DOPO LA MORTE DI GABRIELE SANDRI. Diciotto condanne, fra le quali una a dieci anni e sei mesi di carcere, e due assoluzioni sono state comminate oggi dal tribunale di Roma nell'ambito del processo agli autori degli attacchi ad alcune caserme seguiti all'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri, nel novembre del 2007, per mano di un agente di polizia.
Lo riferiscono fonti giudiziarie. Dopo oltre nove ore di camera di consiglio, la settima sezione penale del tribunale capitolino, presieduta da Alfonso Petrella, ha comminato in totale 104 anni di carcere, con condanne che vanno dai 10 anni ai sei mesi, a vario titolo per associazione a delinquere, danneggiamento, devastazione, saccheggio e resistenza a pubblico ufficiale. Sandri, tifoso laziale 26enne, morì nel novembre 2007 a causa di un colpo esploso dalla pistola dell'agente Luigi Spaccarotella per sedare una rissa tra il gruppo di amici del giovane e alcuni tifosi juventini, scoppiata in un autogrill vicino ad Arezzo, lungo la A1.
Poco dopo, a Roma, gruppi di tifosi si riversarono per le strade compiendo atti vandalici e devastazioni, incendiando e attaccando diverse caserme e un campo Rom. Nel luglio scorso, la corte d'assise del tribunale di Arezzo ha condannato Spaccarotella a sei anni di carcere per omicidio colposo.
Dopo la sentenza su Spaccarotella, qualsiasi cosa esca da un tribunale italiota non è più credibile. Un assalto a una caserma ti costa dieci anni, e magari uno può anche pensare che sia una sentenza giusta; ma un poliziotto che ammazza a sangue freddo un ragazzo se la cava con un buffetto. E di cosa stiamo qua a parlare? Del fatto che la legge è uguale per tutti? Continuiamo a prenderci in giro? Auguro ai romani di venirne fuori...
SEMPRE A ROMA. L'arbitro Rizzoli al 13' ha sospeso il derby Roma-Lazio per 8' a causa del lancio di petardi in tribuna Tevere. La decisione e' stata presa su richiesta del rappresentante delle forze dell'ordine. Nei primi 13' ne sono stati lanciati ben 18. E' di una decina di fermati il bilancio degli incidenti avvenuti prima del match sotto la Tevere: le due tifoserie hanno lanciato contro gli agenti petardi, sassi e bulloni.
Per gli incidenti scoppiati prima di Roma-Lazio sono stati bloccati e arrestati due tifosi romanisti e tre laziali. Poi, nel corso della partita nel settore Tevere, e' stato arrestato uno steward del Frosinone, ingaggiato dalla AS Roma per il derby, perche' si e' reso responsabile di resistenza e lesioni nei confronti di un poliziotto che l'aveva piu' volte redarguito e invitato a desistere dalle continue provocazioni e insulti verbali rivolte alla tifoseria romanista.
Uno steward, cioè un pubblico ufficiale, che si rende responsabile di resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale? Mi sa che il decreto antiviolenza fa acqua un pò da tutte le parti...IN GALERA PER UN FUMOGENO. E' stato scarcerato D.P., il 20enne leccese arrestato sabato scorso dagli agenti della questura che l’avevano trovato in possesso di un fumogeno prima di entrare nello stadio di via del Mare in occasione della partita fra Lecce e Grosseto. Questa mattina il gip Andrea Lisi, pur convalidando l’arresto, ha però deciso di rimettere in libertà il giovane, respingendo la richiesta di arresti domiciliari formulata dal pubblico ministero Emilio Arnesano.
Pare che il fumogeno fosse stato celato negli slip, insieme ad un paio di grammi di marijuana. Ma il nascondiglio è stato comunque scoperto e per il giovane si è deciso di procedere all’arresto. Di fatto, i fumogeni sono equiparati al materiale esplodente (ad esempio, certi grossi petardi il cui fragore, di tanto in tanto, scandisce le gare di calcio in tutti gli stadi italiani) e si può anche arrivare alla custodia cautelare, in attesa del processo per direttissima, in base ai dettami della Legge contro la violenza negli stadi.
Il giovane risponde di possesso di artifici pirotecnici e dell’implicito tentativo d’introduzione di questi in un luogo dove si svolgono manifestazioni sportive, dato che è stato bloccato nell’area adiacente alla curva Nord. Il giudice ha accolto le richieste del difensore Amilcare Tana, il quale ha sostenuto come la misura cautelare in carcere fosse eccessiva rispetto al fatto commesso dal ragazzo, il quale finora era incensurato ed aveva mal sopportato la detenzione.
Meno male che almeno il giudice un pò di buon senso lo ha avuto...
JUVE-INTER.Oltre tredici persone denunciate, sei indagate,un ferito tra i tifosi nel dopo match Juve-Inter con le forze dell'ordine messe a dura prova.Queste sono intervenute piu'volte: tra i 13 denunciati, fermato un tifoso juventino per aggressione a un supporter avversari, un altro tifoso juventino ha riportato ferite al viso colpito da un petardo. Infine, indagati sei interisti per tafferugli, tre ambulanti che vendevano bevande alcoliche non consentite, tre persone per lancio di oggetti pericolosi.
