LA CITTA'. Pur non essendo considerata una colonia della Magna Grecia, è noto che fin dall'epoca micenea i greci conoscevano e frequentavano il porto naturale di Ancona, come provano poche ma significative testimonianze archeologiche e l'antico culto dell'eroe greco Diomede. Già nel V secolo a.C. i Greci indicavano con il nome di Αγκων (Ankon, gomito) la città. Infatti la città di Ancona sorge su un promontorio a forma di gomito piegato, che protegge il porto naturale. Nell'anno 387 a.C. una colonia di Dori siracusani viene a stabilirsi sul Colle Astagno portando un soffio di più progredita civiltà; sorgono edifici maestosi e robusti, si costruiscono mura di difesa attorno alla città. Ecco perché Ancona ebbe l'appellativo di Dorica. Ormai Ancona incomincia a farsi temere; agguerrita e popolosa, respinge l'invasione dei Galli-Sènoni.
Alleata di Roma contro i Galli e contro i Sanniti, finchè nel 276 a.C. diviene colonia romana; combatte a fianco dei Romani contro Annibale. L'imperatore Traiano ne migliora il porto e le fortificazioni; proprio da Ancona Traiano parte per la vittoriosa guerra contro i Daci. Il Senato e il popolo Romano eternano l'avvenimento con il bellissimo arco onorario, attribuito ad Apollodoro di Damasco, nell'anno 115 d.C.. Ancona è la prima città del Piceno ad abbracciare il Cristianesimo; sull'Astagno già nel IV secolo dell'era volgare esiste una piccola Memoria (oratorio), poi ampliata e diventata cattedrale dedicata a Santo Stefano, protettore della città, di cui parla Sant'Agostino, dottore della Chiesa e vescovo di Ippona in Africa, in un suo sermone, nel 425. Caduto l'Impero Romano, incominciano le invasioni dei Visigoti, dei Vandali, dei Goti di Vitige e dei Goti di Tòtila; la città deve difendersi ripetutamente. Alla calata dei Longobardi, deve accettare la loro protezione, ma quando scendono i Franchi, si pone sotto l'alto dominio della Chiesa. E' allora che la regione prende il nome longobardico di Marca.
Alleata di Roma contro i Galli e contro i Sanniti, finchè nel 276 a.C. diviene colonia romana; combatte a fianco dei Romani contro Annibale. L'imperatore Traiano ne migliora il porto e le fortificazioni; proprio da Ancona Traiano parte per la vittoriosa guerra contro i Daci. Il Senato e il popolo Romano eternano l'avvenimento con il bellissimo arco onorario, attribuito ad Apollodoro di Damasco, nell'anno 115 d.C.. Ancona è la prima città del Piceno ad abbracciare il Cristianesimo; sull'Astagno già nel IV secolo dell'era volgare esiste una piccola Memoria (oratorio), poi ampliata e diventata cattedrale dedicata a Santo Stefano, protettore della città, di cui parla Sant'Agostino, dottore della Chiesa e vescovo di Ippona in Africa, in un suo sermone, nel 425. Caduto l'Impero Romano, incominciano le invasioni dei Visigoti, dei Vandali, dei Goti di Vitige e dei Goti di Tòtila; la città deve difendersi ripetutamente. Alla calata dei Longobardi, deve accettare la loro protezione, ma quando scendono i Franchi, si pone sotto l'alto dominio della Chiesa. E' allora che la regione prende il nome longobardico di Marca.
Con la caduta di Rodi la minaccia turca diventa sempre più pericolosa: il Pontefice offre ad Ancona di fortificare la città a sue spese: Antonio da Sangallo amplia la poderosa Cittadella sull'Astagno (1532), per incarico di Clemente VII. La imponente costruzione segna la fine del libero comune di Ancona. Le rivalità e le lotte di predominio tra le città sono sempre più forti; in particolare Venezia fa sentire il peso della sua potenza; le piraterie dei Musulmani rendono pericolose le coste marittime: d'altra parte il pontificato romano sembra assicurare una sufficiente protezione e sicurezza: sono forse questi alcuni dei motivi per cui gli anconitani non si oppongono con la consueta fierezza al nuovo dominio. La città conosce, tra l'altro, un periodo assai fosco e depresso tra la fine del 1600 e i primi decenni del 1700; i commerci marittimi languono e di conseguenza le industrie sono quasi paralizzate; e sì che l'arsenale, la concia dei pellami, le lavorazioni di lane, di cordami, di zucchero hanno avuto momenti di ricca produzione e di intensa esportazione! Fortunatamente Papa Clemente XII (Lorenzo Corsini) contribuisce a fare rinascere la città accordandole il porto franco nel 1732 e arricchendola di notevolissime opere; l'architetto Vanvitelli disegna e costruisce il Lazzaretto, progetta la sistemazione dell'intero porto, costruisce l'Arco Clementino, ricostruisce la facciata e la Chiesa del Gesù. La rinascita economica permette notevoli restauri e lavori cittadini; in seguito Carlo Marchionni costruirà San Domenico, ed il figlio Filippo Marchionni la monumentale Porta Pia, in omaggio a Papa Pio VI. La rivoluzione francese risveglia anche in Italia ed in Ancona aneliti di libertà, che prepareranno il Risorgimento. Nel 1797 Ancona viene occupata dai francesi; Napoleone Bonaparte è ospite della città e vuole che gli venga recato il quadro della Madonna del Duomo, avendo saputo che l'immagine aveva miracolosamente mosso gli occhi. Due anni dopo gli Austriaci assediano duramente la città e la tolgono ai Francesi i quali tornano ad occuparla nel 1801. I contatti con i Francesi seminano un fecondo amore di libertà; e la prima guerra di Indipendenza vede molti anconitani nelle file dei combattenti. Tanto tenace e strenua è la resistenza che la città oppone agli Austriaci nel 1849 da meritare la medaglia d'oro al valore militare. Ormai gli eventi maturano; nella seconda guerra di Indipendenza, a centinaia gli anconitani accorrono sui campi di Lombardia. La spedizione dei Mille vede a Calatafimi l'eroismo dell'anconitano Augusto Elia che fa scudo del suo corpo a Garibaldi e riceve un proiettile in gola. Il generale Cialdini vince il 18 settembre 1860 le truppe pontificie a Castelfidardo; il vinto generale Lamoricière si rifugia, con poche decine di cavalleggeri, nella nostra città, ma per pochi giorni. Infatti il 28 settembre la flotta dell'ammiraglio Persano apre il fuoco contro la Lanterna posta sul Molo Nord: la fregata Vittorio Emanuele, vicinissima, lancia una bordata contro il forte e colpisce, attraverso una finestrella, la polveriera; la Lanterna salta seppellendo i 125 artiglieri che la difendono. La resa è firmata e il generale Fanti entra il 29 settembre in Ancona con le truppe italiane. Dieci anni prima Francesco Podesti (1800-1895) dipinge per il Comune il grandioso quadro rievocante "Il Giuramento degli Anconitani". Lo stesso Podesti è chiamato da Papa Pio IX ad affrescare in Vaticano le glorie della Immacolata.
