giovedì 19 novembre 2009

IL BENE E IL MALE



Ancora in tema di tessera del tifoso, questa volta tratterò due modi diametralmente opposti di commentare un evento. Il primo è un comunicato dell'USP, Unione Sindacale di Polizia, a commento della manifestazione di sabato a Roma: una delle più grandi prove di servilismo, meschinità e menzogna mai partorita in Italia. A certa gente bisognerebbe dare un premio perchè ci vuole del bel pelo sullo stomaco per raccontare tutte queste BALLE ai cittadini. Lo pubblico commentandolo punto per punto...

La rivolta di poche centinaia ("Poche centinaia"... 6.000 per la precisione) di ultras scalmanati contro le recenti misure del Ministro dell’Interno Roberto Maroni per arginare il tifo violento, costituisce l’ultimo colpo di coda di una fazione prepotente ed aggressiva che nulla ha a che fare con il vero sport e con i veri tifosi.
Indubbiamente giuste e inevitabili quindi tutte quelle nuove regole tese a limitare lo strapotere di gruppuscoli di persone
(Giuste non so quanto visto che c'è più di qualcuno e non solo ultras che parlano di vere e proprie violazioni della costituzione... Non è quella che voi dovreste, e il condizionale è quanto mai d'obbligo, difendere?) violente che ogni domenica, spacciandosi per tifosi, si recano allo stadio unicamente per creare disordini e per cercare ad ogni costo lo scontro con la Polizia (Bisognerebbe avere il coraggio anche di limitare lo strapotere di quei gruppuscoli di persone che la domenica si nascondono dietro una divisa ed un manganello per sfogare la propria aggressività e le proprie frustazioni. Per esempio in altri paesi europei non esiste nessuna "tessera del tifoso" ma i poliziotti hanno un numero di riconoscimento ben visibile sul casco. Non è che forse in Italia vi sentite un pò troppo "al di sopra"?).
Non è più possibile infatti assistere, prima, durante e dopo ogni partita, ad episodi di inaudita violenza, pestaggi e atti vandalici, seguiti poi sistematicamente da un coro di ridicole quanto vergognose accuse contro la presunta brutalità dei Poliziotti dei Reparti Mobili, intervenuti per riportare l’ordine ed essi stessi principali vittime di reiterate aggressioni da parte degli ultras
(A dirla tutta le brutalità dei poliziotti non sono una mera invenzione degli ultras, ma esistono decine di testimonianze ben più in alto. Per esempio in occasione del G8 di Genova. Esistono documenti per esempio che provano come e con quale facilità la polizia italiana abbia violato la Convenzione di Ginevra. E' vero che in Italia non esiste il reato di tortura e di questo ve ne siete sempre approfittati, e tutto questo vittimismo, questi bei discorsi sui "poveri poliziotti che rischiano la vita per 1.300 euro al mese" o sulle "ridicole accuse" che vi vengono mosse sanno un tantino di barzeletta. Almeno risparmiateci i piagnistei.)

 E’ di tutta evidenza che i provvedimenti del Ministro Maroni e del Governo vengono contestati proprio perché impediscono ad alcuni delinquenti di utilizzare l’alibi del tifo calcistico, (L'unica cosa evidente, a detta di tutto il mondo calcistico e non solo degli ultras, è l'incostituzionalità dell'art.9. Evidentemente chi ha steso questo comunicato vive in una dimensione parallela e fa un pò di confusione sulle cose) per sfogare istinti bestiali che snaturano la vera passione per lo sport, ponendo in ombra una vera tifoseria che però è stata finora incapace di isolare i facinorosi e, pertanto, si trova suo malgrado a dover subire anch’essa le restrizioni derivanti dal comportamento violento di pochi emarginati. (Fino a prova contraria è compito dello stato e non dei tifosi distinguere i comportamenti dei singoli tifosi. Il fatto stesso che vengano applicate delle restrizioni ai tifosi, leggi trasferte vietate, significa che lo stato non è in grado di garantire l'ordine pubblico. Insomma, i provvedimenti che prendete sono un'implicita ammissione di incapacità nello svolgere le mansioni per cui siete pagati. Detto in soldoni.)
Dal corteo dei supporter che ha sfilato per le vie di Roma non abbiamo sentito però levarsi alcuna voce per ricordare la morte assurda di chi, come Vincenzo Paparelli e molti altri, si era recato allo Stadio solo per veder giocare la squadra del cuore. Si sono invece uditi solo cori di insulti contro l’agente Spaccarotella
(E' anche lui una povera vittima di un complotto? Cazzo, fategli subito la tessera del tifoso per riabilitarlo allora!) e i Poliziotti in genere, ma anche minacce nei confronti del Ministro dell’Interno Roberto Maroni, mentre le Forze dell’Ordine sono state come di consueto aggredite con il lancio di bombe carta, pietre e altri oggetti in grado di uccidere o ferire gravemente (E' un vero peccato che perfino i vostri amici giornalisti abbiano dovuto ammettere, in molti casi con pieno rammarico, che la manifestazione si è svolta senza il benchè minimo incidente. Sarebbe utile inventarsi delle storie un pò più credibili, quando si vuole far colpo sull'opinione pubblica).
Ancora una volta, chi manifestava pacificamente le proprie convinzioni non ha saputo emarginare quegli individui che sporcano l’immagine dello sport e, amano percorrere la sola strada della violenza per ribadire la loro opinabile supremazia
(Vale quanto detto sopra. Raccontatene un'altra).
Al Ministro Maroni esprimiamo solidarietà per le minacce ricevute
(Le uniche minacce Maroni le ha ricevute da un'organizzazione pseudo terroristica, che mi pare non centri nulla con i temi centrali di questo comunicato) e, lo esortiamo ad andare avanti affinché una partita di pallone non sia più il facile pretesto per risse e scorribande varie, ma torni ad essere un momento di festa per quanti ancora credono nella vera competizione sportiva e nel rispetto delle regole (Togliere la polizia dagli stadi ed affidare i compiti di controllo sugli spalti agli steward è stata sicuramente una buona mossa. Peccato che così facendo molti vostri colleghi si ritroveranno in esubero).