BERGAMO. Attimi di tensione a Bergamo dopo la partita Atalanta-Inter. Intorno alle 18.10 uno dei sei pullman con a bordo i tifosi milanesi è stato preso d'assalto da un gruppo di ultras bergamaschi, mentre stava lasciando la città, scortato dalle forze dell'ordine. Alcune decine di supporter atalantini hanno teso un vero e proprio agguato tra via Baioni e piazzale Oberdan, lanciando sassi, bombe carta, bottiglie e fuochi d'artificio all'indirizzo dell'autobus. Alcuni tifosi interisti sono scesi dal pullman e per alcuni istanti le due tifoserie sono entrate in contatto, prima dell'intervento di polizia e carabinieri. Tra le forze dell'ordine, un carabiniere è rimasto contuso alla mano destra, colpito da un oggetto. Paura per un automobilista in transito: il veicolo è stato raggiunto da alcuni sassi, che hanno mandato in frantumi i finestrini, mentre lo scoppio di un petardo ha fatto scoppiare gli airbag, il conducente si è fermato e per fortuna è rimasto illeso.
RIMINI. Nuovi sviluppi nelle indagini relative alla rissa scoppiata tra tifosi del Rimini e del Cesena avvenuta il 21 novembre scorso in piazza Tre Martiri e nella quale rimase ferito un cesenate di 30 anni. La Polizia ha identificato grazie all'utilizzo delle telecamere a circuito chiuso di corso d'Augusto e denunciato tre supporters biancorossi. Si tratta di personaggi già noti alle forze dell'ordine: il più giovane ha 25 anni, il più vecchio 40. Per tutti la denuncia è per lesioni aggravate dall'utilizzo di un'arma impropria. Nell'occasione, infatti, colpirono il cesenate con un tirapugni. Il malcapitato, costretto alle cure del pronto soccorso, aveva riportato una prognosi di 20 giorni. Questa aggressione potrebbe esser all'origine della rissa scoppiata martedì scorso, intorno alle 22, nella zona tra via Acquario e via Fontemaggi. In quest'ultimo caso un 27enne di Savignano finì all'ospedale
CARRARA. Si erano resi protagonisti di episodi di violenza lo scorso 26 agosto durante il derby in notturna di coppa Italia Spezia-Carrarese, vinto dai marmiferi per 3-0. Prima della sentita sfida tra aquilotti e apuani, un folto gruppo di tifosi della Carrarese, giunti allo stadio "Picco" in circa 400 con pullman messi a disposizione dell'Atc, erano scesi in massa, correndo verso il varco di accesso dell'area di pre-filtraggio. Avevano travolto gli steward nei pressi dei tornelli forzando un cancello di sicurezza per finire nell'area di massima sicurezza del settore, dove erano stati affrontati dai poliziotti di servizio. La sproporzione numerica sfavorì gli agenti preso a pugni, calci e colpi di cinture e aste da alcuni tifosi, riportando lesioni anche gravi (25 giorni di prognosi per un poliziotto). In un primo tempo le indagini condotte dalla DIGOS della Spezia in collaborazione con il Commissariato di Carrara hanno portato all'individuazione di quattro dei protagonisti dell'aggressione, denunciati a suo tempo e per i quali nei giorni scorsi la Divisione Anticrimine della Questura ha dato esecuzione di altrettanti provvedimenti interditivi, definiti comunemente DASPO. I provvedimenti sono stati convalidati dal Gip nei giorni scorsi dopo un'attenta analisi dei casi: per tre di loro, tutti carraresi di 21, 43 e 20 anni, 'pena' massima di cinque anni mentre per il quarto, un 33enne, pena dimezzata di 2 anni e sei mesi lontano dai campi di gioco. In particolare il 21enne risponde anche di danneggiamento aggravato; il 43enne era già stato in due precedenti occasioni destinatario di provvedimenti interdittivi adottati dal Questore di Massa nel 2002 in seguito ad episodi analoghi; infine il quarto risponde solo dell'irruzione in un settore riservato dello stadio ma era stato in precedente circostanza denunciato per possesso di fumogeni durante una partita di calcio.
RAVENNA. Sono entrati per pochi minuti nel settore ospiti del Biondi tra gli applausi del pubblico di casa nonostante il divieto di accesso ai non residenti in Abruzzo: per questo dodici tifosi del Ravenna sono stati identificati e denunciati dalla polizia dopo l’incontro di calcio di domenica scorsa tra la Virtus e la squadra romagnola. I giovani, tra cui due minorenni, avevano sostato nei pressi dello stadio prima dell’incontro, e durante il primo tempo sono andati sotto la curva Nord, dove la porta è solitamente aperta anche durante la settimana. I tifosi giallorossi sono così entrati per pochi minuti. Per loro è però arrivata la denuncia per danneggiamento, in quanto è stato contestato lo scardinamento della porta. Agli ultras romagnoli hanno espresso la propria solidarietà quelli rossoneri, che in un comunicato fanno rilevare come «gli addetti del campo avessero segnalato al Comune che la porta della curva ospiti era già scardinata, e da agosto si chiedeva un intervento». «Auspichiamo un ristabilimento della verità dei fatti», affermano gli ultras frentani, «continuando a sottolineare la negligenza per interventi minimi al Biondi, sperando che si faccia in fretta per la messa in norma dello stadio, onde evitare partite a porte chiuse».
Della serie: siamo sempre la Repubblica delle Banane... Denunciati per essere andati a vedere una partita senza innescare incidenti di alcun tipo. Se non è un paradosso questo!
ULTRAS GRANATA VS.CAIRO. Clima teso a Torino dopo il ko casalingo contro il Sassuolo. I granata, che sulla carta avrebbero dovuto ammazzare il campionato cadetto, si devono accontentare dell'ottavo posto. Troppo poco per una tifoseria che, dopo anche il cambio in panchina tra Colantuono e Beretta, è ormai esasperata. Tanto da arrivare a gesti plateali dopo il ko dell'Olimpico contro la compagine emiliana. Una cinquantina di ultras granata ha fatto irruzione in tribuna contestando pesantemente il presidente Urbano Cairo che, però, aveva già abbandonato la sua postazione. 'Un presidente vogliamo un presidente', ripetevano i cori dei tifosi, e ancora 'il progetto dov'è?'. Ci ha pensato il servizio di sicurezza dello stadio a riportare la tranquillità. Una delegazione di 4-5 ultras è stata fatta poi entrare negli spogliatoi per un confronto con mister Beretta e con la squadra. 'E' stato un confronto sereno e dai toni pacati, capiamo lo stato d'animo dei nostri tifosi, ma i primi ad essere dispiaciuti per questa situazione siamo noi' è stato il commento del tecnico granata. Contestazione anche fuori dallo stadio con circa 400 tifosi ad attendere l'uscita del pullman della squadra granata. Sparati anche alcuni petardi e mortaretti: la situazione è però tenuta sotto controllo da Polizia e Carabinieri.