Nell'848 i Saraceni, battuta nel Canale d'Otranto la flotta veneto-anconitana, occupano Ancona e la distruggono; l'Arco di Traiano viene spogliato delle statue e dei bronzi che l'adornano. Ma la città risorge ben presto con mirabile vitalità. Già nel 1137 è in grado di sostenere un vittorioso assedio contro Lotario III e di respingere altri due assedi: di Federico Barbarossa nel 1167; del suo luogotenente Cristiano Arcivescovo di Magonza affiancato dalla flotta di Venezia, nel 1174. L'assedio dura dal 1° aprile alla metà di ottobre. In questo ultimo assedio, il più lungo e penoso, rifulge la forte e coraggiosa tempra del popolo anconitano. La giovane vedova Stamira, in una audacissima sortita, corre ad accendere una botte di materie infiammabili provocando l'incendio di una torre mobile nemica. Un sacerdote, tale Giovanni da Chiò (Claudio), gettandosi a nuoto nel porto in tempesta, taglia con una scure la gomena della nave ammiraglia dei Veneziani, alleati del Barbarossa, provocando l'affondamento di varie navi nemiche. Forze alleate, condotte da Guglielmo Marcheselli d'Este di Ferrara e dalla contessa di Bertinoro Aldruda Frangipani, determinano la liberazione della città. Dopo tanta ferocia di guerre e di lotte, una pagina di pace: un povero fraticello viene dalla sua Umbria ad Ancona per imbarcarsi per l'Oriente: è San Francesco d'Assisi (1219). Una predicazione di amore tra gli uomini più che mai necessaria, perché pure Ancona conosce numerose lotte con le città vicine. Intanto Ancona, ormai importante Repubblica Marinara, si arricchisce con i suoi fortunati traffici con l'Oriente. Splendide testimonianze di questa sua attività sono la Cattedrale di San Ciriaco, il Palazzo del Senato, la Chiesa di Santa Maria della Piazza, costruiti nel semplice ed armonioso stile romanico. Con la venuta del Poverello sorge sull'Astagno un convento francescano (poi ospedale militare), le discordie cittadine indeboliscono le difese, e ciò rende possibile al Malatesta di erigere la fortezza di San Cataldo sul Colle dei Cappuccini, e successivamente al Cardinale Albornoz di ingrandirla e rafforzarla, per opera di Ugolino di Montemarte. La fortezza è come una freccia nel fianco della libertà anconitana; molti decenni di lotte saranno necessari per liberarsene. Gli anconitani sono a buon punto nelle trattative con la Chiesa per riavere la Rocca, ma il castellano Ferrante da Moggia dichiara di tenerla a nome dell'antipapa Clemente. E' necessario un lungo assedio e alla fine, nel 1383, la Rocca viene espugnata e distrutta. In tale circostanza il Senato Anconitano riceve dai Priori delle Arti e dai Gonfalonieri di Giustizia del popolo di Firenze l'elogio più caloroso: "Avete finalmente scosso, amici carissimi, il giogo del vostro servaggio che il presidio dell'inespugnabile rocca vi teneva sopracapo! O uomini che diffondete l'odore delle virtù dei vostri progenitori! O veri italiani!" Gli anconitani sono fieri difensori delle patrie libertà, ma sono anche provetti lavoratori, avveduti commercianti e valenti navigatori; quando il Pontefice Urbano V, allora residente in Avignone, rientra in Italia, tra le tante navi delle città marinare andate ad incontrarlo, c'è una galea anconitana; e proprio su questa si imbarca per intraprendere il suo viaggio. Narra il cronista Oddo di Biagio "La galea fu fatta in Ancona de tanta e tale lunghezza, quale mai si fu veduta la simile, con celle e camere dipinte e ornate come fossero stanze di palazzi. E fu armata de marinai e de vogatori de Ancona" (1367). L'onorifica preferenza viene accordata anche ad un'altra galea, comandata dall'anconitano Nicolò di Bartolomeo Toroglioni, quando Papa Gregorio XI riporta definitivamente la corte pontifica dalla Francia in Italia, nel 1377. Ma della fierezza del popolo anconitano sono ricche le cronache. Galeazzo Malatesta, nel 1413, tenta un assalto a Capodimonte; ma la pronta e vigorosa difesa respinge il nemico che lascia centinaia di morti