martedì 15 dicembre 2009

ASCOLI PICENO



LA CITTA'. Ascoli Piceno è una città di poco più di 50.000 abitanti, capoluogo di una provincia di poco più di 200.000 composta di 33 comuni. Situata nella parte meridionale delle Marche, si trova a circa 400 chilometri da Padova.
Le origini della città sono avvolte nel mistero ma è abbastanza sicuro che la zona fosse popolata già nell'epoca neolitica da popolazioni italiche. Secondo una tradizione italica citata nella letteratura antica (Strabone, Plinio, Festo) la città venne fondata da un gruppo di Sabini, che vennero guidati da un picchio, uccello sacro a Marte durante una delle loro migrazioni detta ver sacrum. I Sabini si sarebbero fusi con altre popolazioni autoctone dando origine ai Piceni, di cui Ascoli divenne il centro principale anche grazie alla sua posizione sulla via Salaria, che collegava il Lazio con le saline della costa adriatica. Nel 299 a.C. si alleò con i Romani contro gli Etruschi, Galli e Sanniti e nel 269 a.C. divenne Civitas Foederata a Roma. Nel 91 a.C. si ribellò a Roma insieme ad altre genti italiche (i Marsi in particolare ed altre popolazioni del sud Italia) e dette vita alla Guerra Sociale. Nell'89 a.C., dopo un lungo assedio, il generale romano Gneo Pompeo Strabone conquistò la città, trucidando i capi della rivolta e mandando in esilio parte dei suoi abitanti. Nell'88 a.C. Ascoli fu iscritta alla Tribù Fabia, e solo nell'80 a.C. venne finalmente riconosciuta la cittadinanza romana a tutte le popolazioni italiche. Giulio Cesare nel 49 a.C. la designò capitale della regione dandole l'appellativo di Picenum. Ai tempi di Augusto, divenne la capitale della quinta regione italica, più tardi nel III secolo d.C. fu eretta a provincia autonoma con il nome di Picenum Suburcarium. Successivamente segue il destino, come altre città, con la caduta dell'impero romano. Nell'alto medioevo subì la decadenza economica e le razzie dei barbari, tra cui quella dei Goti di Totila e dei Longobardi di Faroaldo (578). Per due secoli fu sotto il dominio longobardo del Ducato di Spoleto, (593-789), finché non passò sotto il controllo dei Franchi scesi in Italia al seguito di Carlo Magno. In questi secoli si accentuò il potere dei vescovi (i cosiddetti vescovi-conti), tra cui Corrado II che con apposito diploma concede al feudatario vescovo Bernardo I nel 1037, il diritto di Zecca.
Nel periodo la città viene trascinata in più occasioni nella più vasta lotta per il predominio in Europa tra guelfi e ghibellini. Nel 1183 si costituisce in Libero comune, conoscendo però il saccheggio e la distruzione ad opera delle armate imperiali di Federico II. Le libertà municipali sono minate dalle lotte di fazione tra le famiglie più in vista, tra cui il Signore Andrea D'Acquaviva e più tardi Ladislao I - re di Napoli, Conte Carrara, che finiscono per aprire la strada a personaggi ambiziosi come Galeotto Malatesta (XIV secolo) che viene cacciato da una rivolta e in seguito a Francesco Sforza che instaura una crudele dittatura (XV secolo) che viene abbattuta nel 1482, anche se Ascoli è costretta a riconoscere la sovranità della Chiesa. Non cessano i disordini interni tra opposte fazioni che conduce a decadi di ribellioni, massacri, razzie, alla crescita del banditismo e alla decadenza delle virtù civili. Venne annessa alla prima Repubblica Romana e nel 1860 viene annessa al Regno d'Italia di cui seguirà d'ora in avanti tutte le vicende. Degne di nota sono le vicende della resistenza ascolana nel settembre 1943 contro l'occupazione tedesca, che sono valse alla città la Medaglia d'Oro al Valor Militare per attività partigiana (2001).
Una parte del territorio della provincia ascolana è stato per oltre un secolo rivendicato dalla vicina e rivale Fermo, la quale ha perso il capoluogo a seguito dell'Unità d'Italia. Nel 2004, però, la provincia di Fermo è stata di nuovo deliberata, ed istituita nel 2009.

