La città. Portogruaro è una cittadina in provincia di Venezia, al confine col Friuli Venezia Giulia, di circa 25.000 abitanti. La sua fondazione risale al 10 gennaio 1140: con un atto scritto il vescovo di Concordia, Gervino, concesse a Giovanni Venerio, Arpone, Bertaldo, Berigoio, Enrico Mosca, Giovanni Salimbene e ad altri portolani, dei terreni lungo il fiume Lemene per costruirvi case, magazzini per i prodotti agricoli ed un porto fluviale. La prima attestazione documentaria della zona è però un privilegio risalente al 986, atto con cui l'imperatore Ottone III concedeva appunto al vescovo concordiese il dominio del territorio. Già nel X secolo doveva esistere un castello fortificato, sulla riva destra del fiume, che i vescovi della diocesi di Concordia costruirono come loro dimora, non sentendosi più sufficientemente protetti tra le rovine dell'antica città romana. Nel XII secolo, come dimostra la bolla di Urbano III, la città di Portum de Gruario, aveva una sua precisa connotazione economica e amministrativa; quest'ultima era esercita, in quell'anno, dal vescovo Gionata. Nel 1271, il 15 gennaio, circa centocinquanta uomini armati al soldo di Buonaccorsio Bardi, della famosa famiglia di banchieri fiorentini, tentò di conquistare il Comune di Portogruaro. Il tentativo fallì, ma le conseguenze furono tragiche: molti documenti vennero distrutti nell'incendio del palazzo municipale. Dieci anni dopo, a seguito delle guerre in Friuli, la città fu occupata per 32 mesi dalle truppe di Francesco da Carrara. Questo episodio mise in evidenza la necessità di chiedere un'annessione alla Patria del Friuli. I portogruaresi chiesero ufficialmente di stabilirsi sotto il veneto vessillo. Il senato veneziano approvò il 29 maggio 1420 il Privilegio di Portogruaro e da quel giorno i podestà arrivavano da Venezia. Il primo fu Zaccaria Bembo. Con il governo della Serenissima Portogruaro ottenne una larga autonomia di tipo comunale, e oltre ai traffici dei prodotti delle campagne circostanti, agevolati dalla navigabilità del Lemene, Portogruaro ebbe il controllo del transito delle merci tra Venezia e i territori del Friuli e l'Austria grazie anche alla esclusiva concessione del dazio sulla ferramenta. Gli scambi mercantili contribuirono a far diventare Portogruaro il centro più importante dell'area e intorno al 1500 la città conobbe un periodo di grande prosperità. Sulla riva sinistra vennero realizzati numerosi fondaci, tra cui quello con annessa dogana posto immediatamente fuori dalla cinta muraria. Vennero inoltre avviati importanti interventi di "renovatio urbis", con la pavimentazione delle vie, la ricostruzione dei ponti del Rastrello e della Stretta, e la realizzazione da parte di Cima da Conegliano della pala d'altare del Duomo. Sotto il governo della Serenissima Portogruaro fa parte della Patria del Friuli e viene amministrata dal rappresentante della Serenissima a Udine. Portogruaro lega il suo destino a quello della dominante, e così il XVII secolo segna l'inizio del declino economico della città, come conseguenza della crisi economica di Venezia e della maggiore competitività di altri territori di terraferma della Repubblica. Nel 1797, col Trattato di Campoformido, Napoleone cede all'Austria il territorio della Repubblica, compresa Portogruaro, ma nel 1805 la città fu annessa al Regno d'Italia dell’Impero Francese. Il 28 settembre 1810 con decreto napoleonico, Portogruaro viene aggregata al Dipartimento dell'Adriatico (Venezia). Le motivazioni che portarono i francesi a strappare questo territorio dal Dipartimento di Passariano, ovvero l’ente successore della Patria del Friuli, erano il rischio di rendere il Dipartimento Adriatico meno importante di quelli confinanti, in particolare del Dipartimento di Passariano (Provincia di Udine). Nel 1815 col Congresso di Vienna si sancì l’appartenenza degli ex territori della Repubblica di Venezia all’Impero Asburgico. La nuova amministrazione austriaca trasformò il Dipartimento di Passariano nella Provincia di Udine, alla quale restituì solo Aquileia. Infatti, all’ex Dipartimento Adriatico, divenuto Provincia di Venezia, rimase il Mandamento di Portogruaro. La motivazione di tale decisione era simile a quella francese. In questo periodo la città di Portogruaro viene citata da Ippolito Nievo nella sua famosa opera Le confessioni di un italiano, in cui descrive i cittadini portogruaresi in modo ironico per la loro voglia di assomigliare ai signori veneziani. La dominazione austriaca dura fino al 1866, tranne la breve parentesi del 1848 quando anche in città, sulla scia dei moti rivoluzionari che percorrevano l'Europa negli anni della Restaurazione, si instaura per un breve periodo un regime repubblicano. Nel 1866, a seguito della pace di Vienna, Portogruaro col Veneto entra a far parte del Regno d'Italia, e continuerà a gravitare in ambito veneziano. (Fonte: wikipedia)