Mi torna in mente la medesima situazione capitata qui l'anno scorso per Padova-Legnano, con otto ragazzi che entrano in spogliatoio per chiedere maggiore impegno alla squadra, uno steward che si inventa un'aggressione, un linciaggio morale sulla stampa ad opera di personaggi squallidi... Che differenza nel modo di trattare gli argomenti da Torino a Padova!
LECCO-VENEZIA, IL CONTO. Tre condanne e 21 assoluzioni per insufficienza di prove. Il processo nei confronti degli ultras del Venezia che il 6 novembre 2005 scatenarono assalti alla polizia dentro e fuori lo stadio Rigamonti-Ceppi e in via XI Febbraio, e ferirono il capo della Mobile Fabio Mondora e il vice questore Roberto Reina si è concluso ieri: M. S. è stato condannato a 3 anni, 2 mesi e 15 giorni, A. T. a 1 anno e 6 mesi e F. B. a 1 anno e 5 mesi. Nell’udienza di ieri i difensori dei 24 tifosi del Venezia, gli avvocati Giovanni Adami, Federico Guerriero, Flavio Natali e Alessandro Doglioni, hanno presentato prove, con tanto di filmato scagionando i tifosi. Le accuse erano diverse: invasione di campo, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate e tentato furto. Davanti al giudice Paolo Salvatore sono comparsi gli ultimi quattro testi, ispettori di Polizia e personale in servizio allo stadio, ricostruendo gli incidenti che provocarono la frattura dell’avambraccio sinistro al Commissario capo e dirigente della Mobile Fabio Mondora al dirigente Roberto Reina. Entrambi finirono al Pronto Soccorso dell’ospedale Manzoni. Il pm Rosa Valotta ha chiesto una condanna fra un anno e un anno e 8 mesi per tutti gli imputati. Il giudice Paolo Salvatore ha assolto 21 imputati perché «il fatto non sussiste» e condannato M. S. (3 anni, 2 mesi e 15 giorni), A. T. (1 anno e 6 mesi) e F. B. (1 anno e 5 mesi). La provvigionale è stata fissato in 7.500 euro per Roberto Reina e 10 mila euro per Fabio Mondora, oltre alle spese processuali fissate in 4.760 euro.
I difensori Giovanni Adami, Federico Guerriero, Flavio Natali e Alessandro Doglioni si sono dichiarati soddisfatti. L’avvocato Alessandro Doglioni (difensore di T.) e Ferderico Guerriero (difensore di M. S.) hanno già preannunciato il ricorso.
Quando vedete che di 24 imputati, tutti quindi già diffidati al momento della notifica, ne vengono condannati tre, vuol dire semplicemente una cosa: che 21 persone hanno scontato una diffida da innocenti! Ecco la giustizia italiana...
LAMETINI CONDANNATI. Tre condannati e due assolti. Così ha disposto ieri il Gip di Castrovillari Antonio Gatto per cinque dei nove ultras della Vigor che il 19 novembre di tre anni fa furono accusati di aver preso d'assalto un gruppo di tifosi del Catanzaro. Teatro dei tafferugli da stadio il distributore di benzina vicino allo svincolo di Tarsia sull'autostrada, a nord di Cosenza. A. T., di 23 anni, A. N. di 32 e G. P. di 25 sono stati condannati ad 8 mesi di reclusione per lesioni personali contro due carabinieri intervenuti nella lite, e per resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice per le indagini preliminari ha deciso di sospendere la pena per questi imputati, che però dovranno risarcire i danni materiali e morali alle parti lese che si sono costituite nel processo, cioè i due militari coinvolti. A difendere i tre giovani è stato l'avvocato Bernardo Marasco del foro lametino. La condanna a 8 mesi, ridotta trattandosi di rito abbreviato, era stata chiesta dal pubblico ministero.
Assolti per non aver commesso il fatto altri due tifosi vigorini, G. B. di 34 anni e A. M. di 24. Il primo è stato difeso dall'avvocato Domenico Folino, l'altro da Italo Reale, entrambi del foro lametino in trasferta al tribunale di Castrovillari.
Quel giorno fu solo un caso che i due autobus di tifosi vigorini e catanzaresi s'incontrassero nell'area di servizio sulla Salerno-Reggio. I due gruppi a bordo degli autobus erano diretti nei rispettivi stadi per gli incontri fuori casa. La ruggine tra le due tifoserie biancoverde e giallorossa è antica, ed è bastato poco perchè scoppiasse una lite furibonda. In quell'occasione venne anche danneggiato un bus. Finirono sott'accusa nove tifosi lametini, cinque dei quali hanno scelto d'essere giudicato col rito abbreviato. Per gli altri quattro imputati la magistratura di Castrovillari sta procedendo col rito ordinario, ma i tempi per la sentenza sono certamente più lunghi.