LA SQUADRA. Club di grande tradizione, fra i più antichi d'Italia, fondato nel 1898 con il nome di "Candido Augusto Vecchi". Nel 1905 cambiò nome in Ascoli Vigor per poi modificarlo nuovamente in "Unione Sportiva Ascolana" durante la prima guerra mondiale. Cambiò nuovamente nome dopo la seconda guerra mondiale in "Associazione Sportiva Ascoli" e mantenne la nuova denominazione per circa un decennio, allorchè l'imprenditore Cino Del Duca salvò la società dal fallimento e la rinominò "Del Duca Ascoli". Solo nel 1971, tre anni dopo l'avvento di Costantino Rozzi, la società prese la denominazione di  Ascoli Calcio 1898, che è il suo nome attuale. E sotto la guida di Costantino Rozzi arrivò il periodo migliore della storia dell'Ascoli, periodo durante il quale i marchigiani conobbero nell'ordine la serie B, la serie A, il quinto posto finale nella massima serie (miglior risultato di sempre)e la vittoria della Mitropa Cup nel 1987. Rozzi divenne non solo il simbolo per eccellenza dell'Ascoli Calcio (tanto che ancora oggi, a 14 anni dalla sua morte, i tifosi lo acclamano e lo ricordano con affetto) ma anche uno dei personaggi più rappresentativi dell'intero calcio italiano. Ogni anno, nell'anniversario della sua morte (18 dicembre) la squadra gioca con i calzettoni rossi, in omaggio al presidentissimo che era celebre per indossare un paio di calzini rossi in segno di scaramanzia.
Con la morte di Rozzi è finita un'epoca: la squadra finì in serie C e solo nel 2002 centrò il ritorno in cadetteria. Nel mezzo, tanti campionati da metà classifica, due finali playoff perse (Castel di Sangro e Ancona) e una sconfitta in semifinale (contro il Messina nel 2001). Sotto la guida di Roberto Benigni l'Ascoli tornò in serie B e nella stagione 2004/05 centrò addirittura i playoff dove venne sconfitto dal Torino. Ma in quella stessa estate il Genoa venne penalizzato per la famosa partita comprata contro il Venezia e lo stesso Torino ed il Perugia si videro retrocedere a tavolino per problemi economici. I bianconeri fecero quindi ritorno in serie A dopo 11 anni, per fare mestamente ritorno in serie B appena due anni più tardi.

LO STADIO. Lo stadio Cino e Lillo Del Duca (VEDI LA FOTO SOPRA) è l'impianto calcistico comunale di Ascoli Piceno. Ospita le gare casalinghe dell'Ascoli Calcio ed è intitolato a due noti fratelli editori piceni, fondatori del quotidiano Il Giorno. Nel 1955 Cino Del Duca divenne presidente onorario della società ascolana, non ancora approdata alla massima serie. Occasionalmente l'impianto viene chiamato anche stadio delle Zeppelle dal nome della via in cui è sito.
La costruzione dello stadio Del Duca, su progetto di Costantino Rozzi, iniziò nel 1955 per conto dell'amministrazione comunale di Ascoli Piceno. L'impianto fu inaugurato nel 1962 con un incontro fra le rappresentative dilettantistiche di Italia e Inghilterra. Nel 1974, con la promozione dell'Ascoli in Serie A, lo stadio fu sottoposto a lavori di ampliamento che portarono la capienza a 40.000 posti, risultando tra i primi impianti dell'intero panorama nazionale. Nel corso degli anni tale capienza è stata ridotta prima a 28.000 (anni novanta), poi a 24.058 (agosto 2005) e infine a 20.550 posti. L'impianto ascolano ha ospitato partite di rilievo, come Italia-Portogallo (2-0, 3 aprile 1985), e vari spareggi di campionato, come quello della stagione 1991-92 fra il Taranto e la Casertana per evitare la retrocessione in C1. Il più recente, Chieti-Catanzaro, ha decretato il ritorno in B dei calabresi.
La stagione 2005-06 ha visto il ritorno dell'Ascoli in Serie A, il rifacimento del manto erboso, e l'applicazione dello stemma della società sul fondo dell'ex pista di atletica che circonda il campo di gioco. Dopo gli scontri di Catania del 2 febbraio 2007 anche il Del Duca è stato interessato da modifiche strutturali volte a migliorarne il livello di sicurezza. Sono stati posizionati tornelli all'entrata e una rete di telecamere. I lavori hanno anche offerto l'occasione per rinnovare la verniciatura dei gradoni e delle ringhiere. Tali modifiche hanno lasciato inalterata la struttura complessiva, ma hanno contribuito al ringiovanimento anche estetico dell'impianto.
Nel 2008 si pensò a tale impianto per ospitare uno dei tre test match autunnali dell'Italia di rugby, quello contro i Pacific Islanders del 22 novembre 2008, che poi si tenne a Reggio Emilia; un anno più tardi il Del Duca ha ospitato uno dei test autunnali del 2009, tra Italia e Samoa.
Qui potete vedere lo stadio su Google Maps