La squadra. Gli albori del football nella cittadina veneziana di Portogruaro affondano le radici all’inizio del secolo scorso, per la precisione nel 1919, con la fondazione della prima società, Unione Sportiva Portogruarese. I colori granata sono ciò che rimane della storia del calcio per il centro al confine tra Veneto e Friuli. Nel 1990, dopo una storia fatta di tanto dilettantismo e qualche annata in Serie C nel secondo dopoguerra, nasce un nuovo sodalizio, prodotto dalla fusione tra Portogruaro e l’Associazione Calcio Summaga, della vicina frazione. La storia volle che le due squadre si riunissero nel torneo di Promozione regionale, proseguendo la tradizione con il mantenimento dei colori sociali granata, nonché però affiancando al nome Portogruaro anche quello di Summaga. Un particolare, questo, sempre a cuore alla Famiglia Mio, proprietaria del club, che anche con il recente restyling del logo societario, ha mantenuto la nomenclatura di PortogruaroSummaga, nonché l’indicazione degli stemmi rappresentativi delle due realtà cittadine. Ricomincia dunque nel 1990, la storia del calcio portogruarese. Una storia che nell’ultimo ventennio ha visto la Società veneta conquistare un clamoroso e storico salto di categoria verso la Serie B nella passata stagione. Modo migliore per festeggiare il ventesimo compleanno del sodalizio non poteva esserci, per la squadra allenata in Prima Divisione da Alessandro Calori, capace di strappare alle corazzate Verona e Pescara la promozione diretta con una vittoria storica al Bentegodi nell’ultima giornata di campionato. I successi per la compagine veneziana, comunque, sono disseminati un po’ in tutti i 20 anni trascorsi dalla fusione con il Summaga. Ripercorrendo la storia a ritroso, ritroviamo il salto in Prima Divisione dopo i playoff vinti contro il Bassano Virtus nel 2008, nonché nel 2004 la vittoria del campionato di Serie D. Per trovare il ritorno nel Campionato Nazionale Dillettanti, dopo diversi anni tra Promozione ed Eccellenza, bisogna tornare invece al campionato 1997/98. (Fonte: biancoscudati.net)
Lo stadio. Ubicato nella zona denominata “Palù” attigua a Viale Cadorna. Distante appena un centinaio di metri dal centro storico della cittadina veneziana, lo Stadio di Portogruaro venne inizialmente progettato quale velodromo per il ciclismo su pista. L’impianto, che ospita le gare del PortogruaroSummaga, è intitolato alla memoria di Piergiovanni Mecchia, grande appassionato di ciclismo e venne inaugurato nel 1948 con la partecipazione di famosi ciclisti dell'epoca, quali il triestino Cottur, il mestrino Bevilacqua e Leoni. Tra gli altri famosi, al velodromo Mecchia passò, durante la sua carriera, anche Fausto Coppi. Il Mecchia è l'unico Velodromo della Provincia di Venezia e, per la sua posizione rispetto agli altri velodromi confinanti quali Padova, Bassano e Pordenone, copre un enorme bacino d'utenza. La capienza di spettatori si attestava fino alla scorsa estate sui 3.335 posti, tra la Tribuna Centrale e la gradinata riservata agli ospiti. La promozione in Serie bwin della squadra granata ha reso necessaria una ristrutturazione con conseguente ampliamento, tale da rendere omologabile l’impianto anche per la seconda serie nazionale secondo gli standard imposti dalla F.I.G.C.. Dopo le prime gare interne giocate sul “neutro” della vicina Udine, ora lo Stadio Mecchia può contare su una capienza complessiva di circa 7.000 posti.
Come arrivare. L’impianto è situato a poche centinaia di metri dal centro cittadino, nonché dalla Stazione FS di Portogruaro. In auto: uscire al casello di Portogruaro dell'autostrada A4, sia per chi proviene da nord che per chi proviene da sud, quindi seguire le indicazioni. In treno: fermata Portogruaro-Caorle. Il servizio taxi è disponibile per raggiungere l’impianto. In aereo: dal più vicino aeroporto Marco Polo di Tessera (Ve), sono disponibili all'uscita collegamenti con mezzi cittadini o possibilità di noleggio auto.
La tifoseria. C'è poco da dire, visto che non esiste nessun vero e proprio gruppo ultras. Ci sono le Furie Granata che fanno un pò di tifo, ma sono più assimilabili a un club. E c'è un tifoso, tale Cece, che spesso è l'unico a seguire la propria squadra in trasferta. Ovviamente indifferenza assoluta fra noi e loro.
La trasferta. Visto che si gioca di martedì e che la trasferta è abbastanza vicina, la Fattori invita tutti i ragazzi a muoversi con mezzi propri e da appuntamento a tutti per le 19 allo stadio Mecchia di Portogruaro.
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