SAN CATALDO. La Digos di Caltanissetta ha individuato uno dei tifosi di San Cataldo che lo scorso 15 novembre aggredirono l'arbitro della partita città di Bagheria - Sancataldese, costringendolo a ricorrere alle cure dei medici dell'ospedale di Patti, città dove il direttore di gara risiede. Si tratta di I. S., 29 anni, che già in passato era stato colpito da provvedimento "Daspo" (in base al quale non avrebbe più potuto assistere alle gare della Sancataldese per tre anni, provvedimento scaduto nel gennaio di quest'anno) e che ora rischia un provvedimento "sportivo" ancora più pesante, ma anche conseguenze penali di cui si occuperà la Procura di Palermo a cui sono stati già trasmessi gli atti. Lo scorso 15 novembre la partita Città di Bagheria-Sancataldese (campionato di Eccellenza, girone A) si giocò sul campo neutro di Casteldaccia. La squadra di San Cataldo venne sconfitta per 0-3 e a fine gara una decina di tifosi colpirono con pugni e calci l'arbitro nel suo spogliatoio. Tale episodio è costato caro alla Sancataldese, che si è vista infliggere la squalifica del campo fino alla fine del prossimo mese di febbraio. Dalle indagini della Digos ha mostrato della fotografie all'arbitro che ha riconosciuto il giovane che lo aveva picchiato. I. S. il 16 gennaio 2006 era stato arrestato per avere, in occasione dell' incontro di calcio Sancataldese-Licata, lanciato pietre contro le forze dell'ordine. Nel corso di quella intensa sassaiola, un agente della polizia scientifica era stato colpito ad un occhio, riportando lesioni gravi che lo avevano costretto ad un intervento chirurgico e a un lungo periodo di inattività.
CASCINA-MASSESE. È stato un vero e proprio agguato; quello che un folto gruppo di tifosi apuani ha dovuto subire al termine della partita di calcio tra il Cascina e la Massese, gara valida per la tredicesima giornata di andata del girone A del campionato toscano di Eccellenza e finita con il risultato di 2-1 in favore degli ospiti. Il bilancio è piuttosto pesante: i feriti (tutti massesi) sono una decina e altrettante le vetture danneggiate dalla violenza gratuita di una ventina di scalmanati che hanno messo in trappola i supporter della squadra bianconera. Il grave e inquietante episodio si è verificato poco prima delle 17 mentre i tifosi ospiti, lasciato lo stadio cascinese, si erano incolonnati a bordo delle loro auto e si stavano dirigendo verso la superstrada 'Firenze-Pisa-Livorno'.
Arrivato sulla rotatoria tra via del Fosso Vecchio e via Nazario Sauro, il lungo serpentone di auto degli sportivi bianconeri ha dovuto rallentare. È stato proprio in quel momento — hanno poi raccontato agli investigatori i massesi, unici testimoni reperibili dell’accaduto — che dal nulla si sono materializzati una ventina di giovani, in gran parte con il volto travisato con sciarpe, passamontagna e foulard, che ha affrontato i malcapitati attacandoli inizialmente con un fitto lancio di pietre. Ben presto, poi, gli autori dell’agguato — certamente un’azione premeditata e organizzata nei particolari — sono passati alla fase 2. Armati di bastoni e catene hanno menato fendenti sulle auto — solo quelle che erano all’inizio della colonna sono riuscite a fuggire — devastando le carrozzerie e mandando in frantumi lunotti e finestrini. Sono stati lunghi momenti di terrore. Sentendosi in trappola, alcuni tifosi apuani sono usciti dalle vetture, ma hanno avuto a peggio perché la furia dei teppisti si accanita su di loro. Un ragazzo di 29 anni ha riportato un’ampia ferita alla testa che ha richiesto alcuni punti di sutura.
Un altro tifoso, finito a terra sotto i colpi degli aggressori, ha perso i sensi ed è finito in osservazione all’ospedale di Massa, dove al pronto soccorso sono stati medicati tutti i feriti nell’agguato. Ora è in osservazione. Altri hanno accusato ferite ed ematomi in varie parti del corpo e per questo sono stati sottoposti a esami radiologici. Tra i contusi c’è anche una ragazza. A ben cinque delle vetture danneggiate sono state anche rubate (o andate perse nel parapiglia) le chiavi di accensione, cosicchè gli automobilisti sono stati costretti a contattare parenti e amici per farsi portare le seconde chiavi. La polizia al suo arrivo non è riuscita a effettuare alcun fermo: gli aggressori erano già fuggiti.
Le persone rimaste contuse non sono state in grado di fornire indicazioni utili per individuare i responsabili dell’agguato. Dato che il Cascina è praticamente senza una vera e propria tifoseria, gli investigatori non escludono che si possa essere trattato di un blitz effettuato dai supporter del Pisa, avversari di lunga data dei massesi e che sono anche gemellati con i sostenitori della Carrarese.
Quando si dice "Ci togliete dagli stadi, ci vedrete nelle strade!"....
INSALATA DI CAROTE ALLA GRECA. In Italia, di solito, per dare del "coniglio" ad un giocatore della squadra avversaria, i tifosi si limitano a qualche coro di scherno o ad uno striscione ironico... In Grecia, invece, i tifosi dell'Iraklis di Salonicco, hanno fatto molto di più "regalando", anzi, tirando sulla testa dell'ex interista un vera e propria "pioggia" di carote mentre il giocatore si accingeva a battere un calcio d'angolo. Niente bottigliette, arance o coriandoli di carta, ma una bella cassetta dell'alimento in eccellenza preferito dai conigli. Talmente "tanta roba" che Karagounis non è riuscito a calciare il corner ed è fuggito senza riportare conseguenze...
In Italia, se una cosa del genere succedesse con un calciatore di colore, tutti si straccerebbero le vesti e parlerebbero di razzismo! Se capitasse con un calciatore bianco sarebbe semplicemente ironia di pessimo gusto...
