LE VERITA' NASCOSTE. Cronaca di una partita mai vista. Potrei titolare così il mio nuovo post. I motivi per cui non avrei partecipato all'evento sportivo li ho già spiegati quindi non mi dilungo troppo oltre. Tuttavia alla trasferta ho voluto partecipare ugualmente. A modo mio, in giro per la città a respirare l'atmosfera di un derby che non è mai stato tale a Padova. Si perchè io credo che le trasferte vadano onorate tutte: ci sono quelle calde e quelle noiose, le trasferte di merda che ci hanno accompagnato per anni in campi come Lumezzane per dirne uno, le trasferte vietate e quelle in cui ci si autoesclude dallo spettacolo. Ma tutte vanno onorate: il viaggio va fatto, la presenza fuori casa va fatta. E così è stato a Cittadella. Ed è strano vedere così tanti padovani in giro con tanto di sciarpe al collo. E' strano vedere le due tifoserie che si mischiano. Però è anche normale, specie in una situazione in cui la rivalità non esiste. Ma non esiste nemmeno la simpatia, non più almeno... Verso la fine degli anni '90, quando i granata vennero promossi in C1, attirarono la simpatia di molti padovani, ma molti altri li videro come degli ingombranti usurpatori di un "trono provinciale" che era sempre stato appannaggio dei biancoscudati. Gli stessi paragoni giornalistici fra la "bella favola" del Cittadella e la gestione societaria biancoscudata di quegli anni sciagurati infastidiva non poco molta gente. Poi c'è stata la mancata fusione dell'estate del 2001 che ha inesorabilmente minato i rapporti fra le due società. E fra i tifosi negli anni immediatamente successivi tutti continuarono a vedere fantasmi ibridi ovunque, nel capoluogo dove si cantava "Padova è stata e resterà scudata!", e nella città murata dove sempre di più i tifosi rifiutarono l'idea di essere considerati padovani (probabilmente era l'equivoco che nasceva con molte tifoserie a spingerli in questa direzione). Non ultimi, i cori "chi non salta è un padovano!" in occasione della promozione in B che hanno fatto storcere il naso a più di qualcuno, non lanciati dallo zoccolo duro della tifoseria granata ma seguiti da buona parte del pubblico presente... Insomma, i rapporti ufficiali fra le due tifoserie sono di indifferenza, ma l'antipatia di tanti singoli tifosi la percepisci quando incroci i loro sguardi in giro per la città, o quando sei in pub a sorseggiare la tua birra prima della partita e vedi qualcuno con sciarpa granata che entra, si guarda attorno e sussurra nemmeno a voce tanto bassa "Dio ***! I ze tuti qua!". Non che questo mi cambi la vita sinceramente, io ho sempre considerato Cittadella un paese della Grande Provincia Biancoscudata, non ho niente contro i granata (alcuni li conosco personalmente) e non me li vedo come rivali, per ovvie ragioni di numeri, di tradizione e di attitudine. Però sono curioso di vedere col tempo, la piega che prenderanno le cose. Oggi ancora ci salviamo perchè calcisticamente le due squadre non sono mai arrivate a pestarsi i piedi....