LA TIFOSERIA. Per anni la curva ascolana si è riconosciuta in massa dietro le insegne del Settembre Bianconero, gruppo storico in carica dal 1974, e dei Black Warriors. Dal 2005 il comando è stato preso dagli Ascoli Piceno Ultras, fuori usciti del Settembre Bianconero che seppero distinguersi dal punto di vista organizzativo e coreografico. Un cambio della guardia che ha lasciato il segno in molti legati alla "vecchia" curva, e difatti il calo della tifoseria ascolana negli ultimi anni è stato evidente. Altri gruppi presenti sono  Stra Kaos, Estremo Sostegno, Squadraccia, Boys, Esiliati Bologna, e naturalmente lo storico SBN che è rimasto in curva anche se defilato. Politicamente sono da sempre schierati all'estrema destra. I primi contatti della tifoseria biancoscudata con i supporters ascolani risalgono ai primi anni '90, quando entrambe le squadre si trovarono a giocarsi la promozione nella massima serie. Da subito non ci fu simpatia, ed in quegli anni il Del Duca era uno stadio molto "caldo", come del resto l'Appiani. Nel 1991 furono i bianconeri a conquistare la massima serie sul campo di Reggio Emilia, proprio ai danni del Padova di Collautti e Albertini, sconfitto a Lucca e la cosa lasciò il dente avvelenato alla tifoseria. Due anni più tardi le due compagini si ritrovarono a giocarsi di nuovo la serie A all'Appiani in uno scontro diretto all'ultima giornata. Fu una delle giornate migliori per la tifoseria biancoscudata. Potete leggerne qui il resoconto. In seguito la rivalità è andata molto scemando anche perchè le strade si sono separate. Oggi si può parlare di un incontro che si perde nella notte dei tempi, ma il Del Duca rimane sempre uno stadio da non sottovalutare. Consiglierei quindi a tutti quelli che si muoveranno anche e sopratutto con mezzi propri di non prendere sottogamba la trasferta e di non andare a passeggio per la città con materiale in bella vista.

LA TRASFERTA. I ragazzi della Curva organizzano il viaggio in pullman. Il costo è di 25 €, ritrovo previsto dallo stadio Euganeo alle ore 12 di venerdì. E' possibile iscriversi mercoledì sera dalle 21,30 in poi in via Carducci. Il biglietto per lo stadio invece può essere acquistato nei seguenti punti vendita "Lottomatica":

Tabaccheria "Clemente Andrea" - via Buonarroti 89 - Padova (tel. 049/8643127)

Tabaccheria "Ponzan Francesco" - via Conselvana Guizza 230 - Padova (tel. 049/8801882)

Tabaccheria "Munari" - via Indipendenza 44 - Cittadella (PD) (tel. 049/5970550)

Tabaccheria Edicola "Orsenigo Fabio" - via Borgo Bassano 85 - Cittadella (PD) (tel. 049/9400684)


Il prezzo è di 14 €, non è previsto diritto di prevendita.


 

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