Our government - through the Interior Ministry - keeps public order operating territorial discrimination and closing away ends.
Lots of important matches are forbidden to fans who don't live in the city where the game is played.
They are doing this only to support the "tessera del tifoso" project, which is not dedicated to the fans, as they say, but only to get more money from them.
Italian stadia are the more and more empty compared to past years and in the lower leagues football is dying.
Closing away ends and putting territorial discrimination to buy tickets, simply demonstrates one thing: Italy can't organize Euro 2016.
(Crediamo che l'Italia non abbia il diritto di organizzare gli Europei del 2016. Il nostro governo - attraverso il Ministro dell'Interno - mantiene l'ordine pubblico operando discriminazioni territoriali e chiudendo i settori ospiti. Molte partite importanti vengono vietate ai tifosi che non vivono nella città dove il match è giocato. Stanno facendo tutto questo solo per sostenere il progetto "tessera del tifoso",che non è dedicato ai tifosi, come dicono, ma è solo finalizzato ad ottenere più soldi da loro. Gli stadi italiani sono sempre più vuoti in paragone agli anni passati e nelle serie inferiori il calcio sta morendo. Chiudere i settori ospiti e inserire discriminazioni territoriali per comprare i biglietti, dimostra semplicemente una cosa: l'Italia non può organizzare gli Europei del 2016.)
Fonte Il Messaggero:
ROMA (24 febbraio) - Euro 2016? Gli ultrà italiani dicono, «no». O meglio, gli europei li vogliono, ma non in Italia. Stufi delle continue limitazioni imposte dal ministero dell’Interno tramite l’Osservatorio per le manifestazioni sportive, attraverso il sito www.asromaultras.org, gli ultrà lanciano la controffensiva, boicottando la candidatura italiana per ospitare gli europei di calcio del 2016. Come? Copiando dal sito un breve testo pubblicato in inglese, corredato dall’elenco completo di tutte le partite vietate settimanalmente alle tifoserie ospiti e inoltrandolo via e-mail direttamente all’Uefa. In pochi giorni il gruppo creato su Facebook (“Euro 2016. No grazie”) ha raccolto 2.500 aderenti, e in molti stadi del Paese si cominciano a vedere gli adesivi con il logo dell’iniziativa.
“Euro 2016: we say no!”. «Egregi signori dell’Uefa – recita il testo - riguardo la candidatura italiana per Euro 2016, siete a conoscenza del fatto che in Italia il ministero dell’Interno non è in grado di garantire l’ordine pubblico nemmeno nelle serie inferiori? Vietano sistematicamente le trasferte anche per match insignificanti». Un esempio? Battipagliese-Real Poseidon (Lega dilettanti), disputata domenica scorsa a porte chiuse. E allora, si domandano gli ultrà, «come può, l’Italia, essere in grado di organizzare gli europei del 2016?».
L’ideatore della protesta. L’idea è balenata nella mente di Lorenzo Contucci, noto avvocato penalista specializzato in materia di ultrà e webmaster del sito asromaultras.org, esattamente il 31 gennaio scorso, quando a causa di una nevicata, fu disposto il rinvio di Parma-Inter, con centinaia di tifosi interisti costretti a tornarsene a casa dopo aver speso inutilmente tempo e denaro.
Germania-Inghilterra o Angri-Forza e coraggio? «Sono letteralmente stufo di limitazioni imposte solo per introdurre un progetto economico chiamato “Tessera del tifoso” – dice Contucci - Mi sono quindi chiesto come possa l'Italia gestire un Germania-Inghilterra se non è in grado di far disputare in sicurezza neppure partite come Angri-Forza e coraggio. L'Uefa è contro i divieti e deve essere informata sul fatto che l'Italia non è in grado di organizzare un europeo, visto che è l'unica nazione al mondo a porre simili limitazioni ai tifosi».
Un’iniziativa nata “dal basso”. Esattamente come accadde prima dell’estate con la mobilitazione nazionale contro la Tessera del tifoso. «Nei primi due giorni – spiega Contucci – tramite il gruppo su Facebook siamo riusciti a coinvolgere oltre duemila persone e appena i media vorranno trattare la notizia, sono sicuro che la protesta si diffonderà rapidamente a macchia d’olio». Finora, utilizzando esclusivamente il passaparola, sono già molti i gruppi ultrà che hanno scelto di pubblicare il link della campagna sul proprio sito internet. Fuori dai confini laziali, se ne sono accorti, ad esempio, i tifosi del Parma.