DALLA SVIZZERA. Altri due tifosi sono stati condannati a San Gallo per i disordini scoppiati il 20 maggio 2008 nel vecchio stadio dell'Espenmoos dopo la cruciale partita persa per 0:2 contro il Bellinzona. I due svizzeri, un meccanico 21enne e un giardiniere di 22 anni, sono stati riconosciuti colpevoli di danneggiamento, sommossa e violenza e minaccia contro le autorità. Il Tribunale distrettuale di San Gallo ha condannato i due tifosi a pene pecuniarie sospese con la condizionale di 180 rispettivamente 120 aliquote giornaliere da 100 franchi. I due dovranno pagare una multa di 1500 franchi a testa e sono stati inoltre condannati al risarcimento solidale, con gli altri responsabili, dei danni che ammontano a 127'000 franchi. Durante il periodo di sospensione della pena - di tre e rispettivamente due anni - i due tifosi non potranno peraltro seguire nessuna partita della Super League e della Challenge League. Lo stesso tribunale ha già condannato altri sei tifosi sangallesi a pene detentive o pecuniarie, tutte sospese con la condizionale. Tutti sono stati inoltre obbligati al risarcimento solidale del danno in sede civile. In un caso è già stato annunciato un ricorso in appello. Altri quattro presunti teppisti compariranno in tribunale l'anno prossimo.
La partita giocata un anno e mezzo fa fu l'ultima giocata nel vecchio stadio dell'Espenmoos e segnò la relegazione in Challenge League della squadra di casa. Nei disordini rimasero feriti leggermente tre poliziotti e quattro agenti della sicurezza. Per identificare gli hooligan la polizia sangallese aveva pubblicato su internet le fotografie di 18 persone scattate durante i tafferugli.
La Svizzera è un paese strano: per anni sono emigrati i capitali, ora che questi stanno rientrando emigrano gli hooligans!
Pare che il fumogeno fosse stato celato negli slip, insieme ad un paio di grammi di marijuana. Ma il nascondiglio è stato comunque scoperto e per il giovane si è deciso di procedere all’arresto. Di fatto, i fumogeni sono equiparati al materiale esplodente (ad esempio, certi grossi petardi il cui fragore, di tanto in tanto, scandisce le gare di calcio in tutti gli stadi italiani) e si può anche arrivare alla custodia cautelare, in attesa del processo per direttissima, in base ai dettami della Legge contro la violenza negli stadi.
Il giovane risponde di possesso di artifici pirotecnici e dell’implicito tentativo d’introduzione di questi in un luogo dove si svolgono manifestazioni sportive, dato che è stato bloccato nell’area adiacente alla curva Nord. Il giudice ha accolto le richieste del difensore Amilcare Tana, il quale ha sostenuto come la misura cautelare in carcere fosse eccessiva rispetto al fatto commesso dal ragazzo, il quale finora era incensurato ed aveva mal sopportato la detenzione.
Meno male che almeno il giudice un pò di buon senso lo ha avuto...
JUVE-INTER.Oltre tredici persone denunciate, sei indagate,un ferito tra i tifosi nel dopo match Juve-Inter con le forze dell'ordine messe a dura prova.Queste sono intervenute piu'volte: tra i 13 denunciati, fermato un tifoso juventino per aggressione a un supporter avversari, un altro tifoso juventino ha riportato ferite al viso colpito da un petardo. Infine, indagati sei interisti per tafferugli, tre ambulanti che vendevano bevande alcoliche non consentite, tre persone per lancio di oggetti pericolosi.
BERGAMO. Attimi di tensione a Bergamo dopo la partita Atalanta-Inter. Intorno alle 18.10 uno dei sei pullman con a bordo i tifosi milanesi è stato preso d'assalto da un gruppo di ultras bergamaschi, mentre stava lasciando la città, scortato dalle forze dell'ordine. Alcune decine di supporter atalantini hanno teso un vero e proprio agguato tra via Baioni e piazzale Oberdan, lanciando sassi, bombe carta, bottiglie e fuochi d'artificio all'indirizzo dell'autobus. Alcuni tifosi interisti sono scesi dal pullman e per alcuni istanti le due tifoserie sono entrate in contatto, prima dell'intervento di polizia e carabinieri. Tra le forze dell'ordine, un carabiniere è rimasto contuso alla mano destra, colpito da un oggetto. Paura per un automobilista in transito: il veicolo è stato raggiunto da alcuni sassi, che hanno mandato in frantumi i finestrini, mentre lo scoppio di un petardo ha fatto scoppiare gli airbag, il conducente si è fermato e per fortuna è rimasto illeso.