Dopo la lettura di una cialtroneria (perchè di questo si tratta) del genere, ai più verrebbe voglia di vomitare, a qualcuno di farsi un'amara risata. Invece c'è anche chi ci ha capito un pò di più dell'U.S.P. Si tratta di un giornalista, di cui mi piace citare il nome: Roberto Stracca. E non uno qualsiasi, ma un giornalista del Corriere della Sera. Chissà, forse gli amici dell'USP il giorno che si renderanno conto che l'Italia è uno stivale e non un anfibio di celerino come piace pensare a qualche loro collega, potranno chiedergli delucidazioni. Intanto mi piace sottolineare un evento eccezionale: per la prima volta in un quotidiano a tiratura nazionale, ho letto qualcosa di sensato sul mondo ultras! E non scritto da uno che bazzica le curve da decenni, o che le ha bazzicate: un articolo, scritto da un giornalista, un vero giornalista super-partes. Lascio a voi il piacere di leggerlo:

Che cosa resta della massiccia (considerando che non c’erano treni e pullman gratis come in altre occasioni, ma tutti sono arrivati con mezzi propri) manifestazione ultrà a Roma? Che fare dopo che oltre seimila ultrà (secondo il tg di La7) hanno attraversato le strade della capitale urlando qualche slogan pesante ma “in modo assolutamente pacifico” (come hanno sottolineato tutti i notiziari televisivi che hanno dato ampio risalto all’evento)? Che ne sarà della tanto discussa “tessera del tifoso” dopo che tanti ragazzi (“se sono uniti non verranno mai sconfitti”, lo slogan mutuato da una canzone degli Sham 69) hanno detto, scritto, urlato il proprio no.
Se gli ultrà fossero un movimento politico, le agenzie di stampa avrebbero già battuto fiumi di dichiarazioni con decine di politici pronti a dire che “è una piazza che deve essere ascoltata”. Qualche politico, a dire il vero, ha manifestato con loro. Come l’ex sottosegretario all’economia, Paolo Cento, esponente di Sinistra e Libertà (ma c’era anche Alessadnro Cochi, delegato allo sport del sindaco di Roma, Alemanno). Ma gli ultrà, in genere, non piacciono troppo ai politici. E non perché ieri hanno scritto “Sì alla tessera del parlamentare”. “Stanno sulle balle – come ha spiegato, tempo addietro, Enrico Brizzi al Corriere- perché ragionano con la propria testa”.

Gli ultras non sono un movimento, come dimostra il fatto che alcune tifoserie si sono dissociate dal corteo di Roma.  E forse non lo saranno mai. Troppe divisioni al proprio interno. La sbandierata “mentalità ultras” ha varie interpretazioni a seconda della latitudine del gruppo. Ma sono una grande realtà aggregativa. Forse l’ultima grande polo di aggregazione in una società sempre più liquida. Basti pensare al fatto che tanti ragazzi scelgono di essere ultrà nonostante godano di una pubblicistica peggiore dei terroristi.  Certo in mezzo c’è chi ne approfitta per far propaganda politica, chi delinque perché delinque abitualmente, chi spaccia droga, chi compie atti violenti perché violento. Vanno puniti con lo stesso metro di giudizi di chi compie simili atti per strada, in discoteca, in un pub. Senza che nessuno chieda che si chiudano, strade, discoteche e pub o che Altrimenti andrebbero chiuse discoteche, e via discorrendo.  Una politica di pura repressione non porta da nessuna parte. Anzi fa solo il gioco di chi vuole pescare in acque torbide . C’è stato un momento di leggi speciali necessarie dopo la tragica morte dell’ispettore Raciti. Ma non si vive di emergenza. Né ghettizzando una forza viva per colpa delle mele marce.

Nel corso della mia lunga militanza in curva, mi sono chiesto anche chi me lo faceva fare. Come se la mia rabbia gridata verso il mondo fosse un qualcosa di fine a se stesso. Oggi per la prima volta mi accorgo che c'è chi ha capito. E non credo sia l'unico. Ed allora avanti per di qua, la strada è quella giusta.

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