martedì 28 settembre 2010

CONTROINFORMAZIONE VERITIERA....


Nel video: il corteo di protesta dei sampdoriani contro la Tessera del tifoso...

Il titolo non è messo a caso: da quando la Tessera del Tifoso è entrata in vigore, sui media nazionali è calato un velo di silenzio pesante come un macigno. Eppure parliamo degli stessi media che fino a qualche anno fa erano pronti a fare a pezzi gli ultras per ogni minima stronzata... Prendiamo il caso del motorino lanciato dagli spalti di San Siro, in quell'ormai famoso Inter-Atalanta del 2001: in se si trattava di un gesto più stupido che violento, tanto che se andiamo a rivedere le immagini di quel famoso lancio vedremo che il povero scooter viene lanciato in una zona sottostante vuota, forse perchè la gente aveva capito le intenzioni del gruppo, probabilmente perchè era stato il gruppo stesso ad avvisare gli spettatori sottostanti di togliersi. Lungi da me difendere gli autori del gesto: quello che voglio dire è che al massimo potrebbero essere accusati di "sceneggiata napoletana" per la platealità del gesto, ma la violenza, quella vera che lascia anche qualche segno fisico, è ben altra cosa... Cosa hanno fatto invece i media dal 2001 ad oggi? Ci hanno riproposto all'infinito quella sequenza, come se l'essenza di quarant'anni di movimento ultras fosse solo questo: picchiare un povero scooter indifeso! Logicamente l'opinione pubblica è andata dietro a quest'immagine di un povero motorino in fin di vita lanciato dagli spalti ed oggi quando affronti un discorso relativo alla violenza negli stadi con qualsiasi persona che lo stadio non lo frequenta la prima cosa che ti dice è "Eh, siete dei violenti, vedi i vostri colleghi che hanno lanciato il motorino dagli spalti...". 
Il gioco del silenzio invece è partito in concomitanza coi vari abusi di polizia, da stadio e non: Paolo di Brescia, Federico Aldrovandi... Clamoroso il silenzio sulla morte di Gabriele Sandri, quando si riuscì ad arrivare fino a sera nascondendo ciò che tutti sapevano. Oggi è diventato qualcosa di globale ed ha finito per abbracciare tutta la "cronaca nera calcistica" su cui hanno sguazzato in tanti per un paio di ventenni. Il ragionamento è semplice: meno si parla degli incidenti e dei disagi che si verificano negli stadi, più la tessera del tifoso può essere spacciata come "cosa buona e giusta" dal governo e più l'opinione pubblica che non frequenta gli stadi è convinta che le cose stiano andando bene. E magari se ne ricorderà quando sarà ora di votare (chissà, questi sono talmente rincoglioniti da essersi fatti convincere che stiamo uscendo dalla crisi!). Mi sembra superfluo dire che le cose stanno in maniera ben diversa, e per capirlo andrò ad analizzare l'ultima giornata di campionato...
Iniziamo dalla massima serie, da quel Milan-Genoa che doveva sancire il "superamento definitivo" della morte di Spagnolo. Un esame importante per il governo, visto che proprio lo scorso anno Genoa-Milan aveva rappresentato un pò la buccia di banana su cui era incespicata la Tessera del Tifoso con il famoso ordine di giocare a porte chiuse emesso alle 23 di sabato... Secondo la stampa tutto si è svolto a meraviglia, visto che i tifosi genoani (molti meno dei 5.000 annunciati) si sono potuti accomodare sugli spalti senza creare problemi: una trentina nel settore ospiti di San Siro, un migliaio nel terzo anello rosso, fianco a fianco coi milanisti (chi è stato a San Siro sa che le entrate di quella zona finiscono spesso per mischiare le tifoserie...). Tutto bene? Non direi proprio visto che un tifoso milanista presente col figlio è rimasto stordito dal lancio di una bomba carta da parte dei genoani... Qualcuno ne ha sentito parlare in qualche TG? Datevi la risposta da soli... 