e prigionieri. Tra i valorosi difensori va citato Ciriaco Pizzecolli, profondo studioso del mondo antico considerato il fondatore dell'archeologia. Anche Francesco Sforza tenta di avere a tradimento la città; le sue spie vengono scoperte, chiuse dentro sacchi e gettate in mare con pietre al collo. Tra gli sforzeschi nasce il detto: "Ancona da bere e non da mangiare" (1443). Altra prova della importanza del porto è la Crociata contro i Turchi promossa da Papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini); qui viene il Papa con tutta la corte pontificia per riunire la flotta delle potenze cristiane, che avrebbe dovuto liberare i mari dalle violenze e dalle ruberie dei corsari Musulmani. Se non che il Papa muore e i Turchi continuano a farla da padroni (1464). Nonostante tutto le arti e i commerci fioriscono e proprio in questo periodo la città si arricchisce di palazzi ed opere d'arte. L'architetto Giovanni Pace detto Sodo, costruisce la Loggia dei Mercanti , la cui facciata gotica si deve a Giorgio da Sebenico. A Giorgio da Sebenico si devono anche i portali di Sant'Agostino e di San Francesco alle Scale, nonché la facciata del Palazzo Benincasa in via della Loggia. Altri artisti lasciano nobili segni del loro lavoro: Francesco Martini senese, i Maestri Pietro e Matteo di Anongiacomo e il pittore Melozzo da Forlì, nel Palazzo già degli Anziani e ora della Prefettura; Marino di Marco Cedrino veneziano, uno degli architetti della Basilica di Loreto, nel portale della Chiesa della Misericordia; i pittori Carlo Crivelli, Lorenzo Lotto, Tiziano, veneti, in numerosi mirabili dipinti. Successivamente Pellegrino Tibaldi affresca l'interno della Loggia dei Mercanti, disegna la Fontana delle Tredici Cannelle e dipinge un salone del Palazzo Ferretti agli Scalzi: Andrea Lilli da Ancona dipinge numerose apprezzate tele che si conservano ancora nella Civica Pinacoteca.
La prima guerra mondiale vede Ancona in prima linea, non solo per lo spirito patriottico dei suoi figli soldati, ma anche per il bombardamento subito dalla città la mattina del 24 maggio 1915, ad opera della flotta austro-ungarica. Ventiquattro navi da guerra, schierate dietro il Cardeto e davanti al porto, aprono il fuoco ferendo e uccidendo cittadini inermi; lo stesso Duomo di San Ciriaco viene gravemente colpito da otto cannonate. La città non smentisce le sue tradizioni di eroismo; ed è proprio dal suo porto che partono i Mas di Rizzo e di Aonzo, per il siluramento davanti a Premuda della corazzata austriaca Santo Stefano (10 giugno 1918). Ben settecento anconitani cadono nella guerra 1915-1918. La città, memore e riconoscente, dedica alla memoria dei Caduti, al Passetto, uno dei più bei monumenti d'Italia dovuto all'architetto concittadino Guido Cirilli. Ormai Ancona, superata ed abbattuta l'antica cerchia di mura, si distende lungo "la piana degli orti", trasformata in un funzionale ed elegante quartiere con il grande fascino del viale della Vittoria. Due monumentali palazzi segnano l'inizio del Viale: il Palazzo delle Poste del Cirilli, in riferimento a moduli estetici del Sacconi, e l'edificio disegnato dall'architetto Amos Luchetti Gentiloni, l'attuale Palazzo del Popolo, sede del Comune. La seconda guerra mondiale procura alla città nuove immense rovine; bombardamenti aerei e navali determinano la distruzione di interi quartieri con la morte di moltissimi cittadini. Notevole è il contributo degli anconitani alle lotte partigiane nel periodo della Resistenza. La città è angosciosamente prostrata e straziata; appena 4 mila persone rimangono nelle sconnesse abitazioni sotto il terrore di continuo pericolo di morte. Le sue sofferenze le procurano una medaglia d'oro al valor civile. E' il 1960. La città cresce e si sviluppa. Nonostante il sisma del '72 e la grande frana dell'82. Il centro antico risanato ed i nuovi quartieri hanno il respiro da città europea. L'Università non è da meno. Il terzo millennio è già cominciato.
