Se vi eravate organizzati le vacanze di Natale per rientrare in tempo e andare allo stadio il 6 gennaio lasciate perdere e cambiate i vostri programmi perché quel giorno non si giocherà: l’intera giornata di serie A è stata spostata al 22 dicembre, come hanno preteso e ottenuto i calciatori nell’ambito della trattativa per revocare – anzi, congelare – uno sciopero che già non stava in piedi. Ma per il quieto vivere di tutti, alla faccia dei tifosi e della gente che dovrebbe essere tutelata, la Lega e il suo primo rappresentante, Maurizio Beretta, hanno ceduto con la più facile strategia possibile, quella dello scambio.
Il primo interesse, infatti, era quello di salvaguardare il prossimo week end calcistico e di non far fare un’altra brutta figura al nostro calcio, uscito a pezzi dal mondiale sudafricano e già travolto dalle polemiche arbitrali dopo appena tre giornate. Così, dopo una trattativa neanche troppo lunga e serrata sul nuovo contratto collettivo, l’Aic ha trovato l’intesa su sei punti su otto, sbaragliando il campo. Ma non contenti, i nostri calciatori, beniamini di milioni di tifosi, hanno posto già dei paletti sugli ultimi due punti, quelli più spinosi e difficili da risolvere e che riguardano la gestione dei fuorirosa e del rifiuto dei trasferimenti. Argomenti su cui non sono disposti a cedere, per questo non hanno annullato lo sciopero bensì soltanto congelato fino al prossimo 30 novembre. E nonostante la Figc sia disposta ancora ad arbitrare la partita – magari un po’ meglio dei giovani direttori di gara mandati in campo da Braschi e Nicchi in questo primo mese di campionato – la soluzione sembra talmente lontana che l’Aic ha già ufficializzato la data del prossimo sciopero: domenica 5 dicembre.
Nel frattempo i calciatori, a dispetto dei loro principali interlocutori che dovrebbero essere i tifosi, si organizzeranno le loro belle vacanze con l’assenso della Lega, che ha anticipato la giornata del 6 gennaio al 22 dicembre, causando dei danni al prodotto calcio che invece avrebbe bisogno di essere valorizzato. Pensate a quanti bambini sarebbero andati allo stadio, con i loro genitori, il giorno della Befana, approfittando delle vacanze scolastiche e di una delle feste più belle e coinvolgenti dell’anno. Stadi pieni, probabilmente, oppure meno vuoti di come sono apparsi fino ad ora: ma Beretta ha preferito il quieto vivere, con il sostegno della Figc, piuttosto che la difesa di chi porta i soldi freschi nelle casse delle società. Mercoledì 22 dicembre, con le scuole ancora aperte e i centri commerciali sotto assedio per i regali di Natale, gli stadi resteranno deserti, forse non ci andranno nemmeno gli abbonati visto che si giocherà di notte. Già, ma la Lega e l’Aic hanno dato un’occhiata al tipo di giornata che saranno costretti ad affrontare? Lo sanno che l’Inter sarà impegnata nel Mondiale per club e al novantanove per cento dovrà rinviare un’altra partita oltre alle due già messe in preventivo? E lo sanno che in pieno inverno, probabilmente tra neve, ghiaccio e pioggia, si dovrà giocare a Bologna, Brescia, Genova, Milano e Torino alle 20.45 piuttosto che alle 15?
Ma stavolta, ne siamo certi, i calciatori non diranno niente e non potranno neanche lamentarsi come hanno fatto in passato, Campana in testa, visto che questo scempio lo hanno voluto e organizzato invece di pensare alla loro salute e agli interessi dei tifosi piuttosto che alle vacanze. Giocare il 22 permetterà ai giocatori di salvare il Capodanno al mare o in montagna, un Capodanno senza limiti – tra dolci e champagne – tanto si rigiocherà il 9 gennaio e quindi ci sarà il tempo per smaltire grassi e alcol. E intanto i loro colleghi inglesi riempiranno di famiglie e bambini gli stadi della Premier, dove si andrà in campo il 18, il 26 e il 28 dicembre, l’ 1, il 4 e il 7 gennaio. Ecco, non ci meraviglieremmo se i nostri calciatori, in caso di mancato accordo sui prossimi due punti del loro contratto, spostassero lo sciopero del 5 dicembre al 6 gennaio per non rischiare di perdere i viaggi che stanno organizzando. O non ci hanno ancora pensato?
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