Altri momenti di forte tensione ci sono stati a Cesena durante la sfida col Napoli, che fra l'altro era vietata per i residenti in Campania... Come se i napoletani si trovassero solo in Campania! Ed infatti un folto gruppo di tifosi partenopei era nei distinti del Manuzzi, in quanto privi della tessera del tifoso. Il resto lo ha fatto l'andamento della partita, con i suoi episodi e le sue sviste arbitrali. Aggiungiamoci anche un pò della classica arroganza partenopea, ed il gioco è fatto: qualche tensione col pubblico della Gradinata, ed a fine partita un folto gruppo di ultras cesenati supera il divisorio della curva ed entra in gradinata intenzionati a farsi rispettare in casa loro. Fin troppo ovvio che adesso ne pagheranno le conseguenze. Ma non sarebbe stato meglio mettere tutti i napoletani nel settore ospiti così da evitare problemi? A Genova invece per la partita contro l'Udinese i tifosi sampdoriani hanno effettuato un corteo di protesta contro la Tessera del Tifoso: "Non possiamo, non vogliamo arrenderci all’idea –spiegano in un comunicato- che Governo, Istituzioni e Società stiano allungando le mani sul nostro calcio. Nostro, perchè appartiene alla gente. Nostro perché con la nostra passione lo abbiamo reso quello stupendo spettacolo che è stato per tanti anni, perché per noi il calcio è emozione, mentre per loro solo guadagno. Abbiamo visto tifosi esclusi dallo stadio perché provenienti da regioni diverse, settori ospiti vuoti o senza quei colori, quei valori e quelle passioni che oggi nel calcio stanno sparendo. Scendiamo in strada perché non siamo in grado di chiudere gli occhi e subire passivamente. Il nostro urlo di libertà non può essere incatenato”. Ovviamente, silenzio di tomba da parte della stampa di regime...
Giornata molto calda in serie C, dove è successo un pò di tutto. Si era cominciato al sabato, con la gara fra Atletico Roma e Lanciano rinviata due ore prima del match (non due settimane o due giorni, due ore!) per non correre il rischio di giocare a porte chiuse. Infatti lo stadio Flaminio, casa attuale dell'Atletico Roma, non era disponibile... per che cosa? Per una gara di Motocross Freestyle organizzata (guarda un pò) dalla Redbull! Al contrario il vecchio stadio "Francesco Gianni" non aveva i requisiti necessari per ospitare pubblico,nemmeno i possessori della Tessera del Tifoso (chissà che capiate che quell'inutile pezzo di plastica non vi da nessuna garanzia!). Mi chiedo: ma come? Non bastava (secondo la circolare ministeriale che ha imposto la tessera spacciandola per legge) il solo possesso della tessera per aprire tutte le porte e rendere "a norma" come per magia tutti gli stadi italiani? Roma vi ha dato la risposta... Ma ovviamente le assurdità non sono finite qua: a La Spezia era in programma il match con il Como, da sempre partita "calda". Nel settore ospiti del Picco, un settore da 1600 posti erano presenti 9 (nove!!!) tifosi lariani tesserati. Tutti gli altri, un centinaio circa, hanno preso posto nei Distinti, a stretto contatto con gli spezzini (chi è stato a La Spezia ai tempi della C si ricorderà i loro Distinti... Non erano molto più che una mosca fastidiosa, ma più che sufficienti per scaldare gli animi!). E così si è passati presto dalle parole, ai cori ostili, al lancio di oggetti; in un settore in cui ci sono si vecchi ultras spezzini, ma anche famiglie con bambini (quelle famiglie che il Ministro Maroni dice di voler tutelare). Situazione poi risolta mettendo un doppio cordone di steward e di poliziotti a dividere spezzini e comaschi, ma vissuta ad alta tensione per tutto il primo tempo. Pubblico la foto, che rende bene l'idea: datela in faccia al primo idiota che vi dice che la Tessera è utile per la sicurezza negli stadi!
  