LA SQUADRA. L'Unione Sportiva Anconitana, conosciuta poi con il nome di Ancona calcio S.p.A. (a partire dal 1982 a seguito del cambio di denominazione), venne fondata nel marzo del 1905 in un piccolo magazzino del Teatro delle Muse. In quegli anni il calcio ancora non era diffusissimo e furono i marinai inglesi che approdavano al porto di Ancona a dare il via ad una pratica più convinta di questo gioco, ma la sua diffusione in Ancona è legata anche a un giovane, Pietro Recchi che un giorno, trovandosi a Liverpool per lavoro, ebbe l'occasione di assistere ad una partita di football e se ne innamorò. Decise allora di acquistare magliette rosse e calzoncini bianchi (probabilmente perché quelli erano i colori sociali del Liverpool) e, ritornato ad Ancona, vestì così la sua squadra. Le prime partite di un certo rilievo furono disputate con i marinai inglesi presenti ad Ancona e il primo incontro reso noto dalle cronache cittadine è datato 19 febbraio 1911, partita disputata tra l'Anconitana e la squadra del piroscafo inglese "Britagna" terminato con un pareggio. Solo nel 1921-22 debuttò nel campionato di Massima Serie (allora denominato Prima Divisione) della C.C.I.. La squadra, inserita nel campionato meridionale (Lega Sud), vinse il girone marchigiano, ma venne poi eliminata nella Fase Finale della Lega Sud (la cui vincente poi affrontava la vincente della Lega Nord nella finalissima scudetto). Nella stagione successiva l'Anconitana, unica iscritta nelle Marche, venne ammessa automaticamente alle Semifinali Lega Sud, nelle quali si comportò bene arrivando seconda e sfiorando l'accesso alla Finale Lega Sud. Nella stagione 1923-24 i marchigiani invece delusero arrivando quarti e ultimi nel girone di Semifinale. Indimenticabile invece fu la stagione 1924-25, quando gli anconitani vinsero il girone di Semifinale e si giocarono l'accesso alla Finalissima scudetto contro il fortissimo Bologna nella Finale Lega Sud con l'Alba Roma. I romani si dimostrarono fortissimi stravincendo nelle due sfide (poi persero contro il Bologna per 4-0 e 2-0 la finalissima scudetto). Nella stagione 1925-26 l'Anconitana stravinse il Girone Marchigiano a 2 squadre (l'altra era la Maceratese) e si qualificò alla semifinale di Lega Sud dove arrivò terza. Una riforma dei campionati, la Carta di Viareggio, fece però retrocedere l'Anconitana nel Campionato Cadetto di Prima Divisione. L'Anconitana nella stagione 1926-27 venne inserita nel Girone C di Prima Divisione, per la prima volta insieme alle squadre del Nord. Andò malissimo con i marchigiani che arrivarono ultimi e sarebbero dovuti retrocedere in Seconda Divisione ma vennero poi ripescati in seguito ai ripescaggi nella Serie Superiore.
IL VECCHIO STADIO. Lo Stadio Dorico è un impianto sportivo della città di Ancona, ex stadio dell'Ancona Calcio ed attuale campo di gioco della S.S. Piano San Lazzaro, altra società sportiva della città che gioca nel campionato di Eccellenza Marche. Lo stadio è situato sul Viale della Vittoria, tra il Comune di Ancona ed il Passetto, una delle più belle località marine della città marchigiana. Fu costruito nel 1931 sul sito del vecchio impianto di Tiro a Segnodi cui conserva, debitamente rielaborato, l'avancorpo dell'ex ingresso, ed inserito nel nuovo contesto urbano delimitato dall'asse del Viale della Vittoria; si chiamò Stadio del Littorio fino alla caduta del regime fascista.regime fascista. Nel 1992, anno della prima promozione in serie A dell'Ancona Calcio, lo stadio è stato sostituito dallo Stadio del Conero, più capiente avendo anche il settore riservato agli ospiti e con la visuale migliore, dato che lo stadio non ha con sé la pista di atletica. Il Dorico presenta, appunto, una pista di atletica, una tribuna, una curva ed una tribuna scoperta, detta comunemente gradinata. Poco tempo fa, è stato aggiunto un settore a fianco alla tribuna costruito con del materiale prefabbricato e la visuale è simile agli attuali distinti laterali del nuovo stadio. Recentemente i "Noi x Ancona" hanno ideato un progetto nel quale vogliono demolire la curva e la tribuna scoperta dello Stadio, per trasformarlo in area verde attrezzata dotata di alberi, panchine, aiuole, giochi, campi da bocce e bar, lasciando però inalterati la pista di atletica e il terreno di gioco. Il record di presenze e di incassi dello stadio va alla partita Ancona-Udinese nell'ultima giornata della serie B 1991-1992. Segue la partita Ancona-Livorno della serie c1 del 1987 finita 3 a 0 per i locali valida per la promozione in serie B.
Nel 1927-28 l'U.S.Anconitana si fuse con la Stamura e venne creata la Società Sport Ancona. La fusione, però, durò solo un anno, dopodiché la Stamura si staccò dalla S.S. Ancona. Il 12 luglio 1932 la S.S. Ancona si fuse con la S.S. Emilio Bianchi di Ancona formando così la U.S. Anconitana-Bianchi. Nella stagione 1936-37 l'Anconitana-Bianchi raggiunse per la prima volta la Serie B, dopo aver vinto il campionato di Serie C. Vi rimase per quattro stagioni, sfiorando la promozione in Serie A nel 1939-40. L'anno successivo fu però retrocessa in Serie C, ma ci rimase per poco, tornando in B l'anno seguente. Nel frattempo, nella stagione 1938-39 vinse la Coppa Italia Centrale. Durante la guerra il campionato di calcio venne sospeso per 2 stagioni. Alla ripresa l'Ancona riprese l'attività nel 1945 prendendo parte ad un campionato di assestamento, misto tra Serie A e Serie B con la denominazione "U.S. Anconitana", essendo stata sciolta la fusione con la Emilio Bianchi. Nel 1948 durante la partita di serie B tra Ancona e Pisa l'aribitro Vannini di bologna nego' negli ultimi minuti un rigore all'Ancona;i tifosi inferociti distrussero le recinzioni e dopo aver abbattuto le porte dello spogliatoio lo raggiunsero pestandolo selvaggiamente tanto da ridurlo in coma! Per 2 anni il campo dell'Ancona venne squalificato ed ovunque l'Ancona giocasse veniva accolta al grido di "assassini e delinquenti" per un fatto fino ad allora senza precedenti nei campi di calcio italiani!