«Fino all’ultima raccomandata». Le duemila mail inviate dagli aderenti, per ora non sono bastate ad ottenere una qualche risposta da parte dell’Uefa, ma Contucci non si stupisce. «Si sono già accorti di noi – assicura – anche se per ora arrivano solo e-mail di risposta in automatico. Successivamente passeremo ai fax, poi alle lettere raccomandate. Andremo avanti fino a quando gli Europei del 2016 non verranno assegnati a uno Stato che non pone discriminazioni territoriali ai supporters». E chissà che a spuntarla, alla fine, non siano proprio i tifosi.
“Euro 2016: we say no!”. «Egregi signori dell’Uefa – recita il testo - riguardo la candidatura italiana per Euro 2016, siete a conoscenza del fatto che in Italia il ministero dell’Interno non è in grado di garantire l’ordine pubblico nemmeno nelle serie inferiori? Vietano sistematicamente le trasferte anche per match insignificanti». Un esempio? Battipagliese-Real Poseidon (Lega dilettanti), disputata domenica scorsa a porte chiuse. E allora, si domandano gli ultrà, «come può, l’Italia, essere in grado di organizzare gli europei del 2016?».
L’ideatore della protesta. L’idea è balenata nella mente di Lorenzo Contucci, noto avvocato penalista specializzato in materia di ultrà e webmaster del sito asromaultras.org, esattamente il 31 gennaio scorso, quando a causa di una nevicata, fu disposto il rinvio di Parma-Inter, con centinaia di tifosi interisti costretti a tornarsene a casa dopo aver speso inutilmente tempo e denaro.
Germania-Inghilterra o Angri-Forza e coraggio? «Sono letteralmente stufo di limitazioni imposte solo per introdurre un progetto economico chiamato “Tessera del tifoso” – dice Contucci - Mi sono quindi chiesto come possa l'Italia gestire un Germania-Inghilterra se non è in grado di far disputare in sicurezza neppure partite come Angri-Forza e coraggio. L'Uefa è contro i divieti e deve essere informata sul fatto che l'Italia non è in grado di organizzare un europeo, visto che è l'unica nazione al mondo a porre simili limitazioni ai tifosi».
Un’iniziativa nata “dal basso”. Esattamente come accadde prima dell’estate con la mobilitazione nazionale contro la Tessera del tifoso. «Nei primi due giorni – spiega Contucci – tramite il gruppo su Facebook siamo riusciti a coinvolgere oltre duemila persone e appena i media vorranno trattare la notizia, sono sicuro che la protesta si diffonderà rapidamente a macchia d’olio». Finora, utilizzando esclusivamente il passaparola, sono già molti i gruppi ultrà che hanno scelto di pubblicare il link della campagna sul proprio sito internet. Fuori dai confini laziali, se ne sono accorti, ad esempio, i tifosi del Parma.
«Fino all’ultima raccomandata». Le duemila mail inviate dagli aderenti, per ora non sono bastate ad ottenere una qualche risposta da parte dell’Uefa, ma Contucci non si stupisce. «Si sono già accorti di noi – assicura – anche se per ora arrivano solo e-mail di risposta in automatico. Successivamente passeremo ai fax, poi alle lettere raccomandate. Andremo avanti fino a quando gli Europei del 2016 non verranno assegnati a uno Stato che non pone discriminazioni territoriali ai supporters». E chissà che a spuntarla, alla fine, non siano proprio i tifosi.
Questo è il link del gruppo creato su facebook per l'iniziativa. Considerazioni personali: forse qualcuno può essere convinto che mobilitarsi contro i soldi e gli interessi che ci sono in ballo sia un pò come la storia di Davide che sfidò Golia. Può essere, ma serve se non altro ad aprire gli occhi all'opinione pubblica, come nel caso della "Tessera del Tifoso". Ed in questo l'Italia merita una lezione, come ce l'ha già avuta in occasione dell'assegnazione di Euro 2012. Almeno fino a quando le cose non muteranno radicalmente. In tutta Europa sono ben coscienti che il calcio è dei tifosi, e vanno nella direzione di ciò che piace al tifoso. In Italia abbiamo un calcio in mano alla Polizia che decide dove come quando si gioca, e chi può andare allo stadio; il tutto per nascondere le speculazioni di chi amministra il giocattolo e che ha tutto l'interesse ad allontanarlo da quella che è la passione popolare. Ed allora ben venga anche questa iniziativa. Che almeno in Europa si rendano conto con che personaggi hanno a che fare quando si vedono arrivare i vari Carraro, Matarrese e Melandri a sostenere la candidatura per gli Europei della Repubblica delle Banane!
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