Ancora peggio è andata ad Alessandria, al termine della partita con il Gubbio, peraltro svoltasi nella più assoluta tranquillità. Al termine dell'incontro il portiere del Gubbio, Lamanna, si è incamminato verso la sua auto con i genitori per tornare a casa. Passato davanti un bar frequentato dai tifosi alessandrini, è nato un alterco con alcuni di loro, che hanno finito per aggredire il giocatore: il giovane Lamanna se l'è cavata con qualche contusione, pare anche che tre tifosi siano stati fermati. Ovviamente i pennivendoli nazionali, non potendo tacere l'episodio, ne hanno parlato in poche righe, menzionando i protagonisti come "Ultras". Che vi dicevo? Un'informazione a senso unico...
Sempre in tema di serie C, vi segnalo questo interessante articolo di Nuova Cosenza. Sarebbe utile per far riflettere quel poveretto di Maroni, ammesso e non concesso che nel suo delirio populista ci sia spazio per la riflessione:

27 set 10 Nel settore ospiti dello stadio San Vito domenica scorsa contro il Pisa erano presenti 23 tifosi. Tutti possessori della tessera, l’ultima invenzione delle istituzioni per “porre freno agli episodi di violenza negli stadi” (?). 30 invece gli steward dedicati a quella zona, uno spicchio di spalti con 1600 posti a sedere, che il Cosenza schiera ogni domenica. Come dire uno steward a persona. Uno spreco. Due domeniche fa da Taranto venne un solo tifoso. Sono questi i numeri di chi ha progettato la fantomatica “tessera del tifoso”? Un vero e proprio fallimento che se nei campi di A e di B è oggetto di boutade come a Trieste, dove la societa’ si permette il lusso di stendere delle gigantografie stampate con le vecchie immagini del pubblico tra gli spalti, in Lega Pro, e nelle altre leghe minori, diventa un preoccupante campanello d’allarme per i bilanci delle societa’. Incassi mancati e canna del gas vicina alla bocca. Se in serie A e B la pubblicita’ ed i diritti televisivi coprono gran parte dei bilanci, magari non tutto, ma danno una grossa mano, nei campionati minori si vive solo del contributo dei mecenati che, fin quando non si scocciano, investono con la speranza del grande salto che tradotto significa gestire bilanci con una buona parte di risorse garantite. Un vero e proprio suicidio. L’arcipelago calcio in Italia non e’ solo la serie A dove la tessera del tifoso funziona nelle metropoli come Milano, Roma, Napoli, Catania e Palermo dove il bacino di spettatori ha una percentuale alta rispetto a popolazioni che superano il milione di abitanti, ma e’ soprattutto campi e citta’ di provincia dove, quando va bene, in citta’ come Cosenza, Taranto, Foggia si arriva alle 10.000 unita’ ma nelle grandi occasioni. In tutti gli altri casi la media scende sui 1000-2000 spettatori. Ma parliamo di Lega Pro. Senza scendere nelle altre categorie minori della galassia calcio. Così succede che se le curve, oltre il 50% degli incassi, decidono di non entrare, e’ la fine. La fine di uno spettacolo, la fine del piu’ bel gioco del mondo. E’ inutile negarlo, o nascondersi dietro un cerino. Succede che la passione sfuma e, come ieri a Cosenza, quando serve quella mano in piu’ che solo la passione e l’incitamento sanno dare, anche il gioco in campo ne rimane influenzato. Vedere Cosenza-Pisa, un appuntamento da cartellone del calcio di Lega pro, che sfila nel silenzio piu’ totale delle curve, davanti a 3.380 paganti, bè questo e’ piu’ di un allarme. Questo e’ il segnale che qualcosa si e’ rotto. E’ segno che chi ha messo mano al problema violenza pensando di risolverlo con una tessera ha proprio sbagliato approccio. Gia’ il biglietto nominativo violava elegantemente la privacy del cittadino. Ora con la tessera siamo alla frutta. Stadi vuoti e tifoserie indispettite, risultato: il crac, il deserto, la noia. La fine di un gioco che con il pubblico ha la sua parte importante. Quando lo capiranno i vertici del calcio non sara’ mai troppo tardi. (Pippo Gatto)

Fino a qui tutto bene, il problema non è la caduta ma l'atterraggio... 

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