RIMINI. Nuovi sviluppi nelle indagini relative alla rissa scoppiata tra tifosi del Rimini e del Cesena avvenuta il 21 novembre scorso in piazza Tre Martiri e nella quale rimase ferito un cesenate di 30 anni. La Polizia ha identificato grazie all'utilizzo delle telecamere a circuito chiuso di corso d'Augusto e denunciato tre supporters biancorossi. Si tratta di personaggi già noti alle forze dell'ordine: il più giovane ha 25 anni, il più vecchio 40. Per tutti la denuncia è per lesioni aggravate dall'utilizzo di un'arma impropria. Nell'occasione, infatti, colpirono il cesenate con un tirapugni. Il malcapitato, costretto alle cure del pronto soccorso, aveva riportato una prognosi di 20 giorni. Questa aggressione potrebbe esser all'origine della rissa scoppiata martedì scorso, intorno alle 22, nella zona tra via Acquario e via Fontemaggi. In quest'ultimo caso un 27enne di Savignano finì all'ospedale
CARRARA. Si erano resi protagonisti di episodi di violenza lo scorso 26 agosto durante il derby in notturna di coppa Italia Spezia-Carrarese, vinto dai marmiferi per 3-0. Prima della sentita sfida tra aquilotti e apuani, un folto gruppo di tifosi della Carrarese, giunti allo stadio "Picco" in circa 400 con pullman messi a disposizione dell'Atc, erano scesi in massa, correndo verso il varco di accesso dell'area di pre-filtraggio. Avevano travolto gli steward nei pressi dei tornelli forzando un cancello di sicurezza per finire nell'area di massima sicurezza del settore, dove erano stati affrontati dai poliziotti di servizio. La sproporzione numerica sfavorì gli agenti preso a pugni, calci e colpi di cinture e aste da alcuni tifosi, riportando lesioni anche gravi (25 giorni di prognosi per un poliziotto). In un primo tempo le indagini condotte dalla DIGOS della Spezia in collaborazione con il Commissariato di Carrara hanno portato all'individuazione di quattro dei protagonisti dell'aggressione, denunciati a suo tempo e per i quali nei giorni scorsi la Divisione Anticrimine della Questura ha dato esecuzione di altrettanti provvedimenti interditivi, definiti comunemente DASPO. I provvedimenti sono stati convalidati dal Gip nei giorni scorsi dopo un'attenta analisi dei casi: per tre di loro, tutti carraresi di 21, 43 e 20 anni, 'pena' massima di cinque anni mentre per il quarto, un 33enne, pena dimezzata di 2 anni e sei mesi lontano dai campi di gioco. In particolare il 21enne risponde anche di danneggiamento aggravato; il 43enne era già stato in due precedenti occasioni destinatario di provvedimenti interdittivi adottati dal Questore di Massa nel 2002 in seguito ad episodi analoghi; infine il quarto risponde solo dell'irruzione in un settore riservato dello stadio ma era stato in precedente circostanza denunciato per possesso di fumogeni durante una partita di calcio.
RAVENNA. Sono entrati per pochi minuti nel settore ospiti del Biondi tra gli applausi del pubblico di casa nonostante il divieto di accesso ai non residenti in Abruzzo: per questo dodici tifosi del Ravenna sono stati identificati e denunciati dalla polizia dopo l’incontro di calcio di domenica scorsa tra la Virtus e la squadra romagnola. I giovani, tra cui due minorenni, avevano sostato nei pressi dello stadio prima dell’incontro, e durante il primo tempo sono andati sotto la curva Nord, dove la porta è solitamente aperta anche durante la settimana. I tifosi giallorossi sono così entrati per pochi minuti. Per loro è però arrivata la denuncia per danneggiamento, in quanto è stato contestato lo scardinamento della porta. Agli ultras romagnoli hanno espresso la propria solidarietà quelli rossoneri, che in un comunicato fanno rilevare come «gli addetti del campo avessero segnalato al Comune che la porta della curva ospiti era già scardinata, e da agosto si chiedeva un intervento». «Auspichiamo un ristabilimento della verità dei fatti», affermano gli ultras frentani, «continuando a sottolineare la negligenza per interventi minimi al Biondi, sperando che si faccia in fretta per la messa in norma dello stadio, onde evitare partite a porte chiuse».
Della serie: siamo sempre la Repubblica delle Banane... Denunciati per essere andati a vedere una partita senza innescare incidenti di alcun tipo. Se non è un paradosso questo!
ULTRAS GRANATA VS.CAIRO. Clima teso a Torino dopo il ko casalingo contro il Sassuolo. I granata, che sulla carta avrebbero dovuto ammazzare il campionato cadetto, si devono accontentare dell'ottavo posto. Troppo poco per una tifoseria che, dopo anche il cambio in panchina tra Colantuono e Beretta, è ormai esasperata. Tanto da arrivare a gesti plateali dopo il ko dell'Olimpico contro la compagine emiliana. Una cinquantina di ultras granata ha fatto irruzione in tribuna contestando pesantemente il presidente Urbano Cairo che, però, aveva già abbandonato la sua postazione. 'Un presidente vogliamo un presidente', ripetevano i cori dei tifosi, e ancora 'il progetto dov'è?'. Ci ha pensato il servizio di sicurezza dello stadio a riportare la tranquillità. Una delegazione di 4-5 ultras è stata fatta poi entrare negli spogliatoi per un confronto con mister Beretta e con la squadra. 'E' stato un confronto sereno e dai toni pacati, capiamo lo stato d'animo dei nostri tifosi, ma i primi ad essere dispiaciuti per questa situazione siamo noi' è stato il commento del tecnico granata. Contestazione anche fuori dallo stadio con circa 400 tifosi ad attendere l'uscita del pullman della squadra granata. Sparati anche alcuni petardi e mortaretti: la situazione è però tenuta sotto controllo da Polizia e Carabinieri.
Mi torna in mente la medesima situazione capitata qui l'anno scorso per Padova-Legnano, con otto ragazzi che entrano in spogliatoio per chiedere maggiore impegno alla squadra, uno steward che si inventa un'aggressione, un linciaggio morale sulla stampa ad opera di personaggi squallidi... Che differenza nel modo di trattare gli argomenti da Torino a Padova!
