lunedì 27 dicembre 2010

L'ANOMALIA DELL'INFORMAZIONE ITALIANA

Questo articolo è tratto da Peace Reporter. Se vogliamo, può far copia con questo. Sono due discorsi collegati, ed andiamo a vedere il perchè...

Un rapporto europeo sui media svela l'anomalia dei tg italiani: come lo schermo crea le paure della società
L'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza ha diffuso un rapporto sulla rappresentazione mediatica e la percezione sociale delle notizie registrando un netto scarto tra la realtà e l'informazione, quindi tra ciò su cui si concentra l'attenzione mediatica e quello che la gente percepisce realmente.
Nel caso specifico dell'Italia, negli ultimi tre anni i timori per le dinamiche economiche sono cresciuti sensibilmente (come in tutta Europa). La disoccupazione è la voce che preoccupa di più l'italiano medio passando da un 28 percento del 2005 a un 51 percento nel settembre 2010. La qualità dei servizi sociali e sanitari si inserisce al secondo posto nella classifica delle preoccupazioni, rimanendo stabile negli anni. Medaglia di bronzo per una voce in calo: l'immigrazione che passa dall'11 percento del 2005 al 9 percento del 2010.
Ma la sensazione è un'altra: a sentire il tg sembra che il primo problema sia come arginare la criminalità.
Cerchiamo di approfondire: la fotografia degli argomenti trattati dai tg nazionali mostra chiaramente che si dà spazio prima di tutto alla politica interna (17 percento contro una media europea del 10 percento), poi si parla di costume e Società (13 percento contro 5 percento) e di criminalità (10 percento contro 5 percento). In Europa si parla più di politica estera, lavoro ed economia. In Italia di pastoni politici, delle nonne più giovani d'Italia e di immigrati ladri e assassini. L'opinione pubblica è preoccupata per il lavoro ma i media italiani non ne parlano molto, preferendo il tema criminalità e politica interna.
Vediamo nel dettaglio come i tg si dividono questo compito: Mediaset è il canale che dedica più spazio alla criminalità, inseguita dalla Rai. Tg5 e Tg1, in particolare, ne parlano ogni giorno dando vita a un processo che viene chiamato di "criminalità pervasiva": mentre gli altri canali europei trattano la stessa notizia per più giorni in Italia si tendono a utilizzare notizie 'usa e getta'. Un giorno un figlio uccide la madre a martellate, il giorno dopo il vicino fa fuori moglie figlio e zia, al terzo giorno il nipote spranga in casa i nonni per rubargli la pensione. Non c'è alcuna continuità: solo il macabro piacere di raccontare quotidianamente un nuovo episodio di violenza. Solamente Rai3 e Rete4 (che preferisce parlare di altro) si scostano da questa tendenza. Il fatto è che la rappresentazione mediatica di un timore che non esiste, se non in misura contenuta, contribuisce a innalzare la percezione di tale problema. Secondo i dati della ricerca, infatti, il numero di reati è rimasto stabile negli anni. Quello che è cresciuto è il numero di notizie sugli atti criminali, con una punta estrema toccata nell'anno 2007 (per maggior precisione quando c'è stato il cambio di Governo, da Prodi alla vittoria schiacciante di Lega Nord e Pdl: uso strumentale del tema sicurezza?), crescita delle notizie che ha innalzato il livello di percezione in alcuni casi raddoppiandola rispetto al numero di reati realmente commessi.
Ma una persona potrebbe dire: in Italia esiste la criminalità organizzata che contribuisce alla notiziabilità di questi eventi. Ma anche questo, purtroppo, non è vero. Perché dal 5 aprile al 4 giugno 2010, ad esempio, sono state date dal notiziario in prima serata qualcosa come 15mila notizie di crimini violenti (cioè escludendo furti, rapine e droga) contro le 1947 dedicate al tema della mafia.
E se trasportiamo il confronto a livello europeo, ecco i risultati più clamorosi. Prendiamo Rai1: in base a dati del primo trimestre del 2010, l'emittente italiana ha una rappresentazione mediatica delle notizie di criminalità doppia rispetto alla Tve spagnola, due volte e mezza la Bbc britannica e la France2, più di dieci volte rispetto la Ard tedesca. Nello stesso periodo preso in considerazione Ard ha dato 34 notizie contro le 431 di Rai1, quindi la media italiana è di più di due notizie al giorno. E mentre le 34 notizie tedesche fanno riferimento per lo più a due casi (abusi su minori che hanno sconvolto l'intero paese) coprendo quindi il 58 percento delle notizie date, in Italia i grandi delitti occupano il 9 percento dell'agenda reati. Le altre notizie sono spesso date una volta sola.
Per concludere: mentre è la paura di perdere il posto di lavoro (o di non trovare una prima occupazione, nel caso dei giovani) a generare la principale inquietudine della società italiana, l'agenda di notizie diffusa dai media italiani verte in principal modo sui temi della criminalità (accompagnati da politica interna e costume) dando vita in certi casi a una chiara strumentalizzazione politica del tema sicurezza e in altri a una superficiale spettacolarizzazione da prodotto di intrattenimento (infotainment).
Maurizio Bongioanni