Per circa 50 anni poi l'Ancona militò tra Serie B, Serie C e Serie D, fino al 1991-92 quando la squadra conquistò la prima storica promozione in Serie A. Infatti il 7 giugno 1992 l'Ancona pareggiando 1-1 a Bologna (rete di Ermini al 48') centrò la grande promozione in massima serie, per l'apoteosi dei numerosissimi tifosi dorici giunti al Dall'Ara. La città completamente impazzita fin dalla mattina invase la via Emilia con bandiere e striscioni biancorossi, presentandosi in 12.000 allo stadio, sbalordendo i tifosi bolognesi per numero, tifo e calore e che neanche la pioggia fermò. La militanza in massima serie fu però breve, infatti la squadra fu retrocessa l'anno seguente. Proprio però l'anno dopo, nel 1993-1994 l'Ancona arrivò alla sua prima finale di un torneo importante: la Coppa Italia. In finale incontrò la Sampdoria di Gullit, Mancini e Platt e dopo un onorevole 0-0 conquistato in casa dovette soccombere per 6-1 a Genova di fronte ad oltre 2.000 anconetani accorsi fin lì. L'anno successivo, poi arrivò fino alla semifinale del torneo Anglo-Italiano. Nel 1997-98 la squadra rischiò il fallimento, quando venne retrocessa in C1. Riguadagnò poi la Serie B nel 1999-00 al termine di una delle partite più emozionanti della storia biancorossa. L'11 giugno 2000 andò in scena allo stadio Curi di Perugia la finale play-off tra i dorici e gli "odiati" cugini dell'Ascoli, una partita assolutamente vietata ai deboli di cuore. La partita si concluse a reti inviolate nei 90' regolamentari, quindi si andò ai supplementari. L'Ascoli si portò in vantaggio al minuto 100 (primo tempo supplementare) facendo sprofondare all'inferno i tifosi e la squadra dorica, ma il bello doveva ancora venire. Infatti al 118' del secondo tempo supplementare, a soli 2' dalla fine della partita, l'Ancona trovò un incredibile pareggio ad opera di un giovane attaccante per di più anconetano d.o.c., Mirko Ventura. I tifosi dorici esplosero dalla gioia e al fischio finale iniziò la grande festa biancorossa. (Ancona promossa per miglior piazzamento in classifica ottenuto nell'arco del campionato). Nel 2002-03, sotto la guida dell'esperto Luigi Simoni l'Ancona ottenne la sua seconda promozione in Serie A. Grazie al mister e alla validità del suo gruppo, i dorici disputarono un ottimo campionato, raggiungendo la matematica promozione il 7 giugno del 2003 a Livorno dove, pareggiando 1-1 con la squadra di casa, (rete di Daino al 50') ottenne il lasciapassare per il "Paradiso", mandando in apoteosi gli 8.000 anconetani presenti allo stadio. In quell'anno l'Ancona arrivò anche agli ottavi di Coppa Italia dove affrontò il Milan e dopo un ottimo 1-1 in casa, si dovette arrendere alla netta superiorità rossonera nel ritorno di Milano perdendo per 5-1. Nella stagione 2003-2004 ha partecipato al Campionato di Serie A, e nonostante una squadra composta da buoni giocatori come Goran Pandev, Dino Baggio, Maurizio Ganz, Dario Hubner, Milan Rapaic e Mario Jardel, retrocedette subito in serie B racimolando appena 13 punti in 34 giornate.
Subito dopo la clamorosa retrocessione la società, per i grossi sforzi economici sostenuti, fallì e venne sostituita dalla A.C. Ancona (gestita dalla famiglia anconetana degli Schiavoni e a partrire da ottobre 2007 dalla società Terzo Tempo srl), che per meriti sportivi poté ripartire dalla serie C2. Il 6 marzo 2005 la società festeggiò il centenario di attività calcistica con una maglia apposita indossata in occasione di un pareggio per 1-1 contro il San Marino. Seguono anni travagliati, sia dal punto di vista dei risultati che dal punto di vista organizzativo, seguiti al fallimento. Si ricorda la promozione in Serie C1, ottenuta per ripescaggio nel 2005-2006 dopo una stagione deludente, culminata con l'eliminazione dai play-off e la salvezza ottenuta ai play-out nel 2006-2007, con un finale in crescendo dopo un campionato colmo di difficoltà di ogni tipo. Nel girone di andata del campionato di Serie C1 2007-2008 sembrarono arrivare momenti migliori per la tifoseria dorica. La squadra, difatti, si insedia al primo posto e lo mantiene fino allo scontro diretto con la Salernitana giocato a fine ottobre e terminato 1-0 per i campani padroni di casa. Nonostante un calciomercato di gennaio di primo livello, la squadra non sembrò riprendersi, inanellando una serie di risultati deludenti che la mantennero comunque nella parte alta della classifica, a causa di un inusuale equilibrio quasi assoluto fra le squadre del campionato. Dopo il cambio della guardia con Terzo Tempo Srl a partire dall'ottobre 2007 con le dichiarazioni della società riguardo alle rinnovate ambizioni di Serie B, la situazione sembrò prendere una piega favorevole nei match successivi. Conquistato l'accesso ai play-off, l'Ancona batté meritatamente in finale il Taranto e ottenne così la promozione in Serie B.
Il ritiro pre-campionato 2008-2009 si svolge a Montecopiolo, una piccola cittadina in provincia di Pesaro e Urbino. Il campionato 2008-2009 parte bene, con risultati significativi come la vittoria contro il Brescia e sull'insidioso campo di Empoli. Il girone di ritorno inizia con la sconfitta nel derby contro l'Ascoli e, in seguito, con l'esaltante vittoria contro il Parma (doppietta del bomber Salvatore Mastronunzio): in tal modo i dorici si proiettano nella parte alta della classifica nonostante si rilevi, durante la sessione invernale del mercato, la cessione di Maurizio Nassi al Brescia. Il girone prosegue con parecchi risultati negativi e un calo notevole in classifica. Ciononostante i dorici dimostrano di potersi giocare la salvezza fino alle ultime giornate, anche grazie alla svolta data dall'esonero di Francesco Monaco a quattro giornate dalla fine, in favore del bergamasco Sandro Salvioni. Con il nuovo allenatore la formazione marchigiana riesce a battere il Sassuolo per 2-1 in pieno recupero, anche se la settimana dopo perde contro la Triestina per 1-0 a causa di un singolare autogol di Catinali e ricade in zona retrocessione. Non serve il pareggio alla successiva giornata per 1-1 in casa col Grosseto, che di fatto mantiene i dorici al terz'ultimo posto. Si pensa ormai ad una retrocessione in Prima Divisione, poiché la gara successiva sulla carta è molto insidiosa per l'Ancona: dovrà incontrare l'AlbinoLeffe di Armando Madonna, che vuole tentare un ultimo assalto ai play-off per la promozione in Serie A. Le cose si mettono male per l'Ancona, che a poco più di venti minuti dalla fine della partita sta perdendo per 3-1, ma a sorpesa riesce a segnare due gol in due minuti (70° Mastronunzio, 72° De Falco), riuscendo così a portarsi sul 3-3 e a tenere aperte le speranze di salvezza. Alle notizie del doppio vantaggio del Cittadella sul Rimini e del gol del Modena contro la Triestina, i dorici vedono ormai vicina la retrocessione, che si starebbe per avverare visto anche il pareggio del Pisa contro il Brescia. I risultati sugli altri campi restano in gran parte immutati, ma a segnare al 90° minuto contro ogni aspettattiva sono proprio i dorici di Salvioni, che ottengono l'agognato e importantissimo vantaggio (4-3). La squadra, tuttavia, retrocederebbe comunque poiché il Pisa sta per ottenere un pareggio prezioso contro il Brescia. Al 94° minuto, però, il Brescia trova il gol della vittoria e dunque batte il Pisa 1-0, condannando proprio i toscani alla retrocessione in Prima Divisione. Alla luce di questo risultato l'Ancona riesce nell'impresa di evitare la retrocessione diretta, anche se la sua permanenza in Serie B sarà decisa dai play-out contro il Rimini. Nella gara d'andata l'Ancona pareggia 1-1 all'86° minuto grazie a Mastronunzio, mentre al ritorno espugna il Romeo Neri di Rimini vincendo 0-1 con un'altra rete di Mastronunzio. L'Ancona rimane in Serie B. Per la Stagione 2009-2010 la squadra punta ad una salvezza tranquilla, mantenendo in rosa giocatori di rilievo come Colacone e capitan Mastronunzio, che in estate era davvero vicinissimo alla cessione. La squadra debutta a Lecce perdendo 3 a 0, giocando comunque una buona partita. Successivamente, la squadra ottiene tre vittorie consecutive che la proiettano nella parte alta della classifica. Il buon momento continua e dopo 14 giornate la squadra è seconda con 26 punti, alle spalle del Lecce, in lotta per la promozione in Serie A, categoria dalla quale i dorici mancano dal campionato 2003-2004. Il 21 novembre 2009 l'Ancona espugna il Del Duca battendo a domicilio l'Ascoli, dopo più di 60 anni dall'ultima volta, per 1-3 con le reti degli ex Mastronunzio(2) e Colacone. Grazie alla vittoria nel derby alla 15esima giornata l'Ancona si trova solitaria in testa a 2 punti dal Lecce inseguitore.
LO STADIO. Lo stadio "Del Conero" è situato nella località Passo Varano, ad Ancona. Il nome deriva dal vicino Monte Conero ed ospita le partite casalinghe dell'A.C. Ancona. Vicino al PalaRossini, e alla stazione di Varano e 3 km dal casello di Ancona sud - Osimo, lo stadio è dotato di un parcheggio molto limitato. È stato inaugurato il 6 dicembre 1992, con la partita Ancona - Intercampionato di seria A 1992/1993 (terminata 3 a 0 per i locali) con la curva nord ancora in costruzione e anche i settori nord-ovest e nord-est dei distinti laterali. Lo stadio è stato poi ampliato raggiungendo la capacità attuale di 23.976 posti. Il record di presenze e di incassi dello stadio è stato raggiunto in occasione della partita Ancona-Juventus del 18 ottobre 2003 del campionato di serie A 2003-2004 con 23.306 spettatori tra paganti ed abbonati. Seguono Ancona-Milan della serie A 2003/2004 del 1 settembre 2003 con 22.746 spettatori. Dietro Ancona-Milan (ottavi di finale Coppa Italia anno 2002) con 21.498 spettatori, Ancona-Roma serie A 2003/2004 con 20.850 spettatori e Ancona-Venezia della Serie B 2002/2003 con 19.006 spettatori. Quest'ultima partita ha avuto il particolare di essere una partita fondamentale per l'Ancona per l'aritmetica promozione in serie A. Oltre all'Ancona Calcio, lo stadio ha ospitato alcune partite della nazionale di calcio dell'Italia e della nazionale di calcio dell'Italia Under-21. Lo stadio ha inoltre ospitato alcune partite della nazionale italiana cantanti e quella dei piloti. Anche papa Giovanni Paolo II per due volte ha celebrato all'interno della struttura. Allo stadio del Conero, oltre allo sport, si sono tenuti anche concerti e spettacoli di Renato Zero, Claudio Baglioni, Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Ligabue, Jovanotti, Fiorello e i REM.
COME ARRIVARCI: In auto, uscita Ancona sud dell'Autostrada A14, in direzione Ancona, prendere l'asse nord-sud, uscire alla zona Baraccola e seguire le indicazioni per impianti sportivi o stadio Del Conero; uscita Ancona nord, prendere la superstrada in direzione sud, uscire alla zona Baraccola e seguire le direzioni per lo stadio.Treno: dalla stazione ferroviaria di Varano è possibile raggiungerlo a piedi vista la vicinanza degli impianti che è di soli 500m. Dalla stazione di Ancona centrale, distante circa 9km, prendere nel piazzale Rosselli, antistante, la linea 43 Ancona-Varano oppure usufruire del servizio taxi.
TIFOSERIA. I primi ultras nella cittadina dorica vennero alla luce verso la fine degli anni '70, più precisamente nel 1978 quando venne esposto per la prima volta al vecchio stadio Dorico lo striscione "Fossa". Negli anni successivi, il tifo venne portato avanti dai pioneristici gruppi delle Brigate Biancorosse e degli Ultras Ancona, fino alla metà degli anni '80 quando la "moda ultrà" ed il proliferare dei gruppi fecero perdere compattezza alla stessa Curva Nord. In quel periodo si contavano i vari Warriors, Ultras, Hell's Angels. Vecchia Guardia, Fossa Dorica, Nuova Onda, Collemarino Biancorossa, Tavernelle Anfa, Skizzati, Red Animals, Red Kaos ed altri gruppetti minori. Si decise così di unificare tutte le sigle dietro un unico striscione che facesse da gruppo guida. Nacque così il Collettivo Autonomo Curva Nord Ancona, meglio noto semplicemente come Collettivo Ancona, che da li in poi scrisse pagine importanti per gli ultras della cittadina marchigiana. Erano gli anni in cui la tifoseria marchigiana era unanimemente considerata "calda", e la trasferta al Dorico era tutto tranne che una passeggiata. Ma il Collettivo nel corso degli anni seppe distinguersi sopratutto per l'impegno sociale, per svariate iniziative benefiche e per l'antirazzismo. Facevano parte del circuito di quei gruppi legati al mondo dei centri sociali e, all'inizio del nuovo millennio, aderirono al progetto "Resistenza Ultras", insieme ad altre tifoserie di sinistra come ternani e livornesi. Un altro gruppo che negli anni '90 si fece un discreto nome all'interno del panorama anconetano furono i The Warriors, provenienti dal quartiere di Torrette, ispirati nel nome dal celebre film "The Warriors - i guerrieri della notte" del 1979; gruppo su posizioni più estreme rispetto al Collettivo, sempre presenti in trasferta (nel 1994 a Padova ricordo che il loro fu l'unico striscione presente) e inclini allo scontro.
Nella stagione 2002/03 il Collettivo ha deciso per l'autoscioglimento, in seguito alla contestazione verso la società ed agli screzi con un altro gruppo anconetano, la Brigata Wallace. Ovviamente lasciarono un grande vuoto nel cuore della curva, solo parzialmente coperto dagli Ultras Ancona, gruppo nato dai ragazzi più giovani dell'ex-Collettivo. In seguito anche gli Ultras Ancona si sciolsero dopo l'entrata in vigore del decreto Amato nel 2007. Ancora oggi i ragazzi sono presenti in Curva Nord, ma non più come gruppo ufficiale. Oggi il timone della tifoseria anconetana è in mano al gruppo Curva Nord Ancona, nato dalla fusione di alcuni piccoli gruppi preesistenti che hanno voluto colmare il vuoto organizzativo lasciato dallo scioglimento degli Ultras Ancona. Presenti anche i Cani Sciolti, nati dalle ceneri della Brigata Wallace.
RAPPORTI. I primi contatti con i dorici risalgono alla stagione 1985/86, quando alla fine del match disputato all'Appiani ci furono degli scontri in Prato della Valle dove loro dimostrarono una bella consistenza. Si racconta di uno di loro, colpito al capo da una cinghiata, la fibbia della cintura volò in mille pezzi ed il tipo praticamente non se ne accorse nemmeno... Qualche anno, verso la fine degli anni '80, un anconetano finì dritto nella canaletta di Prato della Valle a nuotare con i sorci ed a fine partita i nostri tentarono l'assalto al settore ospiti tentando di sfondare il cordone di polizia con dei cassonetti. In casa loro da registrare solo qualche scaramuccia nel 1987. L'ultima volta che ci presentammo ad Ancona era il 1998, in una partita decisiva per la salvezza. Eravamo in buon numero e ci ritrovammo nel settore ospiti che era un angolo dei distinti, a fianco della curva di casa. Nonostante la vicinanza non successe nulla di nulla a parte un pò di tensione con la polizia e le solite provocazioni pseudo-politiche da una parte e dall'altra. Anche se ci si è sempre mandati bellamente a fare in culo, possiamo definirla una non-rivalità. Da non prendere sottogamba comunque.
LA TRASFERTA. Per chi volesse, i ragazzi della Fattori organizzano il viaggio in pullman. Le iscrizioni si raccolgono questa sera in Via Carducci a partire dalle 21,30 al prezzo di 15 €. I biglietti sono acquistabili nei punti vendita Best Union al prezzo di 18 € (!!!) + prevendita. Questi i punti disponibili a Padova e provincia:
DUEPI DI PALIURI ACHILLE & ANTONELLA SNC 22294 - VIA DESMAN 336 - 35010 BORGORICCO (PD) - Tel.049/9335706
GAZZOLA CLAUDIO - VIA ROMA 20 - 35010 BORGORICCO (PD) - Tel.049/9335847
CARTOLERIA FRANCO DI PINTON MAURIZIO - VIA GARIBALDI GIUSEPPE 30 - 35010 CADONEGHE (PD) - Tel. 049/8871084
BOTTIN MASSIMILIANO & C. snc - VIA GARIBALDI 66 - 35020 CORREZZOLA (PD) - Tel.049/5807113
OPTIMA GAME DI BASSO LAURA - P.ZA ANTONIO BARATELLA 1 - 35010 LOREGGIA (PD) - Tel.049/9301012
PIAZZA ANITA - via martignon 16 - 35035 MESTRINO (PD) - Tel.049/9000030
ZANELLA MAURIZIO - LARGO TRAIANO 5 - 35036 MONTEGROTTO TERME (PD) - Tel.049/8910644
BASILIO LUIGI - VIA LUIGI PELLIZZO 35 - 35128 PADOVA (PD) - Tel.049/776322
BORDIGATO GIUSEPPINA - VIA PIOVESE 114 - 35127 PADOVA - Tel.049/8020962
ONLINE BUSINESS & COMMUNICATION S.A.S. DI BAZZI NICOLA & C. - VIA TIZIANO ASPETTI 166 - 35133 PADOVA - Tel.049/8646610
Nella stagione 2002/03 il Collettivo ha deciso per l'autoscioglimento, in seguito alla contestazione verso la società ed agli screzi con un altro gruppo anconetano, la Brigata Wallace. Ovviamente lasciarono un grande vuoto nel cuore della curva, solo parzialmente coperto dagli Ultras Ancona, gruppo nato dai ragazzi più giovani dell'ex-Collettivo. In seguito anche gli Ultras Ancona si sciolsero dopo l'entrata in vigore del decreto Amato nel 2007. Ancora oggi i ragazzi sono presenti in Curva Nord, ma non più come gruppo ufficiale. Oggi il timone della tifoseria anconetana è in mano al gruppo Curva Nord Ancona, nato dalla fusione di alcuni piccoli gruppi preesistenti che hanno voluto colmare il vuoto organizzativo lasciato dallo scioglimento degli Ultras Ancona. Presenti anche i Cani Sciolti, nati dalle ceneri della Brigata Wallace.
RAPPORTI. I primi contatti con i dorici risalgono alla stagione 1985/86, quando alla fine del match disputato all'Appiani ci furono degli scontri in Prato della Valle dove loro dimostrarono una bella consistenza. Si racconta di uno di loro, colpito al capo da una cinghiata, la fibbia della cintura volò in mille pezzi ed il tipo praticamente non se ne accorse nemmeno... Qualche anno, verso la fine degli anni '80, un anconetano finì dritto nella canaletta di Prato della Valle a nuotare con i sorci ed a fine partita i nostri tentarono l'assalto al settore ospiti tentando di sfondare il cordone di polizia con dei cassonetti. In casa loro da registrare solo qualche scaramuccia nel 1987. L'ultima volta che ci presentammo ad Ancona era il 1998, in una partita decisiva per la salvezza. Eravamo in buon numero e ci ritrovammo nel settore ospiti che era un angolo dei distinti, a fianco della curva di casa. Nonostante la vicinanza non successe nulla di nulla a parte un pò di tensione con la polizia e le solite provocazioni pseudo-politiche da una parte e dall'altra. Anche se ci si è sempre mandati bellamente a fare in culo, possiamo definirla una non-rivalità. Da non prendere sottogamba comunque.
LA TRASFERTA. Per chi volesse, i ragazzi della Fattori organizzano il viaggio in pullman. Le iscrizioni si raccolgono questa sera in Via Carducci a partire dalle 21,30 al prezzo di 15 €. I biglietti sono acquistabili nei punti vendita Best Union al prezzo di 18 € (!!!) + prevendita. Questi i punti disponibili a Padova e provincia:
DUEPI DI PALIURI ACHILLE & ANTONELLA SNC 22294 - VIA DESMAN 336 - 35010 BORGORICCO (PD) - Tel.049/9335706
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CARTOLERIA FRANCO DI PINTON MAURIZIO - VIA GARIBALDI GIUSEPPE 30 - 35010 CADONEGHE (PD) - Tel. 049/8871084
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OPTIMA GAME DI BASSO LAURA - P.ZA ANTONIO BARATELLA 1 - 35010 LOREGGIA (PD) - Tel.049/9301012
PIAZZA ANITA - via martignon 16 - 35035 MESTRINO (PD) - Tel.049/9000030
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BORDIGATO GIUSEPPINA - VIA PIOVESE 114 - 35127 PADOVA - Tel.049/8020962
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