine al Bentegodi. «Ci avevano segnalato che circa 25 tifosi del Bari stavano arrivando a piedi dalla stazione e ho disposto il servizio di scorta fino alla curva ospiti. Stavo andando incontro ai miei uomini mi hanno comunicato che all'altezza del chiosco dei panini c'era un tafferuglio», ha esordito il dirigente spiegando poi che mentre si avvicinava al «punto caldo» ha incrociato due tifosi che si allontanavano: «Erano R. e C., quest'ultimo aveva un'asta di gomma dura, quella con cui abbiamo appurato era stato colpito il tifoso del Chievo. Vedendo la situazione abbiamo realizzato che non era un tafferuglio ma un'aggressione a senso unico, altri due tifosi baresi erano stati bloccati dalla Digos». Ha spiegato quanto riferito dall'aggredito che, a terra, sotto choc, aveva ferite alla testa, al collo, al fianco e un dente rotto. «Ci ha detto di essere stato colpito con l'asta, pugni e calci, un amico era intervenuto per difenderlo ma a quel punto uno dei quattro brandiva una cintura mentre un altro stava stava lanciando una bicicletta». Quella deviata da uno dei tifosi del Chievo. I quattro tifosi hanno accettato di rispondere per chiarire l'episodio e le rispettive responsabilità. Il primo a farlo è stato C., ha ammesso di essere colui che portava le aste di gomma rigida per lo striscione e che quando sono passati davanti al chiosco sono stati insultati. «Il tono era minaccioso, io non capisco il dialetto». Ha ammesso di aver usato le aste «ma non so se ho colpito qualcuno». C. si era sfilato la cintura: «la facevo roteare per tenere lontano il gruppo di tifosi, erano una trentina e ci avevano insultato e spinto. Io e M. (L., ndr) non abbiamo toccato nessuno». E anche quando il giudice gli ha fatto notare che le lesioni riportate dal ferito erano compatibili con colpi di cinghia ha continuato a negare. L., a detta di tutti, non ha alzato le mani. «Stavamo andando a prendere il biglietto, ci hanno insultato e uno dei tifosi veronesi ha colpito R., poi sono arrivate altre persone ma io non ho picchiato nessuno nessuno, ero intento ad evitare di essere colpito, non stavo scappando, mi stavo allontanando». L'ultimo a rispondere è stato Rovereto: «Quando sono passato davanti al chiosco qualcuno ha detto "vattene via da qui" e mi è arrivato uno schiaffo che mi ha fatto volare gli occhiali, per questo ho preso la bicicletta, per difendermi. Ero circondato». Poi si è allontanato con L. (C.): «aveva le aste ma non ho visto se le ha usate. L.? Era distante alcuni metri da noi e non l'ho visto fare niente». Il difensore, opponendosi alla richiesta della pm d'udienza Bisceglie, ha sottolineato come in tre «avessero ammesso l'episodio originato dalla provocazione dei tifosi clivensi. Il quarto, L., non c'entra nulla. Sono disponibili a risarcire il danno». Non è servito. Tutti in carcere.
Conoscendo gli usi e costumi della questura di Verona, ho dei buoni motivi per pensare che non stiano così le cose...
TERZA CATEGORIA ITALIANA. Dieci persone sono state denunciate in seguito ad una rissa scoppiata durante un match di terza categoria, Ambrosiana-Amaroni dello scorso 26 febbraio. La rissa ha visto coinvolti sia calciatori delle due squadre sia tifosi che sono scesi in campo superando la recinzione. Quattro dei personaggi coinvolti erano già stati identificati nell'immediatezza dei fatti, agli altri si è arrivati attraverso le indagini sui filmati. Per tutti e dieci i denunciati è scattato anche il Daspo.
SASSARESI DIFFIDATI. La polizia ha notificato nove provvedimenti di divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni sportive (DASPO) nei confronti dei responsabili dei disordini scoppiati alla fine dell'incontro di calcio del campionato di Eccellenza tra il Fertilia e la Torres del 4 ottobre. I provvedimenti, la cui validita' varia dai due ai cinque anni, sono stati emessi a carico di tifosi della Torres denunciati per resistenza e violenza a pubblico ufficiale danneggiamento aggravato e indebita invasione di luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive. Sempre a carico dei tifosi, e' in corso di convalida da parte del Gip di Sassari la prescrizione dell'obbligo di firma.
JUVENTUS-FIORENTINA. Non si sono registrati incidenti gravi, in occasione di Juventus-Fiorentina, ma le forze dell'ordine sono intervenute più volte con forza per impedire il contatto fra le tifoserie, quella bianconera con gli oltre 1.500 tifosi viola, in buona parte arrivati con i 30 pullman parcheggiati nella zona dello stadio. In particolare, mezz'ora prima della partita, gli agenti del reparto mobile e della Digos hanno bloccato, fuori dallo stadio, all'altezza della curva dei tifosi ospiti, un gruppo di circa 50 sostenitori della Juventus che cercava di aggredire gli esponenti della fazione opposta. Nel parapiglia che ne è nato sono stati effettuati tre fermi di altrettanti tifosi bianconeri: due di questi non hanno voluto fornire le loro generalità e sono stati denunciati, il terzo ha aggredito un poliziotto, mordendogli una mano, ed è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, ma anche per inottemperanza al Daspo, il provvedimento che vieta l'entrata allo stadio. Un altro juventino è stato bloccato nella zona del filtraggio, all'entrata dello stadio, perché trovato con addosso degli artifici pirotecnici che stava cercando di far entrare nello stadio.
SPAL-RIMINI. Lunedì scorso, in occasione di Spal–Rimini, alcuni tifosi romagnoli hanno acceso sette fumogeni nel corso della partita. Due dei supporter, in seguito dalle immediate indagini della polizia, sono stati individuati sia attraverso il sistema di videosorveglianza dello stadio sia con l’ausilio degli steward che hanno compiti di osservazione e vigilanza all’interno degli impianti sportivi. I successivi accertamenti svolti dalla questura estense, anche attraverso l’incrocio dei dati di identificazione rilasciati in occasione dell’acquisto del tagliando d’ingresso, hanno consentito di identificare S.P., di 21 anni, e D.P., di 33, entrambi residenti a Rimini, i quali sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per lancio di materiale pericoloso, scavalcamento ed invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive. In tale circostanza, il questore di Ferrara ha irrogato inoltre nei confronti dei due responsabili il Daspo per un anno. Sono in corso ulteriori accertamenti per individuare ulteriori responsabili dell’accensione di altri fumogeni.
Anche qui, come nel caso di Ancona, assistiamo a uno scherzo giornalistico. Infatti nell'articolo si parla di accensione di fumogeni mentre il titolo era "Disordini durante Spal-Rimini". Cosa non si fa per vendere qualche copia in più.
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