In Italia i vari governi degli ultimi anni hanno creato un "allarme sociale" sulla sicurezza, a tutti i livelli; per far passare leggi che di fatto a livello di sicurezza non promuovono un bel niente ma danno ampi poteri (ai limiti della costituzionalità) alle forze dell'ordine e per far girare l'economia... Vanno in questo senso le varie leggi sulla vendita ed il consumo di alcoolici, le chiusure anticipate dei locali, la violenza negli stadi...
Per esempio, adesso che è Natale, le strade pullulano di pattuglie con il loro bel macchinario per l'alcool-test. Naturalmente la pattuglia ha un tot di persone da fermare per poter dire (secondo il proprio superiore) di aver fatto un lavoro soddisfacente. Secondo voi si metteranno mai a fermare un politico o un'auto blu? Certo che no, se non vogliono trovarsi a lavorare come guardie giurate! Fermeranno voi che magari solo per aver bevuto un bicchiere di vino in più a tavola e nonostante siate perfettamente in grado di guidare (ma non per la terribile macchinetta!) vi vedrete costretti a lasciare giù la patente, spendere migliaia di euro (come se foste tutti ricchi sfondati!) in visite, colloqui psicologici, avvocato e spese processuali. Visto che poi lo zingaro che qualche anno fa falciò quattro ragazzi nelle Marche si fece un mesetto ai domiciliari in un residence, e che le stragi comunque non sono mancate nemmeno ultimamente; potete ben capire che questa legge non serve per controllare le vere "mine vaganti" che si trovano per strada, ma per metterlo in quel posto a voi, che agli occhi della classe politica siete solo oggetti da spremere e gettare quando non servirete più. Dovete pure far girare l'economia, e nel momento in cui non avete più soldi da spendere in elettrodomestici, cellulari, viaggi, ecc ve li spremono con questi mezzucci. 
Altro esempio, la violenza negli stadi: a partire dalla fine degli anni '90 i media hanno cominciato ad ingigantire ogni singolo episodio di violenza... E' nata una nuova figura, quella del bambino che piange disperato dicendo al padre che non vuole più andarci allo stadio; figura che veniva infilata e viene tuttora infilata un pò in tutti gli episodi di cronaca calcistica... Ora mi aspetto che arrivi il solito genio dei miei stivali a dirmi che la violenza non dovrebbe esserci allo stadio, per invitarlo calorosamente a scendere dalle piante: certo che sarebbe bello che non ci fosse violenza, come sarebbe bello che non ci fossero guerre e che non ci fosse criminalità; ma siccome il mondo in cui viviamo è questo, allora è normale che soprattutto all'interno di un fenomeno sociale come quello del calcio che muove ogni domenica (ormai sempre meno domenica e sempre più sabato, lunedì, martedì...) centinaia di migliaia di tifosi porti con se anche qualche episodio di violenza nasca... come per esempio c'è la possibilità che in una banca si verifichino delle rapine... che si fa? Si chiudono le banche? Ecco è esattamente quello che ha fatto lo stato italiano: ha chiuso le banche della situazione, ovvero gli stadi! Tutto per imporre cosa? Nuove spese a favore dello stato, nuove telecamere, lettori ottici per biglietti nominali da prendere rigorosamente in qualche ticket-store (Vedi quelle organizzazioni di malaffare che sono le agenzie come Ticket "Kippah" One), tornelli prodotti in serie tutti da un'unica ditta... Un grosso enorme business per stadi sempre più vuoti, fino alla Tessera del Tifoso, imposta come "ulteriore forma di sicurezza" in un periodo in cui la violenza era (ciclicamente, non per merito delle leggi!) in forte calo, a favore della Banca di cui è amministratore delegato il fratello di Abete. Il tutto sventolando (o svendendo?) la bandiera della sicurezza. Secondo voi tutti questi provvedimenti sono serviti per limitare la violenza? Direi di no, al di la dei dati che si inventa Maroni
Ricordatevi sempre che in itaGlia, la legge è per i coglioni. I primi ad usarla per pulirsi il deretano sono quelli che avete votato...

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