NO ZE PAEA CARTA DA MIE... Come ho già avuto modo di dire, la partita non l'ho vista, ma questo non mi impedisce di fare alcune considerazioni. Come già detto, a Cittadella insieme al compianto Angelo Gabrielli (grande presidente, grande uomo) è scomparso anche lo stile, ed il figlio Andrea in collaborazione col dg Marchetti ha dimostrato una pericolosa tendenza che fu sua già dell'altro figlio Piergiorgio (quello che voleva la fusione): essere pronto a vendersi per un euro in più! Detto questo uno potrebbe anche obiettare che il mio sacrificio di non assistere alla partita di sicuro non ha cambiato l'incasso della serata all'A.S.Cittadella, e qui va fatto un distinguo: vedere una partita è sempre una scelta personale, come andare al cinema, o a teatro o a un concerto. Nessun medico, nessun dottore ti obbligherà mai ad assistere a una partita di calcio. Spesso ci sono partite talmente di merda in giornate talmente di merda che ti verrebbe da startene a casa sotto le coperte al caldo, ma uno che ci tiene va lo stesso (uno che non ci tiene evidentemente no, e qua potete tirare fuori tutte le scuse che volete: non ci tenete abbastanza!). Si chiama fedeltà. Fedeltà alla maglia, che ti porta ad andare allo stadio anche quando le cose vanno di merda, fedeltà alla tifoseria, che ti porta ad andare anche in campi inutili ed in orari impossibili. Ma "fedeltà" non deve diventare una scusa per bastonare ulteriormente i più deboli, ovvero quei tifosi che già fanno abbastanza sacrifici per la maglia. Il Cittadella ha fatto la sua mossa per arrecare un danno al Padova, il discorso che facevo poco sopra. Il Padova ha detto di essersi mosso inutilmente, ed io mi vedo Cester con l'orecchio che gli frulla per aver passato ore a far squillare il telefonino di Andrea Gabrielli. La mia fedeltà al Padova non comprende il piegarsi a novanta gradi ogni volta che qualcuno dei signorotti che manovra il calcio di casa nostra fa i capricci, saluti e grazie signori!
Rimane la fedeltà alla tifoseria, decidendo di effettuare ugualmente la trasferta, in una serata in cui ognuno ha fatto ciò che riteneva più opportuno: chi è entrato lamentandosi col mondo ma alla fine versando i diciotto euro nelle casse della società granata e l'euro e cinquanta di prevendita a Ticket Kippah; chi se n'è rimasto direttamente a casa; chi come me è rimasto in giro per Cittadella (nemmeno tanto pochi). E chi, purtroppo, nemmeno si è posto il problema ed ha preso il biglietto senza fiatare: sono quelli che Cittadella sarà per loro l'unica trasferta del campionato, che il Padova lo seguono di sfuggita e lo vengono a vedere solo se va bene, o se per caso non si trovano in Germania per fare l'Erasmus. Sono quelli che hanno anche il tempo di criticare gli ultras, che li definiscono e che vorrebbero che gli antisommossa macinassero a manganellate le nostre teste marce. Magari frequentano anche lo stesso settore. Padova è piena di questa gente purtroppo, studentelli progressisti (che non sono peggio dei fratelli più grandi, i preti-progressisti) col culo parato dal papà. Non chiedo se questi ci saranno a Lecce fra due settimane, mi chiedo se verranno sabato con la Salernitana in casa. E ad ogni modo credo sia anche inutile sprecare fiato per gente che purtroppo esiste: certo diventa triste quando si finisce per adeguarsi, perchè "tanto molta gente entrerà lo stesso". Io credo che una posizione ci vorrebbe, una guida pure. Magari non sarà la maggioranza della gente a seguirla, ma almeno qualcosa in più si muoverebbe. E prendere decisioni impopolari come quella di disertare "l'attesissimo derby" di Cittadella servirebbe magari a far capire che non siamo tutti pecore che brucano nel gregge. Perlomeno, servirebbe a non legittimare chi ci ha voluto buttare nel culo cinque euro in più. Al di la dei cori sui morti di fame e delle banconote fotocopiate, che sono anche carine a livello goliardico ma non molto di più... Io questo ho fatto, sono andato controcorrente, facendo quello che secondo me era la cosa più giusta da fare. Dandola in faccia a chi è convinto che "i vigliacchi fossero quelli non si muovono solo in branco come loro, che non devastano i treni solo se sono in tanti, che minacciano solo quando sono con le altre scimmie; come se i traditori non fossero loro, che stanno distruggendo il calcio...". Nessuna polemica con i ragazzi, solo un augurio: che in futuro ci sia maggiore unità di fronte a questi scempi.
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