LECCO-VENEZIA, IL CONTO. Tre condanne e 21 assoluzioni per insufficienza di prove. Il processo nei confronti degli ultras del Venezia che il 6 novembre 2005 scatenarono assalti alla polizia dentro e fuori lo stadio Rigamonti-Ceppi e in via XI Febbraio, e ferirono il capo della Mobile Fabio Mondora e il vice questore Roberto Reina si è concluso ieri: M. S. è stato condannato a 3 anni, 2 mesi e 15 giorni, A. T. a 1 anno e 6 mesi e F. B. a 1 anno e 5 mesi. Nell’udienza di ieri i difensori dei 24 tifosi del Venezia, gli avvocati Giovanni Adami, Federico Guerriero, Flavio Natali e Alessandro Doglioni, hanno presentato prove, con tanto di filmato scagionando i tifosi. Le accuse erano diverse: invasione di campo, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate e tentato furto. Davanti al giudice Paolo Salvatore sono comparsi gli ultimi quattro testi, ispettori di Polizia e personale in servizio allo stadio, ricostruendo gli incidenti che provocarono la frattura dell’avambraccio sinistro al Commissario capo e dirigente della Mobile Fabio Mondora al dirigente Roberto Reina. Entrambi finirono al Pronto Soccorso dell’ospedale Manzoni. Il pm Rosa Valotta ha chiesto una condanna fra un anno e un anno e 8 mesi per tutti gli imputati. Il giudice Paolo Salvatore ha assolto 21 imputati perché «il fatto non sussiste» e condannato M. S. (3 anni, 2 mesi e 15 giorni), A. T. (1 anno e 6 mesi) e F. B. (1 anno e 5 mesi). La provvigionale è stata fissato in 7.500 euro per Roberto Reina e 10 mila euro per Fabio Mondora, oltre alle spese processuali fissate in 4.760 euro.
I difensori Giovanni Adami, Federico Guerriero, Flavio Natali e Alessandro Doglioni si sono dichiarati soddisfatti. L’avvocato Alessandro Doglioni (difensore di T.) e Ferderico Guerriero (difensore di M. S.) hanno già preannunciato il ricorso.
Quando vedete che di 24 imputati, tutti quindi già diffidati al momento della notifica, ne vengono condannati tre, vuol dire semplicemente una cosa: che 21 persone hanno scontato una diffida da innocenti! Ecco la giustizia italiana...
LAMETINI CONDANNATI. Tre condannati e due assolti. Così ha disposto ieri il Gip di Castrovillari Antonio Gatto per cinque dei nove ultras della Vigor che il 19 novembre di tre anni fa furono accusati di aver preso d'assalto un gruppo di tifosi del Catanzaro. Teatro dei tafferugli da stadio il distributore di benzina vicino allo svincolo di Tarsia sull'autostrada, a nord di Cosenza. A. T., di 23 anni, A. N. di 32 e G. P. di 25 sono stati condannati ad 8 mesi di reclusione per lesioni personali contro due carabinieri intervenuti nella lite, e per resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice per le indagini preliminari ha deciso di sospendere la pena per questi imputati, che però dovranno risarcire i danni materiali e morali alle parti lese che si sono costituite nel processo, cioè i due militari coinvolti. A difendere i tre giovani è stato l'avvocato Bernardo Marasco del foro lametino. La condanna a 8 mesi, ridotta trattandosi di rito abbreviato, era stata chiesta dal pubblico ministero.
Assolti per non aver commesso il fatto altri due tifosi vigorini, G. B. di 34 anni e A. M. di 24. Il primo è stato difeso dall'avvocato Domenico Folino, l'altro da Italo Reale, entrambi del foro lametino in trasferta al tribunale di Castrovillari.
Quel giorno fu solo un caso che i due autobus di tifosi vigorini e catanzaresi s'incontrassero nell'area di servizio sulla Salerno-Reggio. I due gruppi a bordo degli autobus erano diretti nei rispettivi stadi per gli incontri fuori casa. La ruggine tra le due tifoserie biancoverde e giallorossa è antica, ed è bastato poco perchè scoppiasse una lite furibonda. In quell'occasione venne anche danneggiato un bus. Finirono sott'accusa nove tifosi lametini, cinque dei quali hanno scelto d'essere giudicato col rito abbreviato. Per gli altri quattro imputati la magistratura di Castrovillari sta procedendo col rito ordinario, ma i tempi per la sentenza sono certamente più lunghi.
SAN CATALDO. La Digos di Caltanissetta ha individuato uno dei tifosi di San Cataldo che lo scorso 15 novembre aggredirono l'arbitro della partita città di Bagheria - Sancataldese, costringendolo a ricorrere alle cure dei medici dell'ospedale di Patti, città dove il direttore di gara risiede. Si tratta di I. S., 29 anni, che già in passato era stato colpito da provvedimento "Daspo" (in base al quale non avrebbe più potuto assistere alle gare della Sancataldese per tre anni, provvedimento scaduto nel gennaio di quest'anno) e che ora rischia un provvedimento "sportivo" ancora più pesante, ma anche conseguenze penali di cui si occuperà la Procura di Palermo a cui sono stati già trasmessi gli atti. Lo scorso 15 novembre la partita Città di Bagheria-Sancataldese (campionato di Eccellenza, girone A) si giocò sul campo neutro di Casteldaccia. La squadra di San Cataldo venne sconfitta per 0-3 e a fine gara una decina di tifosi colpirono con pugni e calci l'arbitro nel suo spogliatoio. Tale episodio è costato caro alla Sancataldese, che si è vista infliggere la squalifica del campo fino alla fine del prossimo mese di febbraio. Dalle indagini della Digos ha mostrato della fotografie all'arbitro che ha riconosciuto il giovane che lo aveva picchiato. I. S. il 16 gennaio 2006 era stato arrestato per avere, in occasione dell' incontro di calcio Sancataldese-Licata, lanciato pietre contro le forze dell'ordine. Nel corso di quella intensa sassaiola, un agente della polizia scientifica era stato colpito ad un occhio, riportando lesioni gravi che lo avevano costretto ad un intervento chirurgico e a un lungo periodo di inattività.
CASCINA-MASSESE. È stato un vero e proprio agguato; quello che un folto gruppo di tifosi apuani ha dovuto subire al termine della partita di calcio tra il Cascina e la Massese, gara valida per la tredicesima giornata di andata del girone A del campionato toscano di Eccellenza e finita con il risultato di 2-1 in favore degli ospiti. Il bilancio è piuttosto pesante: i feriti (tutti massesi) sono una decina e altrettante le vetture danneggiate dalla violenza gratuita di una ventina di scalmanati che hanno messo in trappola i supporter della squadra bianconera. Il grave e inquietante episodio si è verificato poco prima delle 17 mentre i tifosi ospiti, lasciato lo stadio cascinese, si erano incolonnati a bordo delle loro auto e si stavano dirigendo verso la superstrada 'Firenze-Pisa-Livorno'.
Arrivato sulla rotatoria tra via del Fosso Vecchio e via Nazario Sauro, il lungo serpentone di auto degli sportivi bianconeri ha dovuto rallentare. È stato proprio in quel momento — hanno poi raccontato agli investigatori i massesi, unici testimoni reperibili dell’accaduto — che dal nulla si sono materializzati una ventina di giovani, in gran parte con il volto travisato con sciarpe, passamontagna e foulard, che ha affrontato i malcapitati attacandoli inizialmente con un fitto lancio di pietre. Ben presto, poi, gli autori dell’agguato — certamente un’azione premeditata e organizzata nei particolari — sono passati alla fase 2. Armati di bastoni e catene hanno menato fendenti sulle auto — solo quelle che erano all’inizio della colonna sono riuscite a fuggire — devastando le carrozzerie e mandando in frantumi lunotti e finestrini. Sono stati lunghi momenti di terrore. Sentendosi in trappola, alcuni tifosi apuani sono usciti dalle vetture, ma hanno avuto a peggio perché la furia dei teppisti si accanita su di loro. Un ragazzo di 29 anni ha riportato un’ampia ferita alla testa che ha richiesto alcuni punti di sutura.
Un altro tifoso, finito a terra sotto i colpi degli aggressori, ha perso i sensi ed è finito in osservazione all’ospedale di Massa, dove al pronto soccorso sono stati medicati tutti i feriti nell’agguato. Ora è in osservazione. Altri hanno accusato ferite ed ematomi in varie parti del corpo e per questo sono stati sottoposti a esami radiologici. Tra i contusi c’è anche una ragazza. A ben cinque delle vetture danneggiate sono state anche rubate (o andate perse nel parapiglia) le chiavi di accensione, cosicchè gli automobilisti sono stati costretti a contattare parenti e amici per farsi portare le seconde chiavi. La polizia al suo arrivo non è riuscita a effettuare alcun fermo: gli aggressori erano già fuggiti.
Le persone rimaste contuse non sono state in grado di fornire indicazioni utili per individuare i responsabili dell’agguato. Dato che il Cascina è praticamente senza una vera e propria tifoseria, gli investigatori non escludono che si possa essere trattato di un blitz effettuato dai supporter del Pisa, avversari di lunga data dei massesi e che sono anche gemellati con i sostenitori della Carrarese.
Quando si dice "Ci togliete dagli stadi, ci vedrete nelle strade!"....
INSALATA DI CAROTE ALLA GRECA. In Italia, di solito, per dare del "coniglio" ad un giocatore della squadra avversaria, i tifosi si limitano a qualche coro di scherno o ad uno striscione ironico... In Grecia, invece, i tifosi dell'Iraklis di Salonicco, hanno fatto molto di più "regalando", anzi, tirando sulla testa dell'ex interista un vera e propria "pioggia" di carote mentre il giocatore si accingeva a battere un calcio d'angolo. Niente bottigliette, arance o coriandoli di carta, ma una bella cassetta dell'alimento in eccellenza preferito dai conigli. Talmente "tanta roba" che Karagounis non è riuscito a calciare il corner ed è fuggito senza riportare conseguenze...
In Italia, se una cosa del genere succedesse con un calciatore di colore, tutti si straccerebbero le vesti e parlerebbero di razzismo! Se capitasse con un calciatore bianco sarebbe semplicemente ironia di pessimo gusto...
DALLA SVIZZERA. Altri due tifosi sono stati condannati a San Gallo per i disordini scoppiati il 20 maggio 2008 nel vecchio stadio dell'Espenmoos dopo la cruciale partita persa per 0:2 contro il Bellinzona. I due svizzeri, un meccanico 21enne e un giardiniere di 22 anni, sono stati riconosciuti colpevoli di danneggiamento, sommossa e violenza e minaccia contro le autorità. Il Tribunale distrettuale di San Gallo ha condannato i due tifosi a pene pecuniarie sospese con la condizionale di 180 rispettivamente 120 aliquote giornaliere da 100 franchi. I due dovranno pagare una multa di 1500 franchi a testa e sono stati inoltre condannati al risarcimento solidale, con gli altri responsabili, dei danni che ammontano a 127'000 franchi. Durante il periodo di sospensione della pena - di tre e rispettivamente due anni - i due tifosi non potranno peraltro seguire nessuna partita della Super League e della Challenge League. Lo stesso tribunale ha già condannato altri sei tifosi sangallesi a pene detentive o pecuniarie, tutte sospese con la condizionale. Tutti sono stati inoltre obbligati al risarcimento solidale del danno in sede civile. In un caso è già stato annunciato un ricorso in appello. Altri quattro presunti teppisti compariranno in tribunale l'anno prossimo.
La partita giocata un anno e mezzo fa fu l'ultima giocata nel vecchio stadio dell'Espenmoos e segnò la relegazione in Challenge League della squadra di casa. Nei disordini rimasero feriti leggermente tre poliziotti e quattro agenti della sicurezza. Per identificare gli hooligan la polizia sangallese aveva pubblicato su internet le fotografie di 18 persone scattate durante i tafferugli.
La Svizzera è un paese strano: per anni sono emigrati i capitali, ora che questi stanno rientrando emigrano gli